#testdrive #JeepAvenger #benzina nel suo habitat ideale: la campagna

Viaggiare morbidi sullo sconnesso e sullo sterrato anche in velocità

La certezza si trasforma in sicurezza sulle strade e scongiura gli imprevisti

Scorre veloce la strada sotto le ruote della Jeep Avenger a benzina, nata per questo, per essere un SUV di dimensioni contenute ma non per questo meno performante e assistita rispetto alle altre crossover della Casa americana del gruppo Stellantis tra le quali è oggi il modello più piccolo. Abbiamo visto che ciononostante gli spazi interni e la capacità di carico sono soddisfacenti, anche al di sopra delle aspettative. Ma anche se si tratta del primo modello nella scala delle dimensioni tra le Jeep offre prestazioni e un sistema di sicurezza di categoria superiore.

Per una conferma o meno di queste considerazioni stavolta la mettiamo alla prova sulle strade bianche. Non chiedeteci dove, altrimenti potremmo rischiare di trafficare troppo percorsi per ora suggestivi, ma gli scout del territorio più attenti li riconosceranno facilmente.

Ci attirano campi coltivati a colza, conosciuta nella tradizione popolare della civiltà contadina come Olio. Infatti da questo cereale che viene coltivato a nordest già nel 1200 veniva usato per l’illuminazione delle strade nel Nord Europa. Dalla metà dell’800 e se ne ricava un olio utilizzato anche nell’industria e in tempi meno fortunati, come quelli di guerra, perfino come combustibile per i motori a scoppio, anche da lavoro, probabilmente capace di assicurare emissioni piuttosto basse. Non solo ma Rudolf Diesel, ai primi del ‘900, quando ideò il motore che oggi chiamiamo a gasolio lo fece viaggiare fin dai primi giri con l’olio di colza.

SUV crossover, quindi, che ricordiamo monta sul modello che stiamo provando un motore a benzina di 1199 cc da 74 kW, cambio manuale a sei rapporti, cerchi da 18’, cruise control… Ah già, scusate, qui la guida automatica e assistita non ci serve, anche perché il sistema di lettura della carreggiata dell’auto non leggerebbe le indispensabili linee di segnaletica orizzontale. Ci aspetta un bello sterrato in mezzo ai campi gialli di colza. Agiamo sul comando di selezione delle funzioni di guida che si trova vicino alla leva del cambio e lo posizioniamo su sabbia. Lo sterrato è abbastanza liscio e scorrevole, ma non mancano le buche ampie e abbastanza profonde, nelle quali il sole della primavera ha prosciugato l’acqua che avrebbe contribuito ad attutire i sobbalzi.

Aumentiamo la velocità nella certezza che l’elettronica delle sospensioni avrebbe sopperito a questa criticità, e di fatto la nostra Jeep Avenger ha mantenuto stabilità, confort, trazione, la direzione che le imponevamo senza alcuna incertezza e senza procurarci sorprese. Le buche, pur superate a una velocità discreta, pareva non ci fossero e lo sterrato fosse perfettamente liscio, come una tavola. Il che non è banale, perché comunque ci fa intuire, ma è una prova che risparmieremo a questa vettura certo della risposta, che anche qualora ci trovassimo improvvisamente di fronte a una asperità anche dell’asfalto, una gobba dello stesso sollevata dalla radice di un albero, una buca improvvisa nè noi né la vettura ne dovremmo risentire. Scorgiamo un altro percorso, un viottolo tra le zolle coltivate, che si rivelerà il classico misto di sabbia, terra, fango scuro, di quello più viscido, poi il prato con l’erba verde.

Ora ci infiliamo fiduciosi in quella che con un’auto normale si sarebbe rivelata una trappola perfetta, uno stretto viottolo dal quale non un carro attrezzi bensì soltanto un trattore con le sue rassicuranti ruote da campagna ci avrebbe potuto far uscire. Posizioniamo il selettore delle funzioni di guida su FANGO e ci tuffiamo nell’avventura. Ovviamente, come abbiamo imparato ai tempi delle esperienze rallistiche, precedute da prove e ricognizioni che spesso ci portavano un stradine di sottobosco peraltro affrontate con gomme da neve ricoperte destinate alle prove sullo sterrato, la nostra pressione sul pedale dell’acceleratore sarà soffice e progressiva. Così come mi guarderò bene dal trovarmi nella condizione di dovermi fermare bruscamente. Mi aiuto con la frizione che rilascio delicatamente e la Jeep Avenger si muove sicura su questo fondo infido. Tutto fila liscio, la marcia è molto sicura, finché mi appare davanti una specie di tornante. Così decido di rallentare con il freno motore, che nel propulsore a benzina è in effetto limitato della riduzione del numero di giri, poi passo al freno che aziono comunque con cautela. E il gioco è fatto: a farmi affrontare la curva a velocità adeguata e a mantenere l’auto in mezzo alla pur esigua carreggiata con a tratti profonde canalette di pantano. Così provo anche ad arrestare l’Avenger e si ferma in poco spazio.

Quindi? La Jeep Avenger è, come ci si poteva aspettare, promossa anche nel crossover.

