Creato da: DirittiBimbiNostri il 01/04/2009
Sottrazione Internazionale di Minori

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IL CASO DIMENTICATO DI LEONARDO VIOTTO

Post n°6 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da DirittiBimbiNostri
 
Foto di DirittiBimbiNostri

APPELLO URGENTE

In difesa dei bambini sottratti

da madri o padri di diversa nazionalità!

Si ringrazia per espressioni di solidarietà

Per suggerimenti e competenti aiuti operativi

(in ambito del Diritto e della Legalità)

affinché contribuire alla risoluzione di questo

e altri dolorosi casi di minori sottratti

segregati a crescere all’estero, orfani di

un genitore vivente.

 

SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE di MINORI

Il caso dimenticato di Leonardo Viotto

E sono trascorsi ormai due anni – i primi otto mesi dei quali senza che questo papà abbia più potuto vedere né sapere nulla di suo figlio.

Grazie ad assidui interventi del Consolato italiano, seguirono accordati 5 viaggi a Mosca per stare ogni volta due ore cronometrate per due giorni con il figlio Gabriele.

Poi dal 15 maggio scorso, l’allontanamento dispotico, ingiustificato di Katia, ex moglie di Leonardo, con il bambino.

Di fatto una seconda sottrazione agita impunemente in Russia.

Sicché da ormai altri e oltre cinque mesi, chiusagli di nuovo ogni possibilità di farsi presente per rassicurare il piccolo figlio che il suo papà non lo ha mai abbandonato.

Gabriele, nato e cresciuto felicemente in Italia (a Fiumicino) fino a tre anni e mezzo con entrambi i genitori: padre milanese e madre moscovita; è a tutti gli effetti, Cittadino italiano.

Dov'è Gabriele?? Chi l'ha visto??

 

SEQUENZA RIASSUNTIVA DEI FATTI E AGGIORNAMENTI:

 

Lo scorso 8 ottobre 2010 sono scaduti due anni da quando Katia, l’ex moglie di Leonardo, di nazionalità russa, se ne è andata clandestinamente con l’inganno, portando con se il piccolo figlio Gabriele (di allora tre anni e mezzo) per tornarsene a Mosca. Nessun addebito legale a carico del marito. Se non il rimprovero di non avere aderito a trasferirsi egli pure stabilmente a Mosca; come premevano inutilmente da tempo anche i di lei genitori. Infine venuti intenzionalmente in Italia, venne agita pressione psicologica congiunta, affinché Leonardo concedesse anche nazionalità di cittadino russo, al figlio Gabriele. Essi copertamente già al fine di facilitare il rientro in Russia, quantomeno della figlia con il nipotino.

 Come infatti avvenne l’8 ottobre 2008 con il “sequestro” e l’espatrio illegale di Katia con il minore. Un reato passibile di denuncia penale in quanto documentabilmente già revocato il consenso del padre. Sicché il Giudice del Tribunale Civile di Civitavecchia – in sede di motivata separazione – ebbe concedere a Leonardo l’affidamento esclusivo del piccolo figlio, in attesa di ulteriore definizione.   

 Intanto e solo grazie all’assiduo interessamento di funzionari del Consolato italiano a Mosca – dopo ben otto mesi di totale negata possibilità a Leonardo di sentire o vedere nemmeno in skype il suo piccolo figlio – vennero ottenersi appuntamenti a Mosca per stare un po’ con Gabriele. Ancorché a totale discrezione della ex moglie e della durata di due ore pomeridiane per due giorni consecutivi. E sempre alla presenza guardinga di Katia con il suo nuovo compagno, dopo il parere positivo delle Assistenti Sociali in luogo.

 Sino al più recente quinto viaggio e soggiorno a Mosca nei giorni 15 e 16 maggio u.s. 2010. Allorché Katia, l’ex moglie con il bimbo, ebbe giungere nel luogo pubblico dove fissato l’appuntamento, accompagnata da un uomo e una donna estranei, che non gli vennero presentati.

I quali durante le due ore di attesa, avendo alzato un po’ il gomito, apparivano chiaramente poco stabili, non in condizione di guidare l’auto in sicurezza, per riportare a casa il bambino e la madre.

