Note a margine
A volte di vince, a volte si perde ma la lotta è sempre impari
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«Io non sono quello che tu vuoi,
io sono quello di cui tu hai bisogno»
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Il post di oggi è il secondo testo che mi ha inviato fuoco.e.cenere
Non si smentisce mai, scrive delle cose a cui non puoi "non pensare"
Cominci a leggere e improvvisamente ti ci ritrovi dentro
E non c'è niente da fare, in qualche modo e per qualche istante ti fermi un momento e ci pensi
Come in questo testo, con una nonchalance tutta sua, lei "parte da fuori" e poi "arriva dentro"
Sono contento che mi abbia inviato questo testo per il Blog
Oggi il blog è suo
Ola
...
"Io e te siamo una cosa sola: non posso farti male senza ferirmi"
di fuoco.e.cenere
Chissà quante volte ci siamo imbattuti in frasi celebri e/o leggende attribuite alla filosofia orientale.
Nonostante io sia pragmatica e concreta di natura, mi affascinano sempre molto i concetti che esprimono e con l'avanzare dell'età mi rendo conto di possedere anche un lato "spirituale" che non ho mai nutrito ma che ora ha fame ... vai te a sapere.
Mentre leggiamo questi scritti è impossibile non afferrarne il senso profondo e la semplicità, che poi scopriamo essere solamente apparente nel momento in cui ci troviamo a mettere in pratica, nella vita di tutti i giorni, quello che pensavamo di avere recepito senza alcuna difficoltà.
La famosa contraddizione che esiste tra la teoria e la pratica.
Qualche giorno fa una cara amica mi ha inviato questo scritto che ho deciso di condividere con voi, in questo salotto così confortevole, tra un biscottino e una tazza di the.
"Io e te siamo una cosa sola: non posso farti male senza ferirmi"
(M. Gandhi)
Gli sciamani credono che ciascuna persona sia solo un filo nel tappeto del mondo: il suo potere è intrinsecamente legato agli altri fili, insieme ai quali forma i disegni del tessuto.
La spiritualità così come la scienza sono giunti alla medesima conclusione: non siamo entità separate.
Ogni individuo è come un filo del tappet: se guardiamo un unico filo avremo una percezione ben ristretta della realtà, ma se guardiamo la creazione nell'insieme - il tappeto nella sua interezza - potremo scorgerne l'intera trama, l'armonia del disegno, la ricchezza delle forme, la qualità del tessuto, l'equilibrio dei colori.
Siamo invece abituati a portare la nostra attenzione sul singolo filo (noi stessi) e al massimo su qualche altro filo che ci sta vicino, e di lì a trarre conclusioni sul tappeto intero, conclusioni inevitabilmente distorte dalla nostra visione limitata, legata alla nostra posizione rispetto al tutto e alla prospettiva dalla quale osserviamo.
Pensare in modo individualistico ci porta alla prospettiva del singolo filo e ci impedisce di agire per il meglio.
Immaginiamo cosa succede quando cerchiamo di danneggiare un nostro simile. Poniamo, ad esempio, che il colore del filo che sta al nostro fianco proprio non ci piaccia e che, per questo, decidiamo di strapparlo: se avessimo una visione più ampia, potremo constatare che un'azione del genere danneggia il tappeto intero e, quindi, anche noi stessi in quanto parte di esso.
Senza quel filo, bello o brutto, tutto l'insieme avrà perso qualcosa e non sarà più lo stesso. Più ci allontaniamo da questa visione globale, più il nostro disagio cresce.
Percepirsi separati, infatti, dà luogo al sentimento forse più doloroso col quale ci confrontiamo: la solitudine.
....
Cosa vi fa pensare questa metafora?
Dove i fili siamo tutti noi,singoli individui, e il tappeto è il nostro piccolo mondo, la famiglia per esempio, ma anche l'umanità intera.
E' sempre vero che se strappo, mi libero del filo liso e sbiadito rovino l'insieme del tappeto?
La solitudine è davvero il peggiore dei mali?
Ok, il dibattito è aperto.
Al padrone di casa lascio il ruolo del moderatore, a voi quello di dire la vostra ... se vi va.
fuoco.e.cenere
Il Blog di fuoco.e.cenere è:
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3 Doors Down
Here Without You
(Boyce Avenue acoustic cover)
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