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Come nube che fugge dal vento
Come nube che fugge dal vento
Dubbiosa ancora vivi dell’amor mio
Come già ti promisi
Ch’ardito leggi
Dicesti
Male intendesti
Se vuoi pace, o volto amato,
L’odio reo fuga da te!
Frammenti da “Agrippina” di F.Handel
Come nube che fugge dal vento
Dubbiosa ancora vivi dell’amor mio
Come già ti promisi
Ch’ardito leggi
Dicesti
Male intendesti
Se vuoi pace, o volto amato,
L’odio reo fuga da te!
Eppure in angolo retto
A guisa di sfilacciati momenti/tormenti
Lanuginose sillabe incandescenti propago
Di bellezza/tristezza
Avvinte in chiaroscuro tremulo
Abbandono in soglia/petto
Doppiopetto nerofumo
Che indossa l’alba
Di sera
Per travestirsi.
(C)
In vitaciclabile…
Orizzonte bipolare
2021
Tecnica mista
100 x 120 cm
Natura marina con gatto nascosto…
Transfert
Traslucido
Transfert
Trasumanare
In esiti trasversali
I labirinti del cuore
Ad estensione rettilinea
Vibrano di un impulso ferale
Impronte sfiorite
Sogni evanescenti
Petali di sentimenti feriti
Adagiati in soglia/sedazione
Di sublime lucida follia
Un bagliore d’umore
A sequenza binaria
Contro/avviene
La vita meravigliosa
Che ti porti a spasso
Lungo i viali notturni
Illuminati a giorno
Si librano repentini
E aggraziati
I fenicotteri rosa
Caricati a molla.
(c)
“Elfo”
Gouache e foglia d’oro su tavola
50 x 247 cm
artista: Laura Stella Ciantar
I luoghi insoliti della musica
Tu che mi guardi
Tu che mi guardi
Con la parte migliore
Del tuo occhio perlaceo
La pupilla a intermittenza/
Incandescenza di desiderio
A intesa/intensità variabile
Nell’essenza insondabile
Del pulviscolo d’ombra
Rammenta l’agonia del vento
Nel groviglio di vicoli e lacrime
La lontananza del sangue rappreso
In liquide paternità
Maternità disattese
Tu che intenta a partorirti
Ti guardi nascere/mai nata
Nell’alternanza sterile
Di un intento impossibile
E l’evidenza frenetica
Di una carta d’imbarco
Non rammentare dei trascorsi giorni
Soltanto la luce a tratti contesa
Dal buio sfibrante di parole opache
Addensate in nubi scroscianti
Di pensieri tempestosi
Perché un tempo
Nel deserto dell’anima
C’erano i prati
A colorare le distanze
E arcobaleni di farfalle
A rallentare i treni
Ché mai giungessero puntuali
A destinazione.
(c)
Stolidi cani abbaiano
Stolidi cani abbaiano
Mentre l’uomo della scala di seta
Scende veloce trascinandosi dietro
Valigie pazienti di cuoio sordido
E confortevoli orizzonti
Chiavi in mano
L’albero avvinghiato ai limoni
Si è scrollato di dosso
Il peso del suo gatto in agguato
E delle improvvide stelle
Cadenti dai rami.
(c)