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La guerra in Vietnam, le fasi finali - Tratto da cronologia.it -

Post n°63 pubblicato il 20 Giugno 2006 da the_end_of_dream
 

VIETNAM 1967

Papa Paolo VI diffonde una delle sue più famose enciliche ( Populorum progressio ) dove si parla di "progresso" ma nello stesso tempo in questi giorni la civiltà sta andando indietro; in tutto il mondo il proseguimento dei bombardamenti in Vietnam provocano indignazione e vivaci manifestazioni di protesta, sono crimini che stanno dilaniando le coscienze. Le divergenze di opinione stanno aumentando e stanno insinuandosi profondamente dentro le file dei cattolici. Fino al punto che nel corso dell'anno, il "dissenso" con la disubbidienza alla gerarchia episcopale e papale, in Italia diventa esplosiva.

Contemporaneamente: "Una nuova fase della guerra in Vietnam è cominciata. Per la prima volta truppe statunitensi sono entrati in territorio vietnamita, a Saigon, dove prima operavano reparti sudvietnamiti. Inizia una delle più ambiziose aperazioni offensive degli Usa".(Com. Ansa, 7 gen. ore 07.57)
Ora non ci sono più dubbi. Gli Americani stanno combattendo una guerra non dichiarata.
E' L'ANNO dei proditori attacchi nel Sud Est asiatico duramente contestati non solo in Europa, ma negli stessi Stati Uniti.
"Ecco come l'agenzia americana Upi ha descritto un'operazione condotta dai paracadutisti americani ad una trentina di chilometri da Saigon:

"Per un raggio di tre chilometri attorno al campo dei paracadutisti non è rimasto in piedi una sola abitazione. I continui bombardamenti dell'artiglieria e dell'aviazione hanno distrutto tutto. I paracadutisti hanno incendiato tutte le case che sono riusciti a trovare. Tutti gli utensili sono stati distrutti, tutti i bananeti tagliati, tutte le reti strappate".
"Nel corso del 1967, lo stato maggiore americano era giunto alla decisione di distruggere qualunque installazione umana e qualunque forma di vita in un ampio "triangolo di ferro" di molte decine di chilometri di lato, nella regione a nord di Saigon. Una regione creduta infestata dai vietcong. E sempre nel 1967, ai marines sbarcati in massa nel delta del Mekong, gli è stata comunicato che la regione è stata dichiarata "free kill zone" (zona dove si può uccidere liberamente)".
(J.Chesneaux, Storia del Vietnam, Ed. Riuniti).

