L’icona Queer della Gen-Z KARIN ANN presenta il nuovo singolo “favorite star”

Karin Ann, cantante alt-pop slovacca, pubblica oggi il suo nuovo singolo ‘favorite star’.

Il brano indie, folk e soft-pop, racconta di come ogni relazione sociale, che sia un’amicizia o una relazione romantica, lasci il segno, e di come a volte non ci si renda conto dell’influenza che quella persona ha su di noi finché non si incontra qualcuno di nuovo. La canzone analizza il modo in cui le persone modificano la propria identità a seconda di chi hanno davanti e come a volte le differenti versioni non si fondano insieme, lasciandoti a chiederti chi sia davvero la persona con cui ti relazioni. L’autenticità è un tema centrale. Il testo suggerisce agli ascoltatori di circondarsi di persone oneste che non portino tossicità nelle relazioni, ma che piuttosto uniscano gli altri portando a una vita serena e felice, indipendentemente dall’identità di genere o dall’orientamento sessuale.

Karin Ann canta:

 

micro dosing the truth

until i start to choke

blinded by your fools gold

still breathing in your smoke

 

favorite star è stata scritta con l’intenzione di essere aperta a interpretazioni“, ha dichiarato Karin Ann. “Per me la canzone parla di come non ci si renda pienamente conto degli effetti che i traumi di qualcuno e quello che ha passato si possano ripercuotere su di te. Io sono una che tende a conciliare e cerco sempre di “aggiustare” le persone, facendomi carico dei loro problemi. Si tratta anche del fatto che a volte le persone si comportano in modo diverso a seconda di chi hanno davanti: con la famiglia, con gli amici, e poi ancora come una persona diversa quando sono da sole con te” conclude Karin Ann.

Il video che accompagna il singolo è la seconda parte di un cortometraggio realizzato dal duo di registi americani TUSK, con protagonisti Ashley Moore e Gus Kenworthy. La prima parte è stata pubblicata a settembre in concomitanza con il precedente singolo di Karin Anna stranger with my face”. Girato a Praga, nella Repubblica Ceca, questo video è una chiara continuazione della prima storia. Il cliffhanger della prima parte segna il momento in cui Lune (interpretata da Karin Ann) può decidere di svoltare a destra o a sinistra, proteggere Solana (Ashley Moore) che si fida di lei, o tradirsi per compiacere una figura patriarcale oppressiva come Lenny (Gus Kenworthy). Tutti nella vita hanno momenti in cui possono scegliere la cosa giusta o sbagliata, un percorso sicuro o un percorso audace. Dividere la storia in due parti, prima che la decisione sia stata presa, permette agli spettatori di sentire quella tensione e di identificarsi con essa.

Molti giovani LGBTQ+, soprattutto nei paesi dell’Europa dell’Est, non sono in grado di superare la fase di clandestinità e di esplorare in prima persona la propria identità queer“, racconta Karin Ann. “Il ritorno alla “vecchia” Hollywood anni ’40 nel video e il riferimento ai luoghi clandestini dove le persone queer potevano essere al sicuro, non è solo nostalgico, ma rappresentativo del modo in cui molti della mia comunità vivono privatamente il mondo”. Con la retorica anti-queer che si sta rafforzando è molto importante mostrare storie queer, come questa” conclude Karin Ann.

In collaborazione con Tusk, il video è in grado di mostrare la lotta dei giovani queer per sentirsi a proprio agio con la propria identità. C’è un chiaro percorso lineare che inizia con la consapevolezza della propria sessualità, il sentirsi a proprio agio con essa e il condividerla con gli altri. È una narrazione ricca e dettagliata, resa più chiara nella prima e nella seconda parte di questo cortometraggio.

Attiva sostenitrice della comunità LGBTQIA+ e dei diritti delle minoranze, Karin Ann è diventata ben presto un’icona della Gen Z in Europa e ora è pronta a conquistare la scena musicale statunitense. I suoi testi approfondiscono i temi dell’uguaglianza di genere, della salute mentale e dei diritti umani, ma anche i più comuni tumulti interiori di una ventunenne: amore giovanile, relazioni tossiche e insicurezze.

Mostra gratuita dello scultore Park Eun Sun a Milano per l’anniversario della nascita della Corea del Sud

Dal 13 al 18 ottobre a Palazzo Litta la Galleria Contini presenta “il Ritmo delle Pietra” ingresso gratuito dalla 10 alle 18

 

In occasione della Celebrazioni per l’anniversario della Fondazione della Corea, il Consolato Generale della Repubblica di Corea organizza la mostra Il Ritmo della Pietra con la Galleria Contini ospitando i capolavori di Park Eun Sun nei saloni settecenteschi di Palazzo Litta in Corso Magenta, 24 a Milano, prestigiosa sede del Ministero della Cultura. Il lavoro dello scultore unisce la cultura orientale d’origine a quella occidentale d’adozione, dando vita a una scultura fortemente iconica, che mediante l’utilizzo di geometrie fluide e lineari si pone l’obiettivo di trasmettere l’essenza stessa dell’esistenza. Con Il Ritmo della Pietra saranno esposte sia opere in marmo e granito policromi che bronzee. Le sculture e installazioni, con il geometrismo e la sinuosità tipici di Park, si sposano quasi in un dialogo per opposti con gli ambienti barocchi di Palazzo Litta. L’opera dello scultore risponde inoltre a una sfida ben precisa: quella di utilizzare un materiale antico per poter dare vita a forme che appartengono al contemporaneo. Spostandosi tra i saloni, l’esperienza espositiva è scandita dal ritmo delle creazioni del maestro in un alternarsi di colori e forme plastiche, declinate anche nelle creazioni “luminose” che identificano la parte più recente della produzione di Park, iniziata durante il periodo della pandemia. Con queste innovative creazioni il maestro mette in luce nuove possibilità tecnologiche a supporto del suo genio creativo: sfere marmoree svuotate e riempite di luce danno una voce nuova all’eternità classica ed elegante delle infinite sfumature del marmo. La mostra è ospitata a Palazzo Litta dal 13 al 18 ottobre, ed è da intendersi essa stessa, oltre alle opere che la compongono, un’installazione. Per un numero limitato di giorni l’esposizione trascenderà tempo e spazio, facendo dialogare la grande arte contemporanea con il fasto del barocco, l’arte coreana con la cultura italiana, grazie all’armonia delle creazioni del maestro Park Eun Sun. Il Console Generale della Repubblica di Corea, Kang Hyung Shik, ha espresso l’augurio che la mostra Il Ritmo della Pietra, ospitata presso la prestigiosa Sede Regionale del Ministero della Cultura, contribuisca a migliorare la comprensione della bellezza e del valore dell’arte coreana in Italia e rappresenti un’opportunità per espandere ulteriormente l’amicizia e la cooperazione tra i due Paesi

