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Paolo Asaro

L’aria di Sicilia intanto, Paolo Asaro – seduti al San Calisto in Trastevere – me la descrisse in una sola incantevole frase,  e rese l’idea della luce tangibile.

Palpabile, una presenza evanescente tuttavia  frizzante e colorata che permea la visione.  Penso che percepire l’energia sprigionata dal mare  che in particelle di colore vibrante avvolge i paesi sulla costa sia la lirica più calzante all’arte di Asaro.
Ricordo la vibrazione dell’immagine fornita dall’artista, il cui sguardo abituato a scovare l’invisibile dà più della parola. Eppure. Così si conferma il demiurgo, che come un lento sisma si propaga sotto il mare e crea onde verso la costa. Si che la sua è frontiera, tra mondi, l’immaginario  e l’arte.

E nel caso della sua prima personale a Roma a Palazzo VelliLe Visioni di Frontiera narrano pittoricamente la sua terra ” la provincia siciliana” come terra di mezzo tra Europa e Africa, baluardo delle commistioni di popoli che influenzarono tutta la penisola geograficamente esposta ai transiti, quanto ai domini, alcuni di essi illuminati governi, affiatati alle arti lasciate ai posteri.

“Così spiega Paolo  – nel particolare di queste due opere pubblicate  – Quarara è un luogo, il nome di una costa rocciosa ad Est di Mazara dove proprio nell’827 sbarcarono gli arabi iniziando la conquista della Sicilia ed è , inoltre, in dialetto siciliano la “caldaia” ossia il pentolone per bollire l’acqua.”

E La Makara. È il nome di un quartiere di Mazara che forse deriva dal nome arabo della città “Mahara”  divenuto poi Mazara del Vallo –  prosegue l’artista,    che ha  voluto  disegnare uno mito ancestrale, un Enea con sembianze di  divinità femminile,  e  fonte di vita, da cui immagina discendere le pietre che gli hanno dato forma.

Oppure, ricordando il Nove d’oro, gli artisti del mitico mazzo di lame I Trionfi del Regno di Sicilia  e pubblicati da Dal Negro. Simbolo nel certosino lavoro di Asaro su quella fusione di culture arabo normanna e bizantina che ha contraddistinto la Sicilia come scrigno di splendore del XII secolo; nonchè come vaticinio dell’Arte che transita appunto nei luoghi e sviluppa meraviglie ineguagliabili.

Citando Il pendolo di Focault  “Non v’è immagine (o oggetto) che combinandosi dovutamente con le altre, non riveli e riassuma un mistero del mondo”. Così Paolo Asaro riassume millenni. Riassume prepotentemente le origini, la memoria e le abilità umane da giocarsi ad ogni giro di carte. La cura delle sue recenti tele dipinte su quelle di sacco – juta con le  cuciture a vista, materiale povero ricucito di senso – rendono la profondità materica e un culmine di dettagli che nessuna ruvidità impedisce.

Per questo più che parlare di Asaro e le sue opere, da uno spazio aspero e remoto di discussione come il web, c’è la possibilità di osservare direttamente i suoi lavori VISIONI DI FRONTIERA Venerdì 17 marzo alle ore 18:00 nella prestigiosa sede di Palazzo Velli, in piazza Sant’Egidio, 10 nel cuore di Trastevere.

Ben 98 opere dell’artista: 20 le più  recenti, realizzate con tecnica olio su tela e concepite da Asaro negli anni successivi al suo ritorno in Sicilia (dal 2011 al
2022), e il mazzo dei 78 tarocchi
a dimensione quadro.

SitFeel Cover La Makara, Quarara allowed by Artisti  in Transito • thanks to Paolo Asaro

 

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 “VISIONI DI FRONTIERA”

cura di Simona Micheli FRAM!LAB Patrocinio Municipio I Roma

17 marzo alle ore 18:00 – sabato 18 marzo dalle 10:30 alle 18:00
domenica 19 marzo fino alle 13.00

VISIONI DI ARTISTA TRA ORIENTE E OCCIDENTE | Paolo Asaro

A Palazzo Velli Expo Visioni di Frontiera | Paolo Asaro e l’Arte sicilianaultima modifica: 2023-02-26T17:30:00+01:00da Dizzly