#testdrive : come si comporta nelle strade extraurbane la Hyundai Kona full hybrid

Autonomia sostenibile e bassi consumi con prestazioni vivaci e appaganti

Una guida soft: il sistema di ricarica in movimento si sostituisce ai freni

Un motore termico e un motore elettrico attivi assieme con il supporto di una batteria potente che la vettura autoricarica: questa è la Hyundai Kona full hybrid. Un’auto nella quale le prestazioni non sono sacrificate rispetto ai consumi e alla sostenibilità della vettura, anzi. Un dato interessante di questa versione del SUV di fascia B della Casa coreana sta nel fatto che il passaggio dalla mobilità elettrica a quella a benzina avviene senza interruzioni. Addirittura, all’occorrenza, l’auto utilizza assieme entrambi i motori. Quello termico GDi è di 1.6 litri, con potenza massima di 105 Cv a 5.700 giri e coppia da 147 Nm a 4000 giri, quello elettrico da 32 kW, con potenza massima di 43,5 CV e 118 Nm di coppia istantanei. Assieme

generano 141 CV di potenza e una coppia massima di 265 Nm, che per un’auto come la Kona rappresenta un dato davvero interessante, la porta a livelli sportivi e si riflette in una guida brillante e performante, nervosa quanto basta per assicurare divertimento al volante. I due motori funzionano sia assieme, che separatamente, quello elettrico per tratti brevi e a bassa velocità. L’abbiamo provata in salita, sulle strade vocate al rallysmo delle nostre montagne. Un elemento importante di valutazione sui vantaggi della Kona full hybrid sta nel fatto che l’utilizzo del sistema di rigenerazione della batteria, di intensità regolabile e progressiva regolato costantemente con le palette al volante ci riduce, in molti casi evita, l’utilizzo dei freni, anche arrivando in velocità sui tornanti. Esattamente come accade sul modello completamente elettrico. In discesa poi, la sensazione di utilizzare un

sistema frenante che si comanda con le palette e non soltanto con il pedale

del freno, e si attiva nella modalità di guida Eco,  è del tutto particolare e appagante. Anche perché, come abbiamo già accennato anche in altre prove, si riflette nella ricarica della batteria e sull’aumento dell’autonomia dell’auto. La tecnologia ibrida, ovvero il motore elettrico accoppiato a quello termico, fa sentire il suo effetto soprattutto nei tratti di salita più impegnativi, o qualora occorra procedere a un sorpasso: in questi casi la Kona hybrid si proietta in avanti e si lancia verso la meta in piena sicurezza. È anche merito del cambio automatico a doppia frizione DCT a 6 rapporti. Tutto questo è assistito dalla tecnologia di supporto alla guida ADAS, e assicura grande tranquillità su strada. Così andiamo a divertirci, come accennato, sulle strade dei colli morenici del Friuli, tra Rive D’Arcano (Ud) e Fagagna. Le strade bianche o con asfalto antico, spesso cosparso di ghiaino, sono l’ideale per capire come si comporta la Kona Hybrid, trazione anteriore ma grande attenzione all’assistenza elettronica alla guida,

tanto che rimane incollata alla strada quasi fosse una 4×4.

Arriviamo a Col Roncone, dove si trova la prima di una serie di quattro fortificazioni che risalgono alla 1. Guerra mondiale e rappresentavano un baluardo, dai colli alla pianura, alla retrostante valle del fiume Tagliamento. Una passeggiata panoramica e un tuffo nella storia davvero interessanti. Poi, ‘green’ per ‘green’, visto che si trova a poca distanza, raggiungiamo Villaverde di Fagagna, sede del Golf Club Udine presieduto da Gabriele Lualdi, leader dell’innovazione meccanica per il mondo dell’automotive, anche per la F1. Passeggiando per il fiabesco scenario naturale del golf e del suo percorso a 18 buche, ci troviamo immersi in una gara tra golfisti austriaci, che qui sono di casa assieme ai grandi campioni del manto erboso. Forse la conclusione più coerente di una gita con un’auto sostenibile come la Kona full Hybrid, con consumi che vanno dai 23/24 ai 20 km/l di benzina.

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