Creato da Viola.di.vetro il 09/03/2010

La straniera

...ed il suo dio libertino

 

 

« .Come.Cenere »

*Resi.Eterno.L.Attimo.In.Cui.Ti.Amai*

Post n°17 pubblicato il 07 Maggio 2010 da Viola.di.vetro
 

"Non ti sto chiedendo di amarmi,ma di fottermi.Fottermi come se fossi la tua puttana e avere come unico fine il piacere.Non implicare il cuore...sarebbe inutile.Questo stupido organo deve starsene dormiente nel tuo petto.Violentalo con quelle parole che nessuno mai sarebbe in grado di pronunciare.Lui ha un pudore che il corpo non conosce!"
*
Se ti guardo negli occhi e mastico i tuoi pensieri più intimi,non voltarti dall'altra parte.Mi priveresti di linfa.
I miei tacchi sul pavimento a volte risuonano come rintocchi di morte
Nuda,coi capelli lasciati ricadere sulle spalle e il viso incorniciato da ricci,perlustro la stanza come uno di quei topi che,curiosi,giran in tondo all'intero perimetro della gabbia
*
"Non guardarmi cosi.Voglio solo che tu sia carnefice delle mie paure"
*
Mi spingo oltre quel posto in cui la luce non filtra.
Incontro i miei demoni.
Mi invitano a banchettare con loro ed io siedo alla loro tavola con la naturalezza che mi caratterizza nei momenti in cui mi sento appesa ad un filo.
*
"Lascia scivolare la tua lingua sul mio corpo.Lentamente"
*
Vestita solo di peccati son diventata la dama di una scacchiera che tutt'intorno ha solo pedine.Ho imparato a destreggiarmi in quell'ipocrisia che non mi tocca nè mi sporca più
*
"Le tue mani diventan bocca con la quale voglio saziarmi"
*
Spingi fino a far male.Fino a godere.Fino a penetrare in quel luogo dov'è racchiuso l'anima mia
.
.
.
Invento i pensieri.Le parole se ne stanno in silenzio.I gesti si perdono nel tempo che corrode
Mi strapperei la pelle e la regalerei alle nuvole.Una coperta per scaldarsi dalla pioggia che bagna e brucia,a volte
.
.
.

-Corri,Zò.Corri più forte-
Che dolci son quelle melodie che nascono dall'oltretomba.
Conosco le loro voci.Esistono in me fin dal principio
.
.
.
Giocavo coi sassolini quel giorno.
[1...2...3...]
Li contavo e poi gli davo un nome
[Liù...Margot...Lillà...]
Gli davo un nome e poi li dipingevo
[Giallo...Arancio...Verde...]
Li dipingevo e poi...Li gettavo via
.
"E' il suo turno!" giungeva da lontano quella voce.
Erano forse gli angeli che mi chiamavano?
Mi voltai lentamente.La testa non voleva staccarsi dal contare,dar nomi,dipingere e...gettare via.Se ne stava a fissarmi con sul viso un'espressione interrogativa.
.
Quando un ago mi perfora la pelle ricordo quel giorno
*
"Lasciami tremante sul ciglio del mio letto.Vai via ora"

 
 
 
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