LG presenta i nuovi moduli fotovoltaici serie NeON H e NeON R

LG fornisce prodotti solari ad alta efficienza in grado di offrire livelli di potenza e affidabilità unici, assieme ad una delle migliori garanzie sulle prestazioni

LG Electronics porta anche sul mercato italiano l’ultima generazione del solare ad alto rendimento. La società ha lanciato le serie NeON H e NeON R, moduli fotovoltaici caratterizzati da alti livelli di potenza e affidabilità. “I nostri nuovi prodotti sono la soluzione più affidabile ed efficiente che LG abbia mai realizzato”, spiega Kevin Kim, vice presidente e a capo dell’unità Energy Business della LG Electronics Business Solutions Company. Entrambe le serie si affidano alle innovative celle formato M6 con drogaggio di tipo N, capaci di offrire prestazioni migliorate e stabili nel tempo. Anche in caso di basso irraggiamento solare o condizioni meteo avverse. Ideali sia per applicazioni residenziali che commerciali,  nuovi moduli fotovoltaici LG, mantengono alte le prestazioni per tutta la loro vita utile.

Le serie NeON H e NeON R utilizzano sofisticate celle solari con doping tipo N. Una scelta in diretta controtendenza con il trend più diffuso sul mercato (celle di tipo Mono PERC) ma che garantisce ottimi risultati finali.

Nel dettaglio, i moduli fotovoltaici NeON H impiegano 120 Celle Half Cut Formato M6, generando una potenza massima di 390 Watt con un coefficiente di temperatura di -0.33% per grado Celsius. Inoltre, la struttura bifacciale di queste celle permette al pannello di assorbire la luce sia dal lato anteriore che da quello posteriore. La nuova serie NeON R, invece, impiega 60 celle Tipo N formato M6 con struttura a contatto posteriore. Il coefficiente termico è di 0.29% per grado Celsius e il pannello può raggiungere una potenza di picco di 405 Watt.

La società è il primo produttore al mondo a gestire strutture interne di collaudo solare certificate da due importanti organismi internazionali di ispezione e certificazione: UL e TÜV Rhein-land. I test a cui sono stati sottoposti hanno dimostrato che i moduli fotovoltaici NeON H e NeON R soddisfano a pieno gli standard del settore. Entrambe le serie sono garantite 25 anni sul prodotto e 25 sulla resa con un livello finale di potenza al 25° anno fino al 92,5% delle loro prestazioni originali. “Siamo uno dei pochi produttori ad offrire una garanzia di 25 anni sui prodotti fotovoltaici e continueremo a lavorare per fornire soluzioni efficienti ed efficaci che resistano alla prova del tempo”, aggiunge Kim.

 L’offerta LG arriva sul mercato italiano forte anche di una rete di installatori presente in modo capillare su tutto il territorio. Un network in continua crescita a cui la società ha dedicato il LG PRO Partner Program”, programma che fornisce ai partner, formazione tecnica, supporto marketing e convenzioni esclusive.

Rinnovabili.it: https://www.rinnovabili.it/energia/fotovoltaico/moduli-fotovoltaici-ad-alto-rendimento-lg-neon-h-neon-r/

In Another Country, Isabelle Huppert si fa in tre nel film di Hong Sang-Soo, gratuito e in streaming

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Dopo tanti noir, il consueto appuntamento con il cinema coreano organizzato dall’Istituto Culturale Coreano è dedicato alla commedia con In Another Country, film applauditissimo al Festival di Cannes nel 2012. Il film del regista Hong Sang-Soo sarà trasmesso da mercoledì 28 Aprile ore 16.00 a giovedì 29 Aprile ore 16.00 previa iscrizione alla newsletter dell’Istituto inviando una email all’indirizzo cinemacoreano.icc@gmail.com entro le 12:00 del 29 aprile.

