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Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 04 Novembre 2005 da welcometotheforest
 

CHAPTER I

THE ARRIVAL

 

Ragazzi ci siamo finalmente tra cinque minuti sono 24 ore esatte passate in Nottingham…24 ore veramente intense.

In questo momento mi trovo nella stanza 304 dell’hotel Juris Inn a battere al computer per voi fumando una sana malboro light mentre in televisione stanno trasmettendo la versione inglese della prova del cuoco condotta da un negrone vestito con una splendida camicetta fucsia; ma procediamo con ordine.

Il primo errore è stato commesso all’aeroporto Marco Polo di Venezia dove agendo con forse troppa leggerezza ho caricato il Moli con un thè alla pesca micidiale che lo ha costretto a passare al cesso le seguenti due ore che ci separavano dal cecchin nonché tutto il resto della giornata (vi dico solo che è stato bloccato dalla hostess mentre anche durante la fase di atterraggio a Nottingham si stava dirigendo verso la toilette).

Una volta eseguito il cecchin senza incappare in nessun tipo di problema (a parte i trenta euro di sovrattassa per eccesso di bagaglio) la prima scena memorabile non ha tardato a manifestarsi.

Passare sotto il metaldetector mi ha sempre messo particolarmente a disagio, ed a ciò bisogna aggiungere che in piena sindrome attentato i controlli si sono particolarmente intensificati. Questa volta però ero tranquillo, avevo riempito la mia vaschetta con tutto ciò che avevo nelle tasche, avevo appoggiato il woolrich ed il trolley sul nastro trasportatore, mi ero perfino levato la cintura…non poteva suonare quel maledetto affare, ne ero assolutamente convinto.

“Din din din din din”

Maledizione il cellulare.

„Mi scusi signore ha appoggiato tutto sulla vaschetta?“

“Ehm mi scusi effettivamente no, mi devo essere dimenticato il cellulare.”

“Bene, allora torni indietro appoggi il telefono e ripassi…anzi no, aspetti un attimo; Ha un computer nel bagaglio a mano?”

Bene la domanda è semplice, non agitarti, prendi fiato e rispondi, non sei un terrorista non hai niente da nascondere:

“Si effettivamente ho dietro il portatile”

“Bene allora adesso facciamo tornare indietro il nastro e mi apre il trolley”

Oh cazzo, il pc è in fondo, sono scoordinato, combinerò sicuramente un macello. Ok con calma, tira la cerniera, bene così va bene, adesso alza il coperchio…Oplà, Oh merda il portagoldoni rosa in bella vista, lo sapevo.

“Ok signore grazie mille, richiuda il bagaglio e ripassi sotto il metal detector”

Non stava andando male tutto sommato, non mi avevano ancora arrestato, non avevo combinato nulla di ridicolo e forse nessuno aveva visto il portagoldoni (maledizione a voi Maria Miriam e Salvietta che me lo avete regalato).

Faccio per richiudere la valigia ed il woolrich casca dal nastro trasportatore…mi chino per raccoglierlo, mi rialzo e batto la testa. Lo sapevo, doveva succedere ed è successo; il Moli dietro di me ride a crepapelle, l’agente sghignazzando sotto i baffi mi chiede se va tutto bene.

“Non si preoccupi è tutto a posto, sono abituato”.

 

Passati finalmente tutti i controlli rimaneva solamente una cosa da fare prima dell’imbarco: dirigerci verso il primo tabacchino disponibile per rifornirci di sigarette; con i prezzi inglesi in effetti c’era il serio pericolo di riuscire a smettere di fumare.

Sia io  che il Moli eravamo convinti che la soglia massima che per la guardia di finanza divide un accanito fumatore da un contrabbandiere fosse quella di due stecche, di cui peraltro una già iniziata. Purtroppo ci sbagliavamo e adesso mi tocca dormire abbracciato a quattro stecche di Malboro light (per un controvalore di 152 €) ed un coltello in bocca per paura che di notte qualcuno entri in camera per rubarmele…anzi vi dirò che ormai sono diventato talmente protettivo verso le mie bambine che ogni tanto mi capita di guardare con diffidenza perfino il mio compagno di viaggio.

 

Completata dunque la missione cicche ci siamo diretti prontamente (ma non prima di un’ulteriore puntata al bagno) verso il nostro punto di imbarco, e memore degli insegnamenti che mi erano stati dati riguardo alle companie low cost (metodo di assegnamento del sedile secondo la tecnica ciapa i post) abbiamo aspettato per venti minuti in piedi davanti al cancelletto per essere sicuri di essere i primi a salire. Effettivamente sembrava una buona tattica…ben presto vanificata però dalla comparsa di una aitante signorina della sicurezza dal peso che si aggirava intorno al quintale con il compito di controllare nuovamente ed in maniera casuale il bagaglio della gente che si apprestava a salire sull’aereo. Beh, sapete com’è, venti minuti sono tanti e non sapendo cosa fare non abbiamo trovato niente di meglio che prenderla per il culo; io questo giro sono riuscito a farla franca ma il moli deve essere stato clamorosamente sgamato tanto che è stato l’unico a subire il controllo…

Il volo è stato comunque eccezionalmente tranquillo e l’atterraggio a East Midland è avvenuto perfettamente in orario.

