Il volo dell’occasione

Il volo dell'occasione. Intervista a Filippo Tuena - Limina | Rivista Culturale Online

L’ennesimo colpo di fulmine letterario non fa che riportare a galla suggestioni relative a qualcosa che ho letto in precedenza e che credevo dimenticate. Dopo anni di letture matte e disperatissime, giusto per parafrasare uno che la storia della letteratura l’ha fatta, riscoprire qualcosa di sé non aggiunge nulla. Nondimeno, è un bene, perché sta a significare che sei una persona risolta.

Non era un antiquario. Piuttosto un rigattiere. Non fa molta differenza, comunque. Ma era un rigattiere, so riconoscere il tipo: giaccone largo di pelle nera, rovinato ai gomiti; pantaloni di velluto a coste, gualciti, con l’affossatura alle ginocchia; capelli unti; modi bruschi ma sottomessi. E i soldi tenuti assieme da un elastico, che rigonfiano la tasca interna del giaccone.

Grandi pagatori, vanno sempre di fretta e non c’è bisogno di blandirli. I migliori. Fanno affari e li fanno fare a te. Non occorre mentire, non occorre recitare. Sanno quello che vogliono. Ma non devi incontrarli a un’asta.

Sotto i capelli unti, dietro lo sguardo ebete da montone, ti fregano sempre. Quasi sempre.

Quello di cui dico, era seduto proprio accanto a me, alla mia destra. Nella sala numero 7 dell’Hôtel des Ventes di rue Drouot.

Mezza Parigi compra e mezza vende, lì dentro. Quasi una stazione affollata della metro, Strasbourg Saint-Denis, per esempio. Le scale mobili, i due flussi della folla: salire scendere, andare venire, comprare vendere.

La moquette consunta. I telefoni a gettoni sempre occupati, la toilette sporca. La fila dei venditori con i pacchi sotto braccio, lo sguardo verso il basso. I capannelli degli antiquari di provincia, i “napoletani”, i galoppini dei grandi mercanti, sempre in giacca blu. E poi le anziane signore con la coda di volpe attorno al collo, i ragazzi magri e curvi con il pomo d’Adamo sporgente che osservano le vetrine e cercano l’affare. E tutto il resto. Tutta la malinconia della gente che spera, e sogna di modificare il proprio destino in un istante. Simile in questo ai ciechi frequentatori di una sala da gioco.”

Filippo Tuena, Il volo dell’occasione