Creato da Typhoon4 il 05/11/2007
(nonsolo cartelle esattoriali impazzite) - Se i giusti non si oppongono, sono già colpevoli
 

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La notifica di una cartella esattoriale a mezzo posta è legittima - Cassazione

Post n°254 pubblicato il 02 Giugno 2013 da Typhoon4
 

La notifica di una cartella esattoriale Equitalia tramite posta raccomandata è legittima. Così ha deciso la Suprema Corte di Cassazione, annullando di fatto una serie di pronunce di senso contrario della giurisprudenza tributaria di merito.

Ricapitolando la questione, abbiamo molte sentenze dei giudici tributari di merito, come la Commissione tributaria provinciale di Campobasso, che hanno disposto la nullità cartella esattoriale quando questa sia stata notificata da Equitalia tramite posta, anche raccomandata A/R, e non di persona dall’ufficiale dell’ente di riscossione. Il riferimento normativo è all’articolo 26 del DPR  602 del 1973 secondo cui, in tema di notifica della cartella esattoriale, questa deve essere eseguita dagli ufficiali della riscossione o da altri soggetti abilitati dal concessionario della riscossione nelle forma previste ex lege ovvero dai messi comunali o dagli agenti della polizia municipale. Sulla base di questa considerazione, la  Commissione tributaria provinciale di Campobasso ha avuto modo di precisare che per gli atti di competenza dell’agente della riscossione, in tal caso Equitalia, la notifica con raccomandata con ricevuta di ritorno deve essere realizzata dall’organo preposto dalla legge alla notifica, come il messo notificatore che nomina il concessionario, il messo comunale o l’agente della polizia municipale.

Ebbene una sentenza questa, a cui se ne sono succedute tante altre, che ha dato una speranza per chi ha ricevuto una multa Equitalia per posta: poteva essere annullata per vizi della notifica. Ovviamente il procedimento era da svolgersi sempre in giudizio, facendosi forza proprio sulle pronunce della giurisprudenza tributaria di merito in riferimento alla notifica della cartella esattoriale.

Ora la Cassazione blocca tutta e spegne queste speranze. La sentenza del 17 gennaio 2013, n. 1091 stride infatti con l’orientamento finora consolidatosi sulla notifica della cartella esattoriale per posta da parte della giurisprudenza tributaria di merito. Gli Ermellini affermano come legittima infatti la notifica diretta da parte del concessionario della riscossione che può notificare direttamente mediante raccomandata con ricevuta di ritorno la multa Equitalia, senza che vi siano ulteriori adempimenti da parte dell’agente delle Poste, a parte la sottoscrizione nel registro della corrispondenza e dell’avviso di ricevimento.  Con la sentenza in questione inoltre la Suprema Corte di Cassazione ha affermato che la mancata indicazione nell’ avviso di ricevimento delle generalità della persona a cui è stata consegnata la cartella esattoriale e l’eventuale illeggibilità della sottoscrizione del medesimo avviso non comportano nullità cartella esattoriale.

La Cassazione cancella così con un tratto di penna le speranze riposte nelle sentenze dei giudici tributari di merito che si sono espressi in favore del contribuente, disponendo la nullità della multa Equitalia per inesistenza della notifica della cartella esattoriale per posta effettuata direttamente dalla società di riscossione.

 
 
 

...A proposito di cartelle pazze...

Post n°253 pubblicato il 02 Giugno 2013 da Typhoon4
 

Napoli. È omonimo di un boss di San Giovanni a Teduccio, quartiere della periferia orientale di Napoli, e l' Agenzia delle Dogane e dei Monopoli gli ha chiesto 18 milioni di euro per danni all'erario provocati da contrabbando.

Lui, A.M., 48 anni, disoccupato, un processo per contrabbando l'ha avuto, ma nel 1983, quando aveva 18 anni, ed era subentrata la prescrizione. Equitalia afferma di avergli notificato per raccomandata una cartella, comprensiva degli interessi, da 25 milioni di euro, e gli ha messo all'asta la casa, che sarà venduta il 1 luglio per 243 mila euro.