 Leonardo, preoccupato, suggerì responsabilmente a Katia di tornare a casa in taxi. Ma la proposta venne arrogantemente criticata e respinta. Salvo che infine ad una accesa discussione, furono le parole di un funzionario del Consolato (chiamato al telefono da Leonardo) a convincerla.

 Quindi giunto il taxi, non appena messosi in moto con essi a bordo per ripartire, l’ex moglie ebbe sfogare la rimanente collera gettando fuori dal finestrino gli abitini e i giochini che Leonardo aveva portato a Gabriele anche da parte della nonna. Immaginabile il dispiacere provato dal bambino, già spaventato dalle invettive rivolte dalla mamma al suo papà: “ma vedrai che io non te lo faccio più vedere il bambino! Lo vedrai!

 Infatti, tornato in Italia, Leonardo ricevette una e-mail da parte del Consolato italiano a Mosca, nella quale lo si informava che l’ex moglie Katia aveva lasciato detto che si sarebbe assentata per due mesi, senza motivare affatto questa arbitraria decisione e senza lasciare alcun recapito per rintracciarla.

 Ad oggi (ottobre 2010) sono trascorsi non due, ma quasi cinque mesi senza più vedere né avere notizie del figlio Gabriele. Il che si configura una ulteriore sottrazione del minore, essendo stata dispoticamente interrotta ogni opportunità di visita.

Gabriele che il 2 maggio u.s. 2010 aveva compiuto 5 anni, senza che al padre venisse consentito di farsi presente come il piccolo si sarebbe tanto atteso. E come già aveva atteso inutilmente il suo papà per il precedente quarto compleanno.

 E Leonardo comprensibilmente sempre più demoralizzato, che chiede e si chiede:dov’è Gabriele? Come starà di salute dopo le nubi tossiche causate dagli incendi?

Con chi è stato in questi mesi e come gli avranno spiegato una così lunga assenza del suo papà? L’ultima volta che ci siamo incontrati a Mosca, avevo promesso a Gabriele che sarei tornato presto. E lui che mi aveva abbracciato commosso dicendomi: ‘tu papà non dici le bugie vero? Ti aspetto, vieni presto papà!’

Ma ora che Katia manda a dire che è Gabriele a non volermi più vedere, cosa dovrei pensare? E dire che ci sono le foto e le Assistenti Sociali a conferma di quanto Gabriele sia stato felice di rivedermi, per la prima volta, dopo otto mesi di totale separazione.

Ma non è forse per questo che di nuovo si è portata via Gabriele, che non vedo e non sento da oltre cinque mesi? E’ disumano che una mamma punisca il piccolo figlio a non vedere più il suo amato papà, per farglielo dimenticare.

Chi può mi aiuti, mi aiuti, perché non posso e non voglio rinunciare a fare il padre!  

 

Leonardo è nato e cresciuto a Milano. Da 15 anni risiede a Fiumicino

dove ha fondato e condotto l’Associazione e Scuola di Musica Mediterranea.

Per diretti contatti: viotto.leonardo@libero.it

 

 

COMMENTI

Come possibile che il Consolato italiano a Mosca, non abbia l’autorità di ottenere vincolante, almeno il diritto di visita?

Mai possibile che solo in Italia casi del genere non vengano immediatamente perseguiti e risolti, doverosamente pensando al bene dei minori sottratti?

 Perché i pedagogisti più influenti non alzano la voce per accusare la perdita di identità a cui vanno incontro (più che passa il tempo) bambini “sequestrati” e trattenuti all’estero nella prima infanzia? E in difesa dei sacrosanti diritti naturali e civili dei padri o delle madri subenti, a riavere con se i propri figli, prima che lavorati di testa, abbiano cambiare personalità?

 Analizzato il caso, pare che questo papà negato, continui nonostante tutto ad avere riguardi per l’ex moglie. Altrimenti non avrebbe esitato ad esigere, per procura,  l’applicazione esecutiva della legge varata all’uopo nel pacchetto sicurezza.

