#supercar Da non perdere: Ferrari V6 3000 da 836 CV ibrida posteriore

296 GTS con livrea stile 24 di Le Mans ammirata a INECO Modena

Elegante maneggevole accattivante e il fascino imperdibile del Cavallino 

Non si è mai fermato il mondo del Cavallino rampante e a distanza di quasi 93 anni insegue sempre il pensiero fondante del ‘Drake’ Enzo Ferrari. Come si legge in una delle scritte che campeggiano a Modena nei luoghi dell’automotive sportivo per antonomasia, in uno dei suoi imperdibili aforismi (“Se lo puoi sognare, lo puoi fare’), la Ferrari non poteva trascurare l’esperienza hybrid. Ovvero quella fase di transizione che le Case automobilistiche hanno imboccato, o quantomeno parte di esse, in attesa di una definizione certa e stabile del futuro della mobilità. Cioè in attesa di decidere definitivamente se ci dovremo spostare in auto, o con quel che sarà, spinti dall’energia elettrica, dal gasolio, dalla benzina, dall’idrogeno, dalla forza magnetica. Auto ibrida significa che al motore endotermico, per gran parte a benzina, è abbinato uno o più motori elettrici. Mentre in quella elettrica, parliamo di Ferrari, ne vengono montati anche tre. Oppure, in altri casi l’auto ibrida adotta una particolare tecnologia elettronica che ottimizza il rendimento del motore, riduce i consumi, offre performance superiori. La Ferrari, ‘la rossa’ per antonomasia, perché il rosso è il colore ufficiale delle auto da corsa italiane, ha lo sport nel Dna, dalle figure dirigenziali a tutti i collaboratori. Per questo tale elemento distintivo è impresso nell’intero profilo progettuale di ogni modello e traspare da ogni personaggio Ferrari. Di conseguenza, questo elemento fondante non poteva non essere intuibile anche in un modello a tettuccio apribile. Nel nostro caso si tratta di una spider, o convertibile che dir si voglia, un po’ particolare, nella quale il tettuccio apribile elettricamente lascia comunque spazio a un rassicurante roll-bar annegato in una carrozzeria che è il perfetto ed equilibrato mix tra lo stile sportivo e classico del Cavallino e il richiamo agli elementi vintage riferiti alla grande corsa di Le Mans. Per esempio, la coda della Ferrari 296 GTS è rifinita con una splendida striscia color celeste anni ’60, elemento distintivo che ritroviamo al museo Ferrari sulle auto che hanno gareggiato sul lungo circuito stradale francese. Così avviene per le forme: i parafanghi tondi ma muscolosi lasciano spazio al cofano, lungo il quale continua a correre la striscia celeste, mentre anche il mascherone è immerso nello stesso colore e sbuca dal muso rosso corsa. A svelarci questo nuovo modello di Ferrari, spider ma ibrido con motore turbo V6 di 2.992 cc da 663 CV a 8000 giri derivanti dal motore aspirato, potenza che sale a 830 CV con l’apporto ibrido con l’incredibile coppia di 721 Nm  e una velocità massima di 330 km/h, sono stati gli amici di INECO Modena, nella showroom Ferrari. A convocarci a INECO Modena era stato infatti Stefano Ramon Gazziero, il pilota udinese da anni in INECO, che ha un ruolo nelle anteprime e nei test esclusivi che vi proponiamo. Questa volta ci ha fatto conoscere anche un tassello essenziale del Team della Ferrari di F1, un altro udinese come me e Gazziero, ovvero Luca Coppola, già pilota ed esperto nelle assistenze, oggi specializzato nei pit-stop, i rifornimenti ultra rapidi e i cambi gomme ai quali i piloti di F1 sono tenuti per poter concludere, si spera con successo, la loro gara. Luca lavora da 5 anni con il Team F1 di Maranello. Negli ultimi tempi, vista l’abilità, è divenuto uno dei quattro specialisti che in 1” e 1/2 sono in grado di sostituire gli pneumatici nei pit-stop della massima Formula. Un tempo incredibilmente breve, ma che può risentire della tensione altissima di quei momenti essenziali. A Luca è affidata l’auto di Leclerc, ma in gara, racconta, gli accade spesso di dare una mano anche all’altro team, ovvero al pilota dell’altra vettura perché –“la Scuderia Ferrari è come una piccola-grande famiglia nella quale il ruolo di ciascuno è ovunque determinante”. Si tratta di un lavoro duro perché il team, che è la ‘famiglia sportiva Ferrari’, impone brevi soste e ritmi serrati, con tempi di riposo regolari ma spesso troppo brevi stante la necessità di poter ottenere il massimo, spostandosi spesso in diverse parti del mondo. A Luca Coppola carpiamo alcuni ‘segreti’ del mondo della F1: -“Al momento in questo settore le risorse sono limitate, così come accade in molti altri dell’automotive, e per affrontare adeguatamente questa situazione bisogna essere tutti davvero molto amici e operare in stretta sinergia, ovvero ognuno deve conoscere possibilità ed esigenze anche delle altre figure professionali del Team per potere collaborare all’occorrenza in ogni situazione”. Nel Pit stop? Il record del team del quale il friulano fa parte è stato capace di effettuare un cambio gomme in 1”e 30 centesimi. Dopo questo tempo infinitamente breve ma per i protagonisti interminabile, lungo come un battito di ciglia è la volta del pilota fare in fretta: un semaforo gli dà il via libera, ovvero lo avverte che le ruote sono state montate correttamente, e nel contempo il sollevatore si abbassa in una frazione di secondo. A questo punto il tempo di reazione del pilota è mediamente di 10 centesimi di secondo. Dopo questa parentesi rapidissima è in grado di riprendere la corsa. E la Ferrari 296 GTS? Più corta di interasse rispetto ai modelli precedenti per poter essere più maneggevole e far sentire al meglio le sue potenzialità al guidatore, con gli interni eleganti e puliti e il display elettronico essenziale, ma completo, grazie alla livrea elegante ma sportiva è le copia vintage delle auto di Le Mans degli anni ’60. E strutturalmente è capace di entusiasmare anche i piloti più scafati, come Leclerc e Sainz che in un video realizzato per l’occasione ci mostrano le possibilità della vettura e la capacità di divertire. Ora, dopo averla vista in forma statica, non vediamo l’ora di poterla provare IMG_7343  IMG_7365 IMG_7370 IMG_7371 IMG_7375 IMG_7382 IMG_7394 IMG_7397 IMG_7402 IMG_7424.

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