Agosto 2020: Stevie Wonder – TALKING BOOK (1972)

Talking book

 

Data di pubblicazione: 28 ottobre 1972
Registrato a: Air Studios (Londra), Electric Lady Studios (New York), Crystal Sound, Record Plant (Los Angeles)
Produttore: Stevie Wonder
Formazione: Stevie Wonder (voce, Fender Rhodes, clarinetto, basso, piano, sintetizzatori, armonica, batteria), Jim Gilstrap (voce, cori), Lani Groves (cori), Gloria Barley (cori), Scott Edwards (basso), Daniel Ben Zebulon (congas), Ray Parker Jr (chitarra elettrica), David Sanborn (sassofono alto), Denience Williams (cori), Shirley Brewer (cori), Trevor Laurence (sassofono basso), Jeff Beck (chitarra), Steve Modaio (tromba), Debra Wilson (cori), Loris Harvin (cori), Buzz Feiten (chitarra elettrica)

 

Lato A

 

                        You are the sunshine of my life
                        Maybe your baby
                        You and I
                        Tuesday heartbreak
                        You’ve got it bad girl
 

Lato B

 

                        Superstition
                        Big brother
                        Blame it on the sun
                        Lookin’ for another pure love
                        I believe (When I fall in love will be forever)
 

Solo perché ad un uomo manca la vista
non vuol dire che non possa avere una visione
(Stevie Wonder)

 

Stevie Wonder è un personaggio importantissimo per l’evoluzione della black music. Bambino prodigio dotato di un grande talento per la musica, ha però perso il dono della vista nei primi giorni di vita, a causa di un eccesso di ossigeno nell’incubatrice. Questo non gli ha impedito di essere un autentico genio e innovatore della musica nera, e assieme a Ray Charles, condivide lo scettro di dei musicisti e compositori più grandi ed innovativi di tutta la black music.
La sua carriera comincia prestissimo, divenendo uno dei nomi di punta della Motown, anche se la sua vera e propria “età adulta” giunge con la pubblicazione di Music of my mind nel 1971, che segna un importante passo per la black music verso l’innovazione. L’uso massiccio dei sintetizzatori, tanto nei bassi quanto nelle linee melodiche, porta alla creazione di intrecci sonori intriganti, come una sorta di “orchestra” black, dove i vari suoni vengono stratificati e ottengono un effetto corale ed armonioso. E questo fu anche il primo passo verso l’idea stessa del concept album.
Talking book dell’anno successivo però è il suo vero e proprio capolavoro dell’età adulta, oltre ad essere stato l’album che gli fece ottenere la consacrazione, trainato da singoli di grande successo come Superstition e You’re the sunshine of my life, il disco ripropone lo schema del concept di quello precedente, ma cerca di affinare meglio l’acume sperimentale delle trame sonore.
Il disco si apre proprio col cocktail sonoro di You’re the sunshine of my life, romantica dedica alla propria moglie contata in afflato con altri due solisti. Segue il funky elettrico di Maybe your baby, che fa tanto stile Sly & The Family Stone, e a questa risponde l’intensa ballata pianistica di You and I, altra struggente canzone romantica. Tuesday heartbreak riapre le trame funky, scandite da linee di sassofono e cori, per un arrangiamento disco-pop che si rivelerà particolarmente seminale (come non intravedervi segnali colti da Michael Jackson o Jamiroquai?). Le tastiere sintetiche di You’ve got it bad girl chiudono il primo lato.
Si riparte dal ritmo sincopato di Superstition, che è funky coi fiocchi, di scuola Sly Stone, e che vede un certo Jeff Beck alle chitarre. Il pezzo diventerà una hit immortale, e fonte di grande ispirazione per tutta la discomusic che da lì a poco verrà al mondo. Big brother segue ammantandosi di alcune atmosfere vagamente psichedeliche, richiamando addirittura i Byrds nelle chitarre. Blame it on the sun è un’altra struggente ballata romantica, pianistica e densa di emozione, e Lookin’ for another pure love riprende le tematiche sonore del pezzo che apre il disco. Chiude l’intensa e dilatata I believe (When I fall in love will be forever), con un crescendo incredibile.
Talking book è un album da valutare col cuore, che cattura e traduce in bellezza i sentimenti più profondi. Le esecuzioni sono perfette, per i particolari sonori disseminati per il disco, lasciati apposta solo per essere notati, per regalare piccole meraviglie musicali che a ogni ascolto crescono e procurano benessere e magari “servono” a qualcosa. Di opere come questa bisogna averne cura poiché sono rare!

 

Agosto 2020: Stevie Wonder – TALKING BOOK (1972)ultima modifica: 2020-08-13T09:31:06+02:00da pierrovox

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