 Cosa aspetta Leonardo a denunciare alle autorità competenti le reiterate malefatte dell’ex moglie a danno del figlio Gabriele ma anche a danno della sua persona? Qualcuno può dirmi qual è il limite del sopportabile umano?

 Un caso doloroso, che dovrebbe mettere seriamente in guardia coloro che si apprestano a contrarre matrimoni misti. Meglio pensarci prima che disperarsi poi.

           Particolarmente doloroso il caso di Leonardo, purtroppo capitato male. Ha investito sentimenti del cuore e per la famiglia, con una donna gelida, opportunista, non vocata a fare la moglie, né tantomeno la mamma. Per contro, sono però molti i matrimoni misti che funzionano, con vantaggio bilingue e di maggiore apertura civile e culturale dei figli. Posto però che vi sia vero amore.

Mai possibile che Leonardo, con la sentenza in mano di affidamento esclusivo del figlio, non abbia ancora potuto ottenere vincolante, nemmeno il permesso di visita a Mosca? Cosa c’è che non va dalle parti dei molti Enti italiani preposti? Consiglio di appellarsi esigente nell’interesse precipuo del minore, all’art. 574bis del Codice Penale.

 

Testo dell’inerente Art. 574-bis codice penale in vigore dal 2 luglio 2009

«Art. 574-bis. - (Sottrazione e trattenimento di minore all’estero). – Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque sottrae un minore al genitore esercente la potestà dei genitori o al tutore, conducendolo o trattenendolo all’estero contro la volontà del medesimo genitore o tutore, impedendo in tutto o in parte allo stesso l’esercizio della potestà genitoriale, è punito con la reclusione da uno a quattro anni. 

Se il fatto di cui al primo comma è commesso nei confronti di un minore che abbia compiuto gli anni quattordici e con il suo consenso, si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni. 

Se i fatti di cui al primo e secondo comma sono commessi da un genitore in danno del figlio minore, la condanna comporta la sospensione dall’esercizio della potestà dei genitori».

 
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SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE DI MINORI. IL CASO DIMENTICATO DI LEONARDO VIOTTO

Post n°5 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da DirittiBimbiNostri
 
Foto di DirittiBimbiNostri

CONSIDERAZIONI E DOMANDE

 

Art. 24 – III° comma della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, recita:

“Ogni bambino sottratto ha diritto di intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con i due genitori, salvo qualora ciò sia contrario al suo interesse”.

______________

Doveroso anzitutto intervenire nell’interesse del minore. Senza però trascurare la portata devastante del dramma che vivono padri o madri, vittime di tale, feroce, irresponsabile gesto. Ma chi ci pensa?

 Basti considerare che da dieci anni in poi, sono ottocentopadri negati” che si sono tolti la vita. (e sono dati recentemente divulgati nel corso della trasmissione RAI “Pomeriggio sul 2).

Peraltro, non è dato sapere di gesti inconsulti da parte di “madri negate” forse in virtù del “mito della madre” che ancora le privilegia nell’affidamento dei figli e nel recupero dei figli sottratti, spesso persino in casi di accertabili demeriti comportamenti.

 Ben vero che esistono uomini indegni, che nemmeno ci tengono a fare il padre. Ma del pari, esistono donne indegne di fare la madre; che non esitano la crudeltà di impedire al figlio (o ai figli sottratti) di quantomeno mantenere regolari rapporti con il padre subente. Quanto vero che “difetti o virtù primeggiano in entrambi i generi!”.

 In effetti l’enormità di problemi relativi alla sottrazione internazionale di minori, esiste in preoccupante espansione, a partire dall’allargamento dell’Unione Europea e della globalizzazione. Dunque perché nei media se ne parla così raramente, né si fa sistematica informazione preventiva?? Perché solo in Italia ancora non si provvede ad una severa regolamentazione relativa ai matrimoni misti?

