Vita cristiana: come un assetato di denaro si è liberato dalla schiavitù del denaro

Persi l’occasione di essere salvato da Dio perché ero acciecato dall’avarizia
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Mia moglie mi disse: “Non riesci a camminare con la schiena dritta. Vai all’ospedale domani!”. Io, però, per non arrestare i miei guadagni, non trovavo mai un momento buono per farmi vedere da un dottore.

“Tieni più ai soldi che alla tua stessa vita! La zona lombare ti fa così male che a malapena riesci a girarti nel letto di notte, e al lavoro non riesci ad alzarti. Vai subito all’ospedale”, disse mia moglie. Date le continue pressioni, non ebbi altra scelta che trovare del tempo quel giorno per andare all’ospedale e fare degli esami. Risultò che avevo un’ernia del disco ed ero gravemente anemico. Il dottore mi suggerì di riposare di più e di non fare più straordinari. Se avessi continuato a lavorare come stavo facendo, non sarei più stato in grado di raddrizzare la schiena e sarei rimasto paralizzato più avanti nella vita. Le parole del dottore furono un fulmine a ciel sereno.

Tornato a casa, pensai a quanto avessi faticato per anni senza realizzare i sogni che mi portavo dietro da tanto, e per giunta ammalandomi col rischio di restare paralizzato. In quel momento gridai in cuor mio: “Perché le cose sono andate così? È sbagliato se voglio diventare ricco? Perché vivo nel dolore?”. Le lacrime iniziarono a scendermi sulle guance, incontrollate, e non potei fare a meno di ripensare al passato…

Per guadagnare più soldi, lavoravo anche quando ero malato

I miei genitori, entrambi contadini, provvidero alla nostra famiglia e pagarono le rette scolastiche faticando molto nelle loro attività agricole. Ciò nonostante, vivemmo una vita povera. Ogni volta che vedevo le persone ricche del mio villaggio comprare tutto ciò che volevano, vivere una vita agiata e parlare orgogliosamente, li invidiavo profondamente e credevo che avere tanti soldi fosse davvero una bella cosa, perché mi avrebbe permesso di condurre la stessa vita di chi appartiene all’alta società ed essere ammirato dagli altri. Pertanto, presi una tacita decisione: quando fossi cresciuto, avrei guadagnato tanti soldi e avrei vissuto una vita agiata. Inoltre, quando avevo delle difficoltà mi spronavo ad andare avanti con l’idea che “Il denaro non è tutto, ma senza non si fa nulla”.

Dopo essermi sposato iniziai a lavorare in una fabbrica di macchine private; la paga era buona. Anche se l’ambiente non era il massimo (l’officina era rumorosa e l’aria era piena di polveri di ferro e alluminio), ed eravamo costretti ad indossare la mascherina tutto il giorno, se avessimo lavorato sodo avremmo potuto guadagnare di più. Finché fossi stato volenteroso di lavorare sodo, avrei potuto guadagnare due volte tanto quello che guadagnavano gli altri. A quel tempo, in fabbrica, il primo turno andava dalle 8:00 alle 18:00 mentre l’ultimo andava dalle 18:00 alla 1:00 della mattina dopo. Per guadagnare di più, quando avevo il primo turno arrivavo prima di tutti gli altri, e mentre loro si riposavano dopo pranzo, io mi affrettavo alle macchine per continuare il lavoro; quando facevo l’ultimo turno, invece, mi fermavo sempre più degli altri. Tornavo a casa solo quando vedevo arrivare i colleghi del primo turno.

