Il 68% degli italiani è rassegnato alla violenza verbale che corre in rete. A cominciare dal canale Twitter. I dati che si evincono dalla Mappa dell’intolleranza pubblicata dall’Osservatorio Vox Diritti, non sono confortanti: nel 2020, l’anno della pandemia, mentre in generale il cosiddetto hate speech su Twitter è diminuito rispetto all’anno precedente, i tweet misogini sono aumentati del 90%. Celebrities e professioniste, scienziate, politiche, giornaliste, e donne comuni ogni giorno subiscono attacchi, molto spesso gratuiti, quasi sempre aggressivi. L’algoritmo di Arianna può riconoscere e bloccare in automatico i post contenenti “parole chiave” che rimandano a insulti, in particolare di matrice sessista in rete. Come? A partire da un database di 5.000 tweet analizzati dall’algoritmo ideato da Arianna Muti, neolaureata in Language, Society and Communication all’Alma Mater di Bologna, e in seguito classificati in tre categorie: non misogino, misogino e non aggressivo, misogino e aggressivo. L’algoritmo nasce dall’interesse della giovane ricercatrice per le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale al riconoscimento del linguaggio – NLP Natural Language Processing, ovvero di elaborazione del linguaggio – oltre che dal suo impegno contro il sessismo.
Ed è pur vero che per evitare “bias” informativi ovvero distorsioni, l’intelligenza artificiale non può essere sviluppata solo con informazioni maschili. Benvenuto dunque Algoritmo di Arianna che l’ideatrice dichiara di voler regalare a Twitter stesso.
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