 Solerti nel subito interessarsi delle sottrazioni internazionali di minori, i vari Enti preposti quali: la DGIT (Uff. IV Ministero degli Affari Esteri); le competenti Rappresentanze Diplomatiche Consolari e l’Autorità Centrale (presso il Dipartimento Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia) cui spetterebbe il compito di far valere  immediatamente il diritto di visita del genitore subente. Essendo di assoluta primaria importanza – nell’interesse del minore – onde evitare il gravissimo, “trauma dell’abbandonoe conseguente “perdita di identità”, specie in bambini sottratti e trattenuti illegalmente all’estero nella prima infanzia.

 Tutto ciò premesso (emblematico il caso di Leonardo Viotto) come si spiega che dopo oltre due anni dal sequestro e trattenimento a Mosca del figlio Gabriele, ancora non sia stato possibile ottenere, per tramite, nemmeno vincolante il diritto di visita?

Nonostante che in sede di separazione, il Giudice italiano abbia motivatamente deciso per l’affidamento esclusivo al papà di Gabriele??

 E ancora come si spiega che anche la concomitante denuncia penale per reato di espatrio illegale della ex moglie con il bambino (in quanto già revocato il consenso del padre) sia a tutt’oggi incagliata giacente, a rischio di cadere in prescrizione, nonostante l’importanza e l’urgenza della definizione??

E ancora vale chiedere: è forse da ritenersi nel precipuo interesse del minore (in fattispecie Gabriele, di ormai cinque anni) che continui a vivere illegalmente trattenuto a Mosca dalla madre dominante, scandalosamente diseducativa e crudele nei suoi confronti, per come mostra di non avere alcun scrupolo nel privarlo della presenza del suo vero papà, forse nello scellerato proposito di sostituirglielo con il suo nuovo compagno??

 Si apprende che la rappresentanza Consolare italiana a Mosca, non ha facoltà di intervenire più di tanto. Ma allora a chi tocca, tra i vari Enti, l’onere di rapportarsi con omologhi istituti all’estero, per far rispettare i diritti del minore? E di mediare autorevolmente, posto che il papà di Gabriele, per extrema ratio, si disporrebbe per via extragiudiziale ad accordarsi – nonostante tutto – per un regolato affidamento congiunto del piccolo figlio??

 Forse dover concludere che persino in questo delicatissimo comparto – che attiene la difesa dei minori –  manchino funzionari e autorità competenti, in volontà di esigere da una indegna ex moglie, di osservare precisi accordi di condivisa tutela genitoriale, per il bene formativo, morale, civile e spirituale di un piccolo figlio illegalmente sottratto??

 Purtroppo stando ai fatti, pare evidente la necessità di urgenti riforme integrative, che si avvalgano di coadiuvanti Sociologi, Psicologi e Pedagogisti, professionalmente aggiornati e di più sensibile e responsabile attenzione.

 Infine chiedere: essendo appurato che l’espatrio illegale in oggetto, venne in essere per distrazione o che altro…a carico dei controllori della dogana di Fiumicino, è forse abusato chiedere che alla parte e parti lese (in fattispecie padre e figlio) vengano riconosciuti e risarciti i danni economici, biologici ed esistenziali subiti e subendi??

 Inoltre tenuto conto delle subdole ostilità e trappole che l’ex moglie persevera pur di ottenere di trattenere con se a Mosca (ad esclusione del padre) il piccolo Gabriele – Cittadino italiano che non è solo suo figlio – chi garantisce per l’incolumità di Leonardo, se non un dovuto accompagnamento di sicurezza allorquando verrà ripristinarsi legalmente il diritto di visita a Mosca?

 
  
Famiglia al completo al Chiost

    Leonardo con la madre e i fratelli Massimo e Alessandro

 

AMORE E DOLORE NELLE NOTE SPARSE

della non più giovane madre di

Leonardo

(Poetessa, Saggista in materia spirituale)

nonna del piccolo Gabriele

 

Evidente che non si è ancora abbastanza compreso che la sottrazione di un figlio, tantopiù se agita con l’inganno da parte di un amato e apparentemente fidato coniuge – non importa se italiano o straniero – è quanto di più devastante e umanamente insostenibile che possa accadere a padri o madri; per i quali figli e famiglia furono la più convinta scelta di vita, motivata dal desiderio di trasmettere alla prole la degna eredità di propri valori civili, morali e spirituali. A buon fine per un mondo migliore. Non è forse questo un grande scopo della vita?