Le rivolte studentesche iniziano anche in America, dove si intensifica l'opposizione al proseguimento della guerra in Vietnam. Numerosi giovani si rifiutano di rispondere alla chiamata di leva e si rifugiano in Canada. Grandiose marce per la pace si svolgono a San Francisco, a New York e a Washington.
Già in novembre "In America molti scrittori firmano contro la guerra; "La nostra coscienza ci vieta di commettere il "Delitto del silenzio".  In nome della libertà noi abbiamo lanciato il terribile arsenale della massima potenza militare nel mondo contro un piccolo paese agricolo, uccidendo, bruciando, mutilando la sua popolazione; in nome della pace noi creiamo un deserto; in nome della sicurezza noi rischiamo un conflitto mondiale"
(Com. Ansa, 9 Nov. 1966, ore 11.45)
8 GENNAIO . Dopo la tregua voluta dagli americani in Vietnam per le feste di Natale, riprendono più aspri i combattimenti in terra, in mare, in cielo. E questa volta sono gli americani a sostituirsi definitivamente ai sudvietnamiti fino a questo momento impiegati. "E' l'inizio della "ambiziosa campagna americana" dentro il "Triangolo di ferro". In due giorni 273 missioni di caccia bombardieri  e di B-52, hanno spianato la strada" (Com. Ansa 10 Gen. ore 15.55)
Ma i Vietcong a Natale non hanno festeggiato un bel nulla, anzi hanno lavorato e molto. Infatti  si sono riorganizzati e all'arrivo di quella che doveva essere il prologo dell'inizio della grande campagna americana nel delta del Mekong, per molti è invece la fine della loro esistenza. Gli americani subiscono  in questi giorni fortissime perdite. Il Ministro della difesa americano fa sapere che si sono persi finora 2.273 aeroplani. Ma per queste cifre ritenute non veritiere, come pure i reali danni inflitti in Vietnam con i bombardamenti, l'ambasciatore italiano a Washington FENOALTEA polemizza e si dimette dall'incarico. Le polemiche non mancano, i socialisti uniti ora PSU, contestano queste dimissioni in senso negativo: "Ciò che è discutibile, è il modo, il momento, la pubblicità.  Il governo non so se possa accettarle, e per una ragioni di costume debba proporsi invece una questione di esonero" (Vittorelli, Psu - Com. Ansa del 11 maggio, ore 20.50)
IL MSI con Michelini invece chiede al Governo "Se sia vero che le dimissioni sono state determinate da un contrasto insorto con il governo sulla politica del centrosinistra nei confronti degli Usa, in relazione al mutato atteggiamento italiano sul problema Vietnam"
(Ib. ore 22.01).
Gli americani, dopo l'insuccesso nel Mekong,  iniziano a vedere tornare i loro figli a migliaia dentro le bare avvolte nella bandiera;  la protesta sale, i casi di renitenza alla leva pure. Le marce pacifiste cominciano a diventare oceaniche. Che è poi un incoraggiamento a farle negli altri paesi che contestano, protestano, s'indignano per questa guerra assurda. Ogni governo con una politica estera  filoamericana ha degli imbarazzanti atteggiamenti in quella interna. Più degli altri, maggiore è il disagio in Italia di Fanfani che era stato il mediatore di quella  proposta pacifica che abbiamo già letto, poi andata fallita; ma è sempre ministro degli esteri e la sua posizione si è già compromessa due volte: con le dimissioni a fine '65 e poi con la fallita mediazione; sempre per la questione Vietnam.
12 APRILE - A Roma grandi manifestazioni contro i bombardamenti americani in Vietnam. Nei cortei  si sono uniti agli studenti molti cittadini che vogliono portare la loro solidarietà al paese martoriato;  si verificano poi diversi scontri con la polizia, cariche e numerosi incidenti per tutta la giornata provocando numerosi feriti e arresti.
16 APRILE - Grandi manifestazioni pacifiste in America. Milioni di giovani sfilano per le vie di New York (500.000)  e di San Francisco al grido di "stop the bombing". L'America si sta interrogando. I cortei sono sempre più affollati. Johnson sta diventando impopolare. E a complicare le cose ci sono anche i tumulti razziali; e anche qui intervengono le truppe federali.
25 APRILE - Altra grande manifestazione a Napoli contro i bombardamenti in Vietnam.

22 MAGGIO - Manifestazioni anti americane contro i bombardamenti anche a Firenze. Numerosi incidenti tra i manifestanti, infiltrati e polizia. Si contano 12 feriti e numerosi arresti di dimostranti. Tutte le città metropolitane sono ormai già scese in piazza con imponenti manifestazioni per far cessare i bombardamenti, ma sembra tutto inutile. La macchina infernale della guerra procede imperterrita.
14 LUGLIO - Dopo la partecipazione di De Martino a Napoli alle manifestazioni antiamericane, la sinistra del PSU non partecipa al voto di fiducia alla Camera, che invece approva la solidarietà del governo alla politica americana in Vietnam con 287 sì e 207 no. Si è ciechi e servili. Tutta Italia sta manifestando contro, perfino buona parte degli stessi americani, ma i politici della maggioranza, non vedono e non sentono. Indirettamente si approvano i bombardamenti indiscriminati su un Paese inerte che sta conducendo una lotta impari.
23 SETTEMBRE - Quello che temeva la popolazione americana era un coinvolgimento nella guerra del Vietnam della Russia. E i timori in questo giorno crescono. Infatti l'Urss stringe un accordo militare con il Vietnam del Nord, che provoca angoscia non solo alla popolazione americana ma in tutto il mondo. Si teme ora l'escalation della guerra con l'intervento dei russi, e si teme un intervento anche della Cina, che farebbe innescare una terza guerra mondiale molto più estesa della precedente. E se in America c'era ancora qualche neutralista, ora hanno deciso di ingrossare le file dei pacifisti.
Se la Cina o la Russia scendevano in campo in questo periodo il corso della storia cambiava. 
Una alleanza Cina Russia, con la potenza bellica che possedevano entrambe, oltre al numero impressionante di uomini avrebbe spazzato via l'America dal Vietnam. Visto che non è nemmeno in grado di risolvere il suo grosso problema in un Paese grande come l'Italia.

