D’io e di noi

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Il professor I. Penz è uno dei docenti di Idraulica del Pensiero più controversi ed affermati del mondo. Le sue teorie hanno la capacità di ridurre a dicerie quelle esistenti e di essere allo stesso tempo inattaccabili avendo la stessa credibilità scientifica di qualunque altra teoria. Come accadeva ad ogni sua conferenza, la sala era piena e c’ero anch’io.

“La Terra ha circa 4540 milioni di anni ma la domanda è: la vita, in qualunque sua forma, ha la stessa continuità ovvero la stessa età?” e fece una breve pausa facendo un largo giro d’orizzonte sui presenti. E’ la sua tecnica. Inizia ogni conferenza mettendo assieme due cose: una certezza scientifica ed una domanda del cazzo. Per lui, le domande del cazzo, sono quelle che nessuno si pone mai, ma la risposta può condurre a teorizzare qualcosa di completamente diverso dall’omologato e di altrettanto possibile. Nel suo giro d’orizzonte, lasciò per un paio d’attimi il suo sguardo nel mio e poi riprese a parlare.
“Scientificamente chi o cosa può impedirci d’ipotizzare che l’evoluzione abbia impiegato 999 milioni d’anni per portarci sin qua. Poi nel giro di un milione d’anni, per un motivo qualunque o per una somma di motivi qualunque, si è spenta ogni forma di vita sulla Terra e sono stati necessari altri 500 milioni di anni per smaltire e cancellare ogni traccia di quella vita. Riassumendo, 1500 milioni d’anni per inizio, sviluppo, fine e cancellazione di ogni traccia di quella vita che chiameremo Versione 1.0”.
Fece un’altra breve pausa, si versò un bicchiere d’acqua e ne attinse un sorso.
“A questo punto la Terra ha impiegato altri 999 milioni di anni per arrivare ad una forma di evoluzione che è stata perfettamente uguale a quella precedente ed ha diligentemente replicato un’altra volta i suoi bravi dinosauri, le Piramidi, l’Impero Romano, il Cristianesimo, la rivoluzione Francese, l’11 settembre e perfino i Mondiali di Calcio. Sì, perché dobbiamo dircelo, non c’è nulla di più monotono e ripetitivo dell’evoluzione. La fantasia non esiste e le passioni, di qualunque genere siano, sono solo una roba che ci siamo inventati per non finire in depressione. Una via di fuga. A questo punto, in appena un milione d’anni, finisce anche la Versione 2.0 della vita e la Terra, come aveva già fatto in precedenza, impiegherà altri 500 milioni di anni per smaltire e cancellare ogni traccia d’evoluzione compresi i nostri satelliti artificiali”.

Percepivo l’attenzione affascinata di una parte della gente in sala ma percepivo anche il disagio di quella parte della comunità scientifica che vedeva mettere in discussione i suoi teoremi e coglievo anche la loro invidia per la capacità comunicativa di quell’uomo che avevo conosciuto tre anni prima a Stoccolma. Mi ero fermata a parlare con lui durante l’incontro con la comunità scientifica nel dopo conferenza. Sono biologa e contestavo la sua teoria secondo la quale è la scimmia che è discesa dall’uomo e non viceversa. Mi chiese se potevamo continuare a parlarne a cena. Gli dissi di sì ed a cena parlammo di tutt’altro che di primati. Poi mi accompagnò in albergo e nemmeno là parlammo di scimmie. Tranne un breve accenno al mio pelo e al suo, impiegammo la notte a sgualcire le lenzuola del mio letto.

“Ora si potrebbe dire che la Terra è così cocciuta che ha ricominciato daccapo e dopo altri 500 milioni d’anni ci ha riportati di nuovo al punto in cui siamo. È vero. È proprio quello che è accaduto ma non perché la Terra sia testarda come certi amori ma soltanto perché, nella sua infinita e stupida semplicità, non sa fare altro o, forse, ripetendosi sempre uguale, ci conduce fino allo stesso punto per poi finire. Un circolo vizioso oltre il quale non si può andare. Un giallo piacevole e divertente che non finiremo mai di leggere. Una gran bella presa per il culo. È la vita, signori. Lo è anche nella sua Versione 3.0 e lo sarà anche nelle prossime. Nessun allarmismo però, perché se fosse vero che l’età della Terra è 4540 milioni d’anni e la mia teoria fosse esatta, vuol dire che ci vorranno altri 13 milioni d’anni per la fine del terzo giro. Perciò prendetevela comoda.”

Mentre tutta la sala applaudiva, rimasi seduta e gli mandai un messaggio:
“La vita, nella sua infinita e stupida semplicità, sa anche sorprenderci. Sono felice di scoprire che succederà di nuovo e non importa se dovrò aspettare altri 1500 milioni d’anni.”

D’io e di noiultima modifica: 2020-11-24T21:39:25+01:00da arienpassant

4 pensieri riguardo “D’io e di noi”

  1. Estremamente piacevole a leggersi, con quella parentesi erotica ad addolcire la rigorosità della disquisizione. Detto ciò, le mie suggestioni sono a letto già da un po’, ma in questo caso, a differenza del precedente, non ho bisogno di loro: di I. Penz sono scientemente certa 😉

  2. Dopo avere letto questo post, ieri sono andato al bar dove ho conosciuto una tipa interessante, l’ho fatta sorridere, gli è piaciuta una mia battuta e mi ha invitato al suo tavolino. Abbiamo chiacchierato soprattutto di musica, conosce un mucchio di gruppi poco noti che ascolto anche io. Abbiamo parlato più di un’ora e poi mi ha invitato a casa sua, vive da sola qui vicino. Abbiamo cenato a lume di candela, e ad un certo punto ho capito che la serata volgeva al meglio. Io ero tutto eccitato. Ad un tratto tira fuori un termoscanner e mi dice: “Prima di entrare, devo prenderti la temperatura”.

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