 Ma quali conseguenze? L’imprevista, non gravemente motivata espropriazione di un figlio o dei figli; causa un dolore lacerante che annienta l’energia vitale, il talento e lo scopo della vita, del genitore subente, che in tutt’uno venga ritrovarsi tradito nei sentimenti e “scippato” della prole. Ed è un vulnus sconvolgente anche per nonni e affettivi dintorni parentali, dei quali nessuno si preoccupa.

 Prevenire e combattere tal genere di reato multi lesivo, è un precipuo dovere: morale, istituzionale e sociale. Senza legge e senza Dio, quel genitore, mamma o papà – che senza possibili addebiti al coniuge – venga gravarsi di un tale inconcepibile, violento misfatto, ancorché agito con scaltra premeditazione, non altro che per dominante egoismo. Come ebbe osare, scellerata, la mia già tanto amata nuora.

 A conferma di cui, era subito apparsa seducente su Facebook, mentre Leonardo (allora ancora suo marito) si struggeva per il tradimento. Ma soprattutto strappato nel cuore per il sequestro e trattenimento con lei a Mosca del piccolo figlio Gabriele. Per lei, già tanto amata mia nuora, non ero mai stata una suocera impicciona. Bensì un’alleata confidente e collaborativa bismamma; men che meno invadente, poiché presente solo a periodi, dato che loro abitavano a Fiumicino ed io a Milano e Stresa. Perciò mai e poi mai mi sarei attesa un così brutale voltafaccia.

 Da quando se n’è tornata clandestinamente a Mosca con il figliolino Gabriele (che non è solo suo figlio, oltre che mio nipotino) non una parola di giustificazione, non alcuna risposta alle mie lettere, totalmente chiusa ogni comunicazione, anche da parte dei suoi genitori. Quasi che noi della famiglia di origine di Leonardo, non fossimo mai esistiti.

 Mentre in precedenza, ebbero anche troppo esageratamente elogiare e complimentarsi con noi, oltre a vantarsi anche a Mosca, per il matrimonio della figlia con un italiano di talento e di ben reputata famiglia. Traendone vantaggi di promozione sociale e di elevata considerazione anche da parte dei dirigenti di dove lavorano.

(Come dapprima era Katia stessa a parlarne compiaciuta con noi; e noi ben lieti di giovare indirettamente ai suoi familiari).

Tranne che in seguito, Katia ebbe viepiù rinfrancarsi superba, per il nuovo status acquisito a Mosca dai suoi genitori. Sicché visto che Leonardo non ci stava a trasferirsi stabilmente a Mosca – come ormai quasi pretendeva – prese a logorarlo psicologicamente, rammentandogli ogni qualvolta…..che da quando suo padre era diventato confidente di…..avrebbe potuto andarsene con Gabriele quando voleva.

Ed è questo il motivo, per cui Leonardo sempre più impensierito e stressato da queste minacciose avvisaglie – pur non volendo crederci – decise di provvedere alla revoca del suo consenso all’espatrio della moglie, se con il piccolo figlio. Inutile precauzione, dato che il temuto espatrio avvenne ugualmente – per negligenza o correità – degli agenti di frontiera, che sarebbero di pubblica sicurezza.

 Ricordo con angoscia quel dannato 8 ottobre 2008, anche per il preoccupante malore che ebbe cogliere Alessandro (cardiopatico, reduce da arresto cardiaco) nell’ascoltare al telefono il fratello Leonardo, che disperato lo informava di avere finalmente rintracciato Katia sul cellulare, che seccata, gli diceva di trovarsi a Mosca con Gabriele. Che adesso era li la sua casa e che non sarebbe più tornata in Italia.

 La nascita di Gabriele (2 maggio 2005) era stata di immensa gioia anche per noi. Ricordo che Massimo (il fratello maggiore residente a Vienna, docente in lingue moderne e letteratura italiana) era subito volato a Roma, per non mancare al battesimo del nipotino. Alessandro ed io lo avevamo preceduto, subito accorsi in Ospedale ad Ostia, reparto maternità, con il fiocco azzurro pieno di amore e di implorate benedizioni per il nostro neonato nipotino. Mentre purtroppo accadde che ben presto dovesse innocentemente tanto soffrire!!

