Note a margine
A volte di vince, a volte si perde ma la lotta è sempre impari
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«Io non sono quello che tu vuoi,
io sono quello di cui tu hai bisogno»
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« Ricordo un angolo di cie... | Con la giusta distanza emotiva » |
"Basta trovare il coraggio,
la parte migliore del viaggio
è domani"
...
"Ehi papi, mi fai un po' di scuola guida prima di vendere la macchina?"
"E dove la facciamo?"
"Sul giardino!"
"Ossignore! Ok, dai"
E così, per l'ultima volta il mio ometto ha guidato l'auto sul giardino prima che la vendessi al concessionario e ritirassi quella nuova.
Dall'ultima volta la sua guida è migliorata un po' anche se, per imparare a guidare bene, di strada ne ha da fare ancora parecchia.
Intanto si allena con le partenze, scalando dalla prima alla seconda e girando intorno alla quercia, ai ciliegi e agli albicocchi.
Il giorno dopo c'era da andare a prendere l'auto nuova e lui, prima che partissi verso il concessionario, mi chiede: "Facciamo un ultimo giro?"
"Ok, poi salutala che non la vedrai più"
"Guiderò anche quella nuova sul giardino?"
"Scordatelo!"
"Ok, ok, scherzavo ..."
"Meglio va"
E così, mercoledi scorso la rossa ha fatto posto alla mora.
Se n'è andata quella tranquilla e paciosa, che ti avrebbe portato fino alla fine delle mulattiere di montagna se glielo avessi chiesto, ed è arrivata quella capricciosa e sfacciata, con le voglie sempre accese, muscolosa, brutale e reattiva come un missile che non ti lascia spazio agli errori ed alle incertezze.
I due primi amici quando l'hanno vista hanno detto all'unisono: "Web, questa è tutta un'altra cosa dall'altra, come mai questo cambiamento?"
"Mah", ho risposto, "sono cambiate tante cose in questo periodo, e ho cambiato anche l'auto"
In verita questo non è l'unico motivo per cui ho deciso di cambiare auto ma a loro comunque non avrebbe importato.
Ad ogni modo, così è, si cambia e si va avanti provando ad accelerare sempre un po'.
Ieri ho portato a casa il mio piccolo uomo.
Ha passato con me un paio di settimane e adesso la casa mi sembra vuota.
Ieri mattina abbiamo fatto le pulizie e lavato le tende. Ne toglievamo una, la mettevamo in lavatrice e nel frattempo andavamo avanti con le pulizie.
Appena la lavatrice finiva il ciclo la rimettevamo su e ne toglievamo un'altra, e così via fino a fine mattina.
Non che lui ne avesse gran voglia, questo mai, ma quando ha capito che non aveva tante altre alternative si è messo l'anima in pace, e seppur brontolando e protestando ogni sue minuti, mi ha dato una mano.
Alla fine la casa era uno specchio, così brillante come non la ricordavo da tempo.
Comunque sia, inutile girarci attorno, lui al pomeriggio è tornato a casa e la mia casa, anche se tirata a lucido, sembrava vuota...
Un paio d'ore fa passavo per la piazza del mio paese e mi sono fermato a prendere un caffè al bar del centro.
Seduto ad un tavolino ho incontrato Nino, un vecchio amico di mio papà, ci siamo salutati siamo stati lì a fare due chiacchiere
Non è la prima volta che lo incontro, di solito ci scambiamo un saluto o poco più, ma questo pomeriggio, senza un motivo preciso, ci siamo fermati a chiacchierare più di mezzora.
Per la prima volta, Nino mi ha raccontato di mio papà, di quando aveva trent'anni e andavano con la loro compagnia di amici al mare d'estate
Di come pescavano i "caparozzoli" (le vongole veraci) e poi le cucinavano e se le mangiavano sulla spiaggia.
Mi ha aperto una finestra che non avrei mai immaginato esistesse nel passato di mio papà, una finestra bella, ampia e piena di tanta luce.
Mentre mi raccontava sentivo i brividi scorrermi lungo la schiena.
A ripensare alle sue parole, dopo che ci siamo salutati, mi sono emozionato dell'immenso squarcio che in quella mezzora passata assieme ha aperto sul passato di mio papà
Cose e avvenimenti che io non conoscevo e di cui non avevo memoria.
Strana la vita, ti riserva sempre dei colpi d'ala quando meno te l'aspetti.
Sentire da Nino raccontarmi di mio padre a trent'anni, di quelllo che faceva assieme ai suoi amici, giovani ragazzi degli anni trenta, e di come passavano le loro vacanze, beh, a pensarci mi emoziono anche adesso che ne sto scrivendo, resto senza parole e ogni cosa acquista un significato e un sapore diverso.
E vedere negli occhi di Nino i suoi ricordi riaffiorare alla sua mente uno alla volta e riviverli come se fosse ieri mi ha intenerito.
Fin che raccontava sembrava ringiovanito di cinquantanni, tanto che alla fine, quando ci siamo salutati, Nino, che di anni adesso ne ha 87, era così su di giri che mi ha apostrofato con un saluto che di solito i giovani riservano a chi è più anziano di loro: "Mi raccomando, Web, riguardati!"
Il giovanotto!
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