Ho imparato a collaborare con gli altri

Ho imparato a collaborare con gli altri

di Gongnan, Cina

Dio Onnipotente dice: “L’arroganza è la radice dell’indole corrotta dell’uomo. Più le persone sono arroganti, più tendono a resistere a Dio. Quanto è serio questo problema? Non solo le persone dall’indole arrogante considerano tutti gli altri in una posizione inferiore, ma, quel che è peggio, hanno persino un atteggiamento di sufficienza nei confronti di Dio. Anche se dall’esterno potrebbe sembrare che alcuni credano in Dio e Lo seguano, non Lo trattano affatto come Dio. Sentono sempre di possedere la verità e hanno un’opinione smodata di se stessi. Questa è l’essenza e la radice dell’indole arrogante, e viene da Satana. Il problema dell’arroganza, pertanto, deve essere risolto. Sentirsi migliore di un altro è cosa da poco; il problema cruciale è che un’indole arrogante impedisce di sottomettersi a Dio, al Suo governo e alle Sue disposizioni. Chi ha tale indole si sente sempre portato a competere con Dio per avere potere sugli altri. Questo tipo di persona non riverisce minimamente Dio, e tanto meno Lo ama o si sottomette a Lui. Coloro che sono arroganti e presuntuosi, specialmente coloro che sono tanto arroganti da aver perduto il buonsenso, non sanno sottomettersi a Dio nella loro fede in Lui e addirittura si esaltano e rendono testimonianza a sé stessi. Simili persone sono quelle che più avversano Dio. Se desiderano giungere a venerare Dio, devono prima risolvere la loro indole arrogante. Più a fondo risolvi la tua indole arrogante, più avrai venerazione per Dio, e soltanto allora potrai sottometterti a Lui e sarai in grado di conseguire la verità e conoscere Dio” (La Parola appare nella carne). Ho sempre saputo di avere un’indole arrogante, ma non avevo capito queste parole: “L’arroganza è la radice dell’indole corrotta dell’uomo. Più le persone sono arroganti, più tendono a resistere a Dio”. Neanche ho mai ricercato la verità per eliminarla. Solo dopo aver compromesso il lavoro della Chiesa con la mia arroganza, ostentando la mia superiorità, e aver obbligato gli altri a fare a modo mio, ho iniziato a dar valore alle parole di Dio e a capire che l’arroganza ci porta a respingerLo, compiendo il male. Solo allora ho iniziato a ricercare la verità per cambiare quell’indole.

Nel maggio del 2018, la Chiesa mi assegnò un compito da redattrice. All’inizio non pensavo di averne i requisiti. Spesso nel mio compito pregavo e mi affidavo a Dio, condividendo sui principi del mestiere con le sorelle che mi affiancavano. In breve tempo, pensavo di aver ottenuto una certa padronanza sui principi e le competenze del lavoro di redattrice, mi ritenevo all’altezza. Ma, col passare del tempo, ricercavo sempre meno i principi della verità. Lavorando agli articoli, non ascoltavo quasi mai gli altri e restavo sulle mie posizioni. Ricordo un testo che non seguiva una chiara linea di pensiero. Due sorelle hanno proposto di condividere sulle parole e i principi di Dio e di chiarirsi le idee prima di redigerlo. Ho pensato: “Dobbiamo proprio fare una ricerca in questo senso? Se svolgiamo questo lavoro da un pezzo, dovremmo saper risolvere un’inezia del genere!” Ho spiegato agli altri la linea dell’articolo dal mio punto di vista, imponendo loro le mie ragioni. A causa mia, le sorelle non hanno ricercato i principi e le parole di Dio e hanno steso l’articolo secondo la mia interpretazione. Un’altra volta, stavamo condividendo sul nocciolo di un articolo quando hanno suggerito di reperire del materiale da studiare sulla scrittura. Ero decisamente contraria. Pensavo: “Abbiamo tutte redatto un bel po’ di articoli, a che pro studiare ancora? Nella scrittura, la linea di pensiero è una cosa istintiva. Non fasciatevi la testa prima di esservela rotta”. Ho trovato un pretesto per svicolare e ho spiegato loro le mie idee sulla scrittura perché si adeguassero. Alla fine, hanno dovuto dare retta a me.

