Ottobre 2017: Laura Nyro – ELI AND THE 13th CONFESSION (1968)

Eli and the thirteenth confession

 

Data di pubblicazione: 3 marzo 1968

Registrato a: New York

Produttore: Laura Nyro & Charlie Calello

Formazione: Laura Nyro (voce, pianoforte, armonium), Ralph Casale (chitarra acustica), Chet Amsterdam (chitarra acustica, basso), Hugh McCracken (chitarra elettrica), Artie Schrocken (percussioni), Chuck Rainey (basso), Dave Carery (percussioni), Bernie Glow, Pat Calello, Ernie Royal (tromba), George Young, Zoot Sims (sassofono), Wayne Andre, Jimmy Claveland, Ray DeSio (trombone), Joe Farrell (sassofono, flauto), Paul Griffin (pianoforte)

Lato A

                              Luckie

                              Lu

                              Sweet blindness

                              Poverty train

                             Lonely women

                             Eli’s comin’

Lato B

                              Timer

                              Stoned soul picnic

                              Emmie

                             Woman’s blues

                             Once it was alright now (Farmer Joe)

                             December’s boudoir

                             The confession

La bellezza è come la semplicità:

può diventare una tradizione che si trova

nel modo di esplorare

(Laura Nyro)

Una delle artiste e compositrici più importanti di sempre, e nello stesso tempo una delle più dimenticate di sempre, Laura Nyro ha rappresentato un punto di svolta nella composizione della canzone d’autore al femminile durante gli anni ’60. Le sue liriche, intime ed introverse, spesso erano dedicate ad un percorso di autoanalisi psicoanalitica, che non solo scandagliasse nei recessi più profondi del proprio animo, ma che permettesse al suo pubblico di poter ritrovare sé stesso nell’ascolto della sua musica, elegante e forbita. E nello stesso tempo questa rappresentava anche il sogno generazione di una liberazione culturale che stava vivendo la rivoluzione sessuale e il rifiuto delle convenzioni borghesi. Dal punto di vista squisitamente sonoro, Laura Nyro ha rappresentato una delle pagine più intense della musica popolare americana, esprimendosi attraverso le maglie del jazz, del gospel, del blues, del soul e del folk, fondendole in una formula che sarà ben presto presa a modello dalle varie Carole King e Rickie Lee Jones.

Laura Nyro nasce a New York nel 1947 da una famiglia italiana di origine ebraica. Suo padre era un trombettista jazz, e sua madre contabile per un’associazione americana di psicoanalisi. Laura comincia sin da ragazzina un percorso di formazione musicale a Manhattan frequentando la High School of Music and Art, e nel frattempo comincia ad esibirsi nei locali della zona. Ancora giovanissima pubblica il suo primo album, More than a new discovery, che purtroppo non otterrà un grande successo, ma sarà fonte di ispirazione per molti artisti, oltre che fonte di successo per artisti come i Fifth Dimension, che riproporranno Wedding bell blues e Blowin’ away, e Barbara Streisand, che riproporrà And when I die. Il disco è ancora piuttosto elementare in fase di lavorazione sulle sonorità, ma già contiene dei segnali di un talento indiscutibile, e il fatto che alcune di queste canzoni siano state portate al successo da altri artisti comunque non può che esserne una prova incontestabile di tale talento, considerando il particolare non trascurabile che all’epoca Laura aveva solo diciassette anni.

Due anni più tardi Laura Nyro pubblica quello che universalmente è considerato il suo capolavoro: il concept Eli and the 13th confession. Il disco segue il percorso di una ragazza, Eli, dall’adolescenza all’età adulta, ed in questo Laura Nyro fissa un nuovo standard del cantautorato femminile: non solo scrive ed interpreta le sue canzoni, ma le vive in prima persona, attraverso un intenso percorso autoanalitico e uno stile musicale che fonde insieme jazz, soul, rock e folk. Gli arrangiamenti sono ricchi e vitali, e i testi raccontano di amore, illusorio e romanzato, di solitudine e desideri sessuali, dolore e gioia di vivere, speranza e alienazione, utopie e nevrosi. È in questo collage sonoro appunto che Laura Nyro fissa uno stile nuovo per la canzone d’autore femminile.

Il disco si apre con la fantasia incalzante jazz e swing di Luckie, per proseguire con gli umori jazz di Lu, la vibrante vitalità di Sweet blindness, per certi aspetti debitrice dei primi Rolling Stones e della scena di Broadway nelle trame sonore. La chitarra acida che apre Poverty train introduce in un’atmosfera vagamente orientaleggiante per un pop di ampio respiro, come solo Kate Bush saprà in futuro ripetere. Lonely women si contorna ancora una volta di alcune trame jazz, ma di una vena melodica sostenuta e vibrante, per un’interpretazione struggente ed intensa. Chiude il primo lato la particolarissima Eli’s comin’ che si apre echeggiata e sospesa, per poi dimenarsi in una carica energica, fatta di una complessa partitura sonora.

Il secondo lato si apre con Timer, un altro classico alla Burt Bacharach, elegantemente corale e teso su una struttura soul di grandissimo afflato, dedicata da Laura al suo gatto. Si prosegue ancora col plagido soul sinfonico Stoned soul picnic, pezzo che tra le altre cose avrebbe dovuto dare il titolo al disco. Emmie si presenta dal canto suo come un pezzo delicatissimo, Woman’s blues come un composito arrangiamento che unisce trame jazz, andamenti soul e strutture blues. Abbiamo ancora spazio per la “beatlesiana” Once it was alright now, polifonica e avanguardistica. La struggente December’s boudoir invece si distende meditabonda, riflettendo sul senso del peccato e sulla coscienza cattolica. Si chiude con la vivacità di The confession, con i suoi repentini cambi di ritmo, le sue fusioni jazz e blues e le sue rivelazioni amorose.

Non ebbe un grande successo Eli and the 13th confession, ma ha saputo fare scuola per generazioni intere, avvalendosi di una cura del suono che non lo ha fatto invecchiare nemmeno un po’. Sono tantissime le artiste che dovrebbero ringraziare apertamente Laura Nyro, dalle coeve Joni Mitchell, Carole King e Rickie Lee Jone, a Kate Bush fino ad arrivare a Joanna Newsom. In ognuna di queste c’è un’epoca, un modo di fare musica che ha in questi solchi delle radici importantissime. Eli and the 13th confession è l’apice di una carriera comunque sempre mantenutasi su livelli molto alti. Laura Nyro ci lascerà l’8 aprile del 1997, stroncata da un tumore all’ovaio, esattamente come sua madre, cui era molto legata. Dopo la sua morte verrà finalmente riconosciuto il giusto merito che avrebbe meritato in vita, entrando persino nella Rock and roll Hall of Fame. Ma come tutte le belle cose, Laura Nyro è stata un patrimonio per pochi, e tale ha voluto restare, perché certi sentimenti non vanno svenduti a basso costo.

Avrebbe dovuto ricevere, come minimo, tanti dischi d’oro quanti Neil Sedaka. Ma Laura era sempre molto sensibile. Non le piaceva collaborare. Per non parlare dei compromessi. Era un’artista, e non gradiva, anzi odiava, la parte dello show-biz

(Louis Nigro)

Ottobre 2017: Laura Nyro – ELI AND THE 13th CONFESSION (1968)ultima modifica: 2017-10-02T12:26:45+02:00da pierrovox

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