Il Natale sostenibile di Citterio. Un menu delle feste, zero sprechi, per imparare a riutilizzare gli avanzi in maniera creativa

Mai come quest’anno sarà un Natale all’insegna del risparmio, con un’attenzione verso il cibo che si consuma, evitando il più possibile gli sprechi. Le feste natalizie sono sempre state un’occasione di abbondanza sfrenata e soprattutto di spreco.

Per questo 2022 Citterio, storica azienda di salumi, ha deciso attraverso i suoi chef di proporre un Natale zero sprechi con la realizzazione di un menù del 25 Dicembre e un menù creativo ed originale utilizzando gli avanzi dei giorni delle feste.

Nel 2021, infatti, gli italiani hanno sprecato il 15% di cibo in più rispetto all’anno precedente, oltre 1 milione e 800 mila tonnellate. Numeri importanti che spingono sempre più a una riflessione globale e comune sul tema dello spreco, anche e soprattutto a tavola e durante festività così sentite come quella del Natale.

Un tema che sta particolarmente a cuore anche a Citterio che già da anni con il suo programma “Citterio for our planet” persegue il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale e sociale.

La nostra filosofia è da sempre quella di realizzare prodotti di alta qualità che riescano a garantire il rispetto per le terre d’origine e le tradizioni, combinate alla ricerca costante della massima efficienza energetica e al minor impatto ambientale – racconta Alessandro Riva, direttore marketing CitterioLa scelta di realizzare un menù di Natale zero sprechi si cala a pieno nella situazione economico sociale che stiamo affrontando. Riutilizzare gli avanzi degli ingredienti e dei piatti che abbiamo utilizzato per il menù delle feste è una pratica molto importante che fa bene all’ambiente e alla società, un piccolo gesto che contribuisce alla lotta contro lo spreco alimentare”.

Protagonisti di queste feste saranno l’originale Salame di Milano, dal sapore pieno e delicato, l’antica ed originale ricetta dal 1878, solo un’ attenta selezione di carni italiane sapientemente insaporite e lenta stagionatura naturale. Il Prosciutto di Parma Dop, prodotto utilizzando solo coscia suina nazionale e sale, senza conservanti, con una tradizione che si tramanda da oltre 100 anni ed infine il Grancotto di Vignola, un prosciutto cotto di Alta Qualità, 100% italiano, caratterizzato da un colore rosa vivo, dal profumo delicato e il sapore dolce e raffinato, che nasce dal connubio tra il rispetto della tradizione e dell’artigianalità.

Questi tre prodotti di alta qualità sono inseriti all’interno di sei differenti ricette tipicamente natalizie realizzate dagli chef Citterio, tre composte per il menù delle feste e tre per il menu del giorno dopo.

Menù delle feste

Antipasto: Cestino croccante con Salame di Milano Citterio, parmigiano e timo

Primo: Tortelloni ripieni di prosciutto crudo di Parma Citterio e patate su fonduta di taleggio e porri

Secondo: Arrosto di maiale con mele e Grancotto di Vignola Citterio

Menù del giorno dopo

Antipasto: Albero di pasta sfoglia con Salame di Milano, Prosciutto crudo di Parma e Grancotto di Vignola Citterio

Primo: Gnocchi di pane e Salame di Milano Citterio

Secondo: Torta salata con carne, Grancotto di Vignola Citterio e verdure

Nuovi traguardi per l’efficienza con motori senza magneti SynRM di ABB

I motori a riluttanza sincrona SynRM di ABB, grazie a un’efficienza energetica di livello “ultra-premium”, offrono la soluzione migliore per far fronte alla crescente necessità di risparmio energetico

Nei prossimi anni diventerà fondamentale aggiornare il parco motori elettrici dell’industria e trovare soluzioni sempre più efficienti e funzionali, senza rinunciare alle prestazioni. Una delle novità più significative in questo ambito è il motore sincrono a riluttanza, abbinato a un azionamento a velocità variabile (Vsd). Questa tecnologia offerta da ABB permette di sostituire direttamente i motori a induzione di classi energetiche più basse, come gli IE3, arrivando a ridurre le perdite di energia del 40%.

Sviluppato dagli ingegneri di ABB dapprima per pompe e ventilatori, il motore ad alta efficienza denominato SynRM è stato lanciato nel 2011 con una classe di efficienza IE4. Nel 2019 ABB introduce poi il motore IE5 SynRM con efficienza “ultra-premium”, un livello ancora più elevato. Ma cosa rende SynRM una delle soluzioni migliori per far fronte ai costi in bolletta sempre più salati del settore produttivo? La tecnologia sincrona a riluttanza non impiega magneti o avvolgimenti nel rotore e per questa ragione non è soggetta a perdite di potenza. La manutenzione è semplice come quella dei motori a induzione, a fronte di prestazioni da motore a magneti permanenti. L’International Electrotechnical Commission- IEC certifica (IEC 60034-30-1 e IEC TS 60034-30-2) emissioni di CO2 molto più contenute rispetto a motori a induzione IE3. L’aspetto forse più interessante è che un motore IE5 SynRM ha le stesse dimensioni del suo parente più “tradizionale” a induzione IE2, rendendo ancora più agevole la sostituzione di un dispositivo a induzione esistente, senza nessuna necessità di modifiche meccaniche.

Risultato? Con i motori SynRM in classe di efficienza IE5 ultra-premium di ABB si riducono le perdite di energia fino al 40% secondo le stime di IEC e si aumenta l’affidabilità del sistema nel suo insieme: a parità di prestazioni con i motori tradizionali, le temperature dell’avvolgimento e dei cuscinetti arrivano a ridursi anche di 30 e 15°C rispettivamente. Un fattore fondamentale, visto che oltre il 70% dei guasti imprevisti ai motori avviene a causa di cedimenti in corrispondenza di questi due componenti. Sostituire un motore di efficienza IE3 con un pacchetto motore IE5 SynRM accoppiato ad azionamento a velocità variabile riduce i consumi energetici e abbassa significativamente i costi associati.

Nel ciclo vita di un sistema di pompaggio a controllo meccanico, infatti, stando ai dati del Dipartimento dell’Energia USA, solo il 3% dei costi è dovuto all’acquisto, l’1% alla manutenzione, mentre il restante 96% è assorbito dall’energia necessaria ad alimentarlo. In altre parole, i risparmi di energia durante il funzionamento ripagano ampiamente la spesa per la sostituzione del motore tradizionale inefficiente.

Industria, servizi di pubblica utilità, residenziale: i motori sincroni a riluttanza magnetica se abbinati ad azionamenti a velocità variabile offrono la più alta efficienza possibile, garantendo prestazioni IE5. Il vantaggio dell’impiego di un azionamento è che, così facendo, vengono regolate la frequenza e la tensione dell’elettricità fornite al motore (discorso valido anche per quelli tradizionali a induzione), consentendo di variarne coppia e velocità. Ciò permetterà al motore di girare alla velocità ottimale richiesta dall’applicazione, non sprecando energia. I risparmi potenziali sono enormi: con la sola aggiunta di un Vsd a sistemi a velocità fissa si possono ottenere risparmi energetici fino al 25% grazie all’aumento dell’efficienza del processo.

