Note a margine
A volte di vince, a volte si perde ma la lotta è sempre impari
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«Io non sono quello che tu vuoi,
io sono quello di cui tu hai bisogno»
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L'altro giorno, presente_indicativo mi ha inviato questo post
Leggendolo e rileggendolo ho deciso che lo mostrerò e lo farò leggere al mio ometto
Per lui ogni cosa che si fa a scuola è un continuo: "Ma a che serve?", ma forse questa volta, leggendo il post, per un momento nella sua testolina si potrà accendere una piccola lucina che non siano solo ragazze, telefonini e amici.
Forse ...
Nell'attesa, oggi il blog è tutto di presente_indicativo
...
I rischi del mestiere
di presente_indicativo
E dopo aver io finto interesse per il suo lavoro di tesi su Annibale, il giovine mi si è avvicinato quasi in posa confessionale:
«Prof, posso farle delle domande»?
«Dimmi». (Oh, madre).
E giù un interminabile elenco di interrogazioni sui valori, il confine tra il bene e il male, l'eutanasia, l'atarassia, il futuro, l'universale e il relativismo culturale. Cosa permane di identico nell'eterno mutare?
«Prof, ma Schopenhauer ha trovato la verità»?
«No, ma quando mai!».
«E secondo lei Annibale era un individuo cosmico-storico»?
«Ehm...».
«No perché sa, prof, io ho molta ammirazione per lei».
«Ah, ecco».
«Posso farle altre domande quando andiamo a Berlino»?
Mi è uscito un: «Szì».
Aiutoooooooo. Almeno tre giorni lasciatemi nel mio intimismo berlinese, ché già devo sopportare due decolli e due atterraggi con una compagnia senza quotazioni in borsa e una sequela estenuante di musei. Per inciso: soffro la Sindrome di Stendhal, ma a livelli terra-terra; dopo 5 max 10 minuti museali mi coglie una pulsione di fuga pazzesca che son costretta a reprimere con effetti collaterali deleteri: spasmi, sudorazione e un'inconfessabile insopportazione di capolavori e Company.
Preparatemi uno scotch, doppio. Grazie.
In verità confesso:
che gioia quando i giovani "mi usano" come cassa di risonanza dei loro dubbi.
Sì. Dubitate, pensate, fate 10, 100, 1000 domande; ancora non è il tempo di dirvi che si raccolgono pochissime risposte. Restate legati alla forza delle domande, perché saranno loro ad aprirvi la mente e le strade. Uscite dal cattivo, errato presagio che il futuro è un vicolo cieco. Vogliono farvelo credere per togliervi il potere di creare. Ad occhi aperti, a cuore pronto ... sognate, sognate, plasmate, andate. La vita è una strada che si forma nel momento in cui l'attraversiamo. Non è il tempo delle "passioni tristi" e mai dovete dire: «Tanto non serve a niente». Non è vero.
Entusiasmatevi e condividete perché l'entusiasmo è contagioso.
Non sentitevi falliti prima ancora di iniziare. Mai.
Andate sul lato soleggiato della strada.
Il futuro è uno spazio immenso.
Siate liberi di scegliere!
E, comunque, uno scotch doppio, grazie.
«Noi troveremo una strada. Oppure ne apriremo una nuova»
Annibale
...e se lo dice Annibale! ;-)
...
Milan Komnenić
On the sunny side
of the street
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