#charlieinauto3/388  #provavintage

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#testdrive #JeepAvenger 1200 il turbo a benzina dai consumi sostenibili

Abbiamo percorso 17 km/l in città e quasi 20 in autostrada

Fuoristrada con nel confort un impianto di intrattenimento professionale

Alimentata a benzina: sembra di parlare di avanguardia, innovazione, futuro, invece c’è oggi un ritorno alla benzina, perché a conti fatti, ma lo scrivevamo fin dall’inizio, il vero inquinamento non è qui, e non sono le auto le vere cause dell’inquinamento. Ovvero, la nostra società non è ancora sufficientemente attrezzata, né strutturata o infrastrutturata, per permettersi il passaggio repentino a un nuovo modello di mobilità, che rivoluzioni strutture, innanzitutto, ma anche abitudini e modalità di vita. Ma parliamo dell’oggetto, o meglio del soggetto, della protagonista della nostra prova, la duttile e confortevole Jeep Avenger, il SUV più piccolo di gamma della Casa americana oggi parte del gruppo Stellantis. Il modello che ci è stato assegnato è con motore tre cilindri turbo di 1199 cc a benzina, da 75 kw, ovvero da 101,94 CV, con una coppia di 205 Nm a 1.750 giri, cambio a 6 marce. Pesa 1192 kg, quanto basta per permetterle di mantenere le proverbiali doti di robustezza e abitabilità di una Jeep, ma anche per consentirle di disporre di uno spunto adeguato e di raggiungere una velocità massima di 184 km/h. Brillante nei sorpassi, sostenibile nei consumi, il serbatoio è da 48 litri. Iniziamo il trasferimento e con il pulsante che si trova vicino alla leva del cambio selezioniamo la modalità NORMAL dopo avere percorso la metropoli in ECO, quella più risparmiosa. Gli altri comandi sono ovviamente SPORT, poi le modalità classiche del fuoristrada, tradizionalmente parte integrante delle opzioni di guida JEEP per il fuoristrada: SABBIA, FANGO, NEVE. Ma queste parleremo quando arriveremo nelle relative condizioni del fondo stradale. Ritornando alle considerazioni iniziali, l’Avenger, Auto dell’anno 2023, è nata quando sembrava che per le motorizzazioni a benzina o diesel non ci fosse più futuro. Eppure, siccome proprio nel fuoristrada le motorizzazioni elettriche o assistite dall’elettrico possono presentare criticità e sono più a rischio negli ambienti umidi e in condizioni particolari mentre è molto più complicato ricaricare le batterie nelle zone disagiate, sulle montagne e nei luoghi dove invece, mal che vada si può sopperire all’esaurimento del carburante con una banale tanica di benzina o gasolio, Jeep aveva deciso di prevedere anche la versione a benzina, che oggi ritorna prepotentemente d’attualità. Dopo avere caricato i nostri bagagli nel bagagliaio, si apre elettricamente ma anche automaticamente facendo scorrere un piede visino alla slitta della sottoscocca sotto alla coda, risaliamo a bordo dell’Avenger, per sistemarci il sedile di guida (quelli anteriori sono regolabili elettronicamente e anche riscaldati) e posizionare il display nella funzione che evidenzia il consumo in tempo reale e quello medio e l’autonomia. In città, in centro a Milano, proprio nel cuore della città perché l’Avenger a benzina è classe Euro 6, abbiamo guidato in modo normale, senza ricercare artifizi e strategie come ci hanno abituato, questo forse è uno dei reali vantaggi della mobilità elettrica, le auto EV per arrivare a destinazione riducendo il numero di ricariche, abbiamo percorso, come recita anche il display, 17 km con un litro di benzina. Non male per un percorso urbano ad alta densità di traffico e di variabili. Passiamo dalla tangenziale all’autostrada A4, e impostiamo il cruise control, che è adattivo appartiene alla categoria di sicurezza attiva che legge i cartelli stradali, e ce li ripete sul cruscotto, ma volendo adegua la nostra velocità al limite in vigore per quel tratto di percorso. Ovviamente anche i controlli anticollisione sono avanzati, mentre sugli specchietti retrovisori esterni è ripetuto con una luce a led gialla l’avviso di avvicinamento di un veicolo da dietro. Utilissimo in autostrada soprattutto nei sorpassi perché ci segnala quando possiamo rientrare nella nostra carreggiata, perché siamo arrivati davanti all’auto o al Tir che abbiamo superato. Impostiamo il cruise control su 120 km/k e viaggiamo anche assecondati dal potente impianto JBL che si avvale anche di due efficaci tweeter inseriti nei montanti del parabrezza per un ascolto più immersivo. L’audio può essere impostato per un suono ottimizzato nella parte anteriore, oppure per tutti i passeggeri, o personalizzato a piacere. Inoltre l’impostazione degli altoparlanti può essere modificata separatamente. Percorse diverse decine di km vediamo che valore è indicato sul display per il consumo medio: 19,8 km/l: un buon risultato.

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#testdrive #jeepAvenger benzina si destreggia nel cuore della città

Si rivela sostenibile per i consumi anche nel traffico urbano

Interni comodi con allestimento giovane non banali per un SUV crossover

Avevamo provato per voi l’imponente e potente Wrangler 4XE Sahara plug in e ora passiamo alla duttile ma performante Avenger, la più piccola e l’ultima della covata Jeep, il brand americano che fa parte del Gruppo Stellantis. Ci è stata proposta a sorpresa, anche perché a sorpresa è anche la motorizzazione. Di questo modello esiste ormai la gamma completa di propulsori, a parte il diesel, e dopo tutte le incertezze normative europee che hanno devastato la programmazione dell’automotive che cosa ci è stato affidato?

La cosa più semplice: la versione a benzina. Che è sufficientemente dotata per rendere divertente la vettura. Il motore è 1.2 turbo da 100 CV, peso 1.255, cambio manuale a sei marce come si confà a una fuoristrada purosangue, piccole dimensioni per questo SUV Jeep ma tanta elettronica e interni inaspettatamente spaziosi e confortevoli con numerosi vani di carico.

