“Vieni e vedi” sono le parole con cui Filippo, dopo aver incontrato Gesù, riconoscendolo come “Colui di cui hanno scritto Mosé nella Legge e i profeti”, cerca di convincere Natanaele, ad andare con lui per seguire il Maestro. Ma Gesù dimostra di conoscere Natanaele prima ancora che Filippo lo chiamasse. Da questo brano del Vangelo di Giovanni possiamo trarre diversi spunti di riflessione. Un primo aspetto è quello della missionarietà della vita cristiana: quando Filippo conosce Gesù, non può tenerlo solo per sé e lo annuncia; se veramente abbiamo conosciuto l’Amore di Dio, non possiamo non testimoniarlo ai fratelli, in particolare a quelli più lontani, e non dovremmo poter sopportare nemmeno l’idea che una singola anima possa vivere senza di Lui, offenderlo e perdersi per l’eternità. Lo zelo per la salvezza delle anime: è questa la carità più grande verso il prossimo che dovrebbe animarci. Un'altra riflessione è che pur facendosi presente nella vita spirituale per il tramite di testimoni, Gesù stesso, amandoci fin dall’eternità e prima ancora che noi fossimo, ci chiama personalmente.
E’ Lui stesso che dice a ciascuno di noi: “VIENI E VEDI”. E’ sempre Lui che fa il primo passo con noi e che, pur lasciandoci nella libertà, agisce con discrezione sul nostro cuore e sulla nostra mente per attirarci a Lui. Tutta la vita spirituale non è che una risposta a questa chiamata, a una vocazione che, a prescindere dallo stato di vita di ciascuno, è sempre la stessa: La SANTITA’. Essere Santi, questa dovrebbe essere la nostra unica preoccupazione. Ma cos’è la Santità e cosa bisogna fare per diventare Santi? Dio solo è Santo, pertanto noi non dobbiamo ricercare una “nostra” santità, andremmo fuori strada e cadremmo nell’errore, molto comune oggi, di pensare che possiamo diventare Santi e salvarci per dei nostri meriti, delle nostre virtù o per le nostre opere buone. Niente di più sbagliato!
Essere Santi vuol dire partecipare dell’unica Santità di Dio e ciò è possibile solo perché e nella misura in cui Egli, nella Sua infinita Misericordia, ce lo dona attraverso la vita di grazia e i Sacramenti. La vita cristiana è una vita semplice, mite, umile, umanamente nascosta, ma grande, preziosa e unica agli occhi di Dio se la viviamo alla Sua sequela, nella Sua Santa Volontà e costantemente alla Sua Divina Presenza nella preghiera. Una vita, la vita divina, che riceviamo dalla Santa Madre Chiesa attraverso i Sacramenti. Non occorre fare grandi cose, quanto tempo perdiamo in sterili riunioni per escogitare stravaganti azioni pastorali per attirare la gente in Chiesa; tempo che potremmo dedicare alla preghiera e all’Adorazione. Più che “fare”, è la testimonianza di una vita santa che può attirare anime a Dio, l’azione pastorale più efficace: lasciare che sia Dio ad agire attraverso di noi. E’ sempre stato cosi: dove ci sono i Santi, la gente si avvicina alla Fede. Il cammino di santità si può intendere come il percorso che ci porta a recuperare quello stato originale con cui Dio ci aveva creato, a Sua immagine e somiglianza, e dalla quale il peccato ci ha allontanato. Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda come tutti i fedeli siano chiamati alla santità cioè “alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della Carità” e che progredire nel cammino spirituale vuol dire tendere ad un’unione mistica sempre più intima dell’anima a Cristo che non può prescindere dalla croce, dalla rinuncia e dal combattimento spirituale (CCC 2013-2015). La vita dei Santi non fa altro che testimoniarci queste grandi verità. Il mistico non è solo colui che, per grazia divina, ha delle rivelazioni private o delle esperienze particolari, bensì è colui che vive un rapporto con Dio in una vita di preghiera e nei Sacramenti. Non dimentichiamo che il più alto grado di unione mistica tra l’anima e Dio, infinitamente più alto anche di qualsiasi esperienza spirituale straordinaria, è alla portata di tutti e si realizza nell’istante in cui l’anima, in grazia di Dio, si unisce a Lui, nel ricevere la Santa Comunione, ove la visione di Dio resta nascosta a nostri occhi mortali solo dal più sottile dei veli: un’umile Ostia! E’ questa l’esperienza spirituale più grande e più straordinaria che possiamo ricevere da Dio in questa terra ed è nella Santa Messa che possiamo realizzare il più alto grado di quella Comunione dei Santi che possiamo vivere quaggiù e alla quale speriamo un giorno di poter partecipare pienamente nella visione beatifica di Dio nella vita del Cielo e nella gloria del Paradiso. Ci aiutino i Santi e ci aiuti la Vergine Maria a custodire in noi questo desiderio di Santità per tutta la nostra vita.
Inviato da: un_uomo_della_folla
il 26/12/2015 alle 17:40
Inviato da: vienievedi
il 26/12/2015 alle 17:33
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il 05/08/2014 alle 15:29
Inviato da: anna1564
il 18/12/2013 alle 03:22
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il 01/01/2013 alle 19:03