La Cabotina
Tradizioni e leggende fantasiose sulle streghe si rinvengono in diverse località del Ponente ligure. A Costarainera, presso Imperia, si diceva che le baggiure (streghe) di Triora, si trasformassero in uccellacci e volassero all'isola Gallinara, presso Albenga, dove convenivano pure altre streghe. A Ventimiglia si pensava che le streghe avessero costruito la Pria Margunaira. A Molini di Triora si mostra ancora la fonte dove le maghe convenivano a danzare, in processione notturna, con moccolotti accesi. Presso il paese di Andagna esiste la Rocca d'e Baggiure, dove si dice che esse si radunassero accedendovi con un parola d'ordine. Sotto Carlo Grimaldi, eletto vescovo di Albenga nel 1572, si rinnovarono in questa città gli stessi processi contro gli eretici e le streghe che, ad istigazione di alcuni Domenicani del convento di Taggia, egli aveva già fatti nella diocesi di Ventimiglia, in seguito ai quali la terra di Pigna aveva visto non pochi esiliati e consumati dalle fiamme. Nel 1588, vi fu pure a Bajardo un processo contro le streghe e, a Castellar, presso Mentone (oggi in Francia), vi fu nel 1622 un processo contro cinque donne incriminate di delitti di stregoneria, in particolare per aver causato la morte di bambini. Una di queste era pure accusata di esser intervenuta ad una festa sotto forma di gatta e di aver avuto commercio col diavolo vestito di rosso. Sottoposta a tortura, confessò di aver fatto unguenti con polvere di rospi, sangue di dragoni ed ossa di morti, e di essersene poi servita a danno altrui. Finì strangolata ad un palo e poi bruciata. In Liguria le streghe erano anche incolpate di succhiare, come i vampiri, il sangue dei fanciulli da una ferita provocata con uno spillo nel calcagno. Si pensava anche che esse potessero entrare nel corpo di una persona che rimaneva quindi stregata o, come si diceva con un termine locale "imbaggiurita". Vi era inoltre la credenza diffusa che certe persone rimaste stregate potessero a loro volta esercitare influssi maligni sulle persone che incontravano, specialmente sui bambini. Infatti, fu molto osservata la precauzione di non lasciar uscire di casa, dopo l'Ave Maria, i bambini per timore che potessero fare qualche incontro inquietante, dato che si riteneva che le streghe preferissero scegliere le loro vittime tra essi e che portassero via i neonati non ancora battezzati per consacrarli al demonio. Si cercava anche di non lasciare, dopo questo momento della sera, abitini o fasce o pannelli di bambini, poiché le streghe se ne servivano per avvolgerli e giocare a palla con loro..
A Triora, in particolare, si credeva che le streghe giocassero a palla con quelle della vicina Molini stando su alberi di noce e di castagno situati nella zona sottostante della località Cabotina con teneri bambini avvolti nelle fasce, rubati di notte alle madri che dormivano. Quello era infatti il luogo dei convegni notturni delle streghe, che rendeva la Cabotina un luogo malfamato di cui si parlava con sgomento, ma altri due luoghi vicini erano indicati come quelli dove le baggiure celebravano i loro misteri e compivano le loro orge: la fontana di Campomavùe e la fontana campestre detta La Noce, dov'era il lavatoio pubblico. Si credeva pure che esse si ubriacassero e che, dentro il paese, tenessero convegni notturni in una via oscura e disabitata chiamata Dietro la Chiesa, presso la parrocchia. Secondo la tradizione locale, tuttavia, le streghe se volevano erano anche capaci di compiere qualche buona azione, come dare consigli utili a qualcuno che, seguendoli, poteva anche arricchirsi.
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