«Scusi» intervenne ad un certo punto Cesco «mi perdoni un'altra volta ma non capisco cosa possa c'entrare la melassa, Matisse e il suo cane con questa trattoria desolata...»
«Tsk!» fece Chicco, evidentemente stava deridendo quel povero cliente che non sapeva nulla.
«Mio caro Cesco» disse finalmente dopo un paio di minuti di profondo silenzio, «lei non ha ancora capito, quindi?» chiese.
«Ehm...credo di no»
«Ahahahahahah» rise Chicco rumorosamente «lascia che le racconti un altro episodio interessante»
«Va bene, ma faccia presto perchè devo fare alcune consegne»
«Certo!» rise Chicco divertito. Evidentemente non sarebbe stato così.
«Allora» cominciò «si ricorderà che ci eravamo lasciati con la vacca vittoria che moriva ma non necessariamente finiva la storia. Infatti se ben ricorda, c'era Matisse che mangiava le compresse di melassa. Eh, questo però non è tutto. Eh sì, deve sapere che la Melissa, la sorella di Matisse, un giorno voleva andare a trovare suo fratello e lo sorprese mentre fumava le compresse e depositava le ceneri sul posacenere di melassa. Come sa molto bene, le compresse erano di melassa per cui Matisse non capiva se stava fumando le compresse o stava compressando le melasse. Sua sorella lo aiutò a risolvere questo annoso problema: essa prese un ancurio di melassa e lo spaccò violentemente sulla testa del povero Matisse, che la guardò con aria alquanto stupita. Melissa disse che essa aveva ben compreso l'effetto delle compresse di melassa e l'aveva combattuto con del buon celato all'ancurio, comprato dal fedele celataio Roberto. Tuttavia Roberto non era quello vero ma era molto falso. Per cui Melissa si ritrovò con in mano un gesso di melassa e non un ancurio, come aveva ordinato al celataio Roberto. Allora quando essa credette di aver spaccato un ancurio in testa a Matisse, disse che nel giro di poche ore sarebbe passato tutto. Matisse però, che ne sapeva sempre una in più, rispose che quello non era un ancurio di melassa ma era un gesso di melassa» concluse Chicco con aria soddisfatta. Inevitabilmente quel Cesco adesso avrebbe dovuto capire tutto.
Invece, dopo un paio di minuti di riflessione, Cesco chiese:
«Non ho capito una cosa, ma chi è Matisse?»
Chicco si diede una gran botta sulla testa, come per dire "ma non è possibile, sto qua non capisce niente!".
«Ma, lei mi vuol dire che non sa chi è Matisse?» gli chiese dilatando pericolosamente le pupille.
«No.» rispose Cesco con tutta franchezza.
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