La prima impressione, guidando questo fuoristrada dotato dell’assistenza alla guida avanzata e di ultima generazione, le manca soltanto la guida autonoma, è che non sia tale. Infatti, nei primi chilometri di prova percorsi nel cuore di Milano non sembrava di guidare una offroad bensì un’auto da città. La guida risulta essere infatti molto delicata, ovvero, è la classica vettura da poter guidare ‘metaforicamente’ con due dita posizionate sulle razze del volante, perché è molto docile.

Per questo sarà molto divertente ed efficace nello sterrato e sui percorsi difficili. Faremo una ulteriore verifica sui consumi sulle strade urbane, ma a vista, e controllando la strumentazione di bordo, sono bassi in città. Cominciamo dai primi passi alla guida: gli interni sono moderni e caratterizzati con l’ombra della sagoma della Jeep sul bordo del parabrezza com’è tradizione per le auto della Casa americana, la personalizzazione dei bordi del cruscotto dello stesso colore giallo satinato della carrozzeria e delle bocchette di aereazione, un particolare gioco dei colori con le luci d’ambiente e di servizio interne, il volante a due razze con la grande scritta Jeep sul pulsante centrale dell’avvisatore acustico, il cruscotto in 3D di dimensioni contenute, 7,25”, ma in tre D, il display centrale da 10.25”,e per la sicurezza urbana ed extraurbana il sistema elettronico di riconoscimento di pedoni e ciclisti con eventuale frenata di emergenza. Già molte le opzioni, assieme alle telecamere a 360° super funzionali anche nei parcheggi.

Il motore è ovviamente silenzioso in conseguenza della buona insonorizzazione, a sua volta conseguente all’impermeabilizzazione e protezione della scocca e della intera carrozzeria, votata al fuoristrada. Ci permette di goderci l’ottimo impianto di intrattenimento a 6 vie, anche funzionale alla connessione con Iphone o Android. Mentre la maneggevolezza della Jeep Avenger, morbida alla guida questa versione a benzina, ci dà modo di apprezzare il centro storico del capoluogo lombardo e l’architettura dei palazzi del Rinascimento.

#charlieinauto3/386   #provavintageIMG_6942IMG_6945IMG_6948IMG_6925IMG_6930IMG_6939IMG_6960IMG_6962IMG_6995IMG_6997IMG_7002

#Daciaduster #Bifuel Divertente in montagna anche a GPL

Privilegiamo gli spostamenti a gas come gran parte dei proprietari

Tenuta di strada, spunto con la coppia di 170 Nm, impianto frenante: promossa anche sui passi alpini

Due serbatoi, per la benzina da 50 l e per il gas GPL da 33,6 l, un peso di 1250 kg, un buon rendimento del motore da 996 cc, il cambio ben calibrato a 6 marce consentono un consumo di 4,5 l x 100 km, e rendono la nuova Dacia Duster Bifuel un’auto sostenibile, senza dover rinunciare alla sua vocazione crossover.

Abbiamo visto che è affidabile, sullo sterrato come nelle condizioni più difficili, e visto che dispone di una coppia massima di 170 Nm a 2450 giri vediamo se ci è utile e andiamo a verificare autonomia e rendimento in salita e in montagna. Una strada che fa al caso nostro è quella che da Sacile, dalla pianura pordenonese e dalla pedemontana sale sull’Altipiano del Cansiglio. È una strada cara ai ciclisti e ai motociclisti, e per questo, specialmente nel primo tratto stretto dopo avere attraversato le vigne del Glera, la varietà con la quale si produce il Prosecco. e con le curve impegnative e tornanti che seguono è bene essere prudenti.

Partiamo ovviamente a gas GPL,

perché assicura maggiore rendimento. Questa, che è l’ultima versione della Dacia Duster, ancor più di quelle precedenti non risente delle abitudini di guida del conducente con una guida fluida e sicura anche nelle ripartenze in salita. La coppia massima a 170 Nm è d’aiuto proprio in queste condizioni.

Già detto ampiamente di confort e accessori, ricordiamo che monta gomme invernali performanti e ci permetteranno di divertirci, specialmente in discesa, ma anche con bassa o scarsa aderenza, mentre la trazione anteriore ci metterà del suo per farci superare i tratti innevati e ghiacciati o lo sterrato granuloso delle piste forestali, come quelle che vanno verso il circuito delle malghe del Cansiglio. Anche se non potremo raggiungerle, perché il percorso dedicato, l’unico da affrontare in auto, in inverno non è interamente praticabile per l’innevamento.

Il baricentro basso, forse anche il secondo serbatoio per il gas, ne aumentano la stabilità e la tenuta in ogni condizione. La situazione meteo di primavera, anche se siamo in mezzo alle Alpi, ci da’ modo di spingere sull’acceleratore per avere la conferma dell’efficacia dell’alimentazione a GPL. Ovvero di cercare di capire la differenza tra l’utilizzo a benzina e quello a gas, che è percettibile soltanto in condizioni estreme. Poi imbocchiamo una strada che ci conduce nel cuore della foresta del Cansiglio, come accennato, e verso le malghe, tra le Regioni del Veneto e il Friuli Venezia Giulia.

La Dacia Duster Bifuel anche in queste condizioni, un mix tra lo sterrato e tratti di asfalto sconnesso, è divertente e confortevole nel contempo. Così, ci siamo ritrovati in un viottolo stretto con una frana che non ci permetteva di ripartire. Di grande aiuto è stato il sistema di telecamere a 360 gradi, per poter vedere esattamente dove stavamo posizionando le ruote della nostra auto.