 

 

link: https://www.rinnovabili.it/energia/efficienza-energetica/motori-sincroni-riluttanza-synrm-azionamenti-abb/

Gestione RAEE fotovoltaici, cosa è il Trust e come funziona

Come funziona la garanzia finanziaria per la gestione del fine vita dei moduli solari incentivati? Come evitare le trattenute del GSE? Cosa sono i Trust (o fondi fiduciari) e quali vantaggi comportano per i soggetti responsabili?

 

 

In Italia, dal 2014 la normativa segue e accompagna il fine vita dei moduli fotovoltaici, assicurando un percorso in linea con i dettami dell’economia circolare. Oggi, come per tutti i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, anche i RAEE fotovoltaici sono legati al versamento, da parte del produttore, di un contributo ambientale, e cioè di una quota a copertura dei costi attività di ritiro, trasporto, trattamento e riciclo dei rifiuti. Ciononostante, per gli oltre 80 milioni di moduli fotovoltaici incentivati in Conto Energia e installati prima del 2014 (ossia prima che il fotovoltaico entrasse nel perimetro della disciplina sui RAEE e della responsabilità estesa del produttore), non era previsto essenzialmente alcun contributo ambientale da parte del produttore. O, dove presente, era completamente insufficiente e irrisorio. Per ovviare al problema, il legislatore ha previsto una garanzia finanziaria che oggi viene trattenuta dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) direttamente dagli incentivi erogati ai Soggetti Responsabili dell’impianto. Dal 2020, tuttavia, esiste un’alternativa per evitare tale trattenuta: versare la quota direttamente nel Trust di un sistema collettivo riconosciuto.

 

Il Trust è uno strumento finanziario che ha come caratteristica principale quella di tutelare il patrimonio in esso trasferito. E risponde a requisiti ben precisi: è impignorabile, rendicontabile, e le quote di garanzia finanziaria versate devono essere sotto il diretto controllo del Trustee, che ne prende in carico titolarità e gestione. Come stabilito a luglio 2022 dalle Istruzioni Operative del GSE, la quota di garanzia finanziaria da versare è stata fissata a 10€/modulo, a copertura dei costi amministrativi del Trust e dei servizi di ritiro, trasporto e trattamento-riciclo offerti dal sistema collettivo prescelto.

 

A chi affidarsi con sicurezza senza temere di incappare in errori burocratici o meccanismi poco chiari? In risposta arriva Eco-PV, il primo sistema collettivo italiano specifico per la gestione e il riciclo di moduli fotovoltaici e idoneo all’immobilizzo nel proprio Trust sia della garanzia finanziaria versata dai proprietari di impianti incentivati, sia del contributo ambientale dovuto dai produttori di moduli.

L’importo depositato nel Trust può essere usato esclusivamente per finanziare le operazioni di ritiro, trasporto e trattamento dei moduli fotovoltaici garantiti. Si tratta a tutti gli effetti di una “cassaforte trasparente” controllata e indipendente da qualsiasi vicissitudine societaria, ma soprattutto sicura. Le quote di garanzia finanziaria depositate sono infatti sottoposte a un doppio controllo: alla figura del Trustee, la persona esterna che gestisce il trasferimento degli importi versati, si associa quella del Garante nominato da Eco-PV e che, nell’interesse del Soggetto Responsabile, verifica il regolare esercizio delle funzioni del primo. L’importo versato nel trust per ciascun modulo viene inoltre associato al numero di serie identificativo dello stesso, e viene attestato da un certificato di versamento.

Trasparenza e tracciabilità caratterizzano il quotidiano lavoro di Eco-PV che, per facilitare l’iter di adesione e di versamento, ha messo a disposizione dei Soggetti Responsabili anche un sito internet (www.trusteco-pv.com) gratuito. Accedendo alla propria area dedicata, è possibile registrare i moduli costitutivi dell’impianto e accantonare per ciascuno di essi la quota di garanzia prevista.

Eco-PV, dunque, si fa carico di ogni responsabilità operativa e burocratica sulla gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici garantiti, provvedendo anche alla compilazione della documentazione necessaria. In questo modo il Soggetto Responsabile viene esonerato da qualsiasi onere nei confronti del GSE e dal rischio di eventuali trasgressioni della normativa ambientale.

Il tempo utile per poter beneficiare dei vantaggi offerti da questo strumento sta, tuttavia, terminando. I proprietari di impianti fotovoltaici incentivati hanno infatti meno di due mesi per versare la garanzia finanziaria nel trust di un Sistema riconosciuto. Per la precisione, le installazioni (con potenza ≥10 kW) entrate in esercizio dal 2006 al 2012 e con quote in corso di trattenimento da parte del GSE (o con processo in fase di avvio) il termine ultimo per aderire è fissato il 31 dicembre 2022. La stessa scadenza riguarda anche quelle domestiche (<10 kW) entrate in esercizio dal 2005 al 2009. Se il Soggetto Responsabile non sceglierà tale opzione, il GSE continuerà (o inizierà, a seconda del caso) a trattenere la quota di garanzia finanziaria direttamente dalle tariffe incentivanti. Il proprietario, inoltre, dovrà gestire in totale autonomia, sia operativa che economica, il fine vita dei propri moduli, con tutti i rischi e responsabilità che ne conseguono in termini di normativa ambientale e dei regolamenti del GSE.

 

link: https://www.rinnovabili.it/economia-circolare/riciclo/gestione-fine-vita-moduli-fotovoltaici-trust-eco-pv/

 

Nuovo look alle mura della stazione Certosa e alla Piazza Cacciatori delle Alpi

L’intervento ha visto la collaborazione di 3 realtà insieme all’associazione WAU, lo studio coreano Noroo Design e 70 dipendenti di un’azienda globale che avrà la nuova sede nella zona

Riqualificare Piazza Cacciatori delle Alpi e via Varesina in zona 8 di Milano, intervenendo sui muri con un progetto incentrato sul moto quotidiano del sole e della luna “I Colori della Giornata” con l’obiettivo di conferire un nuovo aspetto a luoghi abbandonati da tempo. L’intervento, ha visto la collaborazione di 3 realtà insieme un’associazione uno studio di design e un’azienda globale che avrà la nuova sede nella zona.

Il progetto di Noroo Design Studio e WAU segue quello già realizzato per il Giardino Munari (progetto Bosco Invisibile®) e per la scuola primaria Marie Curie con l’intento di continuare il piano iniziale “Sicurezza Colorata per Milano”, nato per ridefinire il concetto e la funzione di distanza interpersonale con spazi animati da dialoghi visivi gioiosi e dinamici.

Jihye Choi, Chief Director di NMDS: “Il nostro approccio assume sempre significati diversi, in questo caso lavorare con WAU! Milano e il Team Building di un’azienda ha dato vita a un’ottima collaborazione che ha permesso di trasformare il progetto in attività immediate, visibili dai dipendenti e di residenti che abiteranno il quartiere”.

Commenta Andrea Amato, presidente di WAU! Milano: “Siamo entusiasti di poter ampliare la nostra mission, migliorando il tessuto urbano con volontari che da sedici anni si occupano del territorio milanese e con interventi di riqualificazione condotti assieme lo studio Noroo.  Sappiamo bene quanto il colore rappresenti uno degli strumenti più efficaci di comunicazione per il Soft Urbanism e quanto possa influenzare positivamente la vita delle persone attraverso un progetto grafico di design che riqualifichi il quartiere”.

