C’è morte che non scompigli alcuno? 03 03 2023 è il giorno in cui il senatore Bruno Astorre lascia questo mondo. “Precipitando” così riportano le prime notizie dei giornali in una chiostrina stretta e buia di Palazzo Cenci a Roma dove ci sono uffici del Senato. Astorre di Colonna senatore e segretario del PD Lazio, uomo del territorio e politico noto lo è stato per un ampio ambito della provincia di Roma. Come ogni carriera politica che sorge tra la gente lo si scorgeva alle riunioni locali. Agli eventi. Alle campagne elettorali. Ogni cronista (e la gente) impara presto a riconoscerne il volto tra la folla per dire dunque, c’è, c’era Astorre. Il suo impegno. E il suo sorriso. Ha detto, inaugurato, e presentato, l’idea politica, la scuola, il programma. Ogni cronista ha i suoi scatti fotografici, dell’uomo del territorio, del noto politico: quello di cui ti puoi fidare, che fa e racconta la politica senza il politichese perchè non è il politico nuovo e improvvisato ma un cursus honorum. (ndBA). La notizia della sua scomparsa è sconvolgente, prima dell’eco nazionale ammanta la provincia e tutta la comunità del Lazio di un triste velo nero. “Istigazione al suicidio” sembrerebbe il fascicolo aperto. Tra i primi articoli leggo che alle 9.30 del 3 marzo il senatore era vivo e rilasciava ai castelli un’intervista ad “Officina Stampa” di Chiara Rai riportata oggi anche dal Messaggero che ascolto. Tre ore dopo a Roma la tragedia al momento inspiegabile. Accadeva mentro ero alle Scuderie Aldobrandini di Frascati, di fianco a palazzo Marconi sede della Giunta comunale presieduta dalla Sindaca Francesca Sbardella, compagna e moglie di Bruno Astorre. Ed è stato inevitabile non rammentare (e quanto cronismo speso) la sua presenza ai collettivi monteporziani, una figura spesso indicata come risolutrice per lo sviluppo della provincia; al Politeama di Frascati, Stefano di Tommaso il sindaco ospitante, da dove partì la massiccia campagna per la presidenza della regione Lazio 2010 Emma Bonino ‘Emmatar’ sostenuta dal centro-sinistra vinta, però, dalla Polverini (PdL). “Il luogo, dove per bisogno di fortuna e buona politica è bene iniziare” (e dove attualmente risiedeva) – commentava così Luigi Zanda sul palco assieme ad Astorre quel 23 febbraio con un parterre di dirigenza politica che copriva un intero arco di comuni dell’Hinterland provinciale. Col senso schietto del bene comune – come aveva rilanciato Zingaretti presidente della Provincia uscente – e del partito in cui siamo, nell’assoluto, intenso bisogno di frenare la destra il cui orrore si nasconde dietro una foglia. Una foglia che appare di nuovo con la vittoria del centro destra alle elezioni 2023, dopo il governatorato di Zingaretti presidente dal 2013. Nelle fatiche di politica e potere. Nei vuoti e nelle scansioni temporali c’è spazio per la filosofia (di vita), e i tormenti inevitabili anche per un mediano politico come Astorre. E mettersi nelle sue scarpe. Così la racconta Alessio Porcu in Senza Ricevuta di ritorno le scarpe del senatore Astorre. E il fatto si carica di domande sulla carriera e sull’uomo di “solidità personale” assolto e in barba alle gogne mediatiche per la vicenda “spese pazze”, che ringrazia ogni giorno per quello che riesce ad essere – a 22 anni consigliere comunale di un paesino, da presidente del Consiglio regionale nel ’95 a senatore e segretario del PD Lazio a tenere insieme le varie anime di partito, chiamato anche alle nazionali da Conte (Officina stampa). Non capacita l’header del suo twitter con la citazione di Churchill il successo non è mai definitivo, il fallimento mai letale ciò che conta è andare avanti.? Più il motto da soli si va veloci e insieme lontani. Astorre, avrebbe scelto la velocità? Apparenze. Di fatto Astorre già manca. Inquietudine e sottotrame politiche di cui occorre risposta per quel gesto assurdo.
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