 

Milano Korea Film Festival, gratis il meglio del cinema sudcoreano contemporaneo. Dal 25 maggio al 4 giugno

Dal 25 maggio presso Cineteca Milano Arlecchino torna il Milano Korea Film Festival, organizzato dal Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano, in collaborazione con il Florence Korea Film Fest e Cineteca Milano. Tutte le proiezioni del sono gratuite e per l’accesso, è necessaria la prenotazione sul sito della Cineteca Arlecchino.

La serata inaugurale del 25 maggio apre con la proiezione del nuovo film di Park Chan-wook, Decision to Leave, un nuovo grande classico del noir, un’opera raffinatissima e profondamente hitchcockiana e contemporanea che raccolto il plauso della critica internazionale. Nel corso della rassegna trovano spazio in calendario film come lo storico Hansan Rising Dragon Redux di Kim Han-min, il thriller politico Hunt di Lee Jung-jae (protagonista di Squid Game, qui nel ruolo di regista), e The Novelist’s di Hong Sang-soo, che ci presenta la scrittrice Jun-hee e i suoi vari incontri in un’opera premiata con il Gran Premio della Giuria a Berlino 2022.

Da segnalare nell’ambito del Milano Korea Film Festival anche la presentazione del libro Squid Game. Creato da Hwang Dong-hyuk (Dino Audino Edizioni, 2022) che si terrà venerdì 26 maggio ore 19.00 alla presenza degli autori (Giuseppina De Nicola, Giorgio Glaviano e Giovanna Volpi).

 

Ecco il programma completo

Giovedì 25 maggio ore 21  – Decision to Leave di Park Chan-wook.

https://arlecchino.cinetecadimilano.18tickets.it/film/18685

Domenica 28 maggio ore 21.15  – Hansan: Rising Dragon di Kim Han-min.

https://arlecchino.cinetecadimilano.18tickets.it/film/18686

Giovedì 1 giugno ore 19.00  – The Novelist’s Film di Hong Sang-soo

https://arlecchino.cinetecadimilano.18tickets.it/film/18687

Domenica 4 giugno ore 21.00  – Hunt di Lee Jung-jae.

https://arlecchino.cinetecadimilano.18tickets.it/film/18688

3D Unpainted Door, l’azienda cinese produttrice di porte ecosostenibili protagonista della Milano Design Week 2023

Durante laMilano Design Week 2023, lo spazio Art Lab di Via Tortona 4 ospitala mostra Door to Door. La rassegna, promossa dall’azienda 3D Unpainted Door, curata dal designer cinese KentWong e dal direttore creativo Rain Lin, insieme a unteam curatoriale internazionale.

Questa esposizione è l’occasione per l’azienda cinese non solo per presentarsi al mercato italiano, ma soprattutto per stringere rapporti di collaborazione con architetti e designer del nostro paese. Il colosso cinese intende infatti potenziare la proposta sostenibile e la qualità dei propri prodotti attraverso il taglio creativo del made in Italy. Durante tutta la settimana del fuorisalone, sarà possibile fissare appuntamenti con la proprietà, direttamente in location, per scoprire le interessanti opportunità lavorative che l’azienda cinese è in grado di offrire.

3D Products 1

Basta prenotare un incontro inviando una mail a: info@encantopr.it

L’azienda cinese è pioniera nella produzione di porte ecosostenibili, con un focus sulla tecnologia non verniciata e una produzione prodotti in legno per interni sani e sicuri. Con due grandi siti produttivi all’avanguardia situati a Guangzhou e Shenyang, in Cina e con oltre 2.200 negozi specializzati di marca, 3D Unpainted Wooden Door esporta i suoi prodotti in oltre 60 paesi in Europa e America, rappresentando la scelta finale per oltre 4,5 milioni di famiglie in tutto il mondo.

 

L’installazione

Door to Door si ispira al concetto di “una porta, un mondo”, e mette in mostra unasequenza di porte accompagnate da un percorso interattivo che permette al visitatore di scoprire i riferimenti culturali, progettuali e le tendenze alla base di ciascun prodotto. Un viaggio espositivo tra immagini e riferimenti tratti dalla cultura cinese che creano un ponte culturale con il design europeo ed occidentale.

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La mostra è organizzata all’interno di uno spazio espositivo nel quale convivono leggere strutture posizionate al centro con altre sulle pareti. Attraverso sei porte speciali esposte nella mostra, i visitatori possono sperimentare sei elementi iconiciche appartengono alla creatività e cultura cinese:“Opera cinese”, “Tiglio della carta”,“Porcellana Guangcai”, “Cultura del tè cinese”, “Creazioni culturali dal MuseoNazionale”, e “Musica Nanguan”.