Ecco la sinossi. Una giovane donna si rifugia nella cittadina balneare di Mohang insieme alla madre a causa dei debiti che le opprimono. Per cercare di calmare i suoi nervi, comincia a scrivere un racconto con protagoniste tre donne straniere, tutte e tre di nome Anne. Le tre Anne, in tre differenti momenti nel tempo, visitano Mohang, alloggiano nello stesso posto ed esplorano i medesimi luoghi, conoscendo anche le stesse persone, compreso un misterioso bagnino che vaga irrequieto su e giù per la spiaggia vicina. Tre Isabelle Huppert. Tre passeggiate al faro. Tre variazioni sulla seduzione in spiaggia, collegate in un’infinità di sfumature e di risvolti.

La profilassi antitrombotica a domicilio nei pazienti affetti da Covid-19, il modello Cremona

Formazione continua ai medici di base per permettere agli ospedali di accogliere solo i casi che necessitano di un immediato ricovero (e non solo per il Covid-19) e in particolare corsi sulla profilassi antitrombotica per trattare i pazienti a casa, fanno di Cremona un modello da replicare, anche grazie al sostegno di Italfarmaco. Lo spiega Sophie Testa, Presidente della Federazione Centri per la Diagnosi della Trombosi e la Sorveglianza delle Terapie Anticoagulanti.

La realtà vissuta a Cremona – uno dei fronti principali della pandemia –ha permesso al personale sanitario di accumulare velocemente grandi esperienze soprattutto in funzione del fatto che l’ospedale, nel giro di pochi giorni, si è riempito di pazienti Covid con 650 posti letto occupati.

Subito ci si è resi conto che l’infezione da Covid-19, con espressione di una grave insufficienza respiratoria, aveva due caratteristiche salienti: da una parte, come in molte condizioni infettivologiche acute, esponeva i pazienti ad un rischio tromboembolico venoso elevato (e di questa si aveva già conoscenza rispetto ad altre situazioni), secondariamente c’era lo sviluppo di una malattia infiammatoria acuta che determinava poi le lesioni microvascolari polmonari tipiche della fase più avanzata della malattia.

Nel considerare l’aspetto trombotico legato al tromboembolismo venoso, viene messa in atto la profilassi eparinica. Con la medicina generale, sono stati strutturati degli incontri in quanto i medici stessi chiedevano aggiornamenti ed informazioni al fine di poter gestire a domicilio quei pazienti che non erano giunti ad ospedalizzazione, che non trovavano posto in ospedale, che non erano in fase di insufficienza respiratoria acuta, ma che comunque meritavano un trattamento che non fosse la semplice osservazione o il semplice controllo della temperatura corporea e dell’ossimetria. A seguito di questa esperienza e della letteratura disponibile vengono oggi presi in considerazione tra i fattori di rischio, l’immobilità a letto (o comunque l’ipomobilità), eventuali precedenti eventi trombotici venosi, l’obesità, un trattamento ormonale in atto, l’età, eventuali malattie concomitanti (es. cancro) e viene assegnata la profilassi eparinica. Inoltre si sottolinea l’importanza di una buona idratazione.

È stato un percorso che è partito dall’evidenza della prevalenza di complicanze tromboemboliche e della conseguente necessità di profilassi precoce domiciliare, profilassi da proseguire in alcuni casi anche dopo la dimissione ospedaliera; nella seconda e terza ondata questa pratica si è consolidata. Una raccomandazione per il futuro è quella cercare di avere sempre controllo e conoscenza dell’emocromo e della funzionalità renale per escludere condizioni di controindicazione assoluta alla profilassi. Se questo aspetto è stato difficile da gestire nella prima ondata, passati i primi due mesi si è organizzato un servizio domiciliare anche per controllare l’assetto emostatico e la creatinina, sempre memori che dell’indispensabilità della modulazione del trattamento”.

Saipem: ecco Agnes, l’hub energetico green da 620 MW

A quasi 20 km dalla costa di Ravenna, sorgerà Agnes. Concepito insieme a Quint’x, sarà uno dei primi (e più grandi) distretti energetici verdi d’Europa