Una volta, a turno terminato, dopo che tutti i miei colleghi se n’erano andati, rimasi da solo a lavorare in un’officina di oltre 1.000 metri quadrati. Anche se essere lì da solo mi spaventava un po’, il pensiero dei soldi extra mi fece passare subito la paura. Dopo le 3:00 del mattino faticavo a tenere gli occhi aperti. Avevo paura che avrei potuto fabbricare prodotti non conformi, e avevo anche più paura di maneggiare male macchine e attrezzi e causare, quindi, dei rischi per la mia sicurezza, perciò mi diedi un bel pizzicotto sul braccio per darmi una svegliata. Passate le 5:00, una guardia della sicurezza mi vide mentre controllava l’officina e disse in tono brusco: “Cosa sta facendo?! C’è solo lei qui a lavorare. La sicurezza non va presa sottogamba. Raccolga le sue cose e vada a casa!”. Dopo essere stato obbligato dalla guardia a lasciare la fabbrica, io, stanco e affamato e con la testa che mi girava, me ne tornai a casa con la schiena dolorante. Ero così stanco che faticavo a tenere gli occhi aperti e le gambe erano deboli, ma riuscivo solo a pensare che mancavano tre ore all’inizio del primo turno, che equivalevano a un sacco di soldi persi perché me ne stavo andando a casa a dormire. A volte mi chiedevo perché mi ostinavo a stancarmi così tanto. Se avessi lavorato meno, come i miei colleghi, mi sarei sentito rilassato? Ad ogni modo, quando ritirai lo stipendio e vidi che era più alto di quello dei miei colleghi, fui molto felice e ritrovai la forza di fare gli straordinari. Pensai che se avessi continuato così, presto avrei potuto comprare una casa e una macchina, sarebbe stato meraviglioso!

Un pomeriggio di giugno del 2012, proprio mentre stavo per iniziare gli straordinari dopo pranzo, d’improvviso il mio naso iniziò a sanguinare e non riuscivo a farlo smettere. Non potei fare altro che recarmi all’ospedale per farmi vedere. Il dottore mi disse che avevo il setto nasale deviato e avrei avuto bisogno di un’operazione. Mi pianse il cuore al pensiero di pagare 8.000 yuan (poco più di 1000 euro) per l’operazione, perciò iniziai a pianificare il modo di rifarmi di quella spesa ancor prima di lasciare l’ospedale. Più ci pensavo, più volevo andarmene. Dopo due giorni di flebo e due trattamenti, il terzo giorno tornai alla fabbrica per fare il secondo turno. Vedendomi con la faccia gonfia, tanto che quasi non riuscivo ad aprire gli occhi, capo e colleghi dissero che tenevo più ai soldi che alla mia vita e mi suggerirono di pensare alla salute prima di tornare al lavoro. Io però ero acciecato dall’avarizia, perciò non credevo di aver fatto niente di strano. Pensavo: “Se non faccio soldi quando sono giovane, quando arriverò a vivere una vita agiata?” Tuttavia, visto l’ambiente malsano e il caldo, il mio naso era a rischio di infezioni e per questo il capo mi convinse a prendermi due settimane di riposo, dicendomi che se mi fossi preso un’infezione avrei speso più soldi di quanti ne avevo guadagnati in quei giorni. Le sue parole mi parvero ragionevoli. Se avessi avuto una ricaduta avrei speso molto di più, perciò non ebbi altra scelta che andare a casa.

Persi l’occasione di essere salvato da Dio perché ero acciecato dall’avarizia

Quando tornai alla mia città natale e mia madre vide fino a che punto avevo danneggiato il mio corpo per far soldi, mi disse: “Figlio mio, le persone spesso dicono cose come ‘Se è destino che tu abbia qualcosa, alla fine la avrai; se non è destino che tu la abbia, non continuare a chiederla’. Non dobbiamo paragonarci agli altri. Andiamo avanti come possiamo, e va benissimo”. Le parole di mia madre mi incuriosirono; mi sembrava cambiata. In passato era solita dirci di come tizio avesse comprato una casa e caio una macchina. Ci chiedeva anche di guadagnare di più per non essere inferiori agli altri e non essere guardati dall’alto in basso. Come mai ora aveva un’attitudine diversa? Dopo un po’, mi disse: “Figlio mio, ora credo in Dio. Leggendo le Sue parole, ho capito che la ricchezza che accumuliamo in questa vita è prestabilita da Dio e questo fatto non può essere modificato. Perché non leggi anche tu le parole di Dio?”. Pensai: “La società è basata sul denaro. Non ho nemmeno tempo a sufficienza per guadagnare, come posso averne per credere in Dio? Non so se la ricchezza di una persona è decisa da Dio; quello che so è che sono giovane e che dovrei usare questi anni preziosi per far soldi”. Visto il mio pensiero, risposi a mia madre: “Mamma, credere in Dio è una cosa buona. Vedo che la tua attitudine mentale è molto migliorata. Io, però, sono impegnato ogni giorni a far soldi: non ho tempo. Puoi credere in Dio con papà”. Dopo quell’incontro, mia madre mi predicò il Vangelo molte volte. Io, però, lasciavo che mi entrasse da un orecchio e mi uscisse dall’altro.