Un giorno, una nuova sorella si è unita al lavoro. Ho scoperto che era una neofita e non aveva mai scritto prima. Conoscendola, ho anche scoperto che non padroneggiava la lingua quanto me. Ho pensato: “Svolgo questo compito da più tempo di te e padroneggio meglio i principi e le competenze. D’ora in poi devi solo fare come ti dico”. Una volta, un suo articolo non era in linea con le mie idee. Mi ha dato fastidio, e ho pensato: “Ma che problema hai? Ho condiviso con te fin nei dettagli. Perché non ascolti? Così non va. Con te devo esser dura”. Così l’ho rimproverata indicando lo schermo del computer: “Guarda qui, che combini? L’articolo è un guazzabuglio di idee! Sono qui da molto e conosco principi e competenze meglio di te. Se lo avessi redatto come ti avevo detto, non sarebbe un tale disastro”. Lei è arrossita e ha abbassato la testa in silenzio. Mi sono sentita un po’ in colpa e ho pensato: “Come ho potuto metterla in tale imbarazzo?” “Non lo farò più”. Ma, non molto tempo dopo, nel discutere un articolo ho condiviso a lungo con lei le mie idee, eppure continuava a fare di testa sua. Mi sono infuriata. Pensavo: “Le mie norme redazionali sono adottate dai più esperti del gruppo e anche il leader concorda. Perché non fai come dico e basta? Devo capire come farmi ascoltare da te”. Ho condiviso con lei tante altre volte, finché non ha accolto i miei suggerimenti. Inoltre, anche nei devozionali di ogni giorno usavo la mia anzianità e le maggiori conoscenze come pretesti: una volta doveva ascoltare certi sermoni, un’altra doveva leggere dei passi dalle parole di Dio; insomma, non sapeva più cosa fare. Alle lunghe, ha finito col sentirsi davvero limitata. All’inizio era socievole e sorridente, esprimeva spesso le sue opinioni, mentre ora era cupa e taciturna e non parlava quasi mai. Inoltre, era molto negativa e non voleva più svolgere il suo compito. Vederla in quello stato mi turbava e ho pensato che non avrei dovuto trattarla così. Ma, di fronte a un problema, la mia arroganza rialzava sempre la testa.

Poco tempo dopo mi si è riempita la bocca di vesciche, mangiavo a fatica. E, peggio ancora, non percepivo l’opera e la guida dello Spirito Santo. Le mie preghiere erano vuote e le parole di Dio non mi illuminavano. In oltre un mese, ho redatto una manciata di testi. Mi sentivo sempre a disagio, così ho pregato Dio di guidarmi nel comprendere la mia condizione; poi, in un articolo a cui lavoravo, ho letto alcune Sue parole che la descrivevano con precisione. Dio dice: “Voi fate il vostro dovere, il tempo passa e constatate di avere avuto dei successi, ma per quanto riguarda l’ingresso nella vita non avete fatto progressi. Non avete fatto passi avanti, comprendete solo quelle poche dottrine e da molto tempo non conoscete la realtà della verità. Cosa farete e che indole corrotta rivelerete in una situazione del genere? (Arroganza e presunzione.) Diventerete ancora più arroganti e presuntuosi o rimarrete come siete? (Diventeremo ancor più arroganti e presuntuosi.) Perché? (Penseremo di essere qualificati.) Su quale base stabilite quanto siete qualificati? Viene stabilito in base alla quantità di tempo che avete dedicato al vostro dovere e a quanta esperienza avete accumulato nello svolgerlo? Un passo alla volta finirete per valutare voi stessi in base alla vostra anzianità? […] Quando non hanno qualifiche, gli uomini sanno di dover essere cauti e attenti e ricordano sempre a se stessi di non commettere errori; non appena acquisiscono alcune qualifiche pensano di avere una bravura sufficiente e cominciano a valutare se stessi in base all’anzianità. Allora non c’è più posto per Dio nei loro cuori e perdono ogni legame con Dio, il che è molto pericoloso” (Registrazione dei discorsi di Cristo). Lette le parole di Dio, ho ripensato ai primi tempi da redattrice. Non sapevo nulla dei principi o delle competenze, ma ero consapevole di me. Sapevo rinunciare a me stessa, ricercando e imparando con le sorelle. Dopo un po’, credevo di aver compreso alcuni principi e ho iniziato a vedere dei risultati. Convinta della mia levatura e anzianità, non mi accorgevo di darmi delle arie e disprezzavo le altre. Non ascoltavo più i loro suggerimenti e, quando volevano ricercare i principi o consultare materiale, lo reputavo inutile, convinta che dovessero solo obbedirmi. E questo ancor di più con la nuova sorella. Svolgevo quel compito da molto e ne sapevo di più, perciò credevo che dovesse rispettare il mio rango e le mie idee. Altrimenti le facevo la predica finché non cedeva. Persino nei devozionali le facevo leggere quel che volevo. L’ho limitata fino a renderla negativa, sofferente e indolente verso il suo compito. Altro che dovere: io compievo il male! Avevo approfittato della mia esperienza, diventando sempre più arrogante, limitando, danneggiando e opprimendo gli altri. Pur sapendo di sbagliare, rifiutavo di ricercare la verità o riflettere su me stessa. Solo allora, ho compreso l’oscurità del mio spirito e il mio stato di malattia. Dio mi stava disciplinando e ancor più proteggendo. Si serviva della situazione per portarmi dinanzi a Lui e farmi riflettere su me stessa. Il danno che la mia indole arrogante aveva causato a quella sorella mi faceva sentire in colpa. Ero del tutto priva di umanità! In tutta fretta, ho pregato e mi sono pentita dinanzi a Dio. Poi, in una riunione, ho condiviso sulla mia corruzione e sulla comprensione che ne avevo e mi sono a lungo scusata con quella sorella. Lei non se l’è presa, anzi, ci ha anche confidato le sue esperienze. Tutto d’un tratto, i nostri cuori si erano avvicinati. In seguito, quando lavoravamo insieme sapevamo condividere e compensarci a vicenda. Anche le idee negli articoli sono diventate molto più chiare e il lavoro procedeva spedito. Ho compreso che, se non vivevo secondo quell’indole corrotta e se lavoravo bene con gli altri, Dio mi concedeva la Sua guida e le Sue benedizioni.