 Da poco ho ancora sognato Gabriele che mi abbracciava alle gambe e guardava in su col visetto sciupato, chiedendomi: “nonna Ninni, dov’è il mio papà? Perché non viene più il mio papà? Mamma dice le bugie!” Ma di questo non racconto a Leonardo, perché già lui mi dice di suoi incubi e sogni angoscianti.

 Quanto a me - madre di Leonardo - che per oltre venti anni ero riuscita a contenere sopportabilmente il danno e i disturbi altalenanti della sclerosi multipla. Però che di conseguenza allo shock, alle preoccupazioni e al continuo assillo per il dramma che sta vivendo Leonardo per il piccolo figlio Gabriele, le mie condizioni di salute sono ormai segnate al peggio.

 Nonostante tutto non potrò mai volere male a Katia, perché è stato l’amore di mio figlio e continua ad essere la madre biologica di Gabriele. Ma prego tanto per lei, sperando che si ravveda del grande male che ha fatto e continua a fare anche al piccolo Gabriele, che non è solo suo figlio. Il quale, quando un giorno saprà….non sarà facile che la perdoni per averlo strappato al suo vero papà e privato per anni della sua amata presenza.

 “Nei passaggi più dolorosi della vita dell’uomo, sono le buone madri a medicare e curare.

Ma è la forza morale, persuasiva nella parola dei buoni padri, a rinfrancare e guarire”.

 
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Sottrazione Internazionale di Minori

Post n°4 pubblicato il 18 Maggio 2009 da DirittiBimbiNostri
 
Foto di DirittiBimbiNostri

 

 

FINE SEQUENZA RIASSUNTIVA DEI FATTI E AGGIORNAMENTI!

DI QUI IN POI E' IL POST-BLOG DI INIZIALE ESPOSIZIONE

DEL CASO DI LEONARDO IN DATA MAGGIO 2009

 

___________________________________________

 

 

 

SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE DI MINORI

 

“Riportiamo Gabriele in Italia”

 

Leonardo Viotto lancia un appello ALLE AUTORITA’ DI STATO

per riavere suo figlio Gabriele SOTTRATTO CON L'INGANNO E PORTATO ILLEGALMENTE A MOSCA LO SCORSO 8 OTTOBRE 2008 DALLA MOGLIE E MADRE, DI NAZIONALITA' RUSSA

 

Per me era tutto la famiglia

ed era il mio più grande

amore e impegno fare il papà

anche per i valori culturali,

civili e spirituali,

che avrei potuto e ancora

vorrei trasmettere, in dono 

per la vita a mio figlio.

 

 

 

 Foto di Leonardo - Clicca sul link

http://digiphotostatic.libero.it/DirittiBimbiNostri/sml/544bdf6191_1329310_sml.jpg

 

Sono Leonardo, il padre di Gabriele, bimbo di tre anni e mezzo,

che il giorno 8 ottobre 2008 mi è stato "sequestrato" dalla madre russa (mia ex moglie)

e portato illegalmente a Mosca, pur avendole previamente revocato il consenso.

 

Il bambino è stato irresponsabilmente sradicato dalla sua casa,

dai suoi amichetti, dall’asilo delle Suore di Fiumicino dove era così ben inserito.

Dalla scuola di musica che già frequentava. Ma soprattutto strappato

crudelmente dalla mie cure e dal mio amore.

Oltre ad averlo sottratto agli affetti forti di nonna e zii italiani:

mia madre e i miei fratelli.

 

La sottrazione, o più giusto dire “sequestro” è avvenuta con l’inganno.

La mia ormai ex moglie, uscita di casa come al solito per accompagnare

il bambino all’asilo; in realtà è andata ad imbarcarsi sull’aereo per Mosca,

portando con sé illecitamente il nostro bambino.

Senza scrupolo di causargli il “trauma dell’abbandono

che potrebbe segnarlo per tutta la vita.