Dopo due settimane, essendomi rimesso quasi del tutto, tornai alla fabbrica e ripresi a lavorare giorno e notte per guadagnare di più. Un giorno, proprio quando stavo per bere un po’ d’acqua al termine del turno, sentii dei rumori all’esterno dell’officina. Incuriosito, andai a vedere di cosa si trattasse. Rimasi esterrefatto. Uno dei nostri saldatori, che era solito mangiare con noi a pranzo, giaceva su una barella, pallido e con l’espressione addolorata e rassegnata, si lamentava e aveva la coscia sinistra coperta da un pezzo di tessuto. I soccorritori lo portarono via immediatamente. In seguito, venni a sapere dai colleghi che voleva aumentare il ritmo di lavoro per guadagnare più soldi, e per questo aveva iniziato a lavorare su un pezzo prima che fosse saldato del tutto, ma il pezzo era caduto e gli aveva rotto l’osso della gamba. Era proprio vero: “Gli incidenti capitano, la vita è imprevedibile”. Proprio l’altro giorno era allegro e di compagnia, e guarda cos’è successo. La cosa però non arrestò la mia corsa al denaro. Mi dissi semplicemente di stare attento quando lavoravo.

A causa dell’ambiente rumoroso dell’officina, il mio udito peggiorò. La cosa mi causava ansia, perché avevo paura che potesse portare a qualche incidente, oppure a una sanzione per aver fabbricato pezzi non conformi. Il mio livello d’ansia era sempre molto alto. Per giunta, iniziai di nuovo ad avvertire dolore alla zona lombare. Ma la mia sete di denaro era talmente grande che continuai a lavorare sodo. Tuttavia, mia moglie non condivideva e spesso diceva che mi importava solo del denaro, e non di lei e di nostro figlio, perciò litigavamo spesso. Ero indifeso e sentivo così tanto dolore…

Ricordando tutto ciò e pensando alla mia diagnosi di ernia del disco, e a come avrei potuto restare paralizzato, non potei fare a meno di lasciarmi sfuggire un lungo sospiro. Pensai: “Bene, tutto ciò è successo perché ho lavorato troppo. Pensavo solo a guadagnare, ho persino trascurato la mia salute. Mia moglie aveva ragione: mi importa più del denaro che della mia stessa vita”.

A causa del dolore alla schiena, dovetti smettere di lavorare.

Ancora una volta, nel mezzo della confusione e dell’agonia, Dio mi mostrò misericordia

Quando tornai alla mia città natale nel giugno del 2013, a casa mia c’era un raduno di fratelli e sorelle. Quando mia madre disse loro del mio disagio, essi mi parlarono con molta pazienza. Questa volta decisi di mettere a tacere il mio animo e ascoltare con attenzione, invece di rifiutarmi a priori. Sentii queste parole di Dio: “L’Onnipotente ha pietà di questi esseri umani che soffrono profondamente. Allo stesso tempo, Egli è stanco di queste persone senza consapevolezza, perché deve aspettare troppo a lungo per ricevere una risposta da loro. Egli vuole cercare, cercare il tuo cuore e il tuo spirito. Vuole portarti acqua e cibo e svegliarti, in modo che tu non abbia più né sete né fame. Quando sarai stanco e quando comincerai a sentire la desolazione di questo mondo, non essere perplesso, non piangere. Dio Onnipotente, l’Osservatore, accoglierà il tuo arrivo in qualsiasi momento”, e percepii una meravigliosa sensazione di calore nel mio cuore: Dio mi stava chiamando. Dio conosce le sofferenze di ognuno di noi. Mi ha visto vivere in agonia e si è servito dei fratelli e delle sorelle per predicarmi il Vangelo. L’evento mi toccò profondamente. Poi, i miei genitori mi parlarono a lungo della parola di Dio, il che mi permise di capire che solo presentandoci davanti a Dio e ascoltando le Sue parole possiamo ottenere la Sua cura e le Sue benedizioni. Di conseguenza, accettai il Vangelo del Regno di Dio e iniziai subito a vivere una vita di Chiesa nella città in cui lavoravo. Nel tempo libero mi riunivo con i fratelli e le sorelle per cantare inni di lode: mi sentivo sollevato e libero. Non facevo più straordinari come in passato. A poco a poco, la mia schiena migliorò. Ciò mi fece sentire l’autorità e il potere delle parole di Dio, nonché l’importanza che esse avevano per me. Tuttavia, la mia comprensione della verità era talmente superficiale che non riuscivo a riconoscere i trucchi utilizzati da Satana per ferire le persone, perciò vedere uno stipendio alto mi rendeva ancora felice, mentre quando era basso cercavo di nuovo di fare straordinari per alzarlo. Così facendo, ebbi sempre meno tempo per leggere le parole di Dio; non riuscivo più nemmeno a quietare il mio animo durante gli incontri, ai quali ormai partecipavo due volte a settimana. Pensavo solo a guadagnare di più. In breve tempo mi ritrovai di nuovo a vivere nel dolore, senza sapere come liberarmene.

