A.T.T.I.L.I.O.

Allarmi, ci siamo persi la Mazzitelli!

È sparita nel nulla, senza dire una parola. Mazzitelli Maria dove sei? Ti presentasti al circolo del Pd di Capannelle con aria ingenua, ti candidasti per il coordinamento, dietro tua esplicita richiesta ti inserimmo nella segreteria del circolo. Ti candidasti anche per le elezioni del consiglio municipale. E noi sperammo. Intanto perché una bella ragazza fa bene al circolo (Titti non ti incazzare, parlo ovviamente per gli altri, io so’ sposatissimo) porta una ventata di freschezza. Ma poi perché intravedemmo in te una possibile compagna di lotta. Diversa da come avevamo immaginato il margheritino tipo, disposta a costruire un partito vero, fatto di impegno, di militanza e di passioni.
E, invece, ci sei scomparsa anche tu, subito dopo i risultati delle elezioni, senza manco aspettare il secondo turno.
Potrebbe sembrare uno scherzo. Ma è un problema serissimo. La scomparsa di Mazzitelli Maria è solo un caso, ma in realtà sono scomparsi tutti i mazzitellidi, ovvero i soci fondatori del Pd di provenienza margheritina. Le eccezioni sono rarissime e quei pochi, se li conoscete potrete confermare, sono simili a noi, di alcuni si potrebbe anche dire che sono “di scuola Pci”, anche se con il Pci non hanno mai avuto niente a che fare. E questo, ve lo assicuro non è un fenomeno circoscritto soltanto al circolo del Pd di Capannelle. Mi sono informato, i mazzitellidi sono scomparsi dappertutto.
Perché? Quali sono le cause di quest’improvviso fenomeno, direbbe Piero Angela?
Il problema è davvero serio, perché segnala una volta di più che nel Pd convivono due idee diametralmente opposte sul concetto di partito. Chi viene dai Ds, e ancora di più quelli vecchietti come me che vengono dal Pci, hanno un’idea di partito costruito sul territorio. Dove gli iscritti contano sempre per uno, che siano deputati, senatori, consiglieri, muratori, letterati, contadini, ultraottantenni o diciottenni. Contano uguale. L’altra è quella del partito-comitato elettorale dove contano soltanto gli eletti e dove l’attività di partito si concentra unicamente attorno agli appuntamenti elettorali o comunque elettivi. Il partito si attiva e si mobilita soltanto attorno alla distribuzione di poltrone, poltroncine e strapuntini.
Con questo non voglio dare giudizi di merito. Le due forme di partito funzionano altrettanto bene: basta pensare ai partiti di massa francesi, o ai comitati elettorali di stampo Usa. Il problema è, difficilmente, possono convivere insieme. Perché nel partito di massa, le cariche e le candidature vengono decise in base all’impegno concreto nella vita quotidiana dell’organizzazione. Vengono candidati quegli iscritti che hanno dimostrato nel partito la loro capacità. Nel partito-comitato elettorale, al contrario, sono gli eletti che decidono le candidature ai livelli inferiori. Nel senso che la “cordata” cerca di piazzare i suoi uomini a tutti i livelli.
Sono due modi di fare politica inconciliabili, insomma. Basta scegliere quale seguire e uno si comporta di conseguenza. Altrimenti si ha la terribile sensazione che tu lavori, tieni aperti i circoli, attacchi i manifesti ecc ecc. mentre gli altri decidono. E uno magari si incazza pure.

Ps: Mari’ nun t’arabbia’ te volemo bene, torna fra noi!