 

Curatore della mostra

In qualità di imprenditore del design, Kent Wong si concentra sulla pianificazione del sistema di design commerciale, costruendo strategie di marchio attraverso connessioni visive, di prodotto e spaziali e promuovendo i valori del design attraverso la pianificazione di varie mostre ed eventi principalmente nella Cinacontinentale. Da molti anni è coinvolto nello sviluppo del design dell’industria degli infissi e dell’arredamento e ha stabilito una stretta collaborazione con le aziende attraverso la ricerca professionale e la creazione del DRD Design Institute, nonché utilizzando la gestione del design per generare efficienza aziendale.

Karin Ann presenta “for a moment” nuovo singolo, nuovo video Un’emozionante ballata con un video girato nella magica Zuma Beach a LA

image00002 (photo credit Kevin Lynch)

Con il suo nuovo singolo Karin Ann, leader della Generazione Z e attivista per i diritti LGBTQ+, racconta di come si sente frustrata in tempi di lotta e dolore

Ascolta il brano:

https://gyro.to/foramoment

Guarda il video:

https://youtu.be/9TydYqbuAUI

 

Karin Ann torna con un nuovo singolo ‘for a moment’ uscito in anteprima mondiale il 27 gennaio. È una ballata pop emotiva, che mette in evidenza melodie impeccabili e suono atmosferico con una voce intima. Karin Ann racconta del significato di for a moment: “Scrivere è terapeutico per me, si tratta di accettare le cose brutte che ti sono successe, si tratta di accettare che la guarigione richiede tempo e che va bene non sentirsi bene e va bene sentirsi come se qualcosa di orribile che hai attraversato non ti rendesse più forte ma in realtà rendesse la vita molto più difficil. Si tratta di accettare tutto quello che hai fatto e fare passi coscienti verso la guarigione” racconta Karin Ann.

 

l mix musicale è stato fatto da Mitch McCarthy, che ha contribuito al più grande successo di Olivia Rodrigo Driver’s License. Il singolo è accompagnato da un video realizzato a Malibu e Karin Ann ha usato la tecnica “visualiser” per la prima volta ottenere un video profondamente emotivo allineato pienamente con il mood della canzone.

 

Ancora una volta la giovane attivista dell’Europa dell’Est, sostenitrice dei diritti LGBTQ+ e delle minoranze, si sta affermando sempre di più un’icona della Gen Z in tutta Europa portando un’accelerazione della sensibilizzazione dei diritti delle comunità LGBT+ .

L’attenzione verso i diritti LGBT+ sta cambiando” afferma Karin AnnAnche la band statunitense, Black Eyad Peas, in occasione del concerto di Capodanno alla Tv polacca ha cantato indossando la fascia arcobaleno per contestare l’omofobia al governo e sostenere i diritti LGBTQ. Stessa cosa che ho fatto io nel luglio 2021 durante una mia performance in un noto Tv show in Polonia. Questi sono passi importati per la pace, l’uguaglianza e l’armonia” conclude Karin

La musica di Karin Ann è sia vibrazionale che ricca di atmosfera con un perfetto equilibrio tra l’anticonformismo e il convenzionale, tutti i suoi testi sono cantati in inglese ed esplorano problematiche di uguaglianza di genere, amore, rapporti tossici e salute mentale.

 

´for a moment´

CREDITI

Composer: Karin Ann

Lyricist: Karin Ann

Production: Edward Leithead-Docherty, Thomas Leithead-Docherty

Mix: Mitch McCarthy

Mastering: Randy Merrill

 

´for a moment´ TESTO

I’m not a fighter or at least i don’t think i am

what didn’t kill me never made me stronger

time doesn’t heal anything it just makes you forget

how what hurt, hurt, when it hurt really bad

 

just for a moment

I’ll forget about crying and i

won’t care about anything

and just for a moment

I’ll forget about everything and

l will be dancing on my own

 

i think we’ve all been lied to

time doesn’t heal it just makes the hurt, hurt a bit less

cause when i think back to anything that ever made me sad

i don’t feel any better about it

 

just for a moment

I’ll forget about crying and i

won’t care about anything

and just for a moment

I’ll forget about everything and

i will be dancing on my own

 

once again I’m broken hearted

over someone that’s never been mine

but when i start to move on i

feel like a traitor

cause i give my heart in full to whoever i care about

lying through my teeth telling everyone I’m alright

but somehow somehow somehow

I’m happier than in a really long time

 

just for a moment

I’ll forget about crying and i

won’t care about anything

 

Nuovo look alle mura della stazione Certosa e alla Piazza Cacciatori delle Alpi

L’intervento ha visto la collaborazione di 3 realtà insieme all’associazione WAU, lo studio coreano Noroo Design e 70 dipendenti di un’azienda globale che avrà la nuova sede nella zona

Riqualificare Piazza Cacciatori delle Alpi e via Varesina in zona 8 di Milano, intervenendo sui muri con un progetto incentrato sul moto quotidiano del sole e della luna “I Colori della Giornata” con l’obiettivo di conferire un nuovo aspetto a luoghi abbandonati da tempo. L’intervento, ha visto la collaborazione di 3 realtà insieme un’associazione uno studio di design e un’azienda globale che avrà la nuova sede nella zona.

Il progetto di Noroo Design Studio e WAU segue quello già realizzato per il Giardino Munari (progetto Bosco Invisibile®) e per la scuola primaria Marie Curie con l’intento di continuare il piano iniziale “Sicurezza Colorata per Milano”, nato per ridefinire il concetto e la funzione di distanza interpersonale con spazi animati da dialoghi visivi gioiosi e dinamici.

Jihye Choi, Chief Director di NMDS: “Il nostro approccio assume sempre significati diversi, in questo caso lavorare con WAU! Milano e il Team Building di un’azienda ha dato vita a un’ottima collaborazione che ha permesso di trasformare il progetto in attività immediate, visibili dai dipendenti e di residenti che abiteranno il quartiere”.