Il progetto è composto da tre interventi che richiamano il tema del moto quotidiano del sole e della luna. Il primo si trova sul muro di Piazzale Cacciatore delle Alpi e continua su via Carlo Espinasse dove la rappresentazione del pomeriggio e della notte sfumano verso l’alba per lasciare spazio al ciclo dei colori del giorno lungo il muro del Piazzale. Tra le colorazioni utilizzate per descrivere la mutevolezza della luce del giorno sono stati utilizzati il Mineral Blu per la notte e il Giallo Maize per il pomeriggio.

Il secondo livello d’intervento è stato realizzato sui 14 vasi che delimitano la piazza lungo via Espinasse, utilizzando una stratificazione degli stessi colori del muro per conferire ritmo e senso di continuità allo spazio circostante.

L’ultimo intervento, che si trova sul muro che delimita l’uscita della stazione Certosa verso via Varesina, richiama e modula la preesistente colorazione e decorazione a piastrelle.

Il piano è stato realizzato nell’arco di in una giornata da un gruppo eterogeneo per età e nazionalità di 70 persone, prive di esperienza nella colorazione e pittura di superfici ma accomunate dalla stessa passione dedicata al progetto.

Milano, IT Noroo Milan Design Studio Intervento murale Stazione Certosa via Varesina.
Milano, IT
Noroo Milan Design Studio
Intervento murale Stazione Certosa via Varesina.

Noroo Milan Design Studio

Noroo Milan Design Studio nasce a Milano dal Gruppo NOROO, uno dei principali attori della storia dell’industria chimica della Corea del Sud, da 75 anni in vari settori di attività specializzati in colori, materiali e finiture. NMDS è Colorful Intelligence, un luogo pensato per generare networking e condividere visioni e idee attraverso il dialogo e le attività tra esperti e studiosi del settore. Composto da un gruppo internazionale di professionisti provenienti da diverse aree dall’architettura al design, dall’arte contemporanea alle installazioni site specific, dalla scenografia al lighting design, NMDS offre soluzioni di design totale fondate sull’intelligenza colorata.

 

Nuove tecnologie per la transizione energetica, la visione di Schneider Electric

All’Innovation Summit World Tour, Schneider Electric ha presentato nuove tecnologie per la transizione energetica pensate per consentire alle aziende di spingere sul versante dell’integrazione, dell’efficienza tramite più connessioni tra dispositivi digitali e della lettura dei dati acquisiti

Non è troppo tardi per frenare il riscaldamento globale oltre la soglia di + 1,5°C d’aumento. Già oggi esistono tecnologie sufficienti ad eliminare il 70% delle emissioni di gas serra. Ma serve uno sforzo corale che approfitti della chance che la triplice crisi attuale – energetica, economica e climatica – ci sta presentando. “C’è un’opportunità, per il lato della domanda, di prendere in mano la situazione” e guidare la transizione, con la certezza di avere un impatto importante dal momento che “la domanda di energia è metà della soluzione”. Lo ha detto Jean-Pascal Tricoire, presidente e CEO di Schneider Electric, durante il discorso inaugurale dell’Innovation Summit World Tour 2022, nel corso del quale la società leader nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione ha presentato alcune soluzioni innovative per accelerare il viaggio verso net-zero.

 

Un viaggio che continua, però, a registrare un gap importante tra intenzioni e realtà. Parliamo delle azioni concrete che le aziende mettono in campo per potenziare l’efficienza energetica, ridurre i consumi e rafforzare la loro sostenibilità complessiva. Secondo due ricerche condotte da 451 Research e Forrester, in un settore chiave come quello IT e data center questo percorso è appena all’inizio. Quasi tre quarti degli intervistati ritiene che la sostenibilità sia una priorità per il loro business, ma appena una società su tre ha creato un piano di sostenibilità strategica.

In breve, molte aziende credono di essere più avanti nel loro percorso di sostenibilità di quanto siano in realtà. Una posizione da cui è più difficile apprezzare l’urgenza di accelerare le azioni per la transizione energetica. Tanto più che solo l’8% delle aziende rispetta i propri piani di sostenibilità. Il rischio è di sprecare le opportunità connaturate alle crisi che stiamo vivendo. “Siamo davvero a un punto di svolta”, sottolinea Tricoire. “Per una volta, l’obiettivo a medio termine della neutralità di carbonio necessaria per contrastare il climate change è allineato con le urgenze a breve termine della transizione energetica”.

È su questo sfondo che va letta la ricetta per la transizione che Schneider propone. Una “combinazione per il futuro” che è anche “l’equazione dell’oggi”, spiega Tricoire: digitale + elettrico = sostenibile.

La digitalizzazione come chiave per l’efficienza energetica, trainata dalla diffusione capillare di dispositivi IoT e dalla moltiplicazione del carico di lavoro di calcolo. L’elettrificazione come veicolo per la decarbonizzazione ma anche come condizione capacitante di una rivoluzione del modo in cui generiamo e consumiamo energia, attraverso l’espansione della generazione distribuita.

A partire da questa visione, all’Innovation Summit World Tour Schneider Electric ha presentato nuove tecnologie per la transizione energetica pensate per consentire alle aziende di spingere sul versante dell’integrazione, dell’efficienza tramite più connessioni tra dispositivi digitali e della lettura dei dati acquisiti.

Le soluzioni proposte vanno a potenziare l’architettura EcoStruxure di Schneider. Con EcoStruxure for Renewables sarà possibile, per le aziende che sviluppano progetti con le rinnovabili, usare i gemelli digitali degli impianti di produzione di energia pulita anche in fase operativa e di manutenzione, invece che soltanto per gestire design e simulazioni nella fase di ingegnerizzazione dei progetti. La soluzione è pensata anche per i progetti che combinano in modo ibrido solare, eolico e stoccaggio. “Con la crisi che accelera la transizione energetica, le reti di distribuzione elettrica si stanno evolvendo per adattarsi alle energie rinnovabili. Ciò significa assicurarsi che parchi solari ed eolici possano continuare ad alimentare la rete con energia green in modo affidabile e garantire alle aziende la disponibilità di fonti energetiche sostenibili per la loro attività. La nostra nuova tecnologia digital twin in EcoStruxure for Renewables garantisce alle aziende, grazie al digitale, la continuità necessaria”, spiega Frederic Godemel, Executive Vice President of Power Systems and Services di Schneider Electric.

Con EcoStruxure™ Energy Hub, invece, il cliente ottiene una visione completa dell’utilizzo dell’energia all’interno di edifici commerciali e industriali. Una soluzione software as a service che monitora la performance energetica, fornisce raccomandazioni per aumentare il risparmio energetico, e rafforza la capacità di rilevare potenziali problemi e risolverli nell’immediato. Già disponibile per il mercato statunitense, è in uso presso il Burwell Student Center dell’Università di Denver, una struttura certificata LEED-Platinum.

Gestione proattiva dei sistemi elettrici e minore impronta di carbonio sono le parole d’ordine del servizio EcoCARE. Un pacchetto unificato di servizi, abilitato dall’IoT, che consente il monitoraggio e l’analisi costante dello stato degli asset aziendali e mette a disposizione del cliente un esperto che diventa il punto di riferimento dedicato per l’azienda. “In un mondo in cui i costi dell’energia aumentano, la tecnologia si muove più velocemente e la sostenibilità è più importante che mai, offriamo la profondità della nostra esperienza in tutto il ciclo di vita delle apparecchiature”, spiega Abby Scholl, Marketing Transformation Director di Schneider Electric.