“Cavolo Moli siamo in UK!”.

“Questa cosa è troppo cool!”.

“Hai ragione, spacca il cul!”.

 

Una volta arrivati non è stato molto difficile trovare la navetta per il centro della città, ma fortunatamente ci avevano avvertiti prima della partenza riguardo al fatto che i biglietti si comprano solo sull’autobus e bisogna avere il cambio giusto, 1,20£; l’autista non dà resto…proprio strani questi inglesi.

Il viaggio in bus è stato traumatizzante…Non so se sappiate quanto sia strano viaggiare come passeggeri su un pulman che va a velocità folle contromano; io ed il Moli eravamo praticamente a Gardaland, seduti terrorizzati con la bocca aperta ed attaccati da tutte le parti.

Sbarcati finalmente nel bel mezzo della città, senza avere la più pallida idea di dove cavolo ci trovassimo e per di più quando ormai era buio, non fu difficile capire che la scelta migliore da adottare era quella di prendere un taxi.

Proprio sopra al taxi è avvenuto il nostro primo battesimo di fuoco con l’inglese…All’inizio sembrava semplicissimo; Cazzo avevamo in mano il foglio con la prenotazione dell’albergo con tanto di indirizzo, perfino io potevo farcela.

Il moli dunque si avvicina con cautela ad una vettura, sfoggia per l’occasione la sua pronuncia migliore (“Is it free?”) e in men che non si dica siamo dentro…Merda l’autista è un mussulmano, speriamo che aspetti di portarci a destinazione prima di decidere di farsi saltare in aria.

“Where do you want to come guys?”

Io ed il Moli come un sol uomo: “To the Juris Inn Hotel”.

“Oh and where is it?”

La situazione inizia a farsi più ostica del previsto…Tranquilli comunque in caso di emergenza abbiamo sempre sotto mano la prenotazione che può salvarci le chiappe; gliela passo.

“Juris Inn Hotel…I don’t Know where it is”

Ah se non lo sai te figurati noi…adesso da bravo abbassa lo sguardo e leggi l’indirizzo su…

“I don’t know where these road is too!”

Cazzo non è possibile fai il tassista di una città grossa come Verona, non puoi non conoscere l’indirizzo; mi avvicino, me lo indica….Islamico di merda, ci credo che non lo conosci, è il mio indirizzo di casa…

“I think you are watching the wrong adress…The correct adress is Waterfront Plaza

“Waterfront plaza? Where is it? Have you got a map?”

NON CI CREDO…In ogni caso ero pronto anche a questa evenienza e dunque gli passo la mitica cartina regalatami dalla mamma del janlu, ed insieme iniziamo a guardarla…Ok trovato, si parte.

 

Durante il tragitto fino all’albergo il tassista ha provato in tutte le maniere a intavolare una discussione decente con noi, ma non c’era nulla da fare, non capivamo proprio niente, tanto che alla fine arrivati a destinazione mosso a pietà ci ha anche lasciato dieci pence di mancia (naturalmente me lo ha dovuto spiegare per due minuti che non avendo da cambiare perfettamente mi faceva lo sconto, e vedendo che in inglese proprio non ci riusciva alla fine si è rassegnato a farmelo capire a gesti).

 

Alla reception dell’albergo tutto ha iniziato ad andare già meglio..Ah a proposito, l’albergo è una vera figata, spendiamo trenta euro a testa per una camera fantastica e all’ingresso c’è anche un negro gigantesco che fa da bodyguard. Unica pecca naturalmente è la mancanza del bidè, ma per fortuna il lavandino è abbastanza basso…ma torniamo a noi senza perderci in antipatici particolari.

Una volta entrati in albergo siamo stati accolti da quattro receptionists, e noi naturalmente ci siamo indirizzati verso quella più carina, la sventurata Laura. Bene o male siamo riusciti a farci capire, anche se la nostra autostima ha raggiunto il punto più basso possibile quando, presa da disperazione, ci ha chiesto se conoscevamo qualche altra lingua oltre all’inglese…Ovvio l’italiano, ma naturalmente lei non lo sapeva.

 

La giornata sarebbe già stata abbastanza piena di movimento, ma noi giovani rampolli in Uk avevamo bisogno di altre emozioni forti, e così dopo una rapida doccia nel giro di un’ora eravamo pronti ad aggredire Nottingham by night.

Usciti dall’albergo muniti di cartina abbiamo impiegato meno di tre minuti a perdere completamente il senso dell’orientamento…giuro (Oh vi giuro) che con la mia cartina in mano e senza la più pallida idea di dove mi trovassi, per la prima volta ho capito esattamente che cosa prova una donna, e dunque è stato assolutamente semplice trovare una soluzione da donna; ferma il primo che passa e chiedi informazioni!

Eccoli là, li vedo, sono una coppia:

“Excuse me, for the center?”