Gabriele nato a Roma, è sempre vissuto felice a Fiumicino con entrambi noi genitori, sino a quel drammatico 8 ottobre 2008. 

 

“VOGLIO IL MIO PAPA’”

E’ il grido soffocato

del piccolo Gabriele

che strazia la mente

e il cuore del suo papà

da quando l’ormai ex moglie

di nazionalità russa ebbe

volerlo tutto per se e

portarselo via a Mosca

illegalmente con l’inganno.

Ma che amore di mamma

può mai dirsi questo??

L'Angelo di Gabriele - Clicca sul link

http://digiphotostatic.libero.it/DirittiBimbiNostri/sml/544bdf6191_1329422_sml.jpg

 

Questo è l’angioletto che fece Gabriele

all’asilo delle suore di Fiumicino, pochi

giorni prima di essere “sequestrato” e

portato illegalmente a Mosca dalla madre,

senza il mio assenso firmato per l’espatrio.

Questo angioletto è diventato il simbolo

e la forza della mia battaglia, per riportare

Gabriele con il suo papà, presso la sua

abituale residenza a Fiumicino. Dove

potrà tornare a vivere nel suo ambiente

nativo, circondato dall’affetto anche di

tutta la comunità di Fiumicino, che tanto

si sta prodigando per il suo ritorno.

E malgrado tutto, non mai privato della

continuità di rapporti con la sua mamma.

Consapevole come sono, che un figlio - per

crescere sicuro di sé – deve in ogni caso

poter contare sulla presenza affettiva e la guida educativa di entrambi i genitori. 

------------------------------- 

  

Leonardo sempre più sfiduciato e abbattuto, chiede aiuto e conforto.

e-mail: viotto.leonardo@libero.it

------------------------------

AGGIORNAMENTO:

Il 2 maggio ultimo scorso, Gabriele ha compiuto 4 anni.

Ma neanche in questa importante occasione del compleanno, è stato consentito al piccolo di vedere nemmeno in Skype o di sentire al telefono il suo papà.

Perciò Leonardo ancorpiù angosciato per essere stato crudelmente impedito di farsi presente a suo figlio Gabriele, il giorno del suo quarto compleanno.

E sono trascorsi ormai sette mesi di angosciante attesa per questo papà, senza più aver potuto abbracciare il suo bambino.

Tranne ultimamente (verso fine aprile) averlo potuto vedere e sentire in collegamento Skype. Ma evidentemente è stato solo una prova della madre, che forse sperava che Gabriele non riconoscesse o che non gli importasse più del suo papà.

Ma visto come Gabriele ebbe mostrarsi felice di rivedere e di parlare con il suo amato papà, venne di nuovo chiuso ogni collegamento.

 

 

 
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SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE DI MINORI

Post n°3 pubblicato il 04 Maggio 2009 da DirittiBimbiNostri
 
Foto di DirittiBimbiNostri

SOTTRAZIONI INTERNAZIONALE DI MINORI

Il dramma di bimbi che

soffrono la crudele privazione

del padre o della madre.

 

 IL CASO DI LEONARDO VIOTTO

Contenzioso in atto: Italia-Russia

Leonardo, quarantenne musicista, nato e cresciuto a Milano. Da quindici anni trasferito residente a Fiumicino, dove ha fondato e conduce l’Associazione “Scuola di Musica Mediterranea”.

 

Sposato civilmente nel 2004 con Katia (32 anni), di nazionalità russa; nel 2005 nacque desiderato, amatissimo Gabriele Luigi.

 

Tutto normale in questa giovane, bella famiglia, fino all’8 ottobre 2008; allorché la moglie Katia, uscita al solito in bicicletta per portare Gabriele all’asilo dalle Suore, non è più tornata. Illegalmente espatriata con il piccolo di tre anni e mezzo. Finalmente rintracciata nel pomeriggio sul cellulare, spiegò laconicamente al marito di trovarsi a Mosca presso i suoi genitori: “sono qui, lo sai il rapporto che ho con i miei genitori. Gabriele è qui, adesso è questa la sua casa.” “Te lo avevo detto che Gabriele potevo portarlo via quando volevo.”