Un giorno, nei devozionali, ho letto questo passo: “Se davvero possiedi la verità dentro di te, il cammino che percorri sarà naturalmente la retta via. Senza la verità, è facile commettere il male, e lo commetterai tuo malgrado. Per esempio, se tu avessi arroganza e presunzione, ti sarebbe impossibile astenerti dallo sfidare Dio; ti sentiresti costretto a farlo. Non lo fai intenzionalmente, ma sei guidato dalla tua indole arrogante e presuntuosa. La tua superbia e il tuo orgoglio ti portano a disprezzare Dio e a considerarLo privo di qualsiasi importanza; a esaltare te stesso, a metterti costantemente in mostra e, alla fine, a sederti al Suo posto e a rendere testimonianza per te stesso. A lungo andare, trasformi le tue idee, la tua mentalità e le tue concezioni in verità da adorare. Guarda quanto male commettono le persone sotto il dominio della loro natura arrogante e presuntuosa! Per modificare le loro azioni malvagie, le persone devono prima risolvere il problema della loro natura. Senza un cambiamento di indole, non è possibile estirpare questo problema alla radice. Quando hai una certa comprensione di Dio, quando sai vedere la tua corruzione e riconoscere quanto siano spregevoli e turpi l’arroganza e la presunzione, allora ti sentirai disgustato, nauseato e afflitto. Sarai in grado di fare coscientemente alcune cose per soddisfare Dio e, così facendo, ti sentirai a tuo agio. Sarai in grado di testimoniare coscientemente Dio e, così facendo, proverai gioia. Coscientemente ti smaschererai, porterai alla luce la tua turpitudine e, così facendo, ti sentirai bene interiormente e proverai uno stato d’animo migliore” (La Parola appare nella carne). Le parole di Dio hanno mostrato che quell’opposizione nasceva dalla mia natura arrogante e boriosa e io ne ero schiava, con un’opinione alta di me stessa. Credevo di essere brava nel lavoro e di capirne più di tutti gli altri, volevo sempre avere l’ultima parola. Quando le mie sorelle avevano idee diverse, io le rifiutavo e le tartassavo con le mie finché non le accettavano. Quando volevano ricercare la verità e consultare del materiale di studio, mi opponevo e le obbligavo a vederla come me. Non le stavo forse controllando, tiranneggiando, ostinata nell’errore? Solo le parole di Dio sono verità e principio per l’umana condotta, sono da accettare e rispettare. Ma io non permettevo alle altre di ricercare i principi della verità e obbedire a Dio e le obbligavo a fare ciò che dicevo come se le mie parole fossero la verità. Tentavo di sostituire la verità con le mie idee e opinioni. Non mi stavo forse ponendo al pari di Dio? La logica di Satana è “Io sono il mio signore in cielo e in terra” e “Perisca chi mi oppone resistenza”. Satana vuole controllare l’uomo e rimpiazzare Dio. Anche io ero stata intossicata dai suoi veleni, sempre dispotica, bramosa di dominare e di avere l’ultima parola. Ho danneggiato le altre sorelle e anche il lavoro della Chiesa. La mia indole satanica era riprovevole. Su un cammino di opposizione a Dio, ho gravemente offeso la Sua indole! A quel punto, la giusta indole di Dio è scesa su di me. Senza l’opera dello Spirito Santo ero cieca, incapace di capire i problemi e di ottenere risultati. Dovevo arrendermi alla realtà dei fatti e riconoscere che anche il minimo risultato ottenuto era opera di Dio. Io ci avevo messo un po’ di collaborazione. Non conoscevo me stessa, ero ciecamente arrogante e dispotica. Non avevo alcuna consapevolezza di me. Al pensiero ho provato una tale vergogna. Da allora ho deciso di lavorare bene con gli altri, abbandonare la mia indole arrogante, rinunciare a me stessa e accettare i suggerimenti altrui.