A.M., tramite l'avvocato Angelo Pisani, del movimento «Noi consumatori», ha presentato una querela per falso nei confronti della società di riscossione, ed in precedenza una denuncia ai carabinieri.

«È pazzesco che si possa notificare a mezzo posta e non tramite ufficiale giudiziario una cartella da 25 milioni - dice l' avvocato Pisani - a San Giovanni a Teduccio centinaia di persone hanno cognome e nome del mio assistito. Ed è assurdo - aggiunge - che mentre si parla di riforma di Equitalia si continuino a vendere le case dove la gente vive». L' udienza per la querela di A.M. nei confronti di Equitalia è fissata per il 29 settembre. Il 10 giugno il giudice dell'esecuzione del Tribunale di Napoli dovrà pronunciarsi sul ricorso di A.M. contro l' esproprio della casa, un appartamento di 100 metri quadrati.

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=286673

 
 
 

Arrestati dipendenti dell'Agenzia delle Entrate - Tangenti in cambio della cancellazione di cartelle Equitalia

Post n°252 pubblicato il 13 Febbraio 2013 da Typhoon4
 

Promettevano la cancellazione dei debiti di Equitalia, in cambio chiedevano il pagamento di una somma di denaro. La Questura di Frosinone con la squadra mobile romana diretta da Renato Cortese sta  eseguendo 15 ordinanze di custodia cautelare emesse dalla procura della Repubblica di Roma, nei confronti di un'organizzazione criminale che ha truffato decine di persone vessate dai debiti fiscali a Roma, Valmontone, Perugia, Spoleto, Fara Sabina, Frosinone, Teramo, Frascati e  Zagarolo. Tra i 15 arrestati, quattro sono finiti in carcere mentre a 11 sono stati concessi gli arresti domiciliari.

Ai vertici del sodalizio criminale un funzionario e un collaboratore dell'Agenzia delle Entrate. Si tratta di Giuseppe Crudo, impiegato alla Direzione Regione Lazio Roma IV dell'agenzia, e del suo collaboratore Raffaele Petrucci. Quest'ultimo, avvalendosi di una lunga lista di "procacciatori", tra cui commercialisti e ragionieri, individuava persone che avevano delle pesanti pendenze debitorie e gli prospettava la possibilità di cancellare le cartelle di Equitalia dietro il pagamento di una somma di denaro, che ammontava al 20 per cento dei loro debiti.

Quindi forniva nomi e codici fiscali a Crudo, che provvedeva a cercare le posizioni nei sistemi dell'Agenzia delle Entrate e comunicava a Petrucci la situazione debitoria del contribuente. Quindi scattava la richiesta dell'ammontare del denaro necessario per la cancellazione. Non appena il cliente pagava, il funzionario cancellava dai sistemi la cartella esattoriale e stampava la ricevuta, un foglio sul quale c'erano indicate varie forme di motivazione, coma ad esempio "errore sui dati inseriti".

Dalle indagini della Squadra Mobile di Frosinone, diretta da Carlo Bianchi, attivate anche dopo la denuncia fatta dalla stessa Agenzia delle entrate , è emerso che la documentazione fornita da Crudo era falsa e che la situazione debitoria del malcapitato era ancora attiva. L'unico a sapere del falso era Crudo, che creava in realtà un'estinzione fittizia del debito. Il funzionario aveva già chiesto il trasferimento in Calabria, la sua terra natale, proprio per allontanarsi quando si sarebbe scoperto il trucco.