 Non si verificò questa temuta alleanza per il semplice fatto che proprio tra Cina e Russia in questo periodo sorsero dei profondi contrasti ideologici che impedirono la grande intesa politica e militare.

21 OTTOBRE - Grande e imponente marcia della pace a Washington davanti al Pentagono. Iniziano a sfilare in carrozzella migliaia di reduci mutilati, ma già messi da parte dalla società. Avvengono scontri fra i dimostranti e le forze dell'ordine decisamente inadeguate, ma poi viene subito mobilitato anche l'esercito. Siamo già quasi allo scontro civile fra americani.
Intanto si sta organizzando un movimento per il rifiuto collettivo della chiamata alle armi; in dicembre organizzeranno una imponente manifestazione per la pace e per l'obiezione di coscienza. Ma molti verranno perseguitati e dovranno rifugiarsi in Canadà per non essere incriminati di diserzione. La guerra in Vietnam non è solo impopolare in Europa ma lo è anche fra i cittadini del paese che la sta conducendo. Alla coscrizione sono chiamati sempre di più quelli che nelle Università hanno i voti più bassi.
E ci sono cittadini che non vogliono accettare di morire per un paese che non conoscono e per delle ragioni che sfuggono alla comprensione dei piu'. "Non è in gioco l'unità e la sicurezza del Paese, ma se le tensioni interne e quelle esterne aumenteranno si mettono veramente a rischio entrambe" Questa era la più ricorrente riflessione. E fu profetica.
25 DICEMBRE - Dopo il messaggio di Amore e di Pace di Paolo VI appena irradiato, sui giornali, con una "lettera aperta" al Papa che viene resa pubblica, i seminaristi di Verona si fanno sentire; condannano l'intervento americano in Vietnam: "Amore, Pace: parole che rischiano di restare vuote se non troviamo l'effettiva maniera di realizzarle...... Condanniamo la politica degli Stati Uniti i quali approfittando della loro potenza politica e militare vogliono imporre con la forza una loro visione di pace. Crediamo che nulla possa giustificare questa guerra, tanto piu' che questi potenti si dichiarano cristiani".

Ma quelli del Circolo Cattolico Maritain di Rimini vanno oltre, a Paolo VI gli scrivono direttamente una lettera e vale la pena di citarla per capire il lievito che farà fermentare il drammatico "dissenso" cattolico in Italia (vedi Don Mazzi, Don MIlani, ecc.).
"Il cardinale Spellman ha detto che "gli Stati Uniti stanno combattendo nel Nord Vietnam una guerra santa", e, rivolto alle armate statunitensi ha detto  "Voi non solo state servendo il vostro paese, ma state servendo la causa della giustizia, la causa della civilta' e la causa di Dio. Noi siamo tutti uniti nella preghiera e nel patriottismo in questo sforzo". Noi, cattolici di Rimini, siamo scandalizzati e sgomenti. E' questa la Pacem in terris? E' questa la nuova "eta' conciliare"?. Siamo tornati alle crociate di infausta memoria e al patriottismo di cattiva lega con la benedizione delle armi e dei gagliardetti? Padre, Lei che cosi' ansiosamente e paternamente non perde occasione per ammonire da "errori" e "deviazioni" e "pericoli" che si possono ravvisare negli scritti o nell'impegno di qualche sconosciuto membro di questo o quell'ordine religioso, e nell'attività di qualche "cenacolo" laico (chiaro il riferimento a Don Mazzi e all'Isolotto di Firenze) non vorra' rimanere inerte di fronte a certe grossolane deviazioni, a certe scandalose negazione della Pace, sol perche' fanno capo ad un cardinale di S.R. Chiesa?"
(Da Lettera aperta al papa sulla "guerra santa" nel Vietnam, 1967.
Citata anche in "Storia dell'Italia repubblicana" di Silvio Lanaro, Marsilio Editori, 1996)

