La critica che fa riflettere, che investe l’universalità del pensiero e mai del singolo o del luogo eppure anche di luoghi e persone.
Parafrasando le parole di Baratta in merito alla prossima Biennale d’Arte di Venezia, iniziamo a domandarci dell’esser “pronti a un confronto diretto con opere che possano” – come le critiche avverse (rispondo) – “sollecitare lo sguardo, la mente e l’emozione, o il ragionamento di chi osserva”.
Sembrerebbe stasi. Tra meccanismo bovino pubblico e intuizione del guizzo creativo, dell’impellenza di creare (dell’artista) che può essere pari all’impellenza di distruggere ( del critico);
lo scetticismo è frutto di una intelligenza acuta. Immancabile però il ruolo dell’artista che nonostante appaia sempre più insediato in acclamazioni di routine ed esso stesso poco rifuggente il senso vincolato delle azioni ( e in presenza simultanea di diversi ordini; ma in questo già grande), del mal d’arte come ardore, costretto ai canoni del tempo (e le sue cure massive e ma se questo è il tempo), libera nonostante la sua energia. A venirne in contatto.
Sottotraccia o inaccessibile ma di ogni cosa connessa con tutte le altre; del trovare relazioni.
May You Live in Interesting Times
E ‘Che tu possa vivere in tempi interessanti’.
"antico anatema cinese" Ralph Rugoff Curatore della 58. Esposizione Internazionale d’Arte 2019
(grazie, a chi ha sollevato la discussione come un buon caffè al mattino):Dizzly
arienpassant
‘Che tu possa vivere in tempi interessanti’: davvero una frase scatenante, perché al volo mi è sembrato un augurio, perfino bellissimo, e non un anatema. Riflettendo poi, su quali potrebbero essere i tempi interessanti, scopro che lo sarebbero solo quelli dei grandi conflitti che, poi, sono quelli che, da un lato complicano la vita, da un altro la risolvono in conquiste e da un altro sono il cibo degli artisti. E chi se ne frega, meglio una vita tortuosa ma vissuta “in tempi interessanti”.
Non è un anatema, è un augurio.
Dizzly
Concordo con te, il conflitto nel suo lato migliore è padre di tante narrazioni , considero la frase come anatema inteso come obbligo, ovviamente non al conflitto ma quanto più possibile ad essere “artisti” in vita, buona serata 🙂
Dizzly
E grazie per essere intervenuto Arien