#testdrive #Daciaduster 4X2 1.0 TCe 100 CV GPL DFULL per un uso ecologico dell’auto

L’alimentazione a GPL la rende davvero sostenibile

LIMG_2079IMG_2080IMG_2081IMG_2095IMG_2098IMG_2100IMG_2106IMG_2108IMG_2115 IMG_2136 IMG_2142’impianto è monitorato dall’indicatore del livello del serbatoio del gas

Nuova Dacia Duster Bifuel, perché è alimentata sia a benzina che a GPL. Ovvero, possiamo scegliere con che carburante utilizzarla, come abbiamo visto, cambiando combustibile anche in corsa, per passare dal serbatoio della benzina alla bombola del gas o viceversa. Innanzitutto, occorre ricordare che il Gpl, o meglio il sistema di alimentazione anche a Gpl, che troviamo prevalentemente abbinato all’alimentazione a benzina ma sarebbe ancor più conveniente sulle auto con motore diesel, al giorno d’oggi è sicuro. Tant’è che le auto alimentate a Gpl come quelle bifuel benzina-gpl, sono ammesse anche nei parcheggi sotterranei. Ma perché viaggiare a Gpl e non a benzina? Perché alimentando con il Gpl i motori a benzina il rendimento non cambia di molto né, soprattutto, variano in modo significativo le prestazioni. La convenienza deriva dal costo del Gpl, che è esponenzialmente più basso rispetto a quello della benzina, e si aggira su 0,7 euro al litro. Che cosa significa? Che se per esempio utilizziamo l’auto con una media di 25 mila km con un chilometraggio medio giornaliero di 120 km e percorriamo strade di tipo misto, sia urbane che extraurbane come le autostrade, e, ancora, percorriamo ogni anno circa 5 mila km per le vacanze, con la Dacia Duster 4×2 1.0 TCe 100 CV GPL DFULL, consumando 7,8 l/100 km in media spenderemo ogni mese circa 270 euro, ovvero meno della metà di quanto ci costerebbe muoverci a benzina. Beh, ora la proviamo fuori città. Il volante è confortevole e assicura sempre una buona presa, i sedili sono avvolgenti e utili anche per il fuoristrada; sono ricoperti in tessuto resistente agli eventuali imprevisti di un uso fuoristrada. Perché si tratta di un Suv crossover, che è studiato anche per andare fuoristrada. Un esempio è il sistema di telecamere a 360° che permette di manovrare anche nei siti angusti o nelle situazioni difficili o scomodo, ma è utilissimo nei parcheggi. Le immagini riportate dal grande display centrale touchscreen (8’) sono luminose e limpide, mentre è possibile collegare direttamente il telefonino allo schermo anche tramite wireless. L’impianto di intrattenimento è di qualità, mentre sono a disposizione prese Usb sia sotto il cruscotto che per i passeggeri dei sedili posteriori. Gli interni sono allestiti con foggia sportiva e arricchiti da rifiniture color bronzo nelle prese d’aria, così come all’esterno la firma sul portellone posteriore e il nome dell’auto sulle fiancate. Siamo saliti a bordo facendo riconoscere in avvicinamento la chiave a scheda che attiva l’antifurto in allontanamento con avviso sonoro. Partiamo, il tasto di accensione è al volante, mentre il cambio è a sei marce, riscontreremo che con un uso ‘brillante’ il consumo sarà di oltre 6 l/100 km viaggiando in modalità ECO (si attiva con un tasto vicino al cambio sulla plancia dove ci sono i comandi per lo start & stop e per l’attivazione sei sensori di parcheggio e delle telecamerw, mentre in modalità normale salirà a 6,5 l/100 km. A 130 km/h il consumo riscontrato è di 10,7 litri per cento chilometri. Un dato significativo è che sommando l’autonomia della Dacia con l’alimentazione a benzina con la percorrenza assicurata dal GPL arriviamo a 1200 km. Un’autonomia confortante per chi desidera viaggiare.

