Nessuna conseguenza

Questa la urlo a te che sei il mio passato
Questa la ripeto a me nel mio presente
Questo sarò nel mio futuro.

 

 

 

 

 

A te che mi dicevi ma tu dove vuoi andare che non conosci il mondo
e ti puoi fare solo male ancora hai troppe cose da imparare
devi solamente stare zitta e ringraziare

Parlando mi dicevi tutto questo e molto altro
guardandomi ogni volta dall’alto verso il basso
perché non pensavi che avrei avuto un giorno il coraggio

E mi sembrava di restare ferma al punto di partenza
di non essere capace di bastare mai a me stessa
di non avere una certezza
di non essere all’altezza

E invece pensa
nessuna conseguenza
di te so stare senza
non sei necessario alla mia sopravvivenza
E invece pensa
io non mi sono persa
di quel che è stato non resta
nessuna conseguenza

E ripetevi tutto questo con quell’aria da padrone
convincendomi a pensare che io avevo torto e tu ragione
ma lo sai alla fine che l’amore
se lo tieni chiuso a chiave guarda altrove

Come se accontentarmi fosse la scelta migliore
come fosse troppo tardi sempre per definizione
come se l’unica soluzione fosse quella di restare

E invece pensa
nessuna conseguenza
di te so stare senza
non sei necessario alla mia sopravvivenza
E invece pensa io non mi sono persa
di quel che è stato non resta
nessuna conseguenza
nessuna conseguenza
di quel che è stato non resta
nessuna conseguenza

A te che mi dicevi ma tu dove vuoi andare
che non conosci il mondo e ti puoi fare solo male
ancora hai troppe cose da imparare
devi solamente stare zitta e ringraziare

E invece pensa
nessuna conseguenza
di te so stare senza
non sei necessario alla mia sopravvivenza
E invece pensa io non mi sono persa
di quel che è stato non resta
nessuna conseguenza
nessuna conseguenza

Di quel che è stato non resta
nessuna conseguenza

La ragazza con la valigia

Mi accorsi di lei in un momento non meglio precisato.
Non per una particolare bellezza o un comportamento inusuale.
Ma per la sua purezza assoluta.
La definirei una ragazza ,anche se forse era ormai una donna all’ anagrafe.
Il viso morbido e pennellate di sangue sulle dita.
Se ne stava seduta su una panchina, davanti alla grande vetrata che divideva l’area d’aspetto dai treni.
Era così tenera nel suo trench nero e i suoi grandi occhiali scuri, ne sottolineavano un nasino infantile e labbra insolenti e ingenue.
La guardavo mentre scriveva sulla sua agenda, immersa in un chiassosa musica che le usciva dalle orecchie.
Si guardava intorno come qualcuno che non aveva mai visto prima l’imponenza di quella  stazione
 
Fantasticai…
 
Chissà su quel diario cosa scrivesse.
Una lettera d’amore?
O forse riflessioni di una giornata diversa.
Così nella mia mente quella ragazza con la valigia aveva appena salutato un uomo.
Un uomo che non poteva avere.
O forse non voleva avere ,non sapendolo ancora.
 
Aveva un espressione assolutamente pacifica e triste.
La stessa tristezza di due amanti nel darsi l’ultimo bacio.
 
La immaginavo con le manine minute accarezzare il petto e il viso di un uomo tanto più grande di lei.
La immaginavo a fare discorsi interessanti con una saccenza diretta di chi nella vita ha le idee chiare, quando si tratta della vita di qualcun altro però.
La immaginavo con gli occhi lucidi mentre ripensava allo sguardo di lui che la guardava come un essere speciale e questo la rendeva felice, compresa.
Ripensava all’odore di maschio che lui le aveva lasciato addosso.
La sua tristezza era come quella di chi cerca di scacciare la malinconia nell’ultimo giorno di vacanza sapendo che all’indomani la scuola avrebbe ripreso
Lei che baciava quell’uomo con la stessa naturalezza  di una figlia che bacia il proprio padre ma con l’ ardente passione di due giovani innamorati da troppo lontani.
Quella ragazza non era innamorata ,ma aveva dato tutta se stessa a quell’uomo e questo la destabilizzava.
Una tristezza profonda che le faceva sentire ogni singolo capillare nel suo corpo.
O forse aveva solo bisogno di essere triste per riuscire a capire quanto speciale fosse.
Perché ragazze come lei non ce ne erano molte.
Lei era l’emozione, la semplicità, la purezza, la fragilità.
Si svestiva di tutto quando era con lui.
Ma una volta sola, quella nudità non riuscì a gestirla.
Ed era lento il rivestirsi, troppo perché lei non sentisse il freddo pungente della solitudine.
 
Guardai quella ragazza riflessa sulla vetrata per molto, finchè non mi accorsi che l’unica sagoma ancora impressa su quella fredda parete, era la mia.

Indiscutibilmente bello

Vi attendo dietro questa porta,al buio.
Sento il rumore della maniglia che si muove.
Siete arrivato.
Vi aspettavo,è vero,ma non me lo aspettavo.
-Ci siete?
Esco,intravedo in quella intensa penombra la figura di un uomo,voi.
Allungate la vostra mano ,pronta a stringere la mia ,mi prendete verso di voi.
Un bacio atteso da molto ,finalmente giunto.
Ha il sapore del desiderio ,della smania,dell’ingordigia,di voi,di noi.
Un piacere così intenso non si può spiegare.
Inutile dire che le nostre mani cercano,vogliono,prendono.
Tutto è lecito,tutto è possibile.
E le parole,le parole,quelle parole che assolutamente ci hanno attratto l’uno verso l’altro.
Non vengono dette,ma la stanza ne è piena.
Le sentite? Le vedete?
Io si e ne sono persa.
Non riusciamo a trattenerci.
Dobbiamo ,vogliamo consumarci velocemente.
Nudi.
Vi assaporo,mi nutro della vostra essenza.
Vi inghiotto come il buio che ci inghiotte.
Buio che ci protegge che ci consente di essere C. e V.
Nessun imbarazzo.
Ora una piccola calda luce ci è concessa.
Vedo per la prima volta i vostri occhi e quel sorriso furbo e amabile.
Curiosi ci scrutiamo prendendo coscienza di ciò che siamo.
Vedete le labbra che pochi istanti prima vi suggevano l’anima.
Come è possibile che sconosciuti si ritrovino così a proprio agio?
E’ qualcosa che fatico a spiegarmi.
Siete in me e leggete dai miei occhi le parole che continuo a vedere.
Ne siamo immersi.
Perfetto,assolutamente,perfetto.
Poche ore assieme,poi l’addio o arrivederci o ciao….
E poi quella sensazione che mi prende ,mi assale,non sono capace di gestire.
Al buio,chiudete la porta dietro di voi.
Respiro le lenzuola ormai fredde e il vostro odore che si va perdendo.
E la testa si svuota,gli occhi si riempiono.
Forse questa è la reazione naturale a qualcosa che è stato indiscutibilmente bello.