Puttane per Gloria

FRIEZE Talk with Jeff Wall — Musée Magazine

Non c’è niente di romantico o pacificante in questo romanzo di Vollmann, ma chi ha già letto qualcosa di lui sa che i “territori umani” che suscitano il suo interesse sono lontani anni luce da ogni forma di redenzione o perlomeno di apparente normalità. Eppure Vollmann restituisce i suoi personaggi come esseri umanissimi, ancora più umani di altri che, in narrazioni diametralmente opposte, vengono proposti come esempi edificanti. In rete ho trovato il paragrafo che segue. Nel suo taglio squallido ma quanto mai realistico scorre in filigrana una involontaria definizione dell’amore. Che non t’aspetteresti da uno, il Jimmy del romanzo, che spende tutti soldi in prostitute.

“Hai mai guardato la mano di una vecchia puttana di strada? Grinze sporche e screpolate, profonde come tagli, polpastrelli callosi e sbucciati, il pollice d’un colore fra il grigio e il nerastro, ma tutta la mano è così pallida sotto lo strato di lerciume, così magra e stanca, come il polso da cui parte una fila di lividi ed ecchimosi. Quella mano ha lavorato duro per dare l’amore a sconosciuti, o per dar loro ciò che quegli sconosciuti chiamano amore, o quello che gli sconosciuti vogliono al posto dell’amore, no, è proprio amore perché la fatica è amore sempre e comunque”.

William T. Vollmann, Puttane per Gloria

foto di Jeff Well

Puttane per Gloriaultima modifica: 2024-01-17T16:18:45+01:00da hyponoia

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