#charlieinauto3/382     #provavintage

 

#testdrive #testroad #Peugeot Hybrid 225 e-EAT8 sportiva GT spaziosa

Veloce e sicura con grande accelerazione per i sorpassi con 360 N di coppia

Oltre 50 km in modalità elettrica e ci addentriamo a Valle Vecchia (Ve)

Per la precisione, la Peugeot 308 Hybrid 225 e-EAT8 GT è proposta nelle versioni benzina, diesel e ibrida, che è il modello del nostro test drive. È il più performante della gamma 308, perché il suo motore è ‘piccolo’, se lo consideriamo come l’avremmo definito anni fa, ma è ‘medio’ e di cilindrata maggiore rispetto a quelli montati attualmente sulla maggior parte delle auto ibride: è un quattro cilindri di 1.598 cc. turbocompresso ed eroga, assieme all’unità elettrica, ben 225 CV. Una potenza che è adeguata al tipo di vettura, una SW, ovvero la classica ‘familiare’ che dispone di una capacità di

carico di oltre 1.600 dm3, perché è erogata con una coppia di 360 Nm.

L’aspetto della 308 SW va oltre le attese della categoria e la rende sportiva: il muso è allungato con il cofano motore importante, il parabrezza è arretrato, il passo è più largo della parte superiore della carrozzeria, con i parafanghi bombati che ne fanno intuire le velleità sportive. La guida ne risulta divertente, e dal comodo e coccolatissimo posto di guida la strada si lascia scorrere volentieri sotto le ruote da 18’. Il comportamento sulle strade extraurbane, anche con una guida allegra, è sempre molto sincero e corrisponde alle tipiche prerogative dell’auto a trazione anteriore. Anche il cambio automatico a controllo elettronico a 8 rapporti è bene rapportato con le caratteristiche dell’auto, che anche per favorirne la tenuta di strada nella guida veloce pesa oltre 1700 kg. Ciononostante, anche grazie all’aerodinamica e alle caratteristiche del muso che favorisce la

penetrazione nell’aria, i consumi vanno da 4,5 a 6 lt/100 km,

considerando anche la parte di mobilità elettrica. Il confort e l’insonorizzazione sono molto buoni, e la serie di accessori e dotazioni è di categoria superiore per permetterci di apprezzare l’impianto di intrattenimento Focal di alta qualità, con subwoofer. Ma soprattutto di

testare l’efficacia del sistema di massaggio montato su entrambi i sedili

anteriori, che si prende cura della nostra schiena e della parte lombare con trattamenti: ‘a farfalla’, ‘da un lato all’altro’, ‘serpeggiante’, ‘spalle’, ‘lombare’, ‘stretching’, ‘ondulato’ e ‘zampe di gatto’. Un’opportunità inattesa, che differenzia la Peugeot 308 Hybrid GT dalla versione elettrica. L’auto ibrida si può infatti ‘permettere’ di sprecare energia attivando i motori e i controlli del massaggiatore, innanzitutto perché si muove principalmente con il motore endotermico, cioè a benzina, in secondo luogo perché la batteria necessaria per la ‘parte elettrica’ della propulsione viene ricaricata in corsa, ovvero in frenata e in decelerazione. Però, oggi vedremo come l’auto ibrida può essere utile per gli appassionati della natura. Infatti, oltre a permetterci di entrare nel cuore della città, ci consente di addentrarci nei pressi delle aree protette o degli ambiti naturali senza disturbare l’avifauna presente. Ovvero, di goderci pienamente lo spettacolo della natura. Questa volta arriviamo nel Veneto orientale, a

Caorle (Ve) nella zona cosiddetta della Brussa. È un’area protetta

tra le spiagge di Bibione (Ve) e Caorle (Ve) dove il paesaggio del litorale è rimasto pressoché intatto, e si può fare il bagno nell’Alto Adriatico senza essere oppressi dall’invasiva vicinanza di altri bagnanti, degli ombrelloni, a ridosso di un habitat che conserva le caratteristiche antiche e originarie, tanto che vi si svolgono attività sperimentali e di divulgazione anche rispetto all’itticoltura delle valli da pesca, curate da Veneto Agricoltura. Siamo arrivati a Valle Vecchia, l’area lagunare tra i fiumi Tagliamento e Livenza. In avvicinamento, già immersi nella vegetazione rivierasca ci godiamo lo spettacolo delle essenze arboree tipiche grazie al tettuccio panoramico, e apribile. Opzioni e tempi di ricarica e utilizzo dell’ibrido Peugeot? Ne parliamo la prossima settimana.