VIETNAM 1968

Il 1968 è un anno detonatore per tutto il mondo. Quando, dove e come partì la scintilla della rivolta studentesca nessuno lo sa. Forse partì nelle università americane quando iniziarono a reclutare per mandare in Vietnam gli studenti con i voti scadenti (come se un voto basso affrancasse la morte in guerra). Forse in Francia a Nanterre. Forse a Roma. Forse a Pechino. Forse ad Atene. A Praga. A Tokio. In Brasile oppure in Messico, dove lì, non si andò tanto per il sottile, l'esercito affrontò gli studenti con i bazooka provocando stragi con centinaia di morti nella grande Piazza delle Tre Culture (!). Il luogo scelto non poteva essere migliore!
Il fenomeno fu planetario, espressioni di animosità, gli uni e gli altri non reciprocamente influenzati e ispirati, perchè contemporanei a diverse latitudini, dunque al di fuori di ogni razionalità e da ogni studio psicologico, sociologico e geopolitico. Accadde nei Paesi democratici, in quelli fascisti, in quelli comunisti.
Negli Stati Uniti, ecco come descrisse J. Weinberg la nascita del movimento studentesco: "Essi affermano se stessi, decidono anche se non sanno come salvare il mondi, anche se non possiedono alcuna formula magica, devono levare alta la loro voce perché tutti la sentono. Diventano degli attivisti e nasce una nuova generazione, una generazione di "radical".

1° GENNAIO - SI COMINCIA...... con ... le manifestazioni in Europa contro gli americani impegnati nella sanguinosa guerra (ma le manifestazioni le hanno anche in Usa e infastidiscono molto JOHNSON, che esce allo scoperto e manda un preciso segnale a quei governi che si barcamenano nell'ambiguità con la politica estera, o che non fanno abbastanza per stroncare con ogni mezzo le manifestazioni antiamericane nel loro paese; come i francesi, gli italiani e i tedeschi.
Con il pretesto di arginare il deficit degli Usa, Johnson annuncia il blocco degli investimenti statunitensi in Europa. Che si tratti di una punizione-ricatto ben precisa, ci viene confermato da questa corcostanza: la Gran Bretagna che è l'unico paese dove non si svolgono manifestazioni antiamericane, è escluso dal blocco.

30 GENNAIO - Grande offensiva di vietnamiti contro gli americani. (Offensiva del Tet). E' la notte del capodanno buddista;  i Vietcong invece di fare festa come tutti si aspettano, si sono organizzati e sferrano con 70.000 uomini il loro tremendo attacco a sorpresa agli statunitensi, colpiscono e attaccno città considerate inattaccabili, entrano in tredici delle sedici capitali provinciali del delta del Mekong, e giungono fino fino al punto di circondare a Saigon la sede dell'ambasciata degli Stati Uniti. E' una delle prime grandi sconfitte degli efficienti reparti americani.

3 MARZO - Scontri in Giappone nelle manifestazioni fra studenti pacifisti e la polizia. Gli slogan anche a Tokio sono antiamericani e le simpatie vanno tutte a Ho Chi Min.
Il 28 dello stesso mese altri gravissimi incidenti per protestare contro la presenza di navi della sesta flotta dotate di armi nucleari nei porti del Giappone. (dove si vuole arrivare in Vietnam è ora chiaro a tutti).

16 MARZO - Gli americani in Vietnam compiono il massacro a sangue freddo al villaggio My Lay. A inorridire non è solo il mondo, ma anche i cittadini americani che cominciano a prendere posizioni ostili verso il governo; e non solo l'opinione pubblica, ma anche i produttori. My Lay è il caso più noto di genocidio di donne, vecchi e bambini fatto in Vietnam. Solo in seguito arriveranno filmati che diventeranno una vera onta dell'esercito americano.

31 MARZO - Le ondate di protesta contro la guerra in Vietnam aumentano. JOHNSON, il presidente degli Stati Uniti, improvvisamente sospende i bombardamenti e nello stesso tempo "getta la spugna", annuncia che non si presenterà alle elezioni presidenziali. Ormai la sua popolarità nei sondaggi sta calando paurosamente e alcuni nelle manifestazioni ricordano che non è un presidente eletto dal popolo, ma solo un vice diventato presidente e che si è trovato rieletto sotto l'emotività dell'assassinio di John Kennedy. Poi il "fattaccio"!  Proprio il fratello dell'ex presidente, Bob, che  aveva annunciato pochi giorni prima, il 17 marzo, che si candidava contro Johnson, annunciando il suo programma "cessazione della guerra in Vietnam, perche' l'America sta attraversando un momento pericoloso". il 5 giugno verra' assassinato.

25 APRILE - Roma - Questa volta gli studenti fanno sul serio e mettono in allerta i servizi segreti americani. Non sono avvenute semplici manifestazioni e cortei contro la guerra in Vietnam, ma hanno incendiato a Roma la sede della americana Boston Chemical, che produce il famigerato Napalm impiegato dagli Usa per carbonizzare interi villaggi vietnamiti.

