Testimonianze della vita della Chiesa – Basta compiacere gli altri!

“Basta compiacere gli altri!” è la testimonianza di una cristiana che sperimenta il giudizio e il castigo di Dio. A causa dell’istruzione da lei ricevuta e dell’influenza da parte della società, la protagonista considerava idee come “L’armoniosità è un tesoro, la tolleranza è una virtù”, “Tacere sulle colpe di un buon amico assicura una lunga e buona amicizia” e “Anche se vedi l’errore, è meglio dire poco” come le sue massime esistenziali. Dopo aver accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni, ha continuato a interagire con i suoi fratelli e sorelle sulla base di queste regole di sopravvivenza.

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Testimonianze della vita della Chiesa – La salvezza di Dio

Dopo aver ottenuto la fede in Dio, la protagonista inizia a svolgere con passione il proprio dovere e a spendere sé stessa. Tuttavia, è stata ingannata e corrotta da veleni satanici quali “Sii al di sopra degli altri e rendi gloria ai tuoi antenati” e “Coloro che lavorano con la mente governano gli altri e coloro che lavorano col corpo sono governati dagli altri”. Non riesce a fare a meno di perseguire fama e prestigio e si ritrova soggiogata dalla propria indole arrogante.

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Un passo indietro dal baratro

di Zhao Guangming, Cina

All’inizio degli anni ’80 ero un trentenne e lavoravo per una impresa di costruzioni. Mi consideravo giovane e in gamba, trattavo le persone con lealtà e rispetto e svolgevo il mio lavoro in modo responsabile. Inoltre, le mie competenze edili erano eccellenti ed ero sicuro che avrei fatto strada all’interno dell’impresa e che, non appena la mia carriera fosse davvero decollata, avrei vissuto come un principe. Questo era il mio obiettivo e così sono rimasto presso quell’impresa e ho lavorato sodo per molti anni. Ma nonostante il mio carattere irreprensibile e le mie competenze professionali, sembrava che i miei sforzi non venissero mai apprezzati dall’impresa, cosa che non sono mai riuscito a capire. La classe più alta di retribuzione nella nostra società era la 6, ma il mio stipendio non è mai andato oltre la 3.

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Un risveglio dello spirito cristiano

di Lingwu, Giappone

Sono un figlio degli anni Ottanta, nato in una normale famiglia contadina. Mio fratello maggiore era sempre malaticcio fin da piccolo. Mio padre rimase ferito in un incidente quando io avevo 10 anni; due anni dopo rimase paralizzato. La situazione finanziaria della nostra famiglia era misera già in partenza e, per curare mio padre, ci indebitammo fortemente. Amici e parenti temevano che non saremmo mai riusciti a ripagare il debito e non erano disposti a prestarci denaro. Indifeso, fui costretto ad abbandonare la scuola a 16 anni per lavorare fuori casa. Nel silenzio della notte fonda, pensavo spesso: da piccoli, i ragazzi della mia età giocavano liberamente dopo la scuola, mentre io dovevo stare nei campi a svolgere lavori agricoli; adesso sono cresciuti come me e ancora vanno a scuola, facendo i figli viziati con i loro genitori, mentre io devo cominciare a lavorare a un’età precoce e soffrire ogni genere di patimenti per sostentare la mia famiglia… All’epoca, mi lamentavo con i miei genitori domandando perché mi avessero fatto nascere e perché io fossi venuto al mondo solo per soffrire e sgobbare. Ma non potevo farci niente, potevo solo accettare quella realtà. All’epoca, il mio desiderio più grande era lavorare sodo, guadagnare dei soldi, consentire ai miei genitori di vivere comodamente e non essere più guardato dall’alto in basso.

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Un cuore errante torna a casa

Un cuore errante torna a casa

di Novo, Filippine

Mi chiamo Novo e vengo dalle Filippine. Ho seguito mia madre nella sua fede in Dio da quando ero un bambino e andavo in chiesa ad ascoltare i sermoni insieme ai miei fratelli. Pur credendo nel Signore da molti anni, sentivo di non aver subito alcun cambiamento e di essere come un miscredente. Nel mio cuore non facevo che pensare a come guadagnare più soldi e a come spendere le mie giornate nell’agiatezza e godermi la bella vita. Come se non bastasse, uscivo sempre a bere insieme agli amici e appena avevo un po’ di contante andavo a giocare d’azzardo. Sapevo che fare quelle cose era in contrasto con la volontà di Dio: spesso pregavo il Signore e confessavo i miei peccati esprimendo dinanzi a Lui il fermo proposito di abbandonare quelle cattive abitudini e di non peccare mai più. Ma di fronte alle lusinghe e alle tentazioni dei miei amici non riuscivo semplicemente a controllarmi.

