#testdrive #jeepAvenger benzina si destreggia nel cuore della città

Si rivela sostenibile per i consumi anche nel traffico urbano

Interni comodi con allestimento giovane non banali per un SUV crossover

Avevamo provato per voi l’imponente e potente Wrangler 4XE Sahara plug in e ora passiamo alla duttile ma performante Avenger, la più piccola e l’ultima della covata Jeep, il brand americano che fa parte del Gruppo Stellantis. Ci è stata proposta a sorpresa, anche perché a sorpresa è anche la motorizzazione. Di questo modello esiste ormai la gamma completa di propulsori, a parte il diesel, e dopo tutte le incertezze normative europee che hanno devastato la programmazione dell’automotive che cosa ci è stato affidato?

La cosa più semplice: la versione a benzina. Che è sufficientemente dotata per rendere divertente la vettura. Il motore è 1.2 turbo da 100 CV, peso 1.255, cambio manuale a sei marce come si confà a una fuoristrada purosangue, piccole dimensioni per questo SUV Jeep ma tanta elettronica e interni inaspettatamente spaziosi e confortevoli con numerosi vani di carico.

La prima impressione, guidando questo fuoristrada dotato dell’assistenza alla guida avanzata e di ultima generazione, le manca soltanto la guida autonoma, è che non sia tale. Infatti, nei primi chilometri di prova percorsi nel cuore di Milano non sembrava di guidare una offroad bensì un’auto da città. La guida risulta essere infatti molto delicata, ovvero, è la classica vettura da poter guidare ‘metaforicamente’ con due dita posizionate sulle razze del volante, perché è molto docile.

Per questo sarà molto divertente ed efficace nello sterrato e sui percorsi difficili. Faremo una ulteriore verifica sui consumi sulle strade urbane, ma a vista, e controllando la strumentazione di bordo, sono bassi in città. Cominciamo dai primi passi alla guida: gli interni sono moderni e caratterizzati con l’ombra della sagoma della Jeep sul bordo del parabrezza com’è tradizione per le auto della Casa americana, la personalizzazione dei bordi del cruscotto dello stesso colore giallo satinato della carrozzeria e delle bocchette di aereazione, un particolare gioco dei colori con le luci d’ambiente e di servizio interne, il volante a due razze con la grande scritta Jeep sul pulsante centrale dell’avvisatore acustico, il cruscotto in 3D di dimensioni contenute, 7,25”, ma in tre D, il display centrale da 10.25”,e per la sicurezza urbana ed extraurbana il sistema elettronico di riconoscimento di pedoni e ciclisti con eventuale frenata di emergenza. Già molte le opzioni, assieme alle telecamere a 360° super funzionali anche nei parcheggi.

Il motore è ovviamente silenzioso in conseguenza della buona insonorizzazione, a sua volta conseguente all’impermeabilizzazione e protezione della scocca e della intera carrozzeria, votata al fuoristrada. Ci permette di goderci l’ottimo impianto di intrattenimento a 6 vie, anche funzionale alla connessione con Iphone o Android. Mentre la maneggevolezza della Jeep Avenger, morbida alla guida questa versione a benzina, ci dà modo di apprezzare il centro storico del capoluogo lombardo e l’architettura dei palazzi del Rinascimento.

#charlieinauto3/386   #provavintageIMG_6942IMG_6945IMG_6948IMG_6925IMG_6930IMG_6939IMG_6960IMG_6962IMG_6995IMG_6997IMG_7002

