Giugno 2019: Carole King – TAPESTRY (1971)

Carole King - Tapestry

 

Data di pubblicazione: 10 febbraio 1971
Registrato a: Studio B, A&M Recording Studios (Hollywood)
Produttore: Lou Adler
Formazione: Carole King (voce, pianoforte, tastiere), Curtis Amy (flauto, sassofono, archi), Steve Barzyk (batteria), David Campbell (violoncello, viola), Merry Clayton (cori), Terry King (violoncello, sassofono, archi), Danny Kortchmar (chitarra acustica, chitarra elettrica, bongo, cori), Russ Kunkel (batteria), Charles Larkey (basso, archi), Joni Mitchell (cori), Joel O’Brien (batteria), Ralph Schuckett (piano elettrico), Barry Socher (violino, sassofono, viola, archi), Perry Steinberg (basso, violino, sassofono), James Taylor (chitarra acustica, cori), Julia Tillman (cori)

 

Lato A

 

                        I feel the earth move
                        So far away
                        It’s too late
                        Home again
                        Beautiful
                        Way over yonder

 

Lato B

 

                        You’ve got a friend
                        Where you lead
                        Will you love me tomorrow?
                        Smackwater Jack
                        Tapestry
                        (You make me feel like) A natural woman

 

 

Prima di tutto sono una cantautrice
(Carole King)

 

Lo dice da sé stessa Carole King che il suo particolare contributo alla storia dell’umanità è stato quello di aver messo in musica storie, sentimenti, scenari immaginari. Prima di tutto lei è stata una cantautrice! Fino ad allora, nell’immaginario collettivo, l’immagine stereotipata del “cantautore” apparteneva alla controparte maschile, e di esempi eccellenti ne potremmo portare tantissimi, da Bob Dylan a Leonard Cohen, ecc… ecc.. ecc… Nonostante gli anni ’60 fossero stati scossi profondamente da personaggi come Aretha Franklin, Joan Baez, Janis Joplin, Laura Nyro, Nico, Grace Slick, ecc… Ma la “canzone d’autore” diventa qualcosa di particolarmente “femminile” grazie al successo strepitoso ottenuto da Tapestry, album che ha venduto nel 1971 la strabiliante cifra di ventidue milioni di copie, di cui dieci solo negli Stati Uniti, vincendo ben quattro Grammy Awards e restando in classifica tra i primi duecento dischi più venduti per ben trecentosei settimane. Questo disco ha quindi il merito di aver messo in risalto altre possibilità nella canzone d’autore, altre sfaccettature, altre anime, e soprattutto di aver messo in luce la meravigliosa grazia femminile. E Carole King in questo si è rivelata profetessa indiscussa di una grazia immensa.
Carole King è una cantautrice newyorkese originaria di una famiglia ebrea. All’età di dodici anni comincia a studiare pianoforte, e tra le primissime esperienze c’è quella della formazione di un quartetto chiamato Co-Sines. All’età del college si ritrova ad avere una relazione niente meno che con Paul Simon, e poi con Gerry Goffin, che sposerà nel 1959. Da Goffin avrà due figlie, che intraprenderanno anch’esse la strada della canzone d’autore. Con Goffin però inizierà tutto un periodo di formazione determinante, durante il quale scriveranno diverse canzoni per Early Brothers, Drifters, Byrds, tanto da interessare addirittura i Beatles. Da Goffin però divorzierà nel 1968, per poi sposare il bassista Charles Larkey. Questo periodo coincide con tutta una serie di insuccessi e difficoltà, che metteranno a dura prova la vita di Carole King. Ma dalle difficoltà vengono fuori le cose migliori, ed ecco che nel 1971 viene fuori Tapestry, che tra le altre cose si avvaleva della collaborazione di ospiti eccellenti come Joni Mitchell e James Taylor. Tapestry, oltre al successo enorme di cui ha goduto, è diventato una specie di manifesto intellettuale del cantautorato femminile, tra ballate intimiste, confessioni dolenti e proteste femministe. Un disco bellissimo sin dall’incantata foto di copertina che la ritrae seduta davanti ad una finestra, totalmente immersa nella luce del giorno, e un gatto che guarda sornione verso l’obiettivo, come a dire che c’è bellezza e meraviglia anche nelle cose semplici della vita quotidiana.
Il disco si apre con l’ariosa ballata pianistica e “copernicana” di I feel the earth move, espressione di una decisa propensione per la scrittura e l’interpretazione, oltre che espressione di una decisa visione poetica femminile che presto verrà raccolta da Kate Bush per le sue incursioni favolistiche. Segue il lento d’atmosfera So far away, denso di emozione e grande interpretazione. It’s too late si propone invece di colorare un tantino la canzone d’autore americana con alcune tonalità soul, liberando in un certo senso il concetto stesso che la musica popolare dovesse essere formalismo e virtuosismo. Home again procede nello stesso terreno, in cui melodia e musica costruiscono scenari di densa emozione. L’atmosfera di fa più ritmata e briosa in Beautiful, il soul si fa più caldo e avvolgente in Way over yonder, in cui si possono sentire gli echi tormentati di una Janis Joplin che si strugge per amore.
Il lato B si apre con la celeberrima You’ve got a friend, malinconico inno dedicato all’amicizia, di cui James Taylor offrirà una personale reinterpretazione, altrettanto baciata dal successo. Where you lead invece si avvolge di una carica soul che fa pensare ad Aretha Franklin (suo malgrado poi diventerà la sigla d’apertura della serie tv Una mamma per amica), mentre c’è spazio per il romanticismo tormentato nella richiesta di Will you love me tomorrow. Smackwater Jack si accende di ritmi country e di piccoli contorni barocchi, e ci si avvia verso la conclusione passando per prima davanti alla struggente delicatezza della title-track, e chiudendo col soul di A natural woman, che sarà portata al successo anche dalla Franklin.
Tapestry è un disco bellissimo, una pietra miliare del pop al femminile, e un momento di ispirazione e poesia unico al mondo, autentica celebrazione degli ideali e delle utopie degli anni ’70, ma nello stesso tempo acquerello sonoro dell’animo umano.
La carriera di Carole King sarà lunga, e di storie ed emozioni ne racconterà ancora tante, ma in nessuna delle prove successive sarà più eguagliato lo splendore di Tapestry, forse perché certe cose sentono in bisogni di essere veramente uniche al mondo, e di esserlo per sempre!

 

Un album di superamento personale, intimità e realizzazione musicale e lavoro infuso con un preciso senso dello scopo artistico. È anche facile da ascoltare e da godere
(Jon Landau)

 

Giugno 2019: Carole King – TAPESTRY (1971)ultima modifica: 2019-06-10T09:46:45+02:00da pierrovox

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