Costa Rica. A sunny image of Bahía Ballena.
Avremmo mai detto che uno Stato dell’America centrale divenisse un esempio da record nell’ecosostenibilità mondiale? Di tutto questo si è parlato sabato scorso a Presa Diretta di Riccardo Iacona. Agli approvvigionamenti di energia provvedono con fonti alternative al petrolio e fossili, e rinnovabili sfruttando l’energia eolica, l’energia idroelettrica, la geotermica e la solare specie in Grid: cioè unioni di consumatori che diventano produttori di energia. Tanta è la produzione di kw che il surplus deve essere stipato in batterie di nuova generazione o venduto in rete. Le spese mensili sono di 50 $ totali per ogni tipo di approvvigionamento energetico. L’ Ansaldo italiana ha fornito alcuni impianti e come vedremo l’Università La Sapienza è impegnata nello sviluppo di corsi universitari sulle sostenibilità. Ma in Italia è sempre difficile vedere in pratica questi esempi.
Le condizioni naturali di questo stato favoriscono l’uso delle energie rinnovabili: è piccolo, ventoso, ricco di un flusso di acque dall’Atlantico al Pacifico. Il Costarica si dotato di un’Università della Terra per formare studiosi provenienti da tutto il mondo e anche i loro boschi sono protetti.
Manca solo l’energia del moto ondoso.
Ho curiosato il sistema Pewec [Enea] che ricava energia dal mare. Se a prima vista la presenza di questo grande catino a dondolo può sembrare impattante in mare, sappiamo pure che la visuale dell’orizzonte sul livello del mare per un uomo alto meno di due metri non supera i 5 km e la possibile collocazione di impianti simili sarebbero ben distanti dalla costa. Dite che da altezze superiori si vedrebbero i dondoli come piccoli gusci confusi con l’orizzonte sulla vastità del mare? O volete mettere i vantaggi delle fonte di energia sostenibile sui costi e sull’ambiente?
arienpassant
Eh sì, il Costarica è una realtà dalla quale prendere lezione. Non solo lei, Islanda, Norvegia, Danimarca, Finlandia e, nel piccolo, Oristano e Bolzano. Credo che l’ambiente se non diventa un modo di pensare e soprattutto ripensare, resti un cicaleccio inutile.
Bisogna ripensare alle città in termini progettuali e complessivi e non in termini individuali. Quindi ridisegnare le città, le costruzioni, il sistema trasporto pubblico, il sistema rifiuti. Si potrebbe dire che è un lavoro enorme che richiede, quindi, enormi investimenti. Invece è proprio il contrario perché gli enormi investimenti si autofinanziano in occupazione creata, in nuovo reddito, in abbassamento dei costi energetici, in recupero dei rifiuti. Alla fine gli investimenti li farai a costo Zero. Non serve un economista per fare quattro conti della serva, basta guardare al Costarica ed agli altri.
Buon Nove 🙂