30 APRILE - In America a New York, viene fatta sgomberare dalla polizia la Columbia University occupata dagli studenti da un mese. La rivolta è sempre per lo stesso motivo. La famigerata coscrizione e invio in Vietnam dei giovani che hanno i voti più bassi.

4-5 MAGGIO - Dopo l'offensiva del Tet, nel più completo segreto, cogliendo il comando americano ancora una volta di sorpresa, i nordvietnamiti lanciano un'altra tremenda offensiva, proprio mentre 150.000 uomini erano impegnati a "trovare e a distruggere" le bande partigiane. Il fatto che sia stata una sorpresa, pari a quella del Tet di gennaio, mostra fino a che punto hanno fatto fallimento i servizi d'informazione. E inoltre dimostra fino a che punto erano isolati dalle popolazioni locali. Questi nei giorni in cui si preparava la "sorpresa" avevano nascosti centinaia di migliaia di combattenti, li rifornivano, li nutrivano, e trasportavano materiale e armi a loro necessario a rischio della loro stessa vita. Per settimane i preparativi non furono mai traditi.

5 NOVEMBRE - In America viene eletto Presidente degli USA RICHARD NIXON, del partito Repubblicano, ma i Democratici conservano la maggioranza sia al congresso che al senato. Nixon ha ora una bella eredità: la guerra in Vietnam. Tutto il mondo aspetta le sue decisioni e il nuovo corso della politica americana. Che cosa faranno i "gendarmi del mondo"?.
Nixon assumendo la presidenza il prossimo anno, intensificò le operazioni di guerra e contemporaneamente tentò la "vietnamizzazione" del conflitto, ossia la graduale riduzione del contingente statunitense. In realtà l'estenuente confronto militare rafforzava l'esercito vietcong e logorava quello americano.

VIETNAM 1969

27 FEBBRAIO - Manifestazioni contro NIXON nuovo Presidente degli Stati Uniti in visita a Roma. Avvengono scontri di manifestanti tra giovani di estrema destra e di estrema sinistra, nelle piazze, nelle strade e all'Università; qui uno studente resta ucciso cadendo da una finestra. Di giorno e di sera lunghe e numerose Marce della Pace che inalberano cartelli eloquenti: "Nixon go home", e "Via dalla Nato, o sara' in Italia un'altra Vietnam, Nord contro Sud". Una giornata iniziata  con un semplice corteo, con una manifestazione prevista dalla democrazia, da una perfetta democrazia, si è invece trasformata in una giornata di violenza

Il "via dal Vietnam" era del resto una legittima protesta degli italiani, visto che le proteste le facevano negli stessi Stati Uniti. La prestigiosa rivista americana Life farà inorridire l'America e il mondo quando pubblicherà il famoso servizio sul massacro compiuto dagli americani a Song May. Lo pubblica a novembre il servizio, ma per vie indirette lo si sapeva già in questi giorni cos'era avvenuto in Vietnam. Legittimo quindi in America la contestazione civile ordinata e democratica. Ma non fu tale in Italia, erano troppi coloro che volevano strumentalizzare la piazza o cercavano nella stessa dei pretesti per intervenire per altri scopi, che nulla avevano a che vedere con la specifica protesta.

2 MARZO - A contestare Nixon non ci sono solo le sinistre. All'arrivo in Piazza San Pietro per una visita al Papa il presidente trova una accoglienza ostile da parte di diversi gruppi cattolici;  deve intervenire la polizia per lo sgombero della piazza per evitare incresciosi incidenti diplomatici con la Santa Sede. Sul piano pratico è una visita ipocrita; in Vietnam nulla è cambiato, anzi dopo venti giorni Nixon invade la Cambogia; si combatte, si bombarda, si uccide e si fanno massacri, nonostante tante promesse e gli accorati appelli del Papa. L'inchino deferente di Nixon al Papa e la benedizione impartitagli non sono servite a nulla.
In America nel frattempo, cioè negli stessi giorni, si svolgono imponenti dimostrazioni di protesta contro l'escalation in un centinaio di città americane; la polizia spara sulla folla inferocita provocando 18 morti e centinaia di feriti. Il culmine lo si tocchera' il 9 maggio quando anche Washington è assediata e dovra' intervenire l'esercito e la guardia nazionale manganellando a destra e a sinistra senza discernimento. Gli americani inorriditi tutti a guardare dalla Tv le scene di violenza, non più in Vietnam ma nel proprio Paese.
Stesse scene di violenza in marzo a Chicago di migliaia di "radical". "Gli scontri furono selvaggi e lo spettacolo televisivo di americani bianchi della classe media che venivano malmenati dai "difensori della società" produsse una profonda impressione sull'opinione pubblica"
(H.S. Commanger, Storia degli Sati Uniti, Einaudi)