Riconversione, sviluppo sostenibile ed energie rinnovabili. Sono tre dei pilastri della Transizione ecologica e sembra proprio che al largo delle coste ravennati coesisteranno tutti in uno degli hub energetici più avanzati d’Europa. Dalla partnership tra Saipem e Quint’x, azienda italiana specializzata da più di 20 anni nelle energie rinnovabili, nasce Agnes (Adriatic Green Network of Energy Sources) – il primo impianto al mondo su scala commerciale dove eolico offshore e fotovoltaico galleggiante produrranno energia elettrica in maniera integrata e saranno contemporaneamente in grado di generare idrogeno verde tramite elettrolisi. Un piano ambizioso che richiederà investimenti superiori al miliardo di euro e raggiungerà una potenza istallata complessiva di 620 MW, a cui si aggiungeranno ben 4 mila tonnellate di idrogeno prodotto ogni anno. Secondo Legambiente si tratta di “un segnale importante, in linea con gli obiettivi europei, nazionali e regionali di decarbonizzazione”.

Uno dei più grandi parchi eolici del Mediterraneo, con 65 turbine dalla capacità di 520 MW. Aerogeneratori a elevata efficienza in cima a fondazioni fisse sul fondo del mare, disposte lungo due siti, Romagna 1 e 2, a 10 e 13 miglia nautiche dalla costa (quasi 20 chilometri). E poi altri 100 MW di pannelli fotovoltaici galleggianti – il cosiddetto solare flottante – costruiti con la tecnologia e l’esperienza di Moss Maritime, azienda norvegese controllata da Saipem, specializzata nella progettazione di infrastrutture offshore e floating. Il distretto energetico concepito interamente in ottica green produrrà 1.5 TWh di energia, abbastanza da soddisfare il fabbisogno di 500 mila famiglie. Sono questi i numeri ambiziosi con cui la società fondata nel 1957 da Enrico Mattei promette insieme alla partner Quint’x di contribuire alla decarbonizzazione dell’area industriale di Ravenna.

Francesco Balestrino Renewable and Green Technologies Product Manager di Saipem afferma che “il progetto è unico al mondo per taglia e per integrazione di diversi tipi di tecnologia. Il modello finanziario si baserà su un’economia di scala: oltre l’energia prodotta ci sarà anche la possibilità di mettere a sistema le competenze presenti sul territorio con l’obiettivo di creare una filiera italiana che sia di supporto allo sviluppo di questa tipologia di progetti”.

Per il manager, infatti, Saipem ha da tempo avviato un percorso “per consolidare il proprio ruolo sempre più da protagonista nel settore delle energie rinnovabili, attraverso un modello di business orientato al processo di evoluzione energetica globale e la realizzazione del progetto AGNES costituisce un ulteriore importante passo in questa direzione, con cui l’azienda vuole offrire il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nazionali ed europei, mettendo a sistema anche le valide competenze della filiera italiana”.

“Oggi Ravenna ha la possibilità di avviare una nuova leadership nel settore delle rinnovabili, sfruttando le risorse presenti nel mare davanti alle sue coste per combattere il cambiamento climatico”, ha dichiarato Alberto Bernabini, Ceo di Quint’x. L’impianto infatti integrerà degli elettrolizzatori sulle piattaforme oil&gas esistenti, che sfrutteranno l’energia in eccesso per generare idrogeno verde tramite l’elettrolisi dell’acqua marina. I picchi di produzione caratteristici delle grandi installazioni eoliche e fotovoltaiche saranno invece assorbiti da batterie agli ioni di Litio da 100 MWh di capacità.

La scelta di Ravenna non è casuale: è ben noto il background industriale dell’area, specie nei settori navale e petrolifero che negli ultimi anni hanno subito flessioni significative. Ripristinare piattaforme O&G e tutte quelle altre infrastrutture fisse in dismissione è un primo forte cambio di passo, dalla pratica alla teoria, del tanto atteso processo di Transizione ecologica. L’esempio ravennate di Agnes potrebbe diventare un modello replicabile grazie al know-how ingegneristico di Saipem nei tanti altri siti italiani con caratteristiche analoghe. “Stiamo studiando anche in Sicilia e Sardegna progetti simili, che prevedono l’utilizzo della nostra tecnologia basata su fondazioni galleggianti per le turbine eoliche”, hanno commentato Francesco Balestrino di Saipem e Matteo AnzalonerRenewable Engineer della divisione XSIGHT di Saipem – che curerà il progetto.

