E’ comune sentire l’Ispirazione per l’arte della penna. Professare di amare la scrittura.
Il guizzo creativo, come chiamo io quell’istinto a confessare la presenza anomala dell’arte, è il momento di silenzio in cui tutto tace meno la tua impellenza. Anomala, perchè diciamolo, per i più l’arte è una diapositiva in prestito non avendo provato a praticarla, e pertanto a vibrare d’arte .
La penna muove il segno della parola, del verbale, in infinite evoluzioni del verbo, in pittoresche rappresentazioni di una visione: per questo la disfida è antica tra parola e immagine. La parola scritta è uno strumento di ciò che “vediamo”. La visuale è primaria in ogni rappresentazione del pensiero.
Viene citato che: la scrittura che funziona è quella che riesce a suscitare immagini nella testa di chi legge.
Per questo anche le presunzioni di scrittura altrui riescono, a volte, ad essere fonte di impulso. Modelli algidi e ricorrenti che non procurano tensione necessaria per nuovi scritti, ma per immaginare si . Lo scrittore in foto.
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dy
arienpassant
“diciamolo, per i più l’arte è una diapositiva in prestito non avendo provato a praticarla, e pertanto a vibrare d’arte”.
Pardon ma “praticare” l’arte non mi convince. Equivale a dire, limitandomi alla pittura o alla scrittura, che tutti quelli che dipingono o scrivono praticano un’arte. Io credo invece che chi dipinge o scrive pratica un mestiere o una passione. Una galleria d’arte o una libreria non contengono per forza, a differenza di un museo, opere d’arte. Tante volte anche i musei non contengono esclusivamente opere d’arte. Un ovulo ed un mucchietto di spermatozoi messi in un bicchiere non faranno un bambino. Tante volte nemmeno in un utero. Voglio dire che un pennello ed una tela, un blocco di marmo ed uno scalpello, malgrado tanto mestiere o tanta passione non è detto che faranno arte. Infatti molti possono dire di avere in casa, appesi al muro dei quadri. Magari fossero tutte opere d’arte.
Si vibra di passione, di stimolo o ispirazione, ma chi può dirlo che quello era un vibrare d’arte? Solo il tempo.
Immagino quanta roba, tra tele, spartiti, manoscritti o pixellature abbiano riempito i cestini dei “pasionari”. Riempiti dagli stessi “pasionari” e quante tele, spartiti, manoscritti o pixellature fanno ridere intimamente i “pasionari” che non le avevano buttate via solo perché se l’erano perfino dimenticate. Poi le hanno viste elevate ad opere d’arte ed hanno dovuto falsificare quello che pensavano di quelle che per loro erano cagate . Come il ponte di Calatrava, per dirne solo una o lo scherzo delle “teste” di Modigliani.
Buon primomaggio.
Dizzly
“ma chi può dirlo che quello era un vibrare d’arte? Solo il tempo”. Quel vibrare si prova personalmente, noi possiamo stabilire se “pratichiamo” arte : “il momento di silenzio in cui tutto tace meno la tua impellenza”. Un distinguo necessario da quelli per cui l’arte è una diapositiva, ovvero solo una cosa di cui parlare senza l’azione creativa. Motivo per cui “praticare” l’arte è più che convincente, e in parte stiamo dicendo la stessa cosa sulla passione 🙂 Quanto al riconoscimento, alcuni fenomeni sono così manipolati che non sappiamo la verità. La scrittura idem. buon2