Commenta Andrea Amato, presidente di WAU! Milano: “Siamo entusiasti di poter ampliare la nostra mission, migliorando il tessuto urbano con volontari che da sedici anni si occupano del territorio milanese e con interventi di riqualificazione condotti assieme lo studio Noroo.  Sappiamo bene quanto il colore rappresenti uno degli strumenti più efficaci di comunicazione per il Soft Urbanism e quanto possa influenzare positivamente la vita delle persone attraverso un progetto grafico di design che riqualifichi il quartiere”.

Il progetto è composto da tre interventi che richiamano il tema del moto quotidiano del sole e della luna. Il primo si trova sul muro di Piazzale Cacciatore delle Alpi e continua su via Carlo Espinasse dove la rappresentazione del pomeriggio e della notte sfumano verso l’alba per lasciare spazio al ciclo dei colori del giorno lungo il muro del Piazzale. Tra le colorazioni utilizzate per descrivere la mutevolezza della luce del giorno sono stati utilizzati il Mineral Blu per la notte e il Giallo Maize per il pomeriggio.

Il secondo livello d’intervento è stato realizzato sui 14 vasi che delimitano la piazza lungo via Espinasse, utilizzando una stratificazione degli stessi colori del muro per conferire ritmo e senso di continuità allo spazio circostante.

L’ultimo intervento, che si trova sul muro che delimita l’uscita della stazione Certosa verso via Varesina, richiama e modula la preesistente colorazione e decorazione a piastrelle.

Il piano è stato realizzato nell’arco di in una giornata da un gruppo eterogeneo per età e nazionalità di 70 persone, prive di esperienza nella colorazione e pittura di superfici ma accomunate dalla stessa passione dedicata al progetto.

Milano, IT Noroo Milan Design Studio Intervento murale Stazione Certosa via Varesina.
Milano, IT
Noroo Milan Design Studio
Intervento murale Stazione Certosa via Varesina.

Noroo Milan Design Studio

Noroo Milan Design Studio nasce a Milano dal Gruppo NOROO, uno dei principali attori della storia dell’industria chimica della Corea del Sud, da 75 anni in vari settori di attività specializzati in colori, materiali e finiture. NMDS è Colorful Intelligence, un luogo pensato per generare networking e condividere visioni e idee attraverso il dialogo e le attività tra esperti e studiosi del settore. Composto da un gruppo internazionale di professionisti provenienti da diverse aree dall’architettura al design, dall’arte contemporanea alle installazioni site specific, dalla scenografia al lighting design, NMDS offre soluzioni di design totale fondate sull’intelligenza colorata.

 

Si inaugura a Venezia la rassegna di artisti coreani ESTETICHE DI SOGLIA/IN-BETWEENNESS: ingresso gratuito per 100 persone

1ª edizione del progetto di dialogo artistico COREA-ITALIA a cura di Viana Conti e Christine Enrile

Le Sale Monumentali della Biblioteca Marciana in Piazza San Marco, luogo simbolo di Venezia, accolgono la mostra dal grande valore iconico Estetiche di Soglia/ In- Betweenness il doppio la luce il vuoto.

L’apertura della mostra avverrà venerdì 18 novembre alle ore 18.00 a Venezia presso gli spazi espositivi delle Biblioteca Nazionale  Marciana in Piazzetta San Marco n. 13/A alla presenza del Console Generale della Repubblica di Corea, Kang Hyung-Shik e del Direttore della Biblioteca, Stefano Campagnolo. La cerimonia di apertura sarà seguita da un piccolo cocktail di benvenuto. È possibile partecipare gratuitamente all’inaugurazione, fino ad esaurimento dei posti disponibili, mediante prenotazione al seguente link:

https://bit.ly/3NVj9Rq

 

E’ questa la prima edizione del progetto di dialogo d’arte Corea-Italia, promossa dal Consolato Generale della Repubblica di Corea di Milano con la collaborazione di Palazzo Tagliaferro di Andora, che viene proposta in concomitanza della 59ª. edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia.

La rassegna propone differenti linguaggi degli artisti contemporanei coreani T-Yong Chung , Yang Sil Lee, Yu Jinyoung, Peter Kim, Bongchull Shik, in dialogo sinergico con l’ opera quale omaggio al grande Nam June Paik Broken Communication, realizzata nel 1994 dall’artista veneziana Federica Marangon.

Le Estetiche di Soglia, altrimenti dette In-Betweenness, che annunciano, nel titolo, la tematica di fondo della mostra, sono introdotte dall’opera di Maurizio Barberis Dell’invisibile Soglia  intendono registrare e comunicare allo spettatore d’oggi le proiezioni di un immaginario d’artista. Si tratta, nella fattispecie, di artisti sud-coreani, di formazione euroasiatica, dalla molteplice provenienza e appartenenza di campo, linguaggio, confessione, cultura. Tutti fattori che rendono percepibili le differenze e le somiglianze profonde che connotano opere di segno sia analogico-mimetico che virtuale-digitale. Come nel mondo fisico, cosi in quello etico-estetico-comportamentale, le dimensioni del tempo e dello spazio, in una società a tecnologia avanzata, sono mutate sia nei mezzi di trasporto aereo, marittimo, ferroviario, che in ulteriori condizioni di esistenza a livello socio-politico-ambientale.