#charlieinauto3/303

#provavintage2023    IMG_9006 IMG_9007 IMG_9009 IMG_9018 IMG_9028 IMG_9034 IMG_9043 IMG_9049 IMG_9052 IMG_9056 IMG_9059 IMG_9061 IMG_9062 IMG_9065 IMG_9087 IMG_9097 IMG_9109 IMG_9110 IMG_9034

#testdrive: Hyundai Bayon 2022 uno stile avveniristico per un’auto modulare

Un urban SUV adatto alla famiglia alla guida veloce e al fuoristrada leggero

La mild hybrid dai consumi sostenibili con confort e sicurezza alla guida

Un look nuovo, pulito, quasi schematico, che riflette le potenzialità intrinseche di un urban SUV compatto capace di andare oltre le aspettative di chi si mette al volante. La Hyundai Bayon è forse tutto questo. Abbiamo provato la versione mild hybrid, nella quale sostenibilità e prestazioni vanno a braccetto. L’avevamo testata già nella versione 2021, appena uscita sul mercato, anzi, mentre i primi esemplari stavano raggiungendo le concessionarie italiane, e l’avevamo provata esattamente un anno fa. La prima cosa che attrae nella Bayon è lo stile particolare, molto tecnico, quasi essenziale, che se di primo acchito colpisce per la singolarità, poi diviene accattivante perché asseconda i contenuti e le potenzialità di un mezzo versatile con uno stile morbido e quasi futuristico.

Il test dello scorso anno lo avevamo effettuato in Val d’Orcia, anche tra le polveri degli sterrati resi famosi dalle edizioni del Rally di Sanremo che attraversavano la Toscana. Cominciamo dalle caratteristiche principali: è spinta da un motore a benzina di 1000 cc ed eroga 100 CV

tra le prestazioni del motore endotermico e quelle del sistema elettrico da 48V mild hybrid, ed è a trazione anteriore. È molto avanzata per i sistemi di sicurezza e si guida con estrema facilità in sicurezza. Una delle sue prerogative è la capienza, che si affianca alla comodità: 411 lt. Il motore è a sei marce, con tre modalità di guida che si possono selezionare con un pulsante situato sotto al display centrale. Sono Eco, Confort e Sport. In Eco ovviamente riduce i consumi che con la guida normali si attestano sui 18 km/l, scendono con tale modalità. In Confort offre il massimo della comodità e del relax incentivato dalla possibilità di ascoltare buona musica con l’impianto di alta qualità di informazioni e intrattenimento di bordo. Il bello arriva con la modalità Sport, che favorisce la guida più scattante, incrementa decisamente la ripresa e rende il viaggio più performante. Per accompagnare una guida più sportiva, come avviene nei modelli più performanti della Hyundai, entra in scena, anche se in modalità più soft, un

incremento del sound della Bayon, che in scalata fa la doppietta

automaticamente. Per tutte queste caratteristiche è stata candidata al Premio Auto Europa indetto dall’Unione Italiana Giornalisti dell’Automotive. Le ruote da 17’ della Bayon ci aiutano a vedere come va sulle strade extraurbane, e a conferma di quanto verificato nella prima versione, i sistemi di controllo sono di alto livello, anzi, sono stati completati.

Il nostro obiettivo odierno? L’aviosuperficie AVRO di Rivoli di Osoppo,

un piccolo aeroporto sviluppato dalla Fondazione ‘Lualdi’ presieduta da Gabriele Lualdi per divenire, e oggi lo è, la seconda pista in asfalto per velivoli del Friuli Venezia Giulia dopo l’Aeroporto regionale di Ronchi dei Legionari (Go). Oggi, oltre a essere attiva la scuola del volo a vela, l’impianto per il volo sarà trasformato in un set per la realizzazione delle foto per un calendario destinato a scopi benefici, a favore della Fondazione ‘Luca’. Sarà forse l’occasione per scattare delle foto dall’alto alla struttura per il volo e alla valle del fiume Tagliamento, da bordo di uno dei velivoli che fanno base negli ampi hangar di AVRO. Il calendario è prodotto dai ‘Amis de moto di une volte’ (in Friulano ‘Amici delle moto di una volta’) di Mereto di Tomba (Ud) con il sostegno dei Comuni di Codroipo e Mereto di Tomba; gli scatti sono del fotografo Flavio Zaccolo. Terminato il fotoservizio assieme a Simone Boaga, che è anche il direttore della struttura andiamo a dare un’occhiata dall’alto alla piana del Tagliamento e all’Aviosuperficie. Avevamo chiesto al pilota di poter riprendere anche la nostra Hyundai dall’alto, ma avendola parcheggiata accanto alla Clubhouse di AVRO, il passaggio avrebbe dovuto essere troppo radente…

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