 

Link: https://www.rinnovabili.it/innovazione/tecnologie-per-la-transizione-energetica-innovazione/

 

 

Biocarburanti Eni: partito il primo carico di olio vegetale dal Kenya per la bioraffinazione

L’11 ottobre è partito dal porto di Mombasa il primo cargo di olio vegetale per la bioraffinazione prodotto da Eni  e diretto alla bioraffineria di Gela.

Biocarburanti a partire dal ricino, dalle noci di croton e dal cotone. Agri-feedstock non in competizione con la filiera alimentare, coltivati in aree degradate e in grado di creare sviluppo e benessere a livello locale. È questo il futuro del sistema di bioraffinazione di Eni, un percorso completamente orientato alla sostenibilità che ha obiettivi importanti: coprire il 35% dell’approvvigionamento delle proprie bioraffinerie entro il 2025 attraverso colture non edibili, residui e rifiuti, e un’integrazione verticale delle filiere.

In questi anni l’azienda ha firmato accordi in sette Paesi africani – Angola, Benin, Congo, Costa d’Avorio, Kenya, Mozambico e Ruanda – per sviluppare i cosiddetti agri-feedstock, ovvero piante non commestibili da cui estrarre olio per la produzione di biofuel avanzati. Niente mais, canna da zucchero o legno delle foreste, quanto piuttosto ricino, croton, brassica, camelina e co-prodotti del cotone. E per farli crescere? Terreni degradati, zone abbandonate, aree minacciate dal cambiamento climatico e dalla desertificazione. L’approccio punta alla riqualificazione e alla creazione di valore nel territorio, e fa affidamento su agri-hub locali, ossia centri di raccolta e spremitura dei semi costruiti da Eni dove lavorare la materia prima L’olio estratto è quindi destinato alle bioraffinerie italiane di Venezia e Gela.

Il primo cargo è partito l’11 ottobre dal porto di Mombasa, in Kenya, diretto all’impianto di Gela. A bordo della nave c’è la prima spremitura dell’agri-hub di Makueni, inaugurato dall’azienda a luglio di quest’anno. Nel centro si producono anche mangimi e bio-fertilizzanti, derivati dalla componente proteica dei semi di ricino e croton, da destinare alle produzioni zootecniche locali. Un circolo virtuoso orientato alla piena sostenibilità. Il progetto, infatti, non solo fornisce opportunità di reddito, accesso al mercato a migliaia di agricoltori africani e riqualificazione di aree abbandonate ma è anche certificato secondo lo schema di sostenibilità ISCC (International Sustainability and Carbon Certification). Oltre al centro di Makueni, Eni prevede di aprirne un secondo sempre in Kenya e un altro in Congo nel 2023.

“Questi sono i semi di una nuova energia”, ha sottolineato Descalzi. “Un passo concreto per decarbonizzare i trasporti con un approccio innovativo che, a partire dalla produzione del Kenya, si estenderà l’anno prossimo al Congo, e successivamente agli altri Paesi africani e alle aree geografiche in cui stiamo portando avanti questi progetti”. L’obiettivo è raggiungere una produzione di circa 30.000 tonnellate all’anno di olio vegetale, da ampliare fino a 200.000 tonnellate l’anno in un secondo momento.

Nuove coltivazioni, nuovi centri di raccolta ma anche nuovi flussi. Sempre in Kenya l’azienda energetica sta portando avanti un altro grande progetto legato alla produzione di biocarburanti. L’iniziativa si focalizza sulla raccolta e stoccaggio dell’olio da cucina usato di hotel, ristoranti e bar a Nairobi, con l’obiettivo di valorizzare questo rifiuto inserendolo nella filiera dei biofuel.

Ma il lavoro per aumentare i volumi di olio inizia in Italia e più precisamente in Sardegna. Qui Eni, in collaborazione con il Gruppo BF,  ha creato una joint venture per sviluppare sementi migliorate da destinare alla bioraffinazione. L’accordo prevede di individuare e testare le specie di piante oleaginose più promettenti ai fini energetici, valutando la replicabilità delle produzioni in Africa.

 

Link: https://www.rinnovabili.it/mobilita/biocarburanti/biocarburanti-eni-semi-nuova-energia/

Si inaugura a Venezia la rassegna di artisti coreani ESTETICHE DI SOGLIA/IN-BETWEENNESS: ingresso gratuito per 100 persone

1ª edizione del progetto di dialogo artistico COREA-ITALIA a cura di Viana Conti e Christine Enrile

Le Sale Monumentali della Biblioteca Marciana in Piazza San Marco, luogo simbolo di Venezia, accolgono la mostra dal grande valore iconico Estetiche di Soglia/ In- Betweenness il doppio la luce il vuoto.

L’apertura della mostra avverrà venerdì 18 novembre alle ore 18.00 a Venezia presso gli spazi espositivi delle Biblioteca Nazionale  Marciana in Piazzetta San Marco n. 13/A alla presenza del Console Generale della Repubblica di Corea, Kang Hyung-Shik e del Direttore della Biblioteca, Stefano Campagnolo. La cerimonia di apertura sarà seguita da un piccolo cocktail di benvenuto. È possibile partecipare gratuitamente all’inaugurazione, fino ad esaurimento dei posti disponibili, mediante prenotazione al seguente link:

https://bit.ly/3NVj9Rq

 

E’ questa la prima edizione del progetto di dialogo d’arte Corea-Italia, promossa dal Consolato Generale della Repubblica di Corea di Milano con la collaborazione di Palazzo Tagliaferro di Andora, che viene proposta in concomitanza della 59ª. edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia.

La rassegna propone differenti linguaggi degli artisti contemporanei coreani T-Yong Chung , Yang Sil Lee, Yu Jinyoung, Peter Kim, Bongchull Shik, in dialogo sinergico con l’ opera quale omaggio al grande Nam June Paik Broken Communication, realizzata nel 1994 dall’artista veneziana Federica Marangon.

Le Estetiche di Soglia, altrimenti dette In-Betweenness, che annunciano, nel titolo, la tematica di fondo della mostra, sono introdotte dall’opera di Maurizio Barberis Dell’invisibile Soglia  intendono registrare e comunicare allo spettatore d’oggi le proiezioni di un immaginario d’artista. Si tratta, nella fattispecie, di artisti sud-coreani, di formazione euroasiatica, dalla molteplice provenienza e appartenenza di campo, linguaggio, confessione, cultura. Tutti fattori che rendono percepibili le differenze e le somiglianze profonde che connotano opere di segno sia analogico-mimetico che virtuale-digitale. Come nel mondo fisico, cosi in quello etico-estetico-comportamentale, le dimensioni del tempo e dello spazio, in una società a tecnologia avanzata, sono mutate sia nei mezzi di trasporto aereo, marittimo, ferroviario, che in ulteriori condizioni di esistenza a livello socio-politico-ambientale.