La mostra sarà aperta al pubblico  dal 19 al 27 novembre ad ingresso gratuito

Artisti presenti a Venezia nella 1ª edizione del progetto di dialogo arte Corea-Italia:

Peter Kim – nato nel 1967 a Gwangju, in Corea del Sud, risiede e lavora a New York –  artista internazionale formatosi in Asia e in Europa, realizza, concentrandosi in una condizione meditativa e rammemorante, una tessitura di segni puntiformi, di linee sinuose avvolte su se stesse, di gesti ripetuti come in trance a formalizzare una grande coppa senz’argini, in  sospensione aerea o fluttuante sull’acqua. Questi suoi lievi contenitori filamentosi, dalla forma archetipica e arcaica del vaso, sono presenze di soglia, pronte ad assumere una forma come a dissolversi. Si ripetono, nel percorso dell’artista coreano, come un mantra visuale, corrispondente a una recita vocale o a un magico canto liturgico rituale. Peter Kim realizza queste forme fluttuanti e oniriche sia nella sua calligrafia di segni che nella pittura ad acquarello o ad olio. La sua formazione primaria orientale e quella, culturalmente acquisita, occidentale si risolvono, nella sua produzione estetica, in profonda sintonia e risonanza .

Bongchull Shin – nato in Suwon nella Corea del Sud nel 1981, vive e lavora a Monaco di Baviera, Germania –  con i suoi insiemi site specific di Cubes and Stripes, Broken Glass/Cubi e Strisce-Frammenti di Vetro, di segno minimalista, opera nell’ambito della percezione visuale, tattile, cromatica, formale, fenomenologica a livello ambientale. Il vetro colorato, scelto dall’artista come materia, viene modificato nell’intensità, talvolta, con l’inserimento di strati sottilissimi. Le sue installazioni a parete richiedono la luce naturale del sole, in modo che lo spettatore, muovendosi nello spazio espositivo, possa coglierne le variazioni di colore e ombra, nelle varie ore del giorno. Con il ricorso a frammenti, taglienti come coltelli, di vetro verde – colore che in Corea riconduce simbolicamente alla bevanda alcolica popolare Soju – Bongchull Shin evidenzia il coesistere di valenze conflittuali e rischiose anche nelle realtà più seducenti e accattivanti. Non a caso l’artista coreano accosta a espressioni verbali come Love, Faith, Hope o Yes il monito a se stesso “Protect me from what I want”.
T-yong Chung – nato a Tae-gu, Corea del Sud, nel 1977, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, mantiene la doppia residenza a Milano e in Corea del Sud –  è un artista pluripremiato, presente con opere in collezioni pubbliche e private, dedito alla scultura, alla calcografia, all’installazione, alla fotografia. Significativi, nel suo percorso, sono i lavori calcografici su tessuti leggeri e trasparenti con l’esito di formalizzare, tramite una stratigrafia denominata Contact, opere aeree, fluttuanti nello spazio espositivo, su cui l’artista stampa figure volumetriche colorate, sospese nel vuoto, sovrapposte nelle zone di contatto. Compaiono in mostra, installati, su piedistalli di cemento, insiemi di volumi ipodimensionati, ancora di cemento, che per la loro forma piena a vaso riconducono a memorie archetipiche. Rientra, nella sua ricerca estetica, anche la messa in opera di personali processi di modellazione di busti o teste statuarie, in gesso, calce-cemento. Tra queste compare un suo autoritratto, che, sottoposto a una fase abrasiva meccanica, tramite una mola rotante diamantata, risulta parzialmente cancellato nella sua fisionomia originale. Ne nasce un nuovo soggetto che è traccia del suo doppio o dell’opera statuaria classica presa a modello. Manualità, pulsione sperimentale, ribaltamento di parametri estetici convenzionali, riattivazione mnemonica di modelli del passato, sfumano in una dimensione senza tempo. T-yong Chung è artista paradigmatico, rispetto all’Estetica di soglia che intitola la mostra e che ne costituisce la tematica di fondo. Si conciliano, infatti, nella sua opera le opposizioni dialettiche del pieno e del vuoto, del passato e del futuro, dell’interiorità e dell’esterno, della cultura d’Oriente e d’Occidente.

 

Yu Jinyoung – nata nel 1977 a Seoul, città dove risiede e lavora – è un’artista internazionale che ha così personalmente stilizzato le sue modellazioni in plastica trasparente del corpo, soprattutto femminile, da renderlo simile a un contenitore senza appigli, a una bottiglia vuota, che affida al volto, divenuto maschera di un teatro senza parole, ma permeato di malinconia, e al dettaglio – la lacrima, un fiore, il motivo decorativo delle calze, le zampette e la coda di un cagnolino – divenuto punto di attenzione, il messaggio di contatti fisici perduti perché rivolti, quasi esclusivamente, in una società consumistica di massa, all’universo artificiale digitale. Sintomatici sono i titoli di sue mostre come Me & Them/Io e Loro  e Me & Myself/Io e Me stessa, eloquenti e diretti riferimenti a un universo di valori come il dialogo, l’empatia verso l’altro, l’interazione individuale e collettiva, che si sono dissolti nel linguaggio stereotipato dei social nell’oceano immateriale della rete connettiva. Nella sua opera si formalizzano paradigmaticamente i topoi del Doppio, della Luce, del Vuoto, enunciati nel sottotitolo di questa 1ª edizione del dialogo Corea-Italia ideata e promossa dal Consolato Generale della Repubblica di COREA a Milano in stretta collaborazione con il Contemporary Culture Center di Palazzo Tagliaferro di Andora,

Yang Sil Lee – nata a Seoul, Corea del Sud, si è formata a Seoul e all’Accademia di Belle Arti di Roma; vive e opera sia a Seoul che a Milano. Accompagnata e seguita, negli anni della sua formazione a Roma, da Pericle Fazzini, esponente italiano della scultura internazionale, Yang Sil Lee è una scultrice che non cessa di esprimere intensamente e sinergicamente, nella modellazione manuale della materia, la dimensione vitale e sacrale della terra. È percepibile, nel processo materico-gestuale della sua opera, la dimensione di un tempo ciclico, scandito sulle fasi del ritmo stagionale. La sua opera riflette quelle Estetiche di Soglia – che costituiscono la tematica della presente Biennale Corea-Italia – in cui si individuano le sue radici culturali estremo-orientali coniugate al respiro occidentale della sua formazione europea. Le sue spirali totemiche in terracotta policroma, rappresentando il dinamismo sinuoso, fertile, creativo, del corpo femminile, si configurano come archetipi di cicli naturali, cosmici, mitici. L’artista ha, nel luglio 2018, partecipato all’evento denominato “Cultura Coreana in Movimento”, promosso dal Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Andora.