#testdrive #Compass 4xe Trail Hawk a suo agio dove il fondo è più impegnativo

Supera con agilità la sfida dello #sterrato e del #fango senza scomporsi

È spaziosa ma performante e sicura anche in condizioni di scarsa aderenza

Quando sentiamo parlare di Jeep pensiamo subito al fuoristrada. Jeep è infatti sinonimo di un mezzo capace di andare dove le auto tradizionali non riescono o non possono arrivare. Nota agli italiani dalla fine della seconda guerra mondiale perché era il mezzo militare americano capace di andare dappertutto, ha mantenuto fede alla sua mission dopo oltre settant’anni adeguando costantemente le sue vocazioni. Certo, non potremo darvi una testimonianza dettagliata di un test drive nel fuoristrada spinto. Starà agli appassionati verificare i limiti della Jeep Compass 4Xe Hybrid per avere il riscontro delle sue performanti prerogative. Andremo per gradi. Cercando uno sterrato, il fondo con scarsa aderenza, il fango e ci spostiamo tra la campagna e la zona collinare, perché le strade bianche oramai scarseggiano, e a meno che non siano destinate a collegare centri abitati o zone altrimenti non raggiungibili, sono spesso interdette alla circolazione per preservare le biodiversità, salvaguardare la fauna selvatica e tutelare zone di pregio sotto il profilo paesaggistico e ambientale. Ma qualche sterrato che fa al caso nostro c’è ancora. Riepilogando, al motore di questo fuoristrada di

1.332 cc si affianca l’unità elettrica che eroga complessivamente 240 CV

ed è alimentata da una batteria. Batteria, che si ricarica in frenata e in decelerazione, oppure collegando la Compass alla colonnina in strada o alla rete domestica a casa, perché si tratta di una plug-in. Le prestazioni derivanti da un motore performante le mette a nostra disposizione appena premiamo a fondo l’acceleratore.

Ma sulla terra un’auto che va da 0 a 100 km/h in 7” come si comporta? 

È quello che vogliamo verificare per raccontarvene. È a quattro ruote motrici e questo ci agevolerà nella tenuta di strada. Ma questa Jeep Compass è della serie Trail Hawk, marchio che contrassegna i modelli più completi e performanti, quindi è vocata al fuoristrada. Infatti, mentre il cambio è automatico e diviene manuale a sei marce selezionando le velocità volute con la leva del cambio a cloche, considerato che è a quattro ruote motrici permanenti e affinchè le sue elevate prestazioni possano essere gestibili , possiamo scegliere anche tra le modalità di guida possibili la più adatta alla condizione del fondo che stiamo affrontando. Il sistema di controllo della trazione Selec-Terrain, permette infatti di scegliere tra quattro modalità di guida dinamiche:

Auto, Snow (neve), Sand/Mud (sabbia, ghiaia) e Sport.

Si possono selezionare con una leva situata accanto alla cloche del cambio. Sempre lì c’è il pulsante che attiva la massima rigenerazione della batteria, una funzione che provoca l’incremento dell’effetto frenante nella fase di rilascio del pedale dell’acceleratore, riducendo l’afflusso di benzina al motore: servirà ad aiutarci? Lo vedremo nel test. Così finalmente imbocco una strada bianca, come le intendevamo noi rallisti, e schiaccio a fondo l’acceleratore. Un lieve accenno di sgommata iniziale

ma la Compass 4Xe Trail Hawk rimane saldamente attaccata al terreno.