Non sono riuscito a comprendere la vera essenza del denaro e sono caduto di nuovo in tentazione

In un attimo, passarono sette mesi. Durante un incontro, i fratelli e le sorelle mi lessero un passo delle parole di Dio che concerneva il mio continuo enfatizzare il guadagno: “‘I soldi fanno girare il mondo’ è la filosofia di Satana e prevale in ogni società umana. Potreste dire che è una tendenza perché è stata inculcata a tutti e ormai è impressa nel loro cuore. Le persone sono passate dal non accettare questo detto al farci così tanto l’abitudine che, quando sono entrate in contatto con la vita reale, a poco a poco l’hanno approvato tacitamente, ne hanno riconosciuta l’esistenza e infine gli hanno dato il loro benestare. […] Non pensate forse che non sareste in grado di sopravvivere senza denaro in questo mondo, che sarebbe impossibile anche solo per un giorno? (Sì.) Lo status e la rispettabilità degli individui dipendono da quanti soldi hanno. La schiena dei poveri è piegata dalla vergogna, mentre i ricchi si godono il loro status elevato. Camminano orgogliosamente a testa alta, parlano con voce tonante e vivono con arroganza. Che cosa portano questo detto e questa tendenza alle persone? Molte non considerano il guadagno economico un obiettivo degno di essere conseguito a ogni costo? […] Satana non è subdolo quando usa questo metodo e questo detto per corrompere l’uomo fino a questo punto? Non si tratta di un perfido stratagemma? Man mano che passi dall’obiettare questo detto popolare all’accettarlo come verità, il tuo cuore finisce completamente nelle grinfie di Satana, e dunque impari tuo malgrado a vivere secondo questo criterio”.

Poi, discussero con me. Il loro discorso mi permise, finalmente, di comprendere qualcosa in più: “I soldi fanno girare il mondo”, “Il denaro non è tutto, ma senza non si fa nulla”, “Il denaro è al primo posto” e così via, quelle erano tutte leggi di sopravvivenza di Satana, i metodi con cui ci alletta e ci corrompe. Una volta che accettiamo quei pensieri e quelle prospettive, i nostri cuori verranno invasi dal denaro e noi lo considereremo la cosa più importante di tutte. Piangiamo e ridiamo in funzione del denaro, siamo disposti a tutto per averlo, persino a pagare con la vita. Non mi comportavo forse anche io così? Fin dalla mia infanzia, ero stato sotto l’influenza di pensieri satanici come “Il denaro non è tutto, ma senza non si fa nulla”, perciò per me il denaro era più importante di qualsiasi altra cosa. Correvo di qua e di là, mi impegnavo e lavoravo pure quando avrei dovuto dormire, tutto per avere più soldi. Il secondo turno finiva all’una del mattino, ma io volevo restare lì da solo per lavorare di più. Lavoravo fin quando non vedevo arrivare i colleghi del primo turno. Sempre per guadagnare di più, tre giorni dopo l’operazione ero tornato al lavoro, ma alla fine avevo avuto timore di dover spendere molto di più se avessi contratto un’infezione, perciò avevo smesso di lavorare per riprendermi. Anche se ero esausto e non riuscivo nemmeno a raddrizzare la schiena, per guadagnare di più mi ero sforzato comunque di lavorare. Era vero, per me il denaro era più importante della mia stessa vita. Dio non poteva tollerare di vedermi nelle grinfie di Satana, perciò mi riportò a Lui e mi permise di accettare la Sua salvezza tramite i miei genitori, e i fratelli e le sorelle, che mi hanno predicato il Vangelo molte volte. Tuttavia, poiché quelle filosofie sataniche erano radicate nel mio animo, senza saperlo avevo ricominciato a sforzarmi per guadagnare e avevo persino fatto a gara coi colleghi per avere più lavoro, e per questo non avevo avuto tempo di partecipare agli incontri e leggere le parole di Dio. Ora l’avevo capito: Satana usa i soldi per indurmi a rifiutare Dio e alla fine mi inghiottirà, facendomi perire con esso. Satana è davvero insidioso e maligno!