Federica Marangoni protagonista storica internazionale del linguaggio del vetro, del video, del neon, presente nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, durante la 59ª   edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, con l’installazione multimediale la grande opera site-specific Memory:The Light of Time /Memoria:Luce del Tempo, Federica Marangoni conquista un posto, nella storia dell’arte contemporanea, già a partire dagli anni Settanta. Veneziana, partecipe quindi naturale della cultura bizantina e di quella mitteleuropea, conferisce alla glacialità cristallina della pasta vetrosa, fin dagli esordi, nel suo ininterrotto e perdurante dialogo con Murano, la qualità emozionale e formale della sua estetica. La sua figura di donna e di artista è subito identificabile, fin da giovanissima, in quella del viaggio, meglio del volo, vissuto come percorso di un’avventura estetica. La sua rotta di spostamento, reale e mentale, tra Venezia e New York, nei dodici anni di insegnamento alla New York University, attiva, da subito, nel suo immaginario, un rapporto osmotico tra l’estetica della vecchia Europa (da non dimenticare che è nipote dello storico dell’arte veneta Giuseppe Fiocco) e gli innovativi parametri comunicazionali della giovane America.

Assidua presenza, già nel Sessantotto e Sessantanove, a Milano, del contesto redazionale della rivista “Domus”, viene precocemente in contatto con figure come Cesare Casati, Gianni Ratto, Giò Ponti, e come il corrispondente per l’arte contemporanea, da Parigi, Pierre Restany, il critico ideatore e fondatore, nel 1960, del movimento del Nouveau Réalisme, che la seguirà, con mostre in Oriente e in Occidente, per tutta la vita. Ne scaturisce, nel 1971, nello storico Spazio Apollinaire di Guido Le Noci, l’inquietante, profeticamente realistica, installazione ambientale La Strada, per il cui pavimento utilizza uno strato destabilizzante di gomma piuma nera, su cui vengono installate sue sagome-autoritratto verticali di perspex translucido, illuminate dai raggi ultravioletti della luce di Wood: sulla parete di fondo, scorre, in proiezione, una bianca segnaletica autostradale. Questo lavoro site specific ante litteram dà subito la misura del terreno concettuale, strutturalmente minimale, su cui si muove pionieristicamente l’artista. Pioniera, infatti, accanto ad altre protagoniste femminili della Storia dell’Arte, come sono Lee Krasner, Camille Claudel, Louise Nevelson, Louise Bourgeois, Carol Rama, Joan Jonas, è concettualmente vicina, quale artista contemporanea, a Nam June Paik, Dan Flavin, Bruce Naumann, Joseph Kosuth, Jenny Holzer. Storica, la sua installazione-performance The interrogation, presentata nel 1980, insieme alla prima mondiale del suo film The Box of Life, al MoMA di New York.

Frequentatrice in chiave poetica del simbolo, della metafora, dell’archetipo, in un’epoca di perdita di soggettività, di emorragia d’identità e di crescente omologazione linguistica, Federica Marangoni sottoscrive una scelta estetica che recupera ai valori sacrali del monumento e della memoria i valori reali della vita, emozionali della nostalgia e del pathos, minimali della struttura, e immateriali dell’idea. Muovendosi agilmente tra i mezzi di comunicazione di massa del cosiddetto Villaggio globale, l’artista sa tuttavia individuare, nello stereotipato panorama informatico, il giusto segno per la trasmissione diretta di un determinato valore emozionale e di pensiero. In sintonia con la scuola di ricerca canadese di Marshall McLuhan, Marangoni è consapevole della funzione esercitata dai mass media sull’immaginario collettivo, al punto da sottoscrivere l’identificazione del mezzo con il messaggio. Led luminosi, comandi elettronici e sensori, monitor computerizzati, stampa digitale, sono strumenti funzionali all’immediatezza, alla trasparenza ed alla qualità percettiva del messaggio.

La sua capacità di monumentalizzare sogni e incubi in sculture di luce, colore, metallo e vetro, attiva per lo spettatore uno scenario di alta tensione emotiva. In un crescendo di consapevolezza, l’artista trova motivazioni etiche e soluzioni estetiche sempre più incisive socialmente e antropologicamente, donde titoli come Humanity, Living Together, Tolerance-Intolerance, People, The Urban Cage, Freiheit, It’s not a good day to be human. La qualità ossimorica di Federica Marangoni è quella di consegnare alla gelida inamovibilità del cristallo la mobilità pulsante di un filo narrativo, di un battito cardiaco. Il tubo al neon, nelle sue progressive trasformazioni a livello chimico, cinetico, cromatico, luministico, diventa nell’opera di Federica Marangoni, per la sua linearità e duttilità, medium e metafora di una poetica del racconto, di un colore dell’emozione, di un minimalismo della forma, che ne delinea la funzione di Filo Conduttore, di Driving Thread: titolo della vibrante installazione luministico-concettuale sulla facciata e nelle due sale interne della Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro, in cui il Filo è insieme Significante e Significato. (Viana Conti, testo tratto dal catalogo Il Filo Conduttore/The leading Thread, C.E.Contemporary edizioni, mostra a Ca’ Pesaro, Venezia, 2015, a cura di Gabriella Belli).

