Dopo il suo passato di colonia britannica per 99 anni il “porto profumato”, la città più verticale al mondo che vanta i più alti redditi pro capite Hong Kong è tornata regione amministrativa speciale cinese nel 97, mantenendo un sistema educativo inglese fino al 2009. Una magistratura secondo il modello di ordinamento giuridico del Common law. Insomma un doppio sistema.
Per questo i tentativi cinesi di impartire il regime non funzionano. Anzi, scatenano proteste anti antidemocratiche. Sarebbe tutta colpa dell’educazione liberale impartita nelle scuole di Hong Kong e dell’esercizio del pensiero critico inviso ai potenti della Cina. Dopo il ritiro della legge sull’estradizione, che ha scatenato le prime proteste quattro mesi fa- gli Hongkonghesi non ci pensano a farsi giudicare da un tribunale cinese- i cittadini vogliono le dimissioni della governatrice Carrie Lam, un’indagine indipendente sulle violenze della polizia, il ritiro della definizione delle proteste come “sommossa”, l’amnistia per le oltre 1200 persone arrestate.
Nel frattempo anche Winny the pooh è bandito da Sina Weibo, da WeChat; HBO bloccato. Su Ritorno al bosco dei 100 acri imposto il divieto di diffusione.
Sul mantenimento del decoro e la limitazione informativa gioca molto la censura cinese.
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