La mostra sarà aperta al pubblico  dal 19 al 27 novembre ad ingresso gratuito

Artisti presenti a Venezia nella 1ª edizione del progetto di dialogo arte Corea-Italia:

Peter Kim – nato nel 1967 a Gwangju, in Corea del Sud, risiede e lavora a New York –  artista internazionale formatosi in Asia e in Europa, realizza, concentrandosi in una condizione meditativa e rammemorante, una tessitura di segni puntiformi, di linee sinuose avvolte su se stesse, di gesti ripetuti come in trance a formalizzare una grande coppa senz’argini, in  sospensione aerea o fluttuante sull’acqua. Questi suoi lievi contenitori filamentosi, dalla forma archetipica e arcaica del vaso, sono presenze di soglia, pronte ad assumere una forma come a dissolversi. Si ripetono, nel percorso dell’artista coreano, come un mantra visuale, corrispondente a una recita vocale o a un magico canto liturgico rituale. Peter Kim realizza queste forme fluttuanti e oniriche sia nella sua calligrafia di segni che nella pittura ad acquarello o ad olio. La sua formazione primaria orientale e quella, culturalmente acquisita, occidentale si risolvono, nella sua produzione estetica, in profonda sintonia e risonanza .

Bongchull Shin – nato in Suwon nella Corea del Sud nel 1981, vive e lavora a Monaco di Baviera, Germania –  con i suoi insiemi site specific di Cubes and Stripes, Broken Glass/Cubi e Strisce-Frammenti di Vetro, di segno minimalista, opera nell’ambito della percezione visuale, tattile, cromatica, formale, fenomenologica a livello ambientale. Il vetro colorato, scelto dall’artista come materia, viene modificato nell’intensità, talvolta, con l’inserimento di strati sottilissimi. Le sue installazioni a parete richiedono la luce naturale del sole, in modo che lo spettatore, muovendosi nello spazio espositivo, possa coglierne le variazioni di colore e ombra, nelle varie ore del giorno. Con il ricorso a frammenti, taglienti come coltelli, di vetro verde – colore che in Corea riconduce simbolicamente alla bevanda alcolica popolare Soju – Bongchull Shin evidenzia il coesistere di valenze conflittuali e rischiose anche nelle realtà più seducenti e accattivanti. Non a caso l’artista coreano accosta a espressioni verbali come Love, Faith, Hope o Yes il monito a se stesso “Protect me from what I want”.
T-yong Chung – nato a Tae-gu, Corea del Sud, nel 1977, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, mantiene la doppia residenza a Milano e in Corea del Sud –  è un artista pluripremiato, presente con opere in collezioni pubbliche e private, dedito alla scultura, alla calcografia, all’installazione, alla fotografia. Significativi, nel suo percorso, sono i lavori calcografici su tessuti leggeri e trasparenti con l’esito di formalizzare, tramite una stratigrafia denominata Contact, opere aeree, fluttuanti nello spazio espositivo, su cui l’artista stampa figure volumetriche colorate, sospese nel vuoto, sovrapposte nelle zone di contatto. Compaiono in mostra, installati, su piedistalli di cemento, insiemi di volumi ipodimensionati, ancora di cemento, che per la loro forma piena a vaso riconducono a memorie archetipiche. Rientra, nella sua ricerca estetica, anche la messa in opera di personali processi di modellazione di busti o teste statuarie, in gesso, calce-cemento. Tra queste compare un suo autoritratto, che, sottoposto a una fase abrasiva meccanica, tramite una mola rotante diamantata, risulta parzialmente cancellato nella sua fisionomia originale. Ne nasce un nuovo soggetto che è traccia del suo doppio o dell’opera statuaria classica presa a modello. Manualità, pulsione sperimentale, ribaltamento di parametri estetici convenzionali, riattivazione mnemonica di modelli del passato, sfumano in una dimensione senza tempo. T-yong Chung è artista paradigmatico, rispetto all’Estetica di soglia che intitola la mostra e che ne costituisce la tematica di fondo. Si conciliano, infatti, nella sua opera le opposizioni dialettiche del pieno e del vuoto, del passato e del futuro, dell’interiorità e dell’esterno, della cultura d’Oriente e d’Occidente.

 

Yu Jinyoung – nata nel 1977 a Seoul, città dove risiede e lavora – è un’artista internazionale che ha così personalmente stilizzato le sue modellazioni in plastica trasparente del corpo, soprattutto femminile, da renderlo simile a un contenitore senza appigli, a una bottiglia vuota, che affida al volto, divenuto maschera di un teatro senza parole, ma permeato di malinconia, e al dettaglio – la lacrima, un fiore, il motivo decorativo delle calze, le zampette e la coda di un cagnolino – divenuto punto di attenzione, il messaggio di contatti fisici perduti perché rivolti, quasi esclusivamente, in una società consumistica di massa, all’universo artificiale digitale. Sintomatici sono i titoli di sue mostre come Me & Them/Io e Loro  e Me & Myself/Io e Me stessa, eloquenti e diretti riferimenti a un universo di valori come il dialogo, l’empatia verso l’altro, l’interazione individuale e collettiva, che si sono dissolti nel linguaggio stereotipato dei social nell’oceano immateriale della rete connettiva. Nella sua opera si formalizzano paradigmaticamente i topoi del Doppio, della Luce, del Vuoto, enunciati nel sottotitolo di questa 1ª edizione del dialogo Corea-Italia ideata e promossa dal Consolato Generale della Repubblica di COREA a Milano in stretta collaborazione con il Contemporary Culture Center di Palazzo Tagliaferro di Andora,

Yang Sil Lee – nata a Seoul, Corea del Sud, si è formata a Seoul e all’Accademia di Belle Arti di Roma; vive e opera sia a Seoul che a Milano. Accompagnata e seguita, negli anni della sua formazione a Roma, da Pericle Fazzini, esponente italiano della scultura internazionale, Yang Sil Lee è una scultrice che non cessa di esprimere intensamente e sinergicamente, nella modellazione manuale della materia, la dimensione vitale e sacrale della terra. È percepibile, nel processo materico-gestuale della sua opera, la dimensione di un tempo ciclico, scandito sulle fasi del ritmo stagionale. La sua opera riflette quelle Estetiche di Soglia – che costituiscono la tematica della presente Biennale Corea-Italia – in cui si individuano le sue radici culturali estremo-orientali coniugate al respiro occidentale della sua formazione europea. Le sue spirali totemiche in terracotta policroma, rappresentando il dinamismo sinuoso, fertile, creativo, del corpo femminile, si configurano come archetipi di cicli naturali, cosmici, mitici. L’artista ha, nel luglio 2018, partecipato all’evento denominato “Cultura Coreana in Movimento”, promosso dal Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Andora.

Federica Marangoni protagonista storica internazionale del linguaggio del vetro, del video, del neon, presente nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, durante la 59ª   edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, con l’installazione multimediale la grande opera site-specific Memory:The Light of Time /Memoria:Luce del Tempo, Federica Marangoni conquista un posto, nella storia dell’arte contemporanea, già a partire dagli anni Settanta. Veneziana, partecipe quindi naturale della cultura bizantina e di quella mitteleuropea, conferisce alla glacialità cristallina della pasta vetrosa, fin dagli esordi, nel suo ininterrotto e perdurante dialogo con Murano, la qualità emozionale e formale della sua estetica. La sua figura di donna e di artista è subito identificabile, fin da giovanissima, in quella del viaggio, meglio del volo, vissuto come percorso di un’avventura estetica. La sua rotta di spostamento, reale e mentale, tra Venezia e New York, nei dodici anni di insegnamento alla New York University, attiva, da subito, nel suo immaginario, un rapporto osmotico tra l’estetica della vecchia Europa (da non dimenticare che è nipote dello storico dell’arte veneta Giuseppe Fiocco) e gli innovativi parametri comunicazionali della giovane America.