Sbucando sull’altopiano del Cansiglio da una delle splendide piste e strade che scorrono nel bosco ci imbattiamo in una strada completamente innevata e ghiacciata, e anche in queste condizioni i controlli elettronici per l’assistenza alla guida della Dacia Duster ci supportano adeguatamente. Ora ci possiamo godere il paesaggio e l’estensione del pianoro che rivela numerosi scorci e paesaggi suggestivi, assieme a numerose occasioni di trekking e svago, per le camminate in mezzo alla naturaIMG_1423 IMG_1431 IMG_1436 IMG_1443 IMG_1450 IMG_1465 IMG_1461 IMG_1484 IMG_1486 IMG_1492 IMG_1499 IMG_1518 IMG_1528 IMG_1532 IMG_1557 IMG_1570 IMG_1572 IMG_1573 IMG_1593.

#charlieinauto3/385  #provavintage

#testdrive #DaciaDuster Bifuel divertente alla guida anche in montagna

Le parti a rischio in un materiale plastico robusto brevettato dalla Casa

Giustamente performante anche in salita anche nel modello da 100 CV

Nuovo Dacia Duster è il modello che ha fatto decollare la Casa ora del gruppo Renault facendolo distinguere per l’armonizzazione dello stile essenziale e deciso, ormai iconico del SUV sostenibile fuoristrada ma capace di soddisfare le necessità di un uso quotidiano, familiare, di lavoro… Duster, come abbiamo accennato, è nato nel 2010 ed è stato rinnovato una prima volta nel 2017,mentre sta arrivando un nuovo restyling, ed è divenuto un icona del SUV a portata di tutti.

Un frontale dalla verticalità accentuata, i passaruota dai bordi ampi, il grande e comodo portellone posteriore per migliorare l’accessibilità a una capacità di carico importante soprattutto abbattendo i sedili posteriori, si propone anche con una amplificata visibilità con i finestrini laterali che si estendono con uno stile armonico dalla parte anteriore verso la coda. Molte le parti non verniciate, che nascondono benissimo eventuali graffi o traumi e non perdono il colore originario, come le protezioni laterali della sottoscocca e dei passaruota, gli elementi che richiamano il marchio, i triangoli del paraurti anteriore e l’avvolgimento del paraurti posteriore che sono in Starkle, un nuovo materiale particolarmente robusto progettato dalla Dacia. Così ora Dacia

IMG_0092 IMG_0093 IMG_0094 IMG_0097 IMG_1024 IMG_1028 IMG_1038 IMG_1029 IMG_1043 IMG_1082 IMG_1107 IMG_1306 IMG_1317 IMG_1335 IMG_13721 IMG_2218 IMG_2238 IMG_2251 IMG_2255 IMG_2263Dacia Duster è protetta dai piccoli urti e dai graffi su tutti i lati.

È stata posta attenzione anche al confort interno, anche con la sistemazione del display centrale da 10,1” che è collocato nel campo visivo del conducente e inclinato di 10° verso il guidatore.

Ma ritorniamo al nostro test drive: circa 1300 km di autonomia dichiarata (un dato che non si discosta molto dalla realtà con una guida regolare) prima la benzina poi il GPL, o viceversa ovviamente, perché entrambi i serbatoi hanno una capacità di 50 l e ci consentono di compiere meno soste al distributore. A meno che, con l’uso, per questione di costi, non vi innamoriate del viaggiare a GPL, e in tal caso sarete agevolati dall’indicatore del livello che fa parte del cruscotto come l’indicatore del livello della benzina (c’è anche l’indicatore del consumo istantaneo), e all’esaurimento del GAS la Dacia Duster Bifuel attiverà automaticamente l’alimentazione a benzina permettendovi di proseguire fino al distributore che eroga anche GPL. Ormai sono sufficientemente diffusi anche lungo le nostre strade. Se deciderete di ritornare al GPL una volta riempita nuovamente la bombola, a un costo davvero conveniente, basterà agire sul comando integrato sul cruscotto.

Non ci resta che provarla in montagna.

Partiamo in modalità ECO, quella più risparmiosa, fa calare un po’ le prestazioni ma non in modo così drammatico come capita su certe vetture, tanto che lo potremo usare anche per dei tratti di montagna.

ECO ottimizza i consumi in modo intelligente, perché non agisce soltanto sui consumi e sulle prestazioni, quindi sul rendimento del motore, ma anche sulla climatizzazione che pochi sanno ma influisce sui consumi, come sulle prestazioni. N realtà sulla Dacia Duster, pur essendo spinta da un motore di 1000 cc da 100 CV non risente eccessivamente, a differenza di altre vetture della stessa categoria, dell’accensione del clima. Selezioniamo la funzione di guida ECO con il comando a tasto vicino al cambio, dove c’è quello per disattivare lo Start&Stop, quello per le luci di emergenza e il controllo delle telecamere a 360°, che ci sarà utile nei percorsi fuoristrada quando cercheremo di esagerare. Il cambio della Duster Bifuel è molto pratico e rapido negli innesti.

Cominciamo la nostra nuova sessione di test a Brugnera (Pn) per andare a trovare un vecchio amico e compagno di serate enogastronomiche alla scoperta delle eccellenze del territorio. Lui è una di queste nel pordenonese, perché la sua antica cioccolateria Citron, lui è Bruno Citron, è una realtà storica nella realizzazione di prodotti di cioccolata di altissima qualità.

Lo apprezziamo in montagna dove iniziamo la salita in modalità ECO, poi, visto che finora ci eravamo divertiti sulle strade extraurbane agevolati anche dalle gomme performanti montate da questo modello per consentirci di apprezzare l’indole sportiva di questo SUV, riportiamo il comando in modalità NORMALE, facendo quello che farebbe la maggior parte degli automobilisti dopo avere avuto soddisfazione già dalle prime rampe.