Ultimate le prime tappe del percorso autorizzativo, i vertici della società guidata da Stefano Cao puntano entro il 2022 a completare la redazione dello Studio d’Impatto Ambientale e presentare il Progetto Definitivo per arrivare al rilascio delle varie autorizzazioni e concessioni demaniali nel 2023.

Infrastrutture elettriche, e se la riparazione guasti fosse “laparoscopica”?

Enel lancia una nuova sfida tecnologica attraverso la sua piattaforma di crowdsourcing Open Innovability®.  L’obiettivo? Ridurre al minimo l’impatto ambientale dei cantieri urbani per gli interventi sulle reti di distribuzione elettrica

Sotto la superficie del manto urbano si nasconde una fitta trama di sottoservizi. Dagli acquedotti alle condutture fognare, dalle reti di distribuzione elettrica a quelle delle telecomunicazioni, dalle condotte per il teleriscaldamento alle tubature del gas, le città ospitano un mondo apparentemente invisibile. Tutt’altro che invisibili sono invece gli interventi di manutenzione in caso di danni o guasti. Riparare le infrastrutture sotterranee richiede tempo, soldi e soprattutto spazio da dedicare agli scavi. E se i lavori di ripristino di condotti e cavi sotterranei non fossero “operazioni a cuore aperto” ma discreti interventi di “laparoscopia”? Su questa possibilità si sta impegnando Enel che oggi lancia una nuova sfida tecnologica attraverso la sua piattaforma di crowdsourcing Open Innovability®.  La challenge ha un obiettivo preciso: ridurre al minimo l’impatto ambientale dei cantieri urbani per gli interventi sulle infrastrutture elettriche facendo leva su soluzioni sostenibili, a beneficio delle comunità locali e di tutti gli stakeholders delle geografie dove Enel opera.

L’impiego di cavi interrati è l’opzione preferita per le reti di distribuzione Enel in Europa e Sud America. Sono più facilmente collegabili ai nuovi edifici, offrono sicurezza nei confronti delle derivazioni illegali e resilienza alle severe condizioni climatiche, annullando l’impatto visivo. Inoltre, hanno solitamente costi di manutenzione e di esercizio ridotti grazie ad un minor numero di interruzioni transitorie rispetto le linee aeree.

Ma in caso di guasti o incidenti le attività di riparazione risultano dispendiose sia in termini di soldi che di tempo nella fase di scavo.

Per risolvere la sfida, il gruppo sceglie ancora una volta l’approccio “aperto”, chiamando all’appello grandi imprese, società innovative e PMI provenienti da qualsiasi paese. La nuova sfida Enel cerca soluzioni a livello commerciale (TRL ≥ 6) che permettano di raggiungere e/o aggiustare il punto difettoso del cavo, con il minimo lavoro di scavo e occupazione del suolo possibile. Minimizzando quindi oneri e costi di perforazione. La partecipazione richiede di tenere in conto alcuni requisiti, dagli standard ambientali, sanitari e di sicurezza ai requisiti locali. Cercando di puntare al minimo dispendio di tempo, ad un costo competitivo e ad una buona flessibilità operativa (che permetta di usare le soluzioni in condizioni di suolo differenti).

La piattaforma su cui è stata lanciata la challenge è nata per dar spazio ai progetti di sviluppo improntati alla sostenibilità, all’efficientamento e all’equità sociale, in linea con quanto raccomandato dagli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In questo caso, il punto di riferimento è l‘obiettivo 9 “Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile”.

Qui tutte le informazioni.

#EnelOpenInnovability

LA REMISE EN FORME È UN DOVERE O UN PIACERE?

Il sondaggio dell’esperto del debito KRUK rivela – per l’80% degli italiani l’attività fisica è la regina della remise en forme! Il 37% la considera un “dovere”, mentre per il 36% è un piacere.

 

Milano, 31 marzo 2021 Lockdown a singhiozzo, limitazioni dell’attività fisica e il tempo trascorso in casa hanno portato molti a “trascurarsi”, ma con l’arrivo della primavera torna la voglia di rimettersi in forma per affrontare i prossimi mesi con una nuova energia. KRUK, l’esperto del debito, ha indagato attraverso un sondaggio quali saranno i comportamenti degli italiani per quanto riguarda la remise en forme e propone suggerimenti perché la prova costume non si trasformi in una nuova occasione di revenge spending.