Assidua presenza, già nel Sessantotto e Sessantanove, a Milano, del contesto redazionale della rivista “Domus”, viene precocemente in contatto con figure come Cesare Casati, Gianni Ratto, Giò Ponti, e come il corrispondente per l’arte contemporanea, da Parigi, Pierre Restany, il critico ideatore e fondatore, nel 1960, del movimento del Nouveau Réalisme, che la seguirà, con mostre in Oriente e in Occidente, per tutta la vita. Ne scaturisce, nel 1971, nello storico Spazio Apollinaire di Guido Le Noci, l’inquietante, profeticamente realistica, installazione ambientale La Strada, per il cui pavimento utilizza uno strato destabilizzante di gomma piuma nera, su cui vengono installate sue sagome-autoritratto verticali di perspex translucido, illuminate dai raggi ultravioletti della luce di Wood: sulla parete di fondo, scorre, in proiezione, una bianca segnaletica autostradale. Questo lavoro site specific ante litteram dà subito la misura del terreno concettuale, strutturalmente minimale, su cui si muove pionieristicamente l’artista. Pioniera, infatti, accanto ad altre protagoniste femminili della Storia dell’Arte, come sono Lee Krasner, Camille Claudel, Louise Nevelson, Louise Bourgeois, Carol Rama, Joan Jonas, è concettualmente vicina, quale artista contemporanea, a Nam June Paik, Dan Flavin, Bruce Naumann, Joseph Kosuth, Jenny Holzer. Storica, la sua installazione-performance The interrogation, presentata nel 1980, insieme alla prima mondiale del suo film The Box of Life, al MoMA di New York.

Frequentatrice in chiave poetica del simbolo, della metafora, dell’archetipo, in un’epoca di perdita di soggettività, di emorragia d’identità e di crescente omologazione linguistica, Federica Marangoni sottoscrive una scelta estetica che recupera ai valori sacrali del monumento e della memoria i valori reali della vita, emozionali della nostalgia e del pathos, minimali della struttura, e immateriali dell’idea. Muovendosi agilmente tra i mezzi di comunicazione di massa del cosiddetto Villaggio globale, l’artista sa tuttavia individuare, nello stereotipato panorama informatico, il giusto segno per la trasmissione diretta di un determinato valore emozionale e di pensiero. In sintonia con la scuola di ricerca canadese di Marshall McLuhan, Marangoni è consapevole della funzione esercitata dai mass media sull’immaginario collettivo, al punto da sottoscrivere l’identificazione del mezzo con il messaggio. Led luminosi, comandi elettronici e sensori, monitor computerizzati, stampa digitale, sono strumenti funzionali all’immediatezza, alla trasparenza ed alla qualità percettiva del messaggio.

La sua capacità di monumentalizzare sogni e incubi in sculture di luce, colore, metallo e vetro, attiva per lo spettatore uno scenario di alta tensione emotiva. In un crescendo di consapevolezza, l’artista trova motivazioni etiche e soluzioni estetiche sempre più incisive socialmente e antropologicamente, donde titoli come Humanity, Living Together, Tolerance-Intolerance, People, The Urban Cage, Freiheit, It’s not a good day to be human. La qualità ossimorica di Federica Marangoni è quella di consegnare alla gelida inamovibilità del cristallo la mobilità pulsante di un filo narrativo, di un battito cardiaco. Il tubo al neon, nelle sue progressive trasformazioni a livello chimico, cinetico, cromatico, luministico, diventa nell’opera di Federica Marangoni, per la sua linearità e duttilità, medium e metafora di una poetica del racconto, di un colore dell’emozione, di un minimalismo della forma, che ne delinea la funzione di Filo Conduttore, di Driving Thread: titolo della vibrante installazione luministico-concettuale sulla facciata e nelle due sale interne della Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro, in cui il Filo è insieme Significante e Significato. (Viana Conti, testo tratto dal catalogo Il Filo Conduttore/The leading Thread, C.E.Contemporary edizioni, mostra a Ca’ Pesaro, Venezia, 2015, a cura di Gabriella Belli).

 

Maurizio Barberis Nato a Milano e formatosi a Venezia, dove ha vissuto per sei anni, laureandosi in architettura allo IUAV con il massimo dei voti.

Dopo la laurea in architettura e il master in urbanistica a Urbino, sotto la guida di Giancarlo de Carlo, sceglie la strada dell’arte, che affianca a un’intensa attività didattica e pedagogica nel campo della Teoria del Colore e della Teoria della Forma presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. In quel periodo pubblica, oltre a numerosi saggi scientifici, un saggio filosofico sul tema “Teoria del colore, frammenti per un’analisi fenomenologica”. Da sempre ha orientato la sua ricerca verso la consapevolezza della relatività del binomio spazio-tempo.

In quegli stessi anni viene chiamato a Venezia dal direttore di Palazzo Fortuny, che gli affida l’incarico di organizzare un seminario di studi dedicato all'”Utilità dell’arte”, un workshop sul design della luce, la curatela di una sezione (La luce di Fortuny) della mostra dedicata al cinquantenario di Mariano Fortuny a Palazzo Fortuny.

Contemporaneamente lavora con Philippe Daverio alla fondazione di una Scuola di Arti Applicate presso l’ex Istituto Marchiondi (Assessorato all’Educazione e alla Cultura del Comune di Milano).

Durante quel periodo conosce il grande collezionista e conoscitore d’arte tedesco Franz Armin Morat, che gli offre l’opportunità di esporre alla Fondazione Morat di Friburgo una serie di grandi opere dedicate al rapporto tra paesaggio e orizzonte.

mQuesta esperienza, che conclude la prima fase del suo lavoro artistico, lo porta a dedicarsi a tempo pieno alla ricerca dei limiti espressivi della rappresentazione, incentrando sulla fotografia il suo principale mezzo di esperienza autoriale. Per diversi anni si dedica al lavoro fotografico, collaborando dapprima, sotto l’eteronimo di Henry Thoreau, con alcune prestigiose riviste europee, la principale AD France, e con alcune riviste italiane come IO Donna, Marie Claire Maison e Interni Magazine.

Ha pubblicato diversi volumi fotografici, “Casa Italiana” con Rizzoli NY, “Living Today” con Electa, “Interior Italia” con Mondadori Arte e “Murano, Behind the Glass” Edizione Damiani. Nel 2012 ha ricevuto un premio per la migliore fotografia della Biennale di Architettura di Venezia. Negli ultimi anni ha affinato la sua ricerca poetica, dedicandosi a esplorare attraverso la fotografia le tangenze tra il mondo sensibile, le forme, il mondo della percezione primaria, il sogno, il mondo delle affermazioni simboliche e il mito. Gli ultimi episodi del lavoro artistico di Maurizio Barberis accentuano il rapporto con il pensiero alchemico. In questo caso, l’alchimia funge da catalizzatore per la materia dell’arte, sia essa quella fotografica, dotata di una propria autonomia inconscia che emerge nel rapporto con la psiche dell’autore, sia la dimensione temporale, considerata come una vera e propria “materia malleabile”, analogamente a quanto avviene nella scultura o nel disegno, che trova nella fotografia, arte dell’istante per eccellenza, un’improbabile variante diacronica che mette in discussione la successione standardizzata dei momenti temporali, così come registrati dalla nostra coscienza.