Eccoci alla prima curva, e visto che ci troviamo in aperta campagna e la visuale è completamente libera possiamo procedere velocemente e in sicurezza nella nostra prova, tenendo sotto controllo quasi tutto il tracciato. arrivo a una curva molto curva e imposto la traiettoria per utilizzare le prerogative delle quattro ruote motrici, ma questa tecnica diverte ed efficace non servirà perché la Compass non darà cenni di perdita di aderenza. Infatti i controlli elettronici antislittamento sono stati davvero efficaci. Ecco un’altra strada; probabilmente questa fa parte della viabilità interpoderale e in particolari condizioni le sue caratteristiche potrebbero renderla difficilmente praticabile: qui il fondo è fangoso ed  è quello che cercavamo. Anche in questo caso i controllo antislittamento e di trazione sono intervenuti con efficacia e nonostante il fondo viscido ci sembrava di muoverci ancora su una strada normale. Incuriositi dal posto dove siamo capitati ci avviamo verso un guado ma il fondo diviene  sempre meno rassicurante, con ciottoli e un percorso ghiaioso sconnesso: non cambierà molto perché la Compass 4Xe TraIMG_2352 IMG_2407 IMG_2407 IMG_2724 IMG_2877 IMG_2987 IMG_29881 IMG_2990 IMG_2990 IMG_2992 IMG_2993 IMG_3004 IMG_3007 IMG_3008 IMG_3010 IMG_3014 IMG_3017 IMG_3022il Hawk uscirà anche da questa situazione scomoda senza incertezze. Prova superata, dunque. Inoltre, un po’ di fango sulle fiancate e sul cofano che è nero opaco per distinguerla dai modelli ‘normali’ non fanno che valorizzare il look grintoso della Trail Hawk, di colore rosso con protezioni e passaruote nero opaco e il simbolo del modello impresso con un marchio di colore blu su un lato del cofano, ma anche nei marchi TH posizionati sui parafanghi e sul portellone. Quindi? Ci rimane da fare un test, quello più importante: dobbiamo raggiungere l’ambiente montano. Alla prossima…