Una volta, mentre analizzavamo la linea di un articolo, sorella Zhang ha avanzato ottime proposte, ma ancora una volta volevo imporre le mie idee. Stavo per insistere sulle mie ragioni, quando ho capito che la mia indole arrogante mi stava spingendo di nuovo a tiranneggiarla. Ho ripensato a come avevo ferito le altre, inficiando il mio compito, per aver seguito la mia indole arrogante. Era ora di smetterla, così ho pregato e invocato Dio nel cuore. Mi è tornata in mente una Sua condivisione. Dopo aver chiesto ad Adamo di dare un nome a ogni creatura, Dio le chiamò proprio in quel modo. Dio dice: “Dio diede l’intelligenza all’uomo e questi la usò per fare le cose. Se ciò che l’uomo fa è positivo agli occhi di Dio, viene confermato, riconosciuto e accettato da Lui senza alcuna valutazione né critica. È una cosa che le persone, gli spiriti maligni o Satana non possono fare. Vedete qui una rivelazione dell’indole di Dio? Un essere umano, un individuo corrotto o Satana accetterebbero di farsi rappresentare da qualcuno che facesse le cose sotto il loro naso? Naturalmente no! Lotterebbero per mantenere la loro posizione contro l’altra persona o forza diversa da loro? Certo che sì! In quel momento, se con Adamo ci fossero stati Satana o una persona corrotta, sicuramente avrebbero rifiutato ciò che egli stava facendo. Per dimostrare di avere la capacità di pensare in maniera autonoma e delle intuizioni uniche, avrebbero assolutamente negato tutto quello che Adamo faceva: ‘Vuoi chiamare così questa cosa? Be’, io no, la chiamerò in quest’altro modo; tu l’hai chiamato Tom, ma io lo chiamerò Harry. Devo sfoggiare la mia intelligenza’. Che tipo di natura è questa? Non è estremamente arrogante? Ma Dio ha un’indole simile? Sollevò obiezioni insolite a ciò che fece Adamo? La risposta è inequivocabilmente no! Nell’indole che Dio rivela, non c’è un briciolo di polemica, di arroganza o di presunzione. Qui è più che chiaro” (La Parola appare nella carne). Meditare sulle parole di Dio mi ha commossa. Adamo diede un nome a ogni creatura e Dio approvò ogni sua scelta senza cambiare nulla. Se l’uomo usa l’intelligenza donatagli da Dio per cose positive, Dio lo accetta senza interferire. Ho capito che Dio è umile e nascosto, che non Si mette mai in mostra. L’essenza di Dio è così buona e bella! Ma io, più insignificante di un verme, ero arrogante, boriosa e ostentavo la mia anzianità. Volevo sempre dominare il gruppo e dare ordini agli altri: che spudorata! Ripensando a quanto è successo, le idee di sorella Zhang erano palesemente migliori delle mie, eppure volevo che le scartasse per fare a modo mio. Nella mia arroganza, ero priva di ogni senno! Al pensiero mi sono odiata, avrei voluto prendermi a schiaffi. Ho pregato Dio in silenzio, dicendo che desideravo rinunciare a me stessa e ascoltare quella sorella. Così ho detto alle altre: “Sorella Zhang ha idee meritevoli e migliori delle mie. Facciamo come dice lei”. Le altre erano d’accordo con me. Poi abbiamo redatto l’articolo e, sotto la guida di Dio, abbiamo concluso il lavoro senza intralci. Ci siamo sentite molto sollevate. In seguito due sorelle mi hanno detto: “Sei cambiata. Non sei più ancorata alle tue idee e sai accettare i suggerimenti degli altri”. Sentendole parlare così, ho reso grazie a Dio dal profondo del cuore!

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Ho imparato a collaborare con gli altriultima modifica: 2020-09-11T08:32:01+02:00da jiaotashidi