Infatti Duster Bifuel conferma la sua agilità e la grinta anche in salita e nel misto. Anche il sistema frenante è all’altezza di quest’auto che possiamo definire vivace oltre le aspettative. Così proseguiamo il nostro viaggio anche questa volta paghi di avere scoperto un’altra auto divertente, e confortevole. Ah, dimenticavo, è bifuel: risparmiosa!

La tappa in montagna però ha non concluso il nostro test, perché a valle fitti banchi di nebbia ci permetteranno di mettere alla prova i fari della Dacia Duster Bifuel, che come si vede dalle foto sono stati a loro volta promossi.

#charlieinauto3/384   #provavintage

#testdrive #DaciaDuster GPL DFULL affidabile e stabile anche in fuoristrada

Il test sulle ghiaie del Cellina dove scorre la Italian Bahia

Sostenibile e affidabile se la cava anche sulle piste della Italian Bahia

Dacia Duster 4X2 10 TCe 100 CV GPL DFULL, ossia il modello #bifuel.

“L’abbiamo capito” – commenterà qualcuno di voi, ma il capitolo bifuel, con l’occasione di questa prova dell’auto che monta questo sistema d serie merita ulteriore attenzione. C’è chi, scherzando, sostiene che GPL, anziché per Gas Propano Liquefatto stia per Gas Perfetto per l’Automobile. In effetti questo tipo di alimentazione, abbinato alla benzina, è ecologico, economico e sicuro. Quello sfruttato assieme alla benzina dal sistema ECO-G della Dacia è un gas che si estrae dove giace il petrolio. La tecnologia di carburazione a GPL è strumento di lavoro per i tecnici da diversi decenni. Viene definita sicura, affidabile e semplice. Tant’è che Dacia la propone dal 2010.

I vantaggi per gli automobilisti?

Come il diesel assicura una maggiore percorrenza a un costo minore. Infatti il oprezzo alla stazione di servizio è più basso rispetto agli altri combustibili e nella combustione produce minori emissioni e polveri sottili. La vendita delle auto a GPL è aumentata negli ultimi anni in conseguenza dell’aumento del costo degli altri carburanti. Assecondando questa tendenza, Dacia propone il GPL bifuel ECO-G su tutta la gamma di motori termici, dalla Sandero, alla Sandero Stepway, alla Logan, al Nuovo Duster, al nuovo Jogger. Con una garanzia di 3 anni o 100 mila km.

Un altro vantaggio rispetto alle auto che sono invece alimentare a metano è che la bombola del GPL non ruba spazio al bagagliaio. La scelta della Dacia è stata premiata dagli automobilisti, visto che nel 2020 una Dacia su 5 vendute era bifuel mentre nel primo semestre del 2021 le Dacia bifuel vendute erano i 28 per cento del totale delle vendite. Tornando ai dati tecnici, con un pieno di GPL più quello di benzina, la Dacia Duster ha una autonomia che va oltre i 1100 km. A GPL il motore consuma circa il 15 per cento in più di combustibile, ma il costo al litro di questo gas è del 40 per cento inferiore rispetto alla benzina. Quindi in poco tempo si riesce a ammortizzare l’acquisto dell’auto bifuel.

Con l’impianto montato di serie, il rifornimento avviene dal bocchettone situato all’interno dello sportello che ripara anche quello della benzina, mentre un altro vantaggio sta nel fatto che il livello del gas è monitorato alla pari di quello della benzina dall’indicatore che fa parte del display del cruscotto. Ma oggi, dove andiamo con la Dacia Duster bifuel?

Ci spingiamo verso la pedemontana pordenonese per infilarci sul greto del Cellina, dove paesaggi quasi lunari si alternano ai magredi del torrente alpino. Su questi percorsi si svolge l’Italian Bahia. Ci inseriamo in una di queste piste vedere come va il crossover Dacia Duster sulle ghiaie del torrente. Eravamo arrivati fin qui in modalità ECO per verificare i consumi, ma ora riporto la funzionalità del motore in modalità NORMALE perché con il fondo ghiaioso ci servirà più potenza. E i 100 CV del motore TCe GPL DFULL sono sufficienti per trarci d’impaccio anche tra le insidiose pietre del Cellina, e il motore, come già detto brillante sull’asfalto, non soffre nemmeno nel fuoristrada.IMG_2153IMG_2153IMG_2165IMG_2156IMG_2168IMG_2169IMG_2177IMG_21791IMG_2183IMG_2184IMG_2185IMG_2198IMG_2192

#charlieinauto3/383  #provavintage  

#testdrive #Daciaduster 4X2 1.0 TCe 100 CV GPL DFULL per un uso ecologico dell’auto