Dopo aver compreso tutto ciò, inizia a pregare Dio con costanza e a leggere le Sue parole ogni giorno. A poco a poco, riuscii di nuovo a quietare il mio animo agli incontri. Questa volta pensavo di essere riuscito a sottrarmi al dominio del denaro, e che non sarei più stato ingannato da Satana. Tuttavia, poiché non avevo una vera comprensione dell’essenza del denaro, messo di fronte ai fatti fui di nuovo risucchiato nel vortice del denaro.

Alla fine del 2015, quando vidi che il marito di mia sorella maggiore aveva comprato casa e che un mio collega aveva comprato la macchina, il mio cuore fece un balzo e pensai: “Non posso restare indietro, dovrei sbrigarmi e fare più straordinari, ora che c’è tanto lavoro, e poi ho dei risparmi, perciò presto anche io potrò comprare una casa e una macchina”. Tornai al mio vecchio stile di vita fatto di sforzi mirati a guadagnare di più. I miei problemi di salute tornarono, e con essi il dolore.

Ho compreso la verità, non sono più assetato di denaro

Non molto tempo dopo, uno dei miei colleghi stava lavorando fuori orario al tornio quando si tagliò un dito; era troppo stanco e stava prestando poca attenzione. Dal suo dito sprizzava sangue e si poteva vedere l’osso. Le cure ospedaliere gli costarono 30.000 yuan (3.830 euro) per due giorni di trattamenti. Subito dopo quell’episodio, venni a sapere che mio zio, che lavorava in una miniera di carbone, era morto per avvelenamento da gas: aveva finito il turno ma si era offerto di coprire quello del suo collega per guadagnare di più. Questi due avvenimenti mi scossero profondamente e pensai: “Ritengo il denaro importantissimo e voglio sempre lavorare di più per fare più soldi per comprare una casa e una macchina e per essere sopra gli altri. Ma il mio desiderio si avvererà davvero se continuo a fare così tanti straordinari? Ricordo che il Signore Gesù una volta disse: ‘E che gioverà egli a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua? O che darà l’uomo in cambio dell’anima sua?’ (Matteo 16:26) Esatto! Che senso ha avere tanti soldi se uno poi perde la vita? La nostra vita è molto più importante del denaro. È un principio basilare! Ma allora, perché, di fronte al denaro, prendiamo la vita alla leggera? Anche mio zio e il mio collega la pensavano così. Se fossi esausto per molto tempo, non correrei forse il rischio di essere coinvolto in incidenti o addirittura di perdere la vita, proprio come loro?”. Più ci pensavo, più saliva la paura. La cosa che faticavo di più a comprendere era il motivo per cui venivo sempre involontariamente tentato dal denaro, anche se sapevo dalle parole di Dio che è un mezzo di Satana per nuocere all’umanità.

Vidi queste parole di Dio: “Quando si hanno delle proprietà, si crede che i soldi siano il proprio pilastro, la propria risorsa nell’esistenza; quando si ha lo status, vi si rimane saldamente aggrappati e si rischierebbe la vita per esso. Soltanto quando le persone stanno per abbandonare questo mondo si rendono conto che le cose che hanno perseguito per tutta la vita sono solo nuvole passeggere, impossibili da tenersi stretti e da portare con sé, incapaci di esonerarle dalla morte e di offrire compagnia o consolazione a un’anima solitaria sulla strada del ritorno e, soprattutto, di donare all’uomo la salvezza e di permettergli di trascendere la morte. La fama e la fortuna che una persona acquisisce nel mondo materiale danno una soddisfazione temporanea, un piacere passeggero, un falso senso di tranquillità, e fanno smarrire la strada”.

