guinness

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Fino a ieri pensavo che “spesso dice più un silenzio che mille parole” fosse un record impossibile da battere ma, come tutto, anche i record, prima o poi, crollano.
Il nuovo record è: “spesso dice più un avatar che duemila parole”.

senza titolo

Stamattina mi sono svegliato ed il cielo è uno scarabocchio di nubi bianche, nere, pozzanghere di luce, rare macchie d’azzurro e crepe di sole. Un cielo confuso come mai. Nemmeno Freud sarebbe stato in grado di dargli una sistemata. Che poi, lo psicologo non è che ti risistema. E’ il suo onorario la parte più convincente. Quella che stimola la tua voglia a guarire in fretta. Prima di radermi, accarezzandomi con la schiuma con tutto il bene che mi voglio, mi son detto che la confusione è una brutta bestia e come faccio ogni tanto, ho improvvisato dei versi:

Silvia, rimembri ancora
L’ira funesta che infiniti addusse
Lutti agli Achei
Il mare, i giochi, le fate
Un bacio a labbra salate
Un fuoco, quattro risate
Ti prego, impara a leggere il silenzio del mio cuore
è intelletto sottil d’amore intendere con gli occhi.
Ora sai quale aiuto si son dati i nostri occhi:
i miei han disegnato il tuo ritratto e i tuoi per me
sono finestre al petto mio, laddove il sole
si diletta ad occhieggiare per ammirare te:
ma agli occhi manca l’anima per nobilitare l’arte,
tracciano quel che vedono, ignari son del cuore.
Tu chiedi che ne è di quell’amore?
Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so cosa intendi.

Bellissimi anzi di più, una gran figata, peccato che non li raccolga e li pubblichi. Come sottrarre qualcosa al patrimonio artistico da lasciare in eredità alle future generazioni, ma io sono fatto così.