Max Ernst, La vestizione della sposa
Il titolo della mostra Surrealismo e magia. La modernità incantata, dice già tutto. Fin troppo per chi avesse in animo di accostarvisi con curiosità da neofita. Ma si sa, il mercato obbedisce a regole ben precise che non possono essere disattese, neppure per lasciare al visitatore il piacere di confrontarsi con allucinazioni oniriche, con il perturbante che invece di rimanere nascosto affiora, e disorientando ammalia. Ma quanto saprebbe essere più efficace se non fossimo messi sull’avviso?
Leonor Fini, La pastorella delle sfingi
Dorothea Tanning, Il gioco magico dei fiori
Leonora Carrington, I piaceri di Dagoberto
Quello che preferisco è Max Ernst ma, più che surrealismo, lo chiamerei essenzialismo ovvero lasciar fuori solo quello che conta. Volendo, per restare nei dogmi di un più sobrio essenzialismo, poteva anche non eccedere con tutto quel mantello e con l’uccello.
A me invece piace tanto ” Il gioco magico dei fiori”…comunque in casa non vorrei mai una stampa di questi quadri, troppo inquietanti.
Sì, inquietanti. In tutta sincerità non mi piacciono nemmeno i metafisici (De Chirico) e nemmeno Dalì. Niente incubi, la pittura dev’essere solo sogni belli. Cioè svegliarti con la voglia di riaddormentarti per vedere il continuo. 🙂
Buonasera . Ed invece a me i surrealisti sono sempre piaciuti. Inquietanti , vero, ma buoni per la stanza dei sogni, o degli incubi dove il mondo si disgrega nei suoi componenti primordiali, in definitiva opere buone da osservare e gustare specialmente da fumati. Amen
Da fumati, certo, col cervello in pappa. Ma se una persona è già abitata dai fantasmi, è meglio lasciar perdere…
Artisti in società con produttori di ansiolitici?
Criptico…
@ arien. Sì, sono d’accordo, l’arte dovrebbe essere un gancio col cielo…a me va bene anche se è malinconica, (l’avresti mai detto?) ma su tutto deve ricrearmi lo spirito. Come una vodka ghiacciata mentre leggo il mio libro preferito…
@hypo, certo che l’avrei detto. La malinconia, non capisco perché venga considerata come se fosse una tristezza più soft. E invece non ha nulla ha che vedere con essa. La malinconia è un po’ come la nostalgia o, meglio, è come la primavera.
Vabbuò, ho capito l’antifona, te ne verso un altro…
Ma sì dai, però divento un po’ stupida, t’avverto :))
Io non devo avvertirti, lo sai già :))
Un bel distinguo, intanto, le surrealiste scelte e pubblicate tra l’ampio fronte di artisti maschili . Tutto,
per me per capire l’arte e l’atto artistico contemporaneo, poi, si parte (si deve partire) dal Surrealismo e l’Astrazione.
Ho controllato, e gli artisti in mostra sono: Victor Brauner, Leonora Carrington, Salvador Dalí, Giorgio de Chirico, Paul Delvaux, Maya Deren, Óscar Domínguez, Max Ernst, Leonor Fini, René Magritte, Roberto Matta, Wolfgang Paalen, Kay Sage, Kurt Seligmann, Yves Tanguy, Dorothea Tanning, e Remedios Varo. In effetti ho privilegiato le donne, ma senza volerlo. Chiedo: ho fatto male ad esagerare con le quote rosa? 🙂
Giammai!
Lo devono sapere anche gli Algoritmi!
Concordo 🙂