L’alimentazione a GPL la rende davvero sostenibile

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Nuova Dacia Duster Bifuel, perché è alimentata sia a benzina che a GPL. Ovvero, possiamo scegliere con che carburante utilizzarla, come abbiamo visto, cambiando combustibile anche in corsa, per passare dal serbatoio della benzina alla bombola del gas o viceversa. Innanzitutto, occorre ricordare che il Gpl, o meglio il sistema di alimentazione anche a Gpl, che troviamo prevalentemente abbinato all’alimentazione a benzina ma sarebbe ancor più conveniente sulle auto con motore diesel, al giorno d’oggi è sicuro. Tant’è che le auto alimentate a Gpl come quelle bifuel benzina-gpl, sono ammesse anche nei parcheggi sotterranei. Ma perché viaggiare a Gpl e non a benzina? Perché alimentando con il Gpl i motori a benzina il rendimento non cambia di molto né, soprattutto, variano in modo significativo le prestazioni. La convenienza deriva dal costo del Gpl, che è esponenzialmente più basso rispetto a quello della benzina, e si aggira su 0,7 euro al litro. Che cosa significa? Che se per esempio utilizziamo l’auto con una media di 25 mila km con un chilometraggio medio giornaliero di 120 km e percorriamo strade di tipo misto, sia urbane che extraurbane come le autostrade, e, ancora, percorriamo ogni anno circa 5 mila km per le vacanze, con la Dacia Duster 4×2 1.0 TCe 100 CV GPL DFULL, consumando 7,8 l/100 km in media spenderemo ogni mese circa 270 euro, ovvero meno della metà di quanto ci costerebbe muoverci a benzina. Beh, ora la proviamo fuori città. Il volante è confortevole e assicura sempre una buona presa, i sedili sono avvolgenti e utili anche per il fuoristrada; sono ricoperti in tessuto resistente agli eventuali imprevisti di un uso fuoristrada. Perché si tratta di un Suv crossover, che è studiato anche per andare fuoristrada. Un esempio è il sistema di telecamere a 360° che permette di manovrare anche nei siti angusti o nelle situazioni difficili o scomodo, ma è utilissimo nei parcheggi. Le immagini riportate dal grande display centrale touchscreen (8’) sono luminose e limpide, mentre è possibile collegare direttamente il telefonino allo schermo anche tramite wireless. L’impianto di intrattenimento è di qualità, mentre sono a disposizione prese Usb sia sotto il cruscotto che per i passeggeri dei sedili posteriori. Gli interni sono allestiti con foggia sportiva e arricchiti da rifiniture color bronzo nelle prese d’aria, così come all’esterno la firma sul portellone posteriore e il nome dell’auto sulle fiancate. Siamo saliti a bordo facendo riconoscere in avvicinamento la chiave a scheda che attiva l’antifurto in allontanamento con avviso sonoro. Partiamo, il tasto di accensione è al volante, mentre il cambio è a sei marce, riscontreremo che con un uso ‘brillante’ il consumo sarà di oltre 6 l/100 km viaggiando in modalità ECO (si attiva con un tasto vicino al cambio sulla plancia dove ci sono i comandi per lo start & stop e per l’attivazione sei sensori di parcheggio e delle telecamerw, mentre in modalità normale salirà a 6,5 l/100 km. A 130 km/h il consumo riscontrato è di 10,7 litri per cento chilometri. Un dato significativo è che sommando l’autonomia della Dacia con l’alimentazione a benzina con la percorrenza assicurata dal GPL arriviamo a 1200 km. Un’autonomia confortante per chi desidera viaggiare.

#charlieinauto3/382     #provavintage

 

#testdrive Hyundai Bayon SUV coreano eclettico bicolore e bifuel

Si può scegliere se procedere a benzina o con il vantaggiosissimo GPL

Il consumo varia da 17 a 20 km/l: il valore aggiunto è il basso costo del gas

Hyundai Bayon Bifuel è un SUV crossover spazioso, confortevole, bene assistito dai sistemi di sicurezza avanzati, stabile e sicuro alla guida, ma, visto che questi connotati li avevamo già riscontrati sul modello a benzina, concentriamo il nostro test drive sulla sua sostenibilità e sui vantaggi di un’alimentazione con doppio carburante, gas o benzina. Ovviamente la scelta spetta al conducente.

L’auto, di default, all’avvio sceglie l’alimentazione a benzina per poi passare automaticamente all’esaurimento di questo carburante nel serbatoio principale (38 l), a quella a Gas Propano Liquefatto, più comodamente GPL, o gas liquido. Avvertiamo differenze? Sinceramente, considerando il punto di vista di un automobilista che usa l’auto ogni giorno, avvertirà soltanto un lieve calo di rendimento, la sensazione che la sua Bayon improvvisamente ma non senza preavviso sia divenuta un po’ ‘mussa’, come si dice nel gergo motoristico a nordest, la culla del rallysmo.

In realtà, la Bayon Bifuel, motore di 1197 cc, 61,80 kW (84,025 CV), cambio a 5 marce manuale a cloche, mantiene la sua caratura brillante anche quando viaggiamo a gas. La conferma sulle strade della montagna, verso le Alpi Carniche e il Tarvisiano, quando uscendo dal misto la Bayon riprende la sua corsa in modo brillante per ripetersi nella rampa in salita alla ripartenza da un tornante. GPL, dicevamo: con l’aumento dei prezzi dei carburanti il suo utilizzo si sta diffondendo rapidamente.

IMG_0062IMG_0044IMG_0776BWGJ9431IMG_0081IMG_0058IMG_0086IMG_0099IMG_0106IMG_0111IMG_0799IMG_0827IMG_0843Tra i gas comustibili per autotrazione è quello considerato meno pericoloso, tanto che a differenza di altri tipi di alimentazione con la Bayon Bifuel GPL ci è consentito perfino di parcheggiare nei garage mentre nelle rimesse sotterranee ci sono stalli