 

Maurizio Barberis Nato a Milano e formatosi a Venezia, dove ha vissuto per sei anni, laureandosi in architettura allo IUAV con il massimo dei voti.

Dopo la laurea in architettura e il master in urbanistica a Urbino, sotto la guida di Giancarlo de Carlo, sceglie la strada dell’arte, che affianca a un’intensa attività didattica e pedagogica nel campo della Teoria del Colore e della Teoria della Forma presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. In quel periodo pubblica, oltre a numerosi saggi scientifici, un saggio filosofico sul tema “Teoria del colore, frammenti per un’analisi fenomenologica”. Da sempre ha orientato la sua ricerca verso la consapevolezza della relatività del binomio spazio-tempo.

In quegli stessi anni viene chiamato a Venezia dal direttore di Palazzo Fortuny, che gli affida l’incarico di organizzare un seminario di studi dedicato all'”Utilità dell’arte”, un workshop sul design della luce, la curatela di una sezione (La luce di Fortuny) della mostra dedicata al cinquantenario di Mariano Fortuny a Palazzo Fortuny.

Contemporaneamente lavora con Philippe Daverio alla fondazione di una Scuola di Arti Applicate presso l’ex Istituto Marchiondi (Assessorato all’Educazione e alla Cultura del Comune di Milano).

Durante quel periodo conosce il grande collezionista e conoscitore d’arte tedesco Franz Armin Morat, che gli offre l’opportunità di esporre alla Fondazione Morat di Friburgo una serie di grandi opere dedicate al rapporto tra paesaggio e orizzonte.

mQuesta esperienza, che conclude la prima fase del suo lavoro artistico, lo porta a dedicarsi a tempo pieno alla ricerca dei limiti espressivi della rappresentazione, incentrando sulla fotografia il suo principale mezzo di esperienza autoriale. Per diversi anni si dedica al lavoro fotografico, collaborando dapprima, sotto l’eteronimo di Henry Thoreau, con alcune prestigiose riviste europee, la principale AD France, e con alcune riviste italiane come IO Donna, Marie Claire Maison e Interni Magazine.

Ha pubblicato diversi volumi fotografici, “Casa Italiana” con Rizzoli NY, “Living Today” con Electa, “Interior Italia” con Mondadori Arte e “Murano, Behind the Glass” Edizione Damiani. Nel 2012 ha ricevuto un premio per la migliore fotografia della Biennale di Architettura di Venezia. Negli ultimi anni ha affinato la sua ricerca poetica, dedicandosi a esplorare attraverso la fotografia le tangenze tra il mondo sensibile, le forme, il mondo della percezione primaria, il sogno, il mondo delle affermazioni simboliche e il mito. Gli ultimi episodi del lavoro artistico di Maurizio Barberis accentuano il rapporto con il pensiero alchemico. In questo caso, l’alchimia funge da catalizzatore per la materia dell’arte, sia essa quella fotografica, dotata di una propria autonomia inconscia che emerge nel rapporto con la psiche dell’autore, sia la dimensione temporale, considerata come una vera e propria “materia malleabile”, analogamente a quanto avviene nella scultura o nel disegno, che trova nella fotografia, arte dell’istante per eccellenza, un’improbabile variante diacronica che mette in discussione la successione standardizzata dei momenti temporali, così come registrati dalla nostra coscienza.

Principali mostre Galleria Fac-Simile, Milano, 1984, Galleria il Mercato del Sale, Milano, 1985, Galleria Zeus Trabia, New York, 1985, Spazio Dilmos, Milano, 1992, Triennale di Milano, 1992,Galleria Mazzocchi, Parma, 1994, Galleria Mazzocchi, Parma, 1995,

Galleria Viafarini, Milano 1995, Triennale di Milano, 1996, Fondazione Armin Morat, Friburgo 1999, Galleria Nilufar, Milano 2008, Galleria Jan Blancheart, Milano 2012,

Galleria Wunderkammer-Visionnaire, Milano 2012,  Galleria Primo Piano, Napoli 2014

Palazzo Parravicini, Design Week Milano 2014, Salone Napoleonico, Palazzo di Brera, 2014 MAAAC, Museo d’Arte Contemporanea, Cisternino, 2015,

Museo Mangini Bonomi, Milano 2016, MAAAC Museo d’Arte Contemporanea, Cisternino, 2016,  Consolato Generale d’Italia, New York 2017, Ambasciata Italiana a Madrid, marzo 2018, Spazio Meazza, Milano Design Week, Milano 2018,  Fondazione Ugo e Olga Levi, Venezia, 2018, SIAM, distretto 5vie, Design Week, Milano 2019,  Wannenes, Milano, Design Week 2020, Wannenes, Milano, Design Week 2021, Palazzo Touring Club, Milano, Design Week 2021, Palazzo Tagliaferro, Andorra (SV), 2022,Spazio Banner, Milano Design Week, 2022  Giardini di Palazzo Salis, Soglio, CH, 2022

 

 

 

 

 

Grande successo per il raduno K-Pop “Talk & Dance” e la “K-Pop Academy”, special edition, con il coreografo e dancer Xinuz e lo you tuber Seoul Mafia in scena alla Korea Week Roma 2022