Principali mostre Galleria Fac-Simile, Milano, 1984, Galleria il Mercato del Sale, Milano, 1985, Galleria Zeus Trabia, New York, 1985, Spazio Dilmos, Milano, 1992, Triennale di Milano, 1992,Galleria Mazzocchi, Parma, 1994, Galleria Mazzocchi, Parma, 1995,

Galleria Viafarini, Milano 1995, Triennale di Milano, 1996, Fondazione Armin Morat, Friburgo 1999, Galleria Nilufar, Milano 2008, Galleria Jan Blancheart, Milano 2012,

Galleria Wunderkammer-Visionnaire, Milano 2012,  Galleria Primo Piano, Napoli 2014

Palazzo Parravicini, Design Week Milano 2014, Salone Napoleonico, Palazzo di Brera, 2014 MAAAC, Museo d’Arte Contemporanea, Cisternino, 2015,

Museo Mangini Bonomi, Milano 2016, MAAAC Museo d’Arte Contemporanea, Cisternino, 2016,  Consolato Generale d’Italia, New York 2017, Ambasciata Italiana a Madrid, marzo 2018, Spazio Meazza, Milano Design Week, Milano 2018,  Fondazione Ugo e Olga Levi, Venezia, 2018, SIAM, distretto 5vie, Design Week, Milano 2019,  Wannenes, Milano, Design Week 2020, Wannenes, Milano, Design Week 2021, Palazzo Touring Club, Milano, Design Week 2021, Palazzo Tagliaferro, Andorra (SV), 2022,Spazio Banner, Milano Design Week, 2022  Giardini di Palazzo Salis, Soglio, CH, 2022

 

 

 

 

 

Tonitto 1939 sbarca per la prima volta negli Stati Uniti al PLMA di Chicago

Appuntamento americano e inedito per Tonitto 1939. Dal 13 al 15 novembre, infatti, l’azienda ligure leader in Italia per il sorbetto e per il gelato senza zuccheri aggiunti volerà negli Stati Uniti sbarcando per la prima volta in quel di Chicago dove la PLMA organizza ogni anno la Fiera del Marchio del Distributore.

Un’occasione importante per il marchio storico della famiglia Dovo che di fronte a più di 1.000 aziende da oltre 40 paesi avrà come obiettivo quello di cercare di attirare il maggior numero di nuovi potenziali buyer internazionali, soprattutto di due Paesi come USA e Canada.

Stiamo registrando un aumento delle nuove opportunità commerciali in corso, da parte di svariati clienti provenienti da diverse parti del Mondo– afferma Alberto Piscioneri, Sales & Marketing Director Tonitto 1939-. L’internazionalizzazione del nostro brand resta una delle priorità della nostra realtà, per questo stiamo lavorando alacremente per raggiungere mercati da noi ancora poco penetrati, su tutti gli Stati Uniti e il Canada. Il PLMA Chicago è una ghiotta occasione per instaurare e raggiungere nuovi potenziali clienti e osservare le nuove tendenze che la faranno da padrone”.

Secondo uno studio di Nielsen “Global Ingredient”, il 68% dei consumatori americani dichiara di voler pagare un prezzo più elevato per alimenti che non contengono ingredienti non salutari e di prediligere alimenti più genuini. Su questa linea gli Stati Uniti si piazzano infatti al terzo posto nell’innovazione alimentare plant based dopo Germania e Gran Bretagna, con una produzione veg che si attesta intorno al 12% del totale.

Anche per questo motivo l’azienda ligure, oltre a presentare l’intera gamma italiana di assortimenti tra gelati e sorbetti, al PLMA di Chicago ha deciso di mettere in risalto tutti i suoi prodotti dairy free, senza zucchero e vegan, in particolare il Sorbetto e lo Stecco Sorbetto, il gelato Linea, lo Stecco Linea e il Gaia. Questi ultimi, in particolare, e nello specifico una varietà prodotto per un partner della GDO è stata indicata dalla piattaforma digitale che promuove la sostenibilità e l’alimentazione a base vegetale, Abillion, come il gelato vegano migliore al mondo nel 2022.

La cucitura diventa a ultrasuono, il ricamo digitale, un braccio robotico stampa in 3D. E la sostenibilità nei tessuti, arriva anche dai funghi

A Milano i primi Master per formare

i nuovi esperti per le tecnologie del settore moda e design

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OPEN DAY ALLA D-HOUSE ACADEMY

 

Tra gli ospiti Torbjörn Bäck – Coloreel, azienda svedese produttrice di tecnologie di colorazione istantanea del filato da ricamo digitale

Birgit Gahlen – Woolmark, autorità globale della Lana Merino per un focus sul posizionamento della lana australiana come fibra premium più sostenibile al mondo

Atteso l’intervento di Stefano Babbini – Mogu, azienda specializzata in prodotti a base di micelio, applicati nell’interior design e in nuovi tessuti ecosostenibili.

 

Il 9 novembre dalle 10 alle 19 in Via Galileo Ferraris, 1 a Milano – open day per la presentazione dei nuovi Master di alta formazione tecnologica e sostenibilità

 

 

D-house laboratorio urbano – luogo in cui la tecnologia incontra moda, arte e design realizzando soluzioni innovative, sostenibili e high-tech grazie alle collaborazioni con partner internazionali all’avanguardia – aprirà le porte per far conoscere il suo know-how. Grazie a D-house Academy le competenze trentennali dell’azienda daranno vita i nuovi corsi di alta formazione, che avranno inizio a gennaio e di cui sono aperte iscrizioni e orientamento.

D-house Academy è l’Accademia visionaria che mira a formare i professionisti del futuro nei campi Moda e Design attraverso l’uso delle nuove tecnologie – dalla termosaldatura ai ricami digitali, alla stampa 3D – con uno sguardo attento non solo all’apprendimento di nuove metodologie di progettazione, ma anche all’utilizzo di materiali responsabili e sostenibili, come quelli creati da processi di fermentazione fungina

 

Loreto di Rienzo, Director R&D Pattern Group: “Il progetto D-house è un contenitore di competenze, di tecnologie, di conoscenze e di cultura del prodotto in ottica sostenibile; tutti questi contenuti e valori, verranno messi a disposizione degli studenti di D-house Academy per formare i nuovi professionisti della moda all’uso e alla conoscenza delle tecnologie che saranno sempre più utilizzate nel futuro.

 

 

Nella giornata di Open Day, l’evento principale si svolgerà dalle 16.00 alle 19.00, con un workshop formato da talk di 20 minuti tenuti dai partner produttori di tecnologie e rappresentanti di mondi di materiali – che già aderiscono al progetto D-house – e diventano parte integrante dell’offerta didattica dei Master.

Al termine del workshop sarà possibile seguire un tour presso gli spazi del laboratorio urbano, che saranno allestiti con ambientazioni suggestive, grazie all’ausilio di videoproiezioni e videomapping realizzati dai visual designer Fabio Volpi e Samuele Gazzonis, che metteranno in risalto le tecnologie e i progetti esposti all’interno di D-house.