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Gli anni in cui mi sono fatta in quattro per mia figlia

Gli anni in cui mi sono fatta in quattro per mia figlia

Yang Yuqing, Giappone

Sono nata in un piccolo villaggio della Cina, dove sono cresciuta vivendo una vita semplice e ordinaria. Poiché la mia famiglia era povera, dovetti andare a lavorare in una grande città, dopo aver finito la scuola media all’età di 16 anni. A 17 anni, incontrai il mio ex marito, più grande di me di 12 anni. A quel tempo, la premura e l’affetto che mi dimostrava rappresentavano per me il rifugio protettivo che mi offriva mio padre e l’amore fraterno che mio fratello maggiore mi dimostrava. Mi sentivo molto fortunata ad averlo incontrato e, ogni giorno, contavo le mie benedizioni. Un giorno, sua madre passò a trovarci, soprattutto per vedere me. Pensavo che sarebbe stata contenta di vedermi; perciò rimasi sorpresa quando, vedendo che ero carina e molto più giovane di suo figlio, sospettò immediatamente che avessi qualche altro motivo per uscire con lui. Proprio davanti a me, disse al figlio: “Non hai paura che stia tramando qualcosa?” Nel sentirla dire questo, mi rattristò molto e mi sconvolse; non sapevo proprio cosa fare. Il mio ex marito, con un tono di voce arrabbiato, rispose: “Mamma, se pensi di poterci dividere, te ne puoi andare!” Ero sbalordita nel sentirlo dire quelle cose.

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Togliti la maschera e ricomincia a vivere da zero

Togliti la maschera e ricomincia a vivere da zero

Chen Dan Provincia di Hunan

Verso la fine dell’anno scorso, dato che non ero in grado di far decollare l’opera del Vangelo nella mia area, la casa di Dio trasferì da un’altra area un fratello che prendesse il mio incarico. Prima che ciò avesse luogo, non ero stata informata, ma l’avevo indirettamente sentito da una sorella con cui collaboravo. Ero molto arrabbiata. Sospettavo che la persona responsabile non mi avesse informata per timore che non fossi disposta a lasciare il mio incarico e che opponessi resistenza. Di conseguenza, mi feci una pessima opinione della sorella responsabile. Successivamente, la sorella fece una riunione con me e mi chiese come mi sentissi nel venire sostituita. Inizialmente avrei voluto dire ciò che pensavo; ma, temendo che si facesse una cattiva impressione di me e che pensasse che aspiravo a un incarico, dissi con un tono il più possibile rilassato: “Non c’è problema, non sono stata in grado di svolgere un lavoro costruttivo, quindi è giusto che venga sostituita.

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Ho trovato una vera casa

Ho trovato una vera casa

di Yangyang, Stati Uniti

Mio padre è morto quando avevo tre anni. Mia madre aveva appena dato alla luce mio fratello minore, e mia nonna, per via della superstizione, aveva detto che erano stati mia madre e il mio fratellino ad aver provocato la morte di mio padre. Non avendo un’alternativa migliore, mamma dovette portare mio fratello minore ad abitare in casa di suo padre; così, da che ho memoria, ricordo di aver vissuto insieme a mio nonno e mia nonna. Sebbene mi trattassero bene, mi sentivo comunque sola e desideravo tanto stare insieme a mia madre e a mio fratello. Anelavo allo stesso tipo di amore materno che ricevevano gli altri bambini. In realtà non chiedevo molto: volevo solo una vera famiglia, una madre che mi amasse teneramente, che potesse condividere con me i suoi sentimenti sinceri. Ma persino questa piccola richiesta era diventata un’assurda speranza, perché potevo vedere mia madre solo nei fine settimana.

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Avendo adempiuto al mio dovere, mi è stata concessa l’immensa salvezza di Dio

mi è stata concessa l’immensa salvezza di Dio

Hong Wei, Beijing

15 agosto 2012

Il 21 luglio 2012 cominciò a cadere una forte pioggia. Casualmente, quel giorno avevo un compito da svolgere; quindi, al termine del nostro incontro, vedendo che aveva un po’ schiarito, mi precipitai a casa in bicicletta. Solo quando imboccai la strada principale, mi resi conto che l’acqua stava scendendo dalla montagna come una cascata e che la strada era talmente coperta da acqua piovana da non riuscire più a distinguerne chiaramente la superficie. Questo spettacolo mi spaventò un poco, quindi in cuor mio chiamai con insistenza: “Dio! Ti supplico di darmi fede e coraggio. Questo è il momento in cui Tu vuoi che io renda testimonianza. Se Tu permetti che io venga trascinato via dalla corrente, allora in ciò vi sono comunque le Tue buone intenzioni. Sono disposto a sottomettermi alla Tua orchestrazione e alle Tue disposizioni”. Dopo aver così pregato, diventai più calmo; non mi sentivo più così spaventato e affrontai la tempesta di petto lungo tutto il tragitto verso casa.

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La trasformazione di un uomo caduto

La trasformazione di un uomo caduto

Tong Xin Provincia del Fujian

Sono nato in campagna. Vengo da una famiglia di umili coltivatori e, per di più, nella mia famiglia eravamo in pochi, così spesso eravamo oggetto di prepotenze. Quando avevo 13 anni, c’era un bambino che fu picchiato da qualcuno che veniva da fuori. Gli abitanti del villaggio accusarono ingiustamente mio padre di essere l’istigatore dell’accaduto e dissero che avrebbero perquisito la nostra casa e confiscato i nostri beni, che avrebbero preso i nostri maiali e persino picchiato mio padre. In un’altra occasione, un compaesano si impossessò della nostra rete da pesca e la tenne per sé. Quando mio padre andò a riprendersela, l’uomo lo percosse, facendo leva sul proprio potere e sulla propria influenza. Mio padre dovette ingoiare il rospo perché sapeva di non avere né soldi né potere. Mia madre disse a me e ai miei fratelli che in futuro avremmo dovuto far valere i nostri diritti, e di non condurre mai una vita di oppressione come questa.

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