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Solo con te stesso

Post n°13 pubblicato il 18 Febbraio 2008 da angiolettopm
Foto di angiolettopm

Essere solo è facile, facilissimo: per esempio, in questo momento sono solo!

Stare da soli con se stessi: a volte non è poi così semplice. Anzi, cercare di esserlo potrebbe diventare un problema!
Intanto occorre un luogo, già, un luogo. Si , perchè non è vero che nello stare soli con se stessi, il posto in cui ci si trova è ininfluente. Magari lo fosse! Forse non avremmo l'esigenza di .... stare soli con noi stessi. :-)
Si parte sempre a escludere a priori alcuni luoghi: a molti di noi piace stare soli osservando la gente, altri non vogliono vedere nessuno, ma il problema nasce quando si verificano una serie di circostanze.

Vi racconto cosa mi è successo ieri. Giornata fredda e ventosa, anche qui dalle mie parti del Sud. Una giornata tipicamente invernale, ma nello stesso tempo limpida e soleggiata, sembrava un contrasto surreale di tonalità. Avevo voglia di starmene in pace, volevo semplicemente attraversare la domenica pomeriggio eludendo ogni cosa, e mi riferisco alle "cose-che-si-fanno-di-domenica".
Sono andato su una spiaggia, e incurante del vento freddo e pungente, ho cominciato a passeggiare sulla sabbia e a guardarmi intorno.
Il mare era calmo, ma i segni di lunghe onde erano ancora intonsi. Si vedeva la sabbia semibagnata, segnata dalle linee irregolari e continue che lascia l'onda più lunga, quella che arriva più in alto. Ovviamente non mancavano segni contrastanti: pezzi di legno, alghe secche, agglomerati fangosi indefinibili contenenti alghe, conchiglie, qualche pesciolino morto. Gli unici giochi di colore contrastanti, che spezzavano il paesaggio, erano di origine... diciamo "antropica": il bianco di un bidone di rotto e di alcune buste di plastica, il rosso di un barile rotto, il verde e marroncino di qualche bottiglia di vetro o plastica sparsa qua e la, e l'immancabile coloratissima pubblicità indiretta di detersivi, e quant'altro e indefinibile si possa trovare! Però non c'erano gabbiani, e neanche le loro inconfodibili orme.

Nessuna barca, erano tutte su! Ecco, forse quei colori variopinti delle barche in legno, pur essendo contrastanti, ci sarebbero stati proprio bene. Anche il color ruggine degli elementi metallici, il colore bianco e indefinibile delle malridotte lampare ci sarebbe stato bene.
Mi giro indietro un attimo, vedo solo le mie impronte, che risaltavano parecchio. Sembrava che il paesaggio si stesse accorgendo che ci fosse qualcuno! Forse si tratta di qualcuno che disturba un equilibrio naturale, o di qualcuno che finalmente ricorda che il mare esiste anche d'inverno? Non lo sapremo mai.
Uno sguardo alle villette più a monte, sulla strada. Erano malconce, trascurate, ma non abbandonate. Mi piace pensare che fossero dormienti, in letargo, aspettando il primo risveglio "standard", a breve, intorno a Pasqua secondo la stereotipata consuetudine.
Mi chiedevo come fosse possibile che un luogo possa trasformarsi così nell'arco di una stagione, ma non per effetto della natura, ma solo per lo sfruttamento dell'uomo.
Non mi pongo il problema più di tanto, anche perchè so gia che tra qualche mese col la primavera sfiorisce tutto, che su quel telaio arruginito si poggerà un allegro chiosco di bibite, che quel disordine sulla spiaggia verrà sostutuito da sdraio e ombrelloni, rigidamente ordinati in file, pelli abbronzatissime e odore diffuso di crema solare, la musica del lido che si mescola a quella di una probabile radio di un bagnante, poco distante sul telo.
Quando tutto questo accadrà, mi chiedo se il luogo ricomincia a vivere, o ricomincia a soffrire la nostra invadenza?
Nessun "essere umano" è autorizzato a rispondere a questa domanda! :-)

Dopo quei brevi passi, pochi a dir la verità, a causa di un mio recente malanno, sono rientrato in auto e sono rimasto a pensare le mie cose, leggendo qualcosa e ascoltando al minimo un pò di musica.
Ho fatto passare così il pomeriggio, tranquillamente, ma mi rendo conto che non sono riuscito nel mio intento, quello di stare solo con me stesso.

Dopo cena esco a fare un giro, mi viene l'irrefrenabile necessità di fermarmi con l'auto lungo una via panoramica e alberata. Paesaggio bellissimo, osservando il vento tra gli alberi, con qualche malcapitato che si affrettava a salire in auto e andare per la propria strada.
La mia mente comincia a mettersi in moto, a riflettere profondamente, a cercare di capire. Alternavo momenti di tranquillità a momenti di tristezza. Non cercavo in me spiegazioni, so che non ne avrei trovate. Non cercavo soluzioni, so che per alcuni problemi non ne esiste una sola, ma esiste quella ottimale. Pensavo, ripensavo, e così via, per oltre due ore.
Ogni emozione sembrava amplificata, ogni pensiero era quasi materializzabile, e mi sono reso conto di avere raggiunto un poco di serenità quando, verso la fine, dopo una incontrollabile lacrima che sentivo scendere dalla guancia, è rimasto fermo dentro di me il senso delle mie scelte!

Ero rimasto solo con me stesso, finalmente.

 
 
 
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INFO


Un blog di: angiolettopm
Data di creazione: 11/01/2008
 
 

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