#charlieinauto3/320              #provavintage

#testdrive #JeepCompass 4Xe tecnologia ibrida al servizio del fuoristrada

Un motore di soli 1332 cc capace di erogare con l’unità elettrica ben 240 CV

E’ il risultato della transizione-incertezza verso il futuro della mobilità

I nostri lettori più attenti ricorderanno che tempo fa abbiamo provato la Jeep Compass, era la versione diesel nel modello Trail Hawk, che è il marchio assegnato alle vetture della Casa americana specializzate nel fuoristrada spinto, capaci di arrampicarsi dappertutto. Da allora, pochi anni, la tecnologia si è evoluta, forse anche per necessità, per adattare le auto alle esigenze della sostenibilità ma anche, e non guasta, per proporre prestazioni migliori ma anche consumi alla portata di un più ampio numero di automobilisti. Diesel, benzina, biocombustibili nei quali il nostro Paese è all’avanguardia per la ricerca e lo sviluppo, idrogeno. Tutte queste opzioni hanno gettato lo scompiglio tra le Case automobilistiche, colte impreparate da direttive comunitarie forzose in merito alle quali poi la stessa Ue è rientrata. L’opzione più indolore che i produttori dell’automotive potevano adottare in attesa di orizzonti più chiari, tuttora non delineati,  era quella di una fase di transizione, o di attesa, utilizzando la tecnologia a disposizione per aggiungere qualcosa in più che assegnasse rinnovato interesse all’acquisto delle autovetture. Così si è fatta strada la tecnologia ibrida, che utilizza i motori endotermici, che bruciano combustibile fossile, per ora prevalentemente a benzina anche se è allo studio la versione ibrida anche per i diesel, affiancati da tecnologie e sistemi elettrici di affiancamento, diversi quasi per ciascuna delle auto di nuova produzione, ed ecco le auto ibride, capaci di ridurre sensibilmente i consumi, anche se è sempre fondamentale lo stile di guida, ma nel contempo di garantire performance superiori. Jeep non poteva non valutare le opportunità di questa tecnologia per il mondo fuoristrada. I benefici li abbiamo già provati sulla Jeep Sahara Wrangler, molto più voluminosa, quindi anche pesante rispetto alla Compass 4Xe Trail Hawk che stiamo provando. Avete capito già che è un modello a quattro ruote motrici, quindi in grado di districarsi agevolmente dalle difficoltà più intricate del fuoristrada, ma anche di garantire sicurezza e una tenuta di strada superiore e diversa rispetto alle auto a trazioneIMG_2116 IMG_2118 IMG_2120 IMG_2121 IMG_2123 IMG_2128 IMG_2130 IMG_2147 IMG_2151 IMG_2155 IMG_2159 IMG_2161 IMG_2170 IMG_2172 IMG_2174 IMG_2196 IMG_2198 IMG_2217 IMG_2218 IMG_2746 anteriore o posteriore sulle strade di ogni giorno. Ciò che ci ha colpito subito, quando ce ne hanno proposto il test drive, sono state le prestazioni: da un motore a benzina di ‘soli’ 1332 cc è possibile ricavare, sommando quelle dell’unità elettrica, ben 240 CV. Ciò si tradurrà in spunto e accelerazione, ma come vedremo anche nella capacità di superare gli ostacoli del fuoristrada. Ma andiamo per ordine. Dal pardo stampa di Stellantis per l’Italia del Nord che si trova nella zona di San Siro, accanto alla sede del Milan Club, ci dovevamo spostare nel cuore di Milano, circa mezzora di percorrenza. La Jeep Compass 4Xe, come la Wrangler Sahara ibrida che avevamo provato, è in grado di percorrere 50 km in modalità elettrica, quanto basta per un uso quotidiano cittadino. Dovendo poi affrontare il trasferimento fino a casa si trattava di rabboccare il ‘pieno’ della batteria. Così abbiamo raggiunto le colonnine di media potenza nella zona di City Live. La Compass 4Xe è un modello plug-in, ovvero la ricarica della sua batteria avviene oltre che in movimento, in decelerazione e in frenata, collegandola con il cavo in dotazione alla colonnina di ricarica, ed è di ultima generazione. Ovvero, in una colonnina come quella scelta rigenera completamente la batteria in 1 h e 50’, in quella rapida il tempo più o meno si dimezza. Se ve la portate a casa, con le colonnine domestiche che alcuni hanno installato anche stimolati dalle agevolazioni statali e regionali, il tempo di ricarica è di 2 h e 50’. È uguale se utilizziamo la rete domestica mettendo fra la Jeep e la presa di corrente l’accessorio in dotazione, come lo è il cavo di connessione. Dopo l’anteprima della notevole dotazioni di indicatori, spie, schermi dei quali la Compass ibrida è dotata, che ci ha accompagnato nelle strade della città, ci godiamo la pausa di relax prima del rientro e raggiungiamo, per provare com’è, un ristorante bio nella zona di via Brera. Noterete l’abbigliamento ancora invernale: l’interesse che le nostre prove destano nelle Case ha amplificato il numero di prove da effettuare. Per questo siamo un po’ in ritardo e la pubblicazione di #charlieinauto su #liberoblog.it avviene con un po’ di ritardo, con il solo scopo non ridurre il numero di puntate dedicato a ciascun modello e offrirvi una descrizione più completa dei modelli in prova.

#charlieinauto3/313                       #provavintage

#testdrive : Come si guida una Tipo modello rialzato per un fuoristrada leggero

In salita è giustamente aggressiva e procede anche veloce in sicurezza

Il confort è amplificato dall’elevata insonorizzazione 

Una tipo Cross, ovvero un cross over: in questo caso si tratta della Fiat Tipo Hybrid SW, ovvero una Familiare spaziosa, munita di una serie di dotazioni avanzate che la rendono attuale rispetto al modello di Tipo SW che avevamo provato già qualche anno fa. Considerato il mio trascorso rallistico, o almeno la parte relativa agli esordi, questa potrebbe essere la Fiat che ho sempre sognato, perché è un compendio di tutto ciò che un’auto di fascia media sostenibile può offrire nel 2023. Cioè un espositore delle dotazioni di ultima generazione che arricchisce la proposta con un motore nuovo, che è un 1.500 cc full-hybrid capace di erogare 130 CV: è un quattro cilindri a benzina, turbocompresso, combinato a un motore elettrico da 20,4 CV che

fa corpo unico con il cambio automatico a doppia frizione e sette rapporti.

