Alla ricerca del tempo perduto

post by Rita Perla – Stefano C.

 

Basta che un rumore, un odore, già uditi o respirati un tempo,

lo siano di nuovo, nel passato e insieme nel presente, reali senza essere attuali,

ideali senza essere astratti, perché subito l’essenza permanente e solitamente nascosta,

delle cose sia liberata e il nostro vero io che, talvolta da molto tempo, sembrava morto,

anche se non lo era ancora del tutto, si svegli, si animi ricevendo il celeste nutrimento che gli è così recato.

Un istante affrancato dall’ordine del tempo ha ricreato in noi, perché lo si avverta, l’uomo affrancato dall’ordine del tempo.

…………………………………………….Alla ricerca del tempo perduto

Troviamo di tutto nella nostra memoria:

è una specie di farmacia, di laboratorio chimico, dove si mettono le mani a caso,

ora su una droga calmante, ora su un veleno pericoloso.

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Desideriamo essere capiti, perché desideriamo essere amati

e desideriamo essere amati perché amiamo.

La comprensione degli altri è indifferente e il loro amore è importuno.

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Si ama per un sorriso, per uno sguardo, per una spalla.

Tanto basta. Allora, nelle lunghe ore di speranza o di tristezza,

ci si fabbrica una persona, si compone un carattere.

E quando, più tardi, si frequenta la persona amata, è impossibile ormai

(per quanto crudele sia la realtà che ci vien messa innanzi) togliere quel carattere buono,

quella natura di donna amorevole all’essere che ha quello sguardo o quella spalla,

proprio come non possiamo, quando invecchia, togliere il suo primo volto

a una persona che conosciamo fin dalla sua giovinezza.

Marcel Proust