 

dedicati, più arieggiati per motivi di sicurezza, ma senza alcun divieto preventivo all’accesso. Dicevano che alla riaccensione la Bayon seleziona automaticamente l’alimentazione a benzina per conederci quella a GPL allo svuotamento del serbatoio. Ma questa Hyundai, come altre, è un’auto ‘intelligente’, e se avrete effettuato una ripartenza dopo un rifornimento a GAS, alla riaccensione selezionerà prioritariamente l’alimentazione a GPL. Un tipo di alimentazione che al momento crea …dipendenza, perché il prezzo al litro, nonostante gli aumenti, non supera 0,700 euro e ciò, anche ammettendo che possa assicurare un rendimento leggermente più basso nella combustione, ci permette di viaggiare con una spesa per il carburante inferiore alla metà di quella relativa agli altri combustibili. Tutto questo si riflette in un incentivo all’utilizzo dell’auto, favorisce le scelte di giovani e famiglie per le gite del fine settimana o gli spostamenti per le pratiche sportive stagionali e così via. Ovvero, l’alimentazione a Gas Propano Liquefatto dà una mano all’economia del territorio e al benessere dei cittadini. Infatti, poco dopo l’acquisto dell’auto, dopo avere apprezzato il sensibile risparmio nella spesa per il carburante, che sarà evidente nel bilancio familiare alla fine del mese, il suo conducente imposterà il comando a led con pulsante situato sul cruscotto alla sinistra del volante in modo che la vettura funzioni prioritariamente a GPL, e dopo avere esaurito la benzina nel relativo serbatoio si dimenticherà di rabboccarlo preoccupandosi invece di raggiungere, all’occorrenza la pompa del gas liquido per rifare il pieno. Lo farà  senza riempire nuovamente quello a benzina ottenendo nel contempo il vantaggio di poter utilizzare un’auto, sia pure temporaneamente più leggera. Anche perché comincerà ad apprezzare un’auto di classe media che possa automaticamente, o a comando, dall’alimentazione a benzina a quella a gas GPL con consumi che vanno dai 17 km/l nella più pessimistica delle ipotesi, ma che arrivano senza sforzo eccessivo ai 20 km/l.

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#testdrive: Hyundai Bayon Bifuel GPL-benzina concretamente sostenibile

La versione a benzina/gas del SUV confortevole con tanta elettronica

Conviene usarla a GPL o a benzina? A voi la scelta

La ricordate? Un SUV di categoria media, spazioso e maneggevole, che nel 2021 anticipava con il suo stile prettamente tecnico-tecnologico le opzioni aerodinamiche e di design di modelli della stessa categoria, tanto da indurre i passanti a girarsi per osservarla meglio e capire se fosse un modello sperimentale o di serie. La Hyundai Byon, prende il nome da una frequentata e modaiola località turistica francese, è una vettura facile da guidare, sicura perché ha il baricentro basso e il passo e la larghezza adeguati a favorire la sicurezza sulla strada, dai consumi contenuti già nel motore a benzina di media cilindrata. E’ un modello che ha anticipato i tempi per il suo design, specialmente in Europa, del quale la Casa giapponese ha voluto fare un cavallo di battaglia nell’era dell’incertezza energetica e in assenza di strategie guida e orientamenti progettuali anche per il mondo dell’auto. Ha infatti completato la gamma di varianti della Bayon con la versione bifuel, ovviamente, senza dover apportare modifiche strutturali alla vettura, alimentabile sia a benzina che a IMG_0016 IMG_0065 IMG_9941 IMG_9908 IMG_9939 IMG_0062 IMG_0044 IMG_0776GPL. Una scelta che ha centrato il momento adatto, perché anche in Italia la diffusione delle auto elettriche si è fermata, mentre non si intravvedono ancora spiragli nei disegni di sviluppo di una rete infrastrutturale di rifornimento attraverso le colonnine elettriche, tale da giustificare l’acquisto o anche semplicemente l’uso di un EV. Questa versione, a doppia alimentazione, il passaggio da benzina al Gas Propano Liquido una volta esaurito il primo serbatoio su scelta tramite del conducente tramite un semplice pulsante si avverte appena, viene distribuita soltanto in Italia. D’altro canto viaggiare a gas significa risparmiare sensibilmente sulle spese di combustibile. Almeno, di sicuro, per quanto riguarda la Bayon si può arrivare a spendere anche la metà rispetto alla benzina, viaggiando a gas. Un altro vantaggio è il quasi raddoppio dell’autonomia complessiva. Avrete capito che l’auto consente di utilizzare il combustibile più adatto anche scegliendo manualmente l’ordine di impiego tra i serbatoi di approvvigionamento, si può avviare l’auto a benzina, e poi scegliere se continuare fino ad avere svuotato il serbatoio, senza percepire il passaggio al serbatoio del GPL, oppure fare il contrario. In ogni caso, assecondando la vostra abitudine di guida, l’auto ripartirà con lo stesso combustibile che utilizzavate quando l’avete spenta l’ultima volta. Cioè, per essere più chiaro, se ieri sera l’avete parcheggiata o lasciata in garage spegnendo il motore mentre lo facevate funzionare a gas, riprendendola la mattina dopo proseguirete automaticamente a gas. Altra precisazione: c’è di buono da dire che non esiste una grande differenza di rendimento del motore tra l’utilizzo a benzina e l’utilizzo del gas. Abbiamo accennato al fatto che questa versione viene distribuita soltanto in Italia. Da che cosa abbiamo avuto la conferma? Dal fatto che il comando per avviare l’utilizzo del GPL, un pulsante rotondo nel sotto plancia che reca anche 4 led colorati, verdi che indicano il pieno della bombola,che si spengono o diventano rossi a mano a mano che si svuota, è quello omologato che viene installato quando montate la bombola del GPL sulla vostra auto. Unico appunto, ma visti i tempi ben venga l’auto a GPL, al fatto che non esiste uno strumento più preciso che ci indichi il livello del gas nella bombola. I  consumi? Li analizziamo nella prossima puntata.

