Fire the bastards

Dicono che d’estate si legge di più. Non è vero. Si comprano più libri, questo sì, ma solo perché resiste la tradizione di portarsi un best seller in vacanza: il piacere della lettura non c’entra una mazza, direbbe l’amico Arien. I libri più venduti sono i romanzi, i meno venduti i libri difficili, ovvio. Ma siamo proprio certi dell’esistenza dei libri difficili? non sarebbe più corretto dire che ogni lettore sceglie in base al sostrato culturale, e che se tale sostrato è poca cosa opta per un titolo che non lo affatichi? Ora, posto che ognuno fa come gli pare e che scegliere un libro facile non è di per sé un disvalore, resta il problema dell’approccio sbagliato, e imperdonabile, che certa critica ha con i libri difficili. Illuminante a tal proposito quanto scrive Vanni Santoni recensendo Le peripezie di William Gaddis:

“Decisivo nella rivalutazione della Peripezie fu il critico Jack Green, con un pezzo uscito sulla rivista autoprodotta «Newspaper» e intitolato Fire the bastards, ovvero «licenziate quei bastardi», in cui i bastardi in questione erano i critici che avevano ignorato il romanzo o ne avevano parlato male; e tanto veemente fu Green nella difesa dello status di capolavoro delle Peripezie da essere accusato di essere egli stesso William Gaddis”.

Ecco, in questo momento vorrei essere Jack Green e fustigare la giuria del Premio Strega 2024, perché è lampante che quei signori il libro di Tommaso Giartosio, benché non lo abbiano ignorato, lo hanno letto solo in parte. Forse i libri difficili esistono… per beffarsi dei critici incompetenti.

Fire the bastardsultima modifica: 2024-07-19T09:51:57+02:00da hyponoia

2 pensieri riguardo “Fire the bastards”

  1. “Ma siamo proprio certi dell’esistenza dei libri difficili?”
    Infatti, non esistono libri difficili, semmai esistono autori difficili ovvero quelli che, per restare me stesso, non si capisce una mazza di quello che avrebbero voluto dire.

    “resta il problema dell’approccio sbagliato, e imperdonabile, che certa critica ha con i libri difficili”.
    Io direi che “quella certa critica” non ha un approccio sbagliato con i libri difficili, ma ce l’ha proprio con i libri in genere e aggiungo una standing ovation per quel “Fire the bastards” che tu hai tradotto in “licenziate quei bastardi” ed io tradurrei in modo più medievale in “date fuoco a quei bastardi”.
    Doverosa, of course, una standing ovation per il tuo post e quel “Forse i libri difficili esistono… per beffarsi dei critici incompetenti.”
    Sorriso e buon pomeriggio.

  2. Non sono stata io a tradurre in quel modo “Fire the bastards” ma Vanni Santoni. Comunque, non essendo sanguigna come te, l’avrei tradotto proprio così. Buon pomeriggio a te.

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