3 SETTEMBRE - A 79 anni di eta' muore HO CHI MIN ( BIOGRAFIA DI HO CHI MIN (vedi) Una vita leggendaria alle spalle a partire dal 1915 quando fu gia' presente alla nascita del partito comunista francese. Nel 1945 ritornato in patria guidò la lotta armata contro proprio i francesi.
Nel 1954 diviso in Vietnam in due Stati, assume la carica di presidente del Vietnam del Nord. E sarà ancora lui a guidare la lotta armata questa volta contro gli americani che vogliono insediarsi nella penisola per farne una base strategica. Ma sappiamo gia' quale tragedia sarà questa guerra sia per i vietnamiti, dove ne morirono due milioni, sia per gli americani che erano inizialmente partiti per questa avventura da terminare in 8 settimane ma che dopo dieci anni si dimostrò essere una guerra con nessuna possibilità di vittoria ma solo avviata a una grande disfatta, fra l'altro vergognosa quando si verra' a conoscenza dei crimini commessi dai soldati statunitensi. E non da fonti nemiche. Il prestigioso LIFE in America pubblica in settembre, in prima pagina le foto di un massacro, e all'interno un agghiacciante servizio sulle atrocità commesse da alcuni soldati americani nel villaggio vietnamita di Song May. L'America inorridisce, il mondo pure. Era -dissero- una missione di pace, ma si trasformò in una vergognosa guerra, in una carneficina.
14 NOVEMBRE - Una delle più lugubre giornate dell'America. "Washington . La "marcia della morte", cominciata ieri sera nella capitale, prosegue nel massimo ordine. Ognuno dei circa 40.000 manifestanti tiene in mano una candela accesa e ha appeso al collo un cartello con cognome, nome e stato d'origine di un militare caduto del Vietnam. La sfilata che durerà 48 ore e che sarà poi seguita domani da una grande dimostrazione di massa contro la guerra vietnamita è stata aperta da un vedova di guerra ventitreenne. I dimostranti marciano in fila indiana verso il Campidoglio, davanti al quale sono state collocate 12 bare, nelle quali, ad uno ad uno, i dimostranti depongono i loro cartelli con i nomi dei caduti. La marcia si svolge nel più assoluto silenzio scandita dal ritmico rullio di  tamburi ricoperti da un drappo nero" (Comun. Ansa, 14 Nov, 1969, ore 21.26)

27 SETTEMBRE - A turbare nuovamente la tranquillità a Roma , arriva in Italia nuovamente il presidente degli Stati Uniti RICHARD NIXON. L'accoglienza che gli viene riservata non è molto diversa da quella fattagli il 2 marzo del 1969. Stesso copione. Si svolgono numerose manifestazioni di protesta in città e in Piazza San Pietro quando il Presidente si reca in visita a Papa Paolo VI. E non solo i non credenti protestano, ma sono scandalizzati gli stessi cattolici per le ambiguità del Vaticano.

La guerra in Vietnam, con l'invasione della Cambogia sta diventando ancora più cruenta e repressiva, visto che si è formato in aprile nel Laos, in Cambogia, in Vietnam del Sud, il grande movimento del Fronte di liberazione dell'Indocina, che sta coordinando le attività su tutto il Paese, rendendo problematici gli interventi americani nonostante i grandi mezzi e gli uomini impiegati. E proprio per far tornare a casa questi ultimi continuano in America le manifestazioni, che sono ormai oceaniche e che la guardia nazionale a stento controlla. In maggio cento città della confederazione Usa hanno manifestato contro la guerra in Vietnam, provocando scontri e decine di morti e feriti; mentre a Washington si ripete la grande dimostrazione dello scorso anno, ancora piu' imponente e con alcuni momenti critici durante gli scontri con i cosiddetti "difensori della società".

Gli stessi rapporti fra il presidente Nixon ed il congresso sono molto difficili. Il 3 novembre alle elezioni legislative, sia al senato che alla camera la maggioranza è ormai democratica.

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