Ogni parola di Dio è verità. Dalle parole di Dio ho capito che la ragione per cui mi impegnavo così tanto per il denaro era perché non ne avevo colto la vera essenza. Avevo sempre pensato che coi soldi sarebbe arrivata la fama, che gli altri mi avrebbero portato rispetto, che sarei stato superiore a loro, che avrei vissuto il mio stile di vita di lusso a testa alta. Non avevo capito che il denaro ci porta solo soddisfazione e gioia temporanee, mentre il nostro cuore rimane vuoto, e che il denaro non ci permette di vivere una vita significativa. Poi pensai a cantanti famosi e star: anche se hanno un mucchio di soldi e molto prestigio e le persone li ammirano, in cuor loro si sentono comunque miserabili e vuoti, per questo cercano emozioni e riempiono il vuoto che hanno nel cuore scommettendo o assumendo droghe. Alla fine, finiscono sul lastrico e le famiglie si separano, e alcuni di loro si suicidano pure per mettere fine alla loro vita insulsa. Solo allora vidi davvero che non possiamo fare affidamento per sempre su fama e denaro, perché non ci garantiscono una vita felice e migliore di quella degli altri. Non è altro che un mezzo di Satana per vincolarci e affliggerci, per renderci schiavi del denaro senza che ce ne rendiamo conto, così che non riusciamo più a godere della felicità della vita e a conoscerne il significato.

Le parole di Dio dicono: “A prescindere dalle differenze di capacità, di quoziente d’intelligenza e di forza di volontà, gli uomini sono tutti uguali davanti al destino, che non fa distinzione tra il grande e il piccolo, l’alto e il basso, il nobile e l’umile. Quale professione si intraprende, cosa si fa per guadagnarsi da vivere e quanta ricchezza si accumula nella vita sono aspetti che non vengono decisi dai genitori, dai talenti, dagli sforzi o dalle ambizioni, bensì prestabiliti dal Creatore”, “Soltanto quando si accetta la sovranità del Creatore, quando ci si sottomette alle Sue orchestrazioni e disposizioni e si cerca la vera vita umana, ci si libererà gradualmente da tutto il dolore e da tutta la sofferenza e ci si scrollerà di dosso tutta la vacuità della vita”.

Le parole di Dio mi fecero comprendere che la ricchezza che una persona accumula in vita non dipende dalle sue capacità e dai suoi sforzi, bensì è predeterminata da Dio. Inoltre, ciò che Dio ci dona è più che sufficiente, ma i nostri desideri, le nostre ambizioni sono così forti che non siamo mai contenti. Ciò che Dio mi aveva dato era abbastanza, ma a me non stava bene e volevo sempre di più. Quando per curarmi ho speso i soldi che avevo guadagnato rimettendoci in salute, ho capito davvero che la ricchezza che sarò in grado di accumulare in questa vita è decisa da Dio. Dopo aver compreso ciò, presi una tacita decisione: avrei abbandonato i miei desideri e le mie ambizioni, non avrei più guardato il denaro come il mio primo obiettivo e non ne sarei più stato schiavo. Invece, avrei trattato il denaro in modo razionale e avrei accettato e obbedito al dominio del Creatore su di me e alle Sue disposizioni per me. Era la scelta più saggia.

L’illuminazione ricevuta dalle parole di Dio mi ha reso testimone

Per un periodo ci fu poco lavoro alla fabbrica, perciò io e i miei colleghi facemmo i turni per lavorare. Una mattina stavo per iniziare il turno quando scoprii che un collega me lo aveva rubato. Insieme al turno, ovviamente, mi aveva rubato anche la paga relativa. In quel momento ero così arrabbiato che volevo andare lì, prenderlo a male parole e riprendermi il turno, ma poi pensai che un tale comportamento non sarebbe stato conforme alla volontà di Dio. Perciò, pregai Dio in silenzio nel mio cuore e Gli chiesi di proteggermi, di fare in modo che non litigassi con il mio collega per la paga. Subito dopo, pensai a queste parole di Dio: “L’atteggiamento di Giobbe verso le sue proprietà ne rivela la vera umanità: prima di tutto, non era un uomo avido e non era esigente nella sua vita materiale. Secondo, non si preoccupò mai e non temette mai che Dio gli avrebbe tolto tutto ciò che possedeva, e questo era il suo atteggiamento interiore di obbedienza nei confronti di Dio; non vantava pretese o rimostranze su quando o se Dio gli avrebbe tolto qualcosa e non chiedeva il perché, ma cercava solo di obbedire alle Sue disposizioni. In terzo luogo, non aveva mai creduto che i suoi beni fossero il frutto delle sue fatiche, ma che gli fossero stati concessi da Dio. Questa era la fede in Dio di Giobbe, ed è la dimostrazione delle sue convinzioni”.

