Contestuale al proliferare di neologismi targati covid 19, legati sostanzialmente alla reazione emotiva e culturale al lockdown, si è assistito in rete a Contest e neo Attività espositive offerte per colmare l’esigenza di relazione e confronto sulla materia artistica. Con momenti di Vernice virtuali, come senso dell’innarrestabilità dell’evento arte e dell’operare stesso dell’artista. Con un quid quanto più sinestetico e percettivo per coinvolgere lo spettatore in eventi che, lungi dall’essere mere sostituzioni, hanno accompagnato il possibile pubblico in esposizioni in fondo inedite.
Il caso SitNewsfeel
L’intraprendenza e il background di esperienze online con contest e importanti esposizioni di SitNewsFeel– la collettiva “Opera Domus” e “Sequel Domus“, una personale d’arte cui sta seguendo la nuova “Silentium“, – sono stati riconosciuti da importanti patrocini pubblici. Gli Eventi proposti sono stati seguiti da un folto pubblico di internauti alle prese non solo con la proposta culturale ma con una diversa fruibilità. Basti pensare alla partecipazione tramite linkage e la navigazione più complessa e strutturata dei siti preposti rispetto al facile approccio su Facebook, piattaforma incline al battage informativo ma con una risposta che spesso diluisce i contenuti. Tuttavia l’elemento umano, distanziato naturalmente nelle relazioni virtuali, ha trovato giusta continuità nella partecipazione agli eventi online. La contingenza della quarantena ha inoltre avvicinato molte persone a questa dimensione e a fare pratica degli stumenti tecnologici, ad alfabetizzarsi digitalmente.
Il Cultural producer
Da queste analisi continua ad emergere il potenziale del virtuale, non solo come il possibile divenire, o sostituzione del reale ma come dimensione creativa indipendente. Alcune problematiche legate alla presentazione delle opere on real non appartengono all’online e viceversa. Principalmente s’intendono gli allestimenti, le giuste luci, le didascalie, il percorso espositivo vero e proprio che sono in misura digitale paragonabili allo spazio web creato, il suo Template, l’atmosfera dell’ambiente, colori, font, hyperlink; gli sfondi, le opere riprodotte quindi fotografate e rielaborate come copie fedeli con riferimento a tecniche e dimensioni, collocate con giusta luce ed effetti speciali. Infine il senso del percorso sottolineato da critical review, citazioni e introduzioni. In alcuni casi è possibile una ost musicale misurata sui contenuti, immancabile il guest ebook virtuale che caratterizza le esposizioni. Il transito degli spettatori, le pagine viste. L’ordine delle attività da svolgere sostanzialmente necessita di curatori, cultural producer, capaci e per la risoluzione di problemi reali quanto digitali.
I musei riaprono
Ora che i musei hanno riaperto le sedi espositive, pur attenendosi alle limitazioni previste dalle norme in materia di coronavirus, si avverte un senso di liberazione di quelle relazioni sociali impedite finora dalla quarantena.
Del confronto diretto sull’esperienza artistica e umana. Momenti ludici accompagnati da un buon calice di vino. L’incontro con gli artisti, il curatore, gli ospiti, i critici, i giornali. I promotori, gli sponsor. “Finalmente la vita ‘normale’ piano piano sta tornando – scrive un’artista. Un sollievo, un senso di di liberazione, un senso di far parte di qualcosa di grande e importante. Il mondo dell’arte e’ ancora qui, anche nel real life, e grazie agli artisti che ci hanno fatto entrare nel loro mondo interno a dispetto della contingenza lasciando tracce profonde e particolari riflessioni per sempre.
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