Comprensibile la disperazione e l’angoscia di Leonardo, che da quel giorno poté solo vedere due o tre volte (in collegamento web) il faccino sconvolto del suo piccolo figlio. E sentire la sua vocina triste che gli chiedeva di mostrargli il gatto e l’angioletto azzurro che aveva fatto dalle suore.

Evidentemente shoccato per il repentino sradicamento dal suo ambiente nativo, ma soprattutto per essere stato privato della presenza e dall’affetto grande del suo papà, solito stare con lui gran parte della giornata.

Poi subito chiusa anche questa labile comunicazione. E per seguenti otto mesi non fu più consentito a Gabriele e al suo papà né di vedersi né di sentirsi.

Nel frattempo esperite le pratiche indicate e ottenuto l’affidamento esclusivo provvisorio dal Giudice di Civitavecchia; il caso rimane tutt’ora pericolosamente irrisolto; anche per lentezza delle indagini, attivate di conseguenza alla denuncia per espatrio illegale.

Come e perché è potuto accadere che la Polizia di Frontiera abbia chiuso un occhio sull’espatrio illegale di una mamma con un piccolo bambino??

Eppur noti tragici precedenti per stesso mancato rigore di controllo. O che altro??

Comitato in difesa dei diritti di Gabriele

bambino e cittadino italiano

Continua raccolta firme:

dirittibimbinostri@alice.it

 

 

 

AGGIORNAMENTI

Solidarietà a Leonardo variamente attivata anche dalla Comunità di Fiumicino, residenza nativa del piccolo Gabriele. A febbraio 2009 viaggio a Mosca nella speranza di poter rivedere il piccolo figlio. Purtroppo andato a vuoto per indisponibilità della ex moglie, madre di Gabriele; nonostante che l’appuntamento fosse stato fissato da Funzionari del Consolato Italiano.

 

Successivi altri due viaggi a Mosca in data 2 giugno e 22 luglio 2009.

Finalmente Leonardo ha potuto riabbracciare Gabriele e il piccolo, emozionato e felice di poter riabbracciare il suo papà. Come si vede dalle foto scattate al momento.

 

Tempo di visita prefissato, sempre tramite il Consolato: due ore pomeridiane, per due giorni consecutivi, sia nel primo che nel secondo viaggio.

Comunque sempre alla presenza guardinga della madre di Gabriele e di un uomo non presentato che la accompagnava. E ancora alla presenza garante di funzionaria del Consolato e Assistenti Sociali del servizio locale.

Al presente, non avendo ancora ottenuto dal Giudice russo – nemmeno il diritto di visita – è sempre grazie alla mediazione del Consolato, che Leonardo si appresta a di nuovo recarsi a Mosca, per stare due ore al giorno per due giorni, con Gabriele.

 

Ma a questo punto si chiede: quanto dovrà ancora trascinarsi per Leonardo questa incerta, snervante situazione che gli ha destabilizzato la vita??

E ancora: quanto possono giovare al piccolo Gabriele, queste distanziate visite e limitazioni del tempo consentito per stare con il suo papà, ai fini di rimuovere il “trauma dell’abbandono” e ad evitare che non venga cancellata la sua identità di cittadino italiano??

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RIFLESSIONI e COMMENTI

 

…Fattostà che in casi di sottrazione – interna o internazionale dei piccoli figli – da parte di un coniuge di diversa nazionalità, o comunque ostilmente egoista, scaltro e irresponsabile;

è solitamente il coniuge, marito o compagno (papà dei piccoli figli) a venire meno considerato, meno legalmente difeso, anzi talvolta ignobilmente dubitato e accusato.

 

Pregiudizi del passato, gonfiati propaganti nei media, portano erroneamente a ritenere che in tempi post moderni, del tutto rivoluzionati, sia ancora e sempre l’uomo (marito o compagno) la parte forte nella coppia e in famiglia.

 

Tantopiù che siamo in Italia e in Europa; non in paesi civilmente arretrati, ancora oppressi da oscuri retaggi e maschilismo schiavista.

 

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