Come si riflette tutto questo sull’automobilista che è al volante? In uno scatto brillante nei sorpassi, nella sufficiente aggressività in salita, nella riduzione delle emissioni e dei consumi soprattutto nel ciclo urbano, ma anche nei percorsi extraurbani dove secondo la Fiat è di 4,7 l/100 km. Nella nostra prova, con una guida ‘serena’, è sempre stato superiore ai 18 km/l. Una Tipo dalla guida alta, con i passaruota protetti dalle finitura di gomma nera che proteggono anche il sottoscocca dal muso e alla coda, con le fiancate arricchite dalla pedana cromata sotto alle quattro portiere, che secondo alcuni potrebbe preludere alla realizzazione di un modello completamente elettrificato. Ma ritorniamo a noi. Il peso, di 1455 km sul quale incide la dotazione elettrica (motore e batteria) è bene compensato dal motore di 1468 cc, un Euro6 da 96 kW, ovvero 131 CV a 5250 giri al minuto,

con una coppia che si sente alla guida di 240 Nm a 1500 giri.

È ovviamente a trazione anteriore mentre il cambio è DCT (Dual Clutch Transmission), ovvero meccanico sequenziale con possibile funzionamento automatico a controllo elettronico. Nel ciclo misto il consumo va dai 18 ai 20 km/l. Le ruote sono da 17’, con cerchi cross in lega diamantati, e raggiunge i 199 km/h secondo la Casa torinese, ma non l’abbiamo testata su pista, mentre va da 0 a 100 Km/h in circa 9,5”. Proviamo a spostarci un po’ sulle strade extraurbane e apprezziamo le dotazioni di sicurezza. Dai fari full led ai sedili avvolgenti e riscaldati, di foggia sportiva come il volante, regolabile in altezza e in profondità, in similpelle premium come il pomello del cambio in soft touch, che ci permettono di guidare in relax assecondati dal buon impianto di infotraitment guidato dal display centrale che è touchscreen. La guida è sicura e precisa come rassicurante è l’impianto frenante sempre pronto a rispondere adeguatamente anche in caso di emergenza.  Nel caso di tratti autostradali c’è il cruise control adattivo, al quale però è bene non adattarsi troppo, coadiuvato dal Lane control. A ogni buon conto la Fiat Tipo Hybrid Cross SW Red vi avviserà nel dubbio che vi siate rilassati un po’ troppo.

Monta ABS, ASR, ESC e l’Hill Holder, l’aiuto alla partenza in pendenza.

Di serie sono anche l’assistenza alla velocità intelligente e il riconoscimento automatico dei segnali stradali. Riprendiamo il percorso avviato dopo l’uscita dalla città e ci dirigiamo verso i colli morenici e la pedemontana, attraversando diverse graziose località collinari, da Reana del Rojale, a Qualso, poi Nimis, siti suggestivi nei quali è passata la storia del FVG. Quindi saliamo verso Ramandolo, la culla del vino dolce friulano per antonomasia che è il Verduzzo. Arrivati a Ramandolo saremo nel cuore del Cru, della zona Docg nella quale il Verduzzo prende il nome di Ramandolo e si offre in tutta la ricchezza che deriva da uve a bacca bianca nelle quali è però presente il Tannino, caratteristico componente dei vini rossi. Uve spesso fatte appassire per dare maggior tono al vino da dessert o da formaggi invecchiati o erborinati. Sulla salita del monte Bernadia la Tipo Cross Hybrid SW si arrampica decisa, mentre la guida, anche se riflette l’assetto rialzato del modello Cross, è sempre rassicurante. Proviamo anche il sistema di ausilio alla ripartenza in salita che è efficace e arriviamo a Ramandolo per goderci il panorama. Poi proseguiremo verso la vetta del monte Bernadia, ma questo sarà parte del racconto della prossima puntata.

#charlieinauto3/271    IMG_0516 IMG_4013 IMG_4005 IMG_4004 PHOTO-2022-10-25-13-20-02 IMG_4003 IMG_0586 IMG_0486 IMG_0501 IMG_0503 IMG_0509 IMG_0541 IMG_0543 IMG_0527 IMG_0522