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persona meravigliosa, una donna vulcanica con tanta voglia di dare!

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« I momenti sereni di oggi...Io ti amo »

La raccolta

Post n°31 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da angiolettopm
 

Aderisco alla forma di protesta civile contro il razzismo che avverrà sabato 16 gennaio 2010, scrivendo un post dopo tanto tempo

 

Ero un ragazzino, quando in pieno inverno, tra l'erba bagnata e le gocce di pioggia della notte appena trascorsa che cadeva dalle foglie sempreverdi, raccoglievo agrumi insieme ad altri coetanei. Mani fredde e piedi bagnati, ma poi a fine giornata bagno caldo e relax, e questo pensiero mi dava conforto.

L'atmosfera era bella, come se fosse una festosa vendemmia. In genere si aiutava la famiglia di un amico, oppure ci si ritrovava tutti insieme a fare qualcosa di produttivo. Si lavorava comunque, le ceste si riempivano velocemente, mentre venivano portate a bordo strada e caricate sul camion dagli adulti. Dopo cinque o sei ore di raccolta ci si ritrovava tutti insieme, si andava a pranzare nei casolari, dove veniva offerto di tutto e di più a quei ragazzi affamati e meritevoli. Più grandicello ricordo che venivo pagato circa 10000 lire, che per me era una grandissima cifra. L'atmosfera era sempre festosa, e le 10000 lire erano un regalo.

Dopo un pò le cose cambiano, il valore degli agrumi cala, si rischia la raccolta. Non c'erano braccianti immigrati, ma semplici contadini del posto che svolgevano il loro duro e onesto lavoro. Ma il prezzo al mercato era così basso che i contadini non potevano essere impiegati per la raccolta, quindi l'unica alternativa era lasciare gli agrumi sugli alberi. Ci riunimmo tre amici, facemmo una proposta al proprietario: metà incasso a lui, metà a noi. Bene, per due anni abbiamo lavorato a cottimo, guadagnando qualcosina in più delle semplici 10000 lire. Nel frattempo però eravamo cresciuti, ed eravamo noi stessi a portare le ceste a bordo strada. Sono stato per la prima volta imprenditore di me stesso!

Ma allora non c'erano i nuovi schiavi!

I fenomeni di schiavismo moderno, che ci danno le immagini assurde e anacronistiche di questi ultimi giorni, sono legati a molteplici fattori. E' troppo facile prendersela con la tolleranza all'immigrazione se stai nella lega, con il razzismo e la mafia se stai a sinistra o nella chiesa, con la mafia e l'ordine pubblico di chi non poteva non sapere se stai a destra. Già queste diverse interpretazioni fanno capire quanto complesso sia il problema e quanto incapace sia la classe politica. Che la causa scatenante sia stata una falsa notizia di immigrati morti non vuol dire che tutto quello che è successo è stato un evento sporadico. Il malessere di fondo c'è.

Ho raccontato quella mia storiella per dire quanto sia importante il mercato e la globalizzazione in questo contesto. Gli agrumi venivano pagati 6 centesimi al chilo, un prezzo a dir poco assurdo. In un contesto di globalizzazione sono sul mercato agrumi africani, spagnoli e "chissà da dove", senza tenere presente qualla notizia di qualche mese fa che è possibile produrre aranciata senza arance per via chimica. Da una parte il produttore si trova davanti ad una scelta: o ricorrere alla manovalanza della disperazione, oppure lasciare le arance sugli alberi. Dall'altra parte un esercito di disperati si trova davanti ad un'altra scelta: o raccogliere le arance a un prezzo ridicolo o morire di fame.

In questo contesto si sviluppano le più disparate forme di degrado: i caporali, spesso loro conterranei, che lucrano le 5 euro al giorno su ogni disperato, le loro risse su chi deve lavorare, il padrone che non viene pagato e non paga, i loro ambienti, la prostituzione. Insomma un mix esplosivo, che inevitabilmente viene a contrapporsi alla gente comune, che fa finta di non vedere nulla.

La gente della Calabria non è razzista, ha il senso dell'accoglienza e della tolleranza innato nel proprio essere. Coloro che hanno preso a botte gli immigrati non rappresentano i calabresi, come coloro che hanno distrutto una cittadina non rappresentano il lavoratore immigrato. Comunque la convivenza con gli immigrati diventa una cosa tanto più difficile quanto l’incremento della loro comunità.

Io non credo che sia stato detto tutto. Le fucilate ad aria compressa non sono state generate da odio razziale o discriminazioni religiose. Probabilmente qualche immigrato è uscito fuori dalle “regole” della convivenza territoriale (vigenti ma non scritte) con le persone locali. Conosco molto bene la mentalità di quei luoghi, a volte basta un apprezzamento ad una ragazza o uno sguardo storto per generare una reazione spropositata. Poi dopo reazioni e discussioni, ecco che viene fuori l’arma. Questo può accadere a chiunque, che sia italiano o meno.

Hanno perso tutti. Hanno perso i braccianti neri perché non hanno più quel misero lavoro e adesso non ci sono più; hanno perso i proprietari perché non troveranno più conveniente raccogliere gli agrumi; hanno perso le arance che resteranno sugli alberi.

Hanno perso tutti. Ha perso la Calabria che viene vista come una regione razzista senza assolutamente esserlo; hanno perso le amministrazioni locali dimostratesi incapaci di gestire l'accoglienza di quelle persone; ha perso la classe dirigente nazionale, che è apparsa disgregata, confusa e smarrita.

Sembra vedere delle scene di un film. Ma i residenti non sono i padroni, i braccianti neri non sono Kunta Kinte, e soprattutto quello che è successo non è un romanzo.

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Commenti al Post:
gardiniablue
gardiniablue il 14/01/10 alle 17:35 via WEB
Il tuo post è troppo interessante da non trascriverlo nel mio blog, linkando il tuo, ne approfitto senza aspettare la tua autorizzazione, sapendo che non ti spiace. Angioletto sei un grande, ritorna a scrivere, la gente, noi amici abiamo bisogno di te. Grazie, Giuseppina
 
 
angiolettopm
angiolettopm il 14/01/10 alle 18:01 via WEB
Ne sono lusingato ... grazie!
 
to_revive
to_revive il 18/01/10 alle 15:49 via WEB
come ho scritto nel post di Gardinia, io ritengo che tutti gli abitanti di Rosarno siano razzisti. Per me sono colpevoli quanto chi ha picchiato poichè laddove ci sono delle situazioni di illegittimità e sfruttamento queste vanno DOVEROSAMENTE denunciate. Solo così ci si può fregiare d'essere Uomini onesti. Chi tace appoggia silente certi comportamenti illegali e fintanto che la gente starà in silenzio le cose non cambieranno mai. La penso così.
 
 
angiolettopm
angiolettopm il 19/01/10 alle 09:46 via WEB
Rispetto la tua opinione, ma mi permetto di considerare che tra l'essere uomini onesti e essere razzisti c'è una distanza enorme, e lungo questo percorso umano si collocano innumerevoli aspetti dell'essere uomo. Come dire che tra il bianco e il nero ci sono tante sfumature di ... grigio.
 
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Un blog di: angiolettopm
Data di creazione: 11/01/2008
 
 

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