Ha registrato il tutto esaurito il doppio appuntamento, per i più giovani appassionati di musica K-Pop, nel corso della Korea Week Roma, organizzata dall’Istituto Culturale Coreano, che si è tenuta dal 20 al 26 Ottobre.
Si è partiti da una speciale edizione della “K-Pop Academy”: un incontro esclusivo per dare suggerimenti e insegnare nuove coinvolgenti coreografie di ballo per tutti i K-Pop Cover Dancer che ambivano ad imparare e migliorarsi sempre di più. Per questo speciale appuntamento, l’Istituto Culturale Coreano ha chiamato il grande coreografo Xinuz che collabora attivamente con i BTS e lo You Tuber Marco Ferrara, meglio conosciuto come Seoul Mafia.
Il giorno successivo si è invece svolto il raduno dedicato al K-Pop – K-Pop “Talk&Dance” – dove tutti gli appassionati di questo genere hanno potuto ascoltare e confrontarsi con Seoul Mafia, uno dei primissimi pionieri del K-Pop in Italia.
In Italia, così come anche nel resto del mondo, il fenomeno K-Pop è sempre più in ascesa negli ultimi anni. Il K-Pop ha portato la Corea a essere conosciuta in tutto il mondo, e ad avvicinare molti giovani alla lingua coreana. Infatti, imparando a memoria le canzoni K-pop i fans vogliono sempre di più conoscere la lingua e la cultura coreana, e visitare il paese da cui i loro idoli sono nati. Il K-pop è così riuscito negli ultimi anni a conquistare una fan base molto solida in Italia, dove si è sviluppata una community appassionata alla musica e l’entertainment coreano e il K-Pop sta così invadendo la scena musicale.
Grazie alle iniziative e agli eventi organizzati all’Istituto Culturale Coreano, dedicati alla K-culture, la cultura coreana si diffonde in Italia e il K-Pop oramai è una realtà diventata consolidata nella cultura italiana.

Il cinema Coreano ancora una volta protagonista alla Korea Week Roma 2022

 

Grande successo per l’iniziativa dell’Istituto Culturale Coreano che per 3 giorni ha portato sul grande schermo delle sale del “The Space Moderno” una selezione di tre film coreani di grande successo, in occasione della Korea Week Roma 2022 che si è tenuta dal 20 al 26 Ottobre.

Una trilogia che testimonia l’inarrestabile ascesa del cinema coreano nel mondo e sold out per tutte e tre le proiezioni:

  • Escape from Mogadishu” 2021 Regia di RYOO Seung-wan

Il film presentato quest’anno al Florence Korea Film Fest e al Far East Film Festival (Udine), mette in scena in maniera alternativa il rapporto tra le due Coree in terra straniera, traendo spunto da fatti realmente accaduti.

  • “Nido di Vipere” (Beasts Clawing at Straws), 2020 dell’emergente regista coreano Kim Yong-hoon

Il cast è composto da Jeon Do-yeon (Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes 2007), Youn Yuh-jung (Oscar alla miglior attrice non protagonista nel 2021 per “Minari”) e Jung Woo-sung. In “Nido di Vipere”, i destini di quattro personaggi ai margini della società si intrecciano in modo imprevedibile quando un umile inserviente trova una borsa piena di denaro abbandonata in un armadietto. L’inatteso tesoro diventa ben presto un’arma a doppio taglio, nascondendo dietro di sé un intreccio di storie di spietati malviventi ed esistenze miserabili. Tra omicidi, tradimenti, colpi di fortuna e sfortuna, i destini beffardi dei quattro protagonisti s’incrociano, cacciandoli in guai sempre più profondi, in un disperato gioco senza esclusione di colpi.

  • La Donna del Mistero” (Decision to Leave), 2022 del celebre e pluripremiato regista coreano Park Chan-wook.

Il regista (divenuto celebre a livello internazionale con “Old Boy”) è stato vincitore quest’anno a Cannes con questo film, un romantico neo-noir, con il respiro dei classici e il linguaggio del presente, del “Prix de la mise en scène”.

 

 

Grande successo il Tour di LP a Roma con la collaborazione di Karin Ann come supporter

Karin Ann, cantante e icona della Generazione Z LGBTQ+ dei paesi dell’Est Europa dalla Slovacchia, è stata protagonista come supporter del Tour in Italia della celebre cantante LP, artista americana gender-neutral, nel suo tour italiano.

Dopo le tappe di Firenze e Marostica (Vicenza), la giovane performer è stata a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica.

Karin Ann è stata supporter di apertura per LP prima di iniziare il nuovo il tour con la band statunitense Imagine Dragons. Sia Karin Ann che LP fanno parte della comunità LGBTQ+ e sono tra gli attivisti più popolari nell’Europa dell’Est.

Karin Ann è una cantante slovacca di soli 20 anni diventata in breve tempo un fenomeno dell’Europa orientale e si identifica come She/They prevedendo di continuare a sostenere e dar voce con forza ai diritti LGBTQ+.

Ad agosto 2021 è stata scelta da Spotify per la campagna Equal Global come testimonial dei diritti umani e LGBT portando la sua immagine sui billboard di Times Square a New York City, mentre a settembre dello stesso anno, si è aggiudicata l’Award nella categoria “Scoperta dell’anno in occasione degli Zebrik Awards a Praga, in Repubblica Ceca.

A inizio luglio Karin Ann ha presentato al pubblico il suo nuovo singolo, “you make me miserable”. Si tratta di un brano di contrasti drammatici, musicalmente coinvolgente con ritmi pop-punk sferraglianti e melodie effervescenti, infusi di nostalgiche influenze pop anni ’80. Il contenuto del testo narra di un nuovo amore, contrastato e finito male dopo un tradimento inaspettato. Il brano è stato co-scritto e co-prodotto da Karin Ann in collaborazione con Matt Schwartz (produttore anche di YUNGBLUD e Halsey).

LP, artista gender-neutral, è nata a Long Island negli Stati Uniti, ma ha origini italiane di Napoli e Palermo. Non è solo una star alternativa e pop-rock, ma suona anche la chitarra, l’ukulele e l’armonica. LP si identifica come lesbica e neutrale di genere, che preferisce She/They, e spesso sostiene tutti i diritti LGBTQ+, aiutando le persone che possono essere alle prese con la loro identità o non accettate dalla loro comunità.

Dopo il tour italiano con LP, Karin Ann ritornerà in tour come support degli Imagine Dragons in Australia.