I poliziotti della III sezione della Mobile di Frosinone, hanno accertato i reati contro la Pubblica Amministrazione e hanno incastrato l'organizzazione. Oltre a Petrucci e Crudo, sono coinvolti una lunga lista di collaboratori: Carlo e Orfeo Graziano, Angela Mastrantonio, Mirko Rossi, Remo Simeoni, Marco Esposto, Vittorio Console, Walter Blasi, William Cacciato, Alberto e Stefano Salsi, Antonino Patti e Carla Bargagli

 
 
 

Bollette pazze da ACEA: noi lo avevamo detto...

Post n°251 pubblicato il 10 Gennaio 2013 da Typhoon4
 

Bollette stratosferiche, che non arrivano anche per mesi o ancora emesse su consumi stimati e non reali, volture avviate da tempo e non fatturate, passaggio al mercato libero che ha raddoppiato i costi, utenti trasferiti ad altro gestore che continuano a ricevere anche i conti della multiutility capitolina. Si pensa a una class action:

http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/12/18/news/acea_caos_fatturazioni_70_mila_vittime_chiesto_l_intervento_del_garante-48980520/

Noi lo avevamo detto lo scorso Luglio:

http://blog.libero.it/vivaverdi/11424767.html

 
 
 

Nessuna evasione fiscale, ma a Equitalia non interessa: pignorata la pensione

Post n°250 pubblicato il 20 Dicembre 2012 da Typhoon4
 

TREVISO - Ha vinto due ricorsi, ma non è bastato: Equitalia non si è fermata e gli ha pignorato la pensione, salvo poi ammettere l’errore. E così Giovanni Mazzoleni, ex primario di chirurgia maxillo-facciale del Ca’ Foncello, ha deciso di fare causa alla società di riscossione che, anche di fronte all’evidenza, gli aveva pignorato 18mila euro.

Mazzoleni ha chiesto il risarcimento dei danni patrimoniali e d’immagine che Equitalia gli avrebbe causato facendolo passare per evasore fiscale. Mazzoleni ha così deciso di rivolgersi al giudice di pace Vettorel, assistito dall’avvocato Fabio Capraro, per ottenere giustizia e soprattutto i danni. Un segnale nei confronti di quello che definisce l’ennesimo comportamento vessatorio nei confronti dei contribuenti. L’ex primario - diventato famoso per essere stato il primo al mondo a eseguire un trapianto mandibolare - si ritiene vittima di un immotivato e vessatorio comportamento di Equitalia che, fa sapere la difesa, ha ignorato le sentenze delle Commissioni tributarie di primo e secondo grado, avviando il pignoramento della pensione.

Il caso ha radici lontane. Precisamente tra il 2006 e il 2008, quando l’Agenzia delle Entrate ritenne che il primario Mazzoleni si fosse reso responsabile di un’evasione fiscale da poco più di 12mila euro. Mazzoleni, convinto di avere agito correttamente e soprattutto di non essere affatto un evasore, si rivolse alla Commissione tributaria di primo grado che, nel giugno 2006, riconobbe che non ci fu evasione. Sentenza confermata il 31 marzo 2008 dalla Commissione tributaria regionale che così annullò la cartella esattoriale. Sulla base di tali sentenze l’avvocato Capraro chiese a Equitalia di annullare la riscossione del debito di 12mila euro nel frattempo lievitato a 17mila.

Il risultato? Equitalia, ignorando sentenze e diritti del contribuente, notificò all’Inpdap il pignoramento di 18mila euro della pensione di Mazzoleni. Dopo una lettera infuocata di Capraro, Equitalia revocò il pignoramento della pensione, ma l’ex primario decise egualmente di chiedere i danni per la condotta persecutoria. Il resto è storia. Equitalia ha cestinato la richiesta di risarcimento - spiega l’avvocato Capraro - come fosse carta straccia e come tutto le fosse consentito. A quel punto è scattata la richiesta di danni davanti al giudice di pace Vettorel che ieri ha esaminato la documentazione delle parti (Equitalia si è costituita), rinviando il procedimento al marzo 2013.

 
 
 
 
 

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