Due milioni di bambine rischiano di venire mutilate ogni anno. Il Parlamento europeo ha lanciato la campagna "Stop Mgf!"
Nel mondo, secondo i dati dell'Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo (Aidos) che monitorizza l'incidenza delle mutilazioni genitali femminili sono almeno 130 milioni le donne tra 15 e i 49 anni che hanno subito questa brutale pratica mentre, ogni anno, due milioni di bambine e adolescenti rischiano di venire mutilate.
Una usanza questa diffusasi in Europa, Italia compresa, attraverso l'immigrazione ma oggi, nella nostra penisola, la mutilazione genitale femminile è vietata. La legge, approvata dal Senato il 22 dicembre 2005, tratta della normativa che, attraverso nove articoli, detta "le misure necessarie per prevenire, contrastare e reprimere le pratiche di mutilazione genitale femminile quali violazioni dei diritti fondamentali all'integrità della persona e alla salute delle donne e delle bambine".
La legge non solo vieta la mutilazione sul corpo delle donne (clitoridectomia, escissione, infibulazione e qualsiasi altra operazione che provochi effetti dello stesso genere) ma ha stanziato anche la somma 5 milioni di euro l'anno per la prevenzione della pratica e per le campagne informative di sensibilizzazione rivolte alle comunità. L'Italia, attraverso progetti di cooperazione allo sviluppo, in accordo coi quei paesi che hanno questo tipo di tradizioni, si impegna a sviluppare dei programmi e dei centri anti violenza per accogliere le donne che vogliono sottrarsi e liberare le proprie figlie o parenti in età minore da questo tipo mutilazioni. Grazie a questa legge sono previste pene tra i 4 e i 12 anni di reclusione e l'interdizione dall'esercizio della professione per i medici che la praticano.
I paesi membri UE che hanno leggi specifiche in materia anche con il principio bell'extraterritorialità sono Austria, Belgio, Danimarca, Spagna, Svezia e Regno Unito mentre in Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Portogallo e Paesi Bassi le mutilazioni genitali femminili sono perseguibili secondo le legislazioni vigenti. Il Parlamento europeo nel frattempo, per sensibilizzare l'opinione pubblica e per ridurre sensibilmente la pratica delle mutilazioni genitali femminili, ha lanciato la campagna "Stop Mgf!" della durata di due anni.