#charlieinauto3/379

#testdrive Mustang Mach E SUV compatto e denso di contenuti

La potenza (294 CV) rende entusiasmante una salita tutta sotto controllo

Linee aerodinamiche ed essenziali per l’autonomia: oltre 530 km con la guida ‘allegra

La versione proiettata a un futuro ancora incerto di una delle auto iconiche e simbolo di una fase della società americana, per molti un must anche al difuori degli USA, abbiamo visto che è potente q.b., come scriverebbero gli chef affermati descrivendo una loro ricetta. Ovvero, aggiungi la potenza Quanto Basta. La versione elettrica, e sapete che il mondo dell’automotive ha un ripensamento su questo tipo di propulsione e di tecnologia che avrà comunque vada un grande mercato, della Ford Mustang che per l’elettrificazione è stata trasformata in SUV crossover è infatti sufficientemente potente da giustificare una guida sportiva, che è nel DNA di gran parte delle auto elettriche.

Con i suoi 294 CV e ben 430 Nm di coppia dal sistema da 100 kW è in grado di arrampicarsi con energia e agilità ovunque. Una potenza tenuta costantemente sotto controllo dal complesso sistema elettronico di assistenza alla guida che forse è l’ultimo stadio prima della guida autonoma. Ricominciamo dall’aspetto: la linea è morbida e nel contempo aggressiva, si direbbe che prediliga le forme muscolose e formate, come i due parafanghi anteriori che sbucano dal cofano sagomato. Il muso, nella vista da ¾ anteriore è il riflesso di quello degli ultimi modelli della cugina coupé con motore endotermico, ovviamente privo di prese d’aria che qui non servono.

I fari invece sono i potenti sistemi a led più attuali, di tipo intelligente, che ci permetteranno di usarla in sicurezza e di guidare con serenità anche in montagna dopo il tramonto del sole, che vista la stagione arriva presto. Vista da davanti si nota come l’aerodinamica sia stata considerata prioritariamente in questo progetto, e perfino gli specchietti retrovisori sono soggetti alle leggi dell’aerodinamica. Mentre le fiancate, sempre viste da davanti, sono essenziali e rispondono alla piena disponibilità dei volumi interni.

Una ricerca attenta che si riflette non tanto nelle prestazioni, quanto nell’autonomia, che ci consente di andare dal mare, da Bibione o Lignano, al pianoro del Piancavallo, montagna che sovrasta Pordenone, e ritorno anche con una guida allegra e con tutti i servizi attivi, impianti B&O compreso, senza l’angoscia di cercare, e trovare disponibile e attiva una colonnina per la ricarica. Anzi, ci rimarrà autonomia per andare e ritornare all’indomani in città a quasi 70 km di distanza. Complice anche l’efficiente sistema di ricarica in decelerazione, da attivare con la manopola delle funzioni posta sul tunnel centrale, nella posizione L, talmente efficace che è l’attore del sistema di guida a ‘un solo pedale’ ovvero possibile utilizzando della pedaliera il solo acceleratore.

Affrontiamo la salita con oltre ¾ di ‘serbatoio’ di energia elettrica a disposizione, ma siamo distolti dalla suggestione che ci offre il tetto interamente finestrato con un vetro anti UV: ci permette di ammirare il bosco che ci circonda e apprezzare al meglio il paesaggio montano. Ci confort la consapevolezza di non disturbare la quiete della natura circostante perché pur con quasi 300 CV, la nostra Mustang, esternamente non emette rumore. All’interno invece, attivando la modalità di guida UNTAMED, a differenza che con la modalità WHISPER, più morbida, e ACTIVE, più bilanciata, si incrementa la percezione del rombo ‘sintetico’, la riproduzione, a dire il vero piuttosto efficace, del suono del sei cilindri a benzina della versione tradizionale. Non ci resta che schiacciare sull’acceleratore e iniziare a salire.

La Ford Mustang Mach E è a trazione esclusivamente posteriore, ma non illudetevi: c’è ‘tanta di quella elettronica’, come direbbe il mitico meccanico Ioan, colui che mi curava la perfetta riequilibratura del motore della mia prima auto da rally, la Fiat 127 rigorosamente di 903 cc, che pur mettendocela tutta faremo difficoltà a scomporre l’andatura e le nostre traiettorie. Soltanto nelle staccate più decise ci facciamo aiutare all’ingresso nel tornante dal comportamento sovrasterzante da ‘posteriore’ appena accennato dell’auto. Forse anche per questo la nostra salita, nei tratti dove si può stando sempre all’interno di quanto ci è concesso, è molto veloce ed efficace. Lo sarà anche la discesa, talmente controllata, con la funzione L tra le opzioni di guida, ricordate quella a ‘un solo pedale’, che ci farà considerare la Mustang Mach E tra le auto più stabili e controllate tra le centinaia che abbiamo testato.

IMG_9273 IMG_9277 IMG_9279 IMG_9285 IMG_9287 IMG_9308 IMG_9314 IMG_9342 IMG_9345 IMG_9357 IMG_9360 IMG_9414 IMG_9417 IMG_9427 IMG_9431Una costatazione che ci fa considerare quanto i progetti delle auto più recenti della Ford sono tecnologicamente balzati in avanti. Ce lo ricorda, quando riprendiamo l‘auto dal park, la tastiera elettronica ‘annegata’ nel montante della porta di guida: serve per sbloccare l’antifurto e aprire la portiera. Saliamo a bordo e riprendiamo il nostro viaggio di test-driver, lasciandoci alle spalle l’ultima neve della primavera, questa volta gustando il confort degli interni della Mach E coccolati dal sound elettronico di sottofondo che sembra quasi un musicale accompagnamento agli effetti del sistema di intrattenimento.