 

I percorsi didattici proposti dall’Academy si dividono in 3 format: Short Course, Professional Course e Master. 

 

  • Short Course di breve durata – 12 ore didattiche – come una Masterclass è un percorso introduttivo pensato per approfondire l’uso delle tecnologie innovative, utilizzare nuovi software o acquisire nuove metodologie in tempi ristretti. Permette di percorrere tutte le fasi creative ed approfondire l’uso delle tecnologie, utilizzare i software e acquisire nuove metodologie di progettazione.
  • Professional Course – 80 ore didattiche – con un programma full-immersion, ha l’obiettivo di fornire agli studenti competenze professionali in un settore specifico. Offre un’ampia formazione che non si limita ad insegnare metodologie di progettazione ma si concentra anche sulla selezione di materiali sostenibili.
  • Il Master – corso annuale con Formazione a 360° su tutte le tecnologie e materiali – HIGH END LUXURY FASHION TECHNOLOGY AND DIGITAL MANUFACTURING: offre ai candidati una preparazione professionale completa e ha l’obiettivo di fornire agli studenti un chiaro sviluppo progettuale, metodologico e uso pratico della tecnologia.

 

Le 3 tecnologie principali e relative tematiche intorno a cui ruotano tutti i percorsi didattici sono:

 

  • HEAT-BONDING TECHNOLOGY SOLUTIONS BY FRAMIS: termosaldatura, ovvero la tecnica di assemblaggio di due o più tessuti/materiali tramite termo-collanti o ultrasuoni che permette di sostituire cuciture (realizzato con la partecipazione diretta di Framis Italia).
  • DIGITAL EMBROIDERY 4.0 BY COLOREEL: ricamo digitale tramite  tecnologie che permettono di utilizzare un solo filo che viene colorato durante il processo di applicazione, consentendo un minore spreco e la realizzazione di ricami con sfumature cromatiche prima d’ora non ottenibili (realizzato con la collaborazione di Coloreel).
  • DIGITAL MANUFACTURING FOR 3D FASHION DESIGN BY STRATASYS: è realizzato con la collaborazione e diretta partecipazione di Stratasys, azienda leader nella produzione di stampanti 3D e prototipazione rapida.

 

 

Il programma dell’evento Open Day si svolgerà come segue:

 

  • OPEN DAY | Visite e Orientamenti (senza prenotazione) dalle 10.00 alle 19.00
  • VISITA GUIDATA AI LABORATORI | prima dell’inizio del Workshop, dalle 15.00
  • OPEN WORKSHOP | Presentazione Partners dei Master Academy (con prenotazione) dalle 16.00 alle 19.00

 

L’Open workshop vedrà diversi esperti alternarsi per condividere il loro know – how: da anni pionieri di innovazione etica, ogni relatore si concentrerà su temi imprescindibili per chiunque sia interessato a far parte della realtà D-house Academy.

 

  • 00 | Loreto Di Rienzo e Salvo Trovato – Introduzione alla D-house Academy e ai suoi Master
  • 20 | Enrico Toson – Stratasys: Partner per la Stampa 3D su tessuto – azienda leader nella produzione di stampanti 3D e prototipazione rapida.
  • 40 | Andrea Rebonato – Framis: Partner per la termosaldatura – azienda che da oltre 30 anni è leader nel settore dei nastri in poliuretano che consentono applicazioni di alto livello qualitativo.
  • 00 | Torbjörn Bäck – Coloreel: Partner per il ricamo digitale – azienda svedese produttrice di tecnologie di colorazione istantanea del filato da ricamo digitale.
  • 20 | Nikol Kerpan – Dinamica by Miko: Partner per la microfibra made in Italy, ottenuta da un innovativo processo di recupero del poliestere e impiegata in settori come l’arredamento, la moda e l’automotive.
  • 40 | Birgit Gahlen – Woolmark: autorità globale della Lana Merino. Evidenziano il posizionamento della lana australiana come fibra premium più sostenibile al mondo, fondamentale per prodotti circolari e tracciabili.
  • 00 | Alessandra SienaLineapelle: Partner di D-house che rappresenta un’importante rassegna internazionale dedicata a pelli, accessori, componenti, tessuti, sintetici e modelli.
  • 20 | Stefano Babbini – Mogu: Specializzato in prodotti a base di micelio, applicati nell’interior design e in nuovi tessuti ecosostenibili.
  • 40 | Nicola Camurri – Altavia: interverrà con uno speech dedicato alla sostenibilità nel mondo della moda.

 

La fase prima dell’incontro consisterà, per chi lo desidera, in una visita guidata presso i laboratori della sede, durante la quale gli esperti illustreranno le funzionalità pratiche e le qualità di ogni macchinario presente. Sarà un’ottima occasione per vedere con i propri occhi la realtà del laboratorio urbano e osservare le competenze di chi padroneggia l’uso dei macchinari in un connubio di responsabilità sociale e sviluppo tecnologico.

 

Per registrarsi al Workshop clicca qui

 

Per maggiori informazioni:

dhouseacademy@dyloan.com

02 45493111

Grande successo per il raduno K-Pop “Talk & Dance” e la “K-Pop Academy”, special edition, con il coreografo e dancer Xinuz e lo you tuber Seoul Mafia in scena alla Korea Week Roma 2022

Ha registrato il tutto esaurito il doppio appuntamento, per i più giovani appassionati di musica K-Pop, nel corso della Korea Week Roma, organizzata dall’Istituto Culturale Coreano, che si è tenuta dal 20 al 26 Ottobre.
Si è partiti da una speciale edizione della “K-Pop Academy”: un incontro esclusivo per dare suggerimenti e insegnare nuove coinvolgenti coreografie di ballo per tutti i K-Pop Cover Dancer che ambivano ad imparare e migliorarsi sempre di più. Per questo speciale appuntamento, l’Istituto Culturale Coreano ha chiamato il grande coreografo Xinuz che collabora attivamente con i BTS e lo You Tuber Marco Ferrara, meglio conosciuto come Seoul Mafia.
Il giorno successivo si è invece svolto il raduno dedicato al K-Pop – K-Pop “Talk&Dance” – dove tutti gli appassionati di questo genere hanno potuto ascoltare e confrontarsi con Seoul Mafia, uno dei primissimi pionieri del K-Pop in Italia.
In Italia, così come anche nel resto del mondo, il fenomeno K-Pop è sempre più in ascesa negli ultimi anni. Il K-Pop ha portato la Corea a essere conosciuta in tutto il mondo, e ad avvicinare molti giovani alla lingua coreana. Infatti, imparando a memoria le canzoni K-pop i fans vogliono sempre di più conoscere la lingua e la cultura coreana, e visitare il paese da cui i loro idoli sono nati. Il K-pop è così riuscito negli ultimi anni a conquistare una fan base molto solida in Italia, dove si è sviluppata una community appassionata alla musica e l’entertainment coreano e il K-Pop sta così invadendo la scena musicale.
Grazie alle iniziative e agli eventi organizzati all’Istituto Culturale Coreano, dedicati alla K-culture, la cultura coreana si diffonde in Italia e il K-Pop oramai è una realtà diventata consolidata nella cultura italiana.