1 destino

il mio

Creato da vhagos il 10/01/2007

IL PIU BEL 10 E LODE

Un premio di dieci e lode perchè sei: Mosaico sfaccettato di pensieri e percorsi umani, fratello fedele e leale, estimatore delle pennellate incorniciate, restauratore e costruttore di torri e pilastri, voce rossa sensibile e valorosa, volto istrionico di sentimenti sinceri, giostra di colori ed emozioni
Principessapersiana

 

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il bacio di un amica

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Ai tuoi meravigliosi pensieri disarticolati……

Alla tua intensità nel dire le cose……..

All’amore, grande………immutato che ancora ti nutre,

ma che ti spezza in due dal dolore…

 

 

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Qualche pagina spesso insegna

Post n°107 pubblicato il 06 Settembre 2007 da vhagos

Caro Dio,

mi chiamo Oscar, ho dieci anni, ho appiccato il fuoco al gatto, al cane, alla casa (credo persino di aver arrostito i pesci rossi) ed è la prima lettera che ti mando perché finora, a causa dei miei studi, non ho avuto tempo.
Ti avverto subito: detesto scrivere. Bisogna davvero che ci sia obbligato. Perché scrivere è soltanto una bugia che abbellisce la realtà. Una cosa da adulti.
La prova? Per esempio, prendi l’inizio della mia lettera: «Mi chiamo Oscar, ho dieci anni, ho appiccato il fuoco al gatto, al cane, alla casa (credo persino di aver arrostito i pesci rossi) ed è la prima lettera che ti mando perché finora, a causa dei miei studi, non ho avuto tempo». Avrei potuto esordire dicendo: «Mi chiamano Testa d’uovo, dimostro sette anni, vivo all’ospedale a causa del cancro e non ti ho mai rivolto la parola perché non credo nemmeno che tu esista».
Ma se ti scrivo una roba del genere, fa un brutto effetto e ti interesseresti meno a me. E io ho bisogno che t’interessi.
Inoltre mi farebbe comodo che tu avessi il tempo di farmi due o tre piaceri
.

Inizia così il libro appena terminato di leggere.
Oscar e la dama in rosa di un autore francese anche se il cognome Schmitt
tutto sa meno che di baguette e moulin rouge.
E' lo stesso autore di Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano.
Mi è capitato tra le mani per caso,in una delle tante sere in cui ho fatto incetta di libri che poi accatasto in un angolo in attesa di leggerli quando la noia o l'ispirazione mi vengono a trovare.
Il piccolo principe di Saint Exupéry è un bambino venuto da un altro mondo per insegnarci che cos’è la vita, l’Oscar di  Schmitt è un bambino che sta per andare all’altro mondo e ci insegna che cos’è la morte.
Questo breve romanzo si svolge durante gli ultimi tredici giorni di vita di un bambino di dieci anni malato di leucemia, Oscar appunto, e la dama in rosa del titolo è un’anziana volontaria dell’ospedale, in camice rosa, che rappresenta per il bambino l’unico interlocutore in grado di dare un significato alla fase finale della sua vita, perché sia i genitori, annichiliti dal dolore, sia i medici, delusi dalla loro stessa impotenza, evitano di parlare sinceramente con lui, impedendo ogni spontaneità di rapporto.
Nonna Rosa, come la chiama Oscar, gli propone un gioco: fingere che ognuno dei pochi giorni di vita che gli restano duri dieci anni. Ogni decennio vissuto presenterà gioie e dolori che Oscar potrà offrire a Dio in una lettera quotidiana, in cui gli chiederà di soddisfare un desiderio. Oscar non è stato allevato religiosamente, e inizia questo dialogo con diffidenza e impaccio, ma a poco a poco, indirizzato dalla affettuosa vecchietta, scopre un nuovo modo di vedere se stesso e gli altri, e un nuovo modo di comunicare, che cambierà per sempre la vita di chi si troverà vicino a lui in quegli ultimi giorni aperti sull’infinito.
Senz'altro non è un libro allegro,ma allo stesso tempo sa essere un ottimo spunto di riflessione.
Una favola commovente e dolcissima.



 
 
 
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QUE VIVA FIDEL

 

lider maximo

 

con la luz de tu sonrisa

 

visto da una principessa

Tu, con l'espressione malinconica
e quel sorriso in più,
cosa mi fai ?
Stai cosí vicino, cosí immobile
parla qualcosa,
non ti ascolto mai.
I maschi disegnati sui metro
confondono le linee di Miro.
Dalle vetrine, dietro ai Bistrot
Bistrot.
Ogni carezza della notte
è quasi amor.
I maschi innamorati dentro ai bar
ci chiamano dai muri di città
Dalle vetrine, dietro ai juke box
Box.
Ogni carezza della notte
è quasi amor.
Tu sotto la giacca,
cosa avrai di più,
quando fa sera
e il cuore si scatena.
Mi va, sulle scale poi te lo lo darò
geb ich dir,
quello che sento
parlami ancora un po'.
I maschi innamorati dentro ai bar ......
Ai maschi innamorati come me
ai maschi innamorati come te
quali emozioni, quante bugie,

ma questa notte voglio farti le pazzie.
Ai maschi innamorati come me
ai maschi allucinanti più di te
non è mai ora a dirti addio
tutta la notte voglio ancora farvi mio


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