 

Il revenge spending è il comportamento che spinge la popolazione a spendere più del normale in seguito a forti limitazioni, sia per bisogno di recuperare spese e acquisti rimandati in precedenza, sia come strategia compensativa. E, secondo il sondaggio KRUK, pare che possa interessare proprio la remise en forme di questi mesi primaverili. Infatti, il 41% dei rispondenti ha dichiarato che, dopo i vari lockdown invernali, vorrebbe utilizzare parte dei soldi risparmiati per rimettersi in forma in vista della bella stagione. Soltanto un 10% non farà niente, dal momento che potrebbero non esserci vere e proprie vacanze all’orizzonte.

 

Un dovere o un piacere? Il 37% considera la l’impegno per rimettersi in forma un “dovere”, mentre per il 36% è un piacere, una motivazione in più per prendersi cura di sé.

Che siano mossi da un genuino bisogno di allenarsi o dal senso di colpa, quasi la totalità dei rispondenti (80%) confermano che l’attività fisica è la regina della remise en forme! E i rientri in palestra comprenderanno non soltanto i fitness addicted (24%), ma anche chi prima dell’emergenza la frequentava più di rado, e ora ne sente invece la necessità dopo tanto tempo costretto a stare fermo (24%).

 

La palestra, il personal trainer (o PT come si dice in gergo) e l’abbigliamento per un allenamento con stile non sono le uniche voci di spesa, ma solo la punta dell’iceberg nella lunga metamorfosi verso la prova costume. In molti, acquistano trattamenti corpo (20%) e hanno l’appuntamento fisso annuale con il dietologo o nutrizionista (17%), fino a spingersi a trattamenti di ultima generazione come la crioterapia (3%) che può costare dai 100€ in su a seduta e viene eseguita sino a 3 volte alla settimana. Per le donne, continua ad avere grande importanza la cura della propria pelle: circa il 70% delle rispondenti, infatti, ammette di acquistare maggiormente prodotti anti-age, anticellulite e snellenti in vista dell’estate, per rendere e mantenere il proprio corpo tonico, mentre si osserva tra gli uomini un trend in crescita (15%) tra chi acquista creme anti rughe, detergenti, ma anche prodotti make up.

 

Ma quanto costa la Remise en formeIl 17% risponde ben oltre 350€, sebbene sia una spesa che l’87% dei rispondenti non avrebbe mai preventivato a priori. Questo si riflette anche nelle scelte di consumo in occasione di saldi e offerte: il 44% dichiara di guardare agli sconti per alcuni prodotti, ma non su quelli preferiti che acquista a prescindere dal prezzo. La scelta beauty, infatti, è una scelta dettata più dall’impulso che dalla ragione! Per questo motivo, KRUK suggerisce di non farsi prendere dall’ansia (o dalla competizione!), evitando gli acquisti dettati dall’istinto ma ragionando sempre sul budget che si può spendere per la per fitness e beauty.

 

Per pianificare al meglio la propria remise en forme ed evitare brutte sorprese è necessario dedicare una voce del proprio budget familiare per allenamento, trattamenti ed acquisti beauty, facendo in modo di non attingere dai propri risparmi, o peggio ancora dal paniere di soldi necessari per i beni di prima necessità.

In questo senso, arriva direttamente dal Giappone un aiuto prezioso, sotto forma di libro dei risparmi: si tratta del KAKEBO, un valido alleato per ottimizzare i propri costi, tenendo traccia delle proprie spese. A questo link il KRUKEBO, il KAKEBO di KRUK, ricco di preziosi consigli di risparmio!

O, se si preferisce fare subito un check sul budget di spesa da dedicare alla prova costume, basta fare un rapido calcolo con il metodo 50/30/20, disponibile in un click e in forma totalmente anonima sul sito di KRUK Italia. Questo metodo suddivide e calcola sulla base delle proprie mensili le spese essenziali (50%) come casa, cibo e trasporti, le spese superflue (30%) come ristoranti e vacanze e il risparmio (20%).