Riflettendo sulle parole di Dio ebbi una rivelazione improvvisa: quando Giobbe affrontò la sua prova più grande (tutto il suo bestiame rubato dai banditi), non rivolse a Dio nemmeno una parola di lamento; invece, scelse di obbedire. Quando Dio gli donò grande ricchezza, lui non godette di tutte quelle cose. Giobbe credeva fermamente che “Jahvè ha dato e Jahvè ha tolto”, perciò non era preoccupato di ciò che Dio avrebbe potuto prendergli dalle mani, ma si prostrò in terra e obbedì interamente nell’ambiente che Dio aveva creato per lui. Inoltre, fece affidamento sulla sua perfetta sottomissione a Dio per rispondere al subdolo schema di Satana. Tuttavia, quando io avevo affrontato questo evento insignificante, ero intenzionato a litigare coi miei colleghi. Non ero forse ancora controllato dal denaro? Potevo portare qualche testimonianza? Quel pensiero mi fece vergognare. La rabbia si placò, io non mi sentivo più scoraggiato. Dopo quell’episodio, parlando con altri colleghi, venni a sapere che il collega aveva acceso un mutuo per comprare una casa e doveva ripagare il suo prestito mensile di oltre 2.000 yuan. Si sentiva sotto pressione e sembrava sempre molto nervoso. Perciò, per guadagnare di più ed essere in grado di estinguere il mutuo, faceva a gara con gli altri colleghi per avere più lavoro e viveva nel dolore.

Da allora in poi non vissi più per il denaro, ma per cercare la volontà di Dio in tutte le cose, per mettere in pratica le parole di Dio e obbedire alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni. Andavo e tornavo dalla fabbrica a orari normali, non ero più in competizione coi miei colleghi, mi concentravo sul mio lavoro e, di conseguenza, ne migliorai qualità ed efficienza. Sebbene lavorassi meno di prima, il mio stipendio era il più alto. Molti colleghi mi chiesero, curiosi: “Prima eri sempre in competizione per avere più lavoro e ti impegnavi tanto per fare un sacco di straordinari. Cosa è cambiato? Sei completamente diverso. Chi ha fatto in modo che dessi più valore alla tua vita che ai soldi? Ti invidiamo davvero. Lavori le ore giuste ma il tuo stipendio è più alto”. Quando tornavo a casa, mia moglie non discuteva più con me per via degli straordinari. Nel tempo libero mi aprivo con lei e le parlavo, la aiutavo a cucinare, a fare il bucato, lavare il pavimento e così via. A poco a poco, il nostro rapporto divenne armonioso. Mi disse, felice: “Sei cambiato. Non pensi più solo al denaro, ora ti prendi cura di me e di nostro figlio. Mi aiuti persino a fare i mestieri”. Sentendo le parole di mia moglie e dei miei colleghi, ringraziavo Dio di continuo per la Sua salvezza. Erano state le parole di Dio che mi avevano cambiato e mi avevano permesso di vedere la vera essenza dei soldi, di dire addio alla vita da schiavo del denaro e di liberarmi dai trucchi di Satana. In seguito, mi ripresi completamente dalla lombalgia e il mio atteggiamento mentale migliorò molto. Ora vivo seguendo il corso della mia vita predisposto dal Creatore, obbedisco al dominio e alle disposizioni del Creatore e svolgo il mio dovere di essere creato. Ogni giorno mi sento a mio agio e in pace. Grazie Dio. Gloria a Dio!

Fonte: Investigare la Bibbia

Vita cristiana: come un assetato di denaro si è liberato dalla schiavitù del denaroultima modifica: 2019-06-10T18:25:04+02:00da liuming