“Yes!”

No, non ha funzionato, non hanno capito un cazzo, dai Moli aiutami.

“We have to go TO the center, can you tell me where we have to go?”

Grande Moli…maledette preposizioni inglesi, forse sarebbe stato meglio se avessi fatto più attenzione al mio prof. di inglese al Liceo il giorno che le ha spiegate.

Nonostante i due tipi ci avessero dato una direzione abbastanza chiara e corretta, seguendo la loro indicazione ci ritrovammo dopo dieci minuti in un parcheggio degli autobus impregnato da un inconfondibile odore di piscio. Spostatici rapidamente da quella zona, e raggiunto un posto più presentabile decidemmo di fermare qualcun altro.

Dando un rapido sguardo ci accorgiamo che stanno venendo nella nostra direzione un ragazzo ed una ragazza.

“Excuse me, TO the center ?(eh che cazzo, almeno qualcosa l’ho imparato)”

Il ragazzo mi risponde sparandomi addosso una sfilza incredibile di parole ad una velocità veramente troppo elevata per il mio inglese zoppicante..

“What?”

La tipa a questo punto prende la parola.

“What are you serching for?”

“A pub, something to drink”

“Ok, so let come with us, we are going to a beautiful Australian pub, I’m Vichi and he is Brace (o Grace o Race, non ho capito molto bene).”

Fatte le presentazioni ci dirigiamo verso il pub con i nostri due nuovi amici, che nel tragitto scopriamo essere uno neozelandese e l’altra australiana (from Melbourne); il ragazzo lavora nel pub australiano, mentre la ragazza era arrivata a Nottingham da circa sei ore e sta studiando anche lei economia.

Effettivamente il pub era veramente carino, e questo per diversi motivi:

1)     Si poteva fumare dentro

2)     Trasmettevano Everton-Arsenal del campionato inglese

3)     Si poteva fumare dentro

4)     Fanno un ottimo panino al canguro

5)     Si poteva fumare dentro

6)     Finita la partita hanno iniziato a passare tutta la discografia dei Silver chair e dei Pearl jam (e qui il Moli ha dato il meglio di sé).

Inoltre in aggiunta a tutto questo si poteva anche fumare dentro!

 

All’interno del locale abbiamo conosciuto anche il fratello di Brace ed abbiamo intavolato una simpatica discussione del tipo:

“You are from New Zeland, so probably you like rugby and sailing”

“Yes I do. Do you play some sports?”

“Yes I do, I play football and tennis”

“What?”

“Tennis”

“What’s tennis?”

A questo punto l’unica soluzione era mimare un dritto ed un rovescio in sequenza…

“Oh yes, you mean tennis!”

Canguro del cazzo, e cosa avevo detto io prima, tennis, tennis, tennis…Ma ci fai o ci sei? Probabilmente mi stai prendendo per il culo.

Un altro interessante stralcio di conversazione l’ho poi avuto con la tipa (che peraltro si è mangiata tutte le mie patate).

Tipa: ”Have you seen Robin hood today?”

Io: ”No, not yet!”

Tipa: “I havn’t too! Probably tomorrow!”

Evidentemente anche in Australia hanno il mio stesso sottile senso dell’umorismo!!!!

 

Rotto finalmente il ghiaccio tra me, il moli e Brace è stato come se ci conoscessimo ormai da una vita (eccezion fatta per la circostanza che quando parlava non si capiva assolutamente nulla) e quindi il nostro cangurotto si è sentito in dovere di condividere con noi le sue recenti esperienze sessuali:

“Look at that girl, she is from Poland, and I’ve fucked her!”

A questo punto a poi aggiunto una di queste due frasi:

1) I’ve fucked her in the ass

2) She has a good ass

Spero che la frase giusta sia la seconda, ma temo fortemente che abbia detto la prima.

 

Usciti dal locale, sempre insieme a Brace e Vichi, abbiamo avuto il nostro primo assaggio del centro della città. Nell’ordine:

1)     Abbiamo rifiutato del fumo da un Marakesch

2)     Abbiamo chiesto informazioni ad una tipa che senza nemmeno guardarci ha tirato dritto (inseguita da Brace che furioso le urlava dietro “Thank you for your fucking help, you are only a dirty slut”)

3)     Siamo andati a comprare altre patate per Vichi

4)     Siamo entrati in una discoteca dove l’età media si aggirava intorno ai diciassette anni

 

A questo punto era l’una e mezza di notte e quindi io ed il Moli, ormai ai passi, abbiamo deciso che come primo giorno poteva bastare e siamo tornati senza nessun ulteriore intoppo verso l’albergo.

Che altro dire ragazzi? Spero di avere meno materiale da scrivervi nelle prossime settimane…Mi mancate tutti e mi manca Verona, ma qui è proprio una figata e HANNO ANCHE LA CORONA. Ora proprio vi devo lasciare perché l’Antonella Clerici inglese si sta apprestando a friggere in padella otto spicchi di pesca e sono proprio curioso di vedere che cazzo succederà.

 

 

 
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