Dicembre 2017: John Lennon – IMAGINE (1971)

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Data di pubblicazione: 9 settembre 1971

Registrato a: Ascot Sound Studios (Tittenhurts Park)

Produttore: John Lennon, Yoko Ono & Phil Spector

Formazione: John Lennon (voce, chitarra ritmica, pianoforte, armonica), George Harrison (chitarra solista, chitarra slide, dobro), Klaus Voormann (basso), Alan White (batteria, percussioni, cimbali tibetani), Nicky Hopkins (pianoforte, piano elettrico), Rod Linton (chitarra acustica), John Tout (chitarra acustica), Ted Turner (chitarra acustica), Jim Keltner (batteria, percussioni), John Barham (harmonium), King Curtis (sassofono), Jim Gordon (batteria, percussioni), Tom Evans (chitarra acustica), Joey Molland (chitarra acustica), Michael Pinder (percussioni), J&P Duo Group (cori)

Lato A

Imagine

Crippled inside

Jealous guy

It’s so hard

I don’t want to be a soldier

Lato B

Gimme some truth

Oh my love

How do you sleep?

How?

Oh Yoko

I don’t believe in Beatles

La carriera di John Lennon dopo i Beatles è stata segnata da una rivoluzione vera e propria. Personaggio centrale in tutta questa rivoluzione, che lo rese decisamente irriconoscibile agli occhi del pubblico, è senza dubbio Yoko Ono, da molti fans beatlesiani considerati una sorta di stronza e di strega, colpevole a loro dire di aver alimentato le polemiche interne tra i Fab Four, inscenando un comportamento spesso ostile (particolarmente riottoso contro Linda McCartney, moglie di Paul), e di “aver fatto bere il cervello” a John.

Non ce la sentiamo in questa sede di gettare la croce addosso alla povera Yoko, ma di certo lei è stata un personaggio chiave del trasformismo di John Lennon dopo la fortunata carriera con i Beatles, portando il giovane chitarrista non solo al divorzio dalla prima moglie, ma all’incontro con una cultura avanguardista ancora più accentuata ed eccentrica rispetto alle forme d’arte già sperimentate con i Beatles; ad esempio tutti ricordano il famoso e famigerato Bed-in nella camera 1902 dell’Hilton Hotel di Amsterdam dal 25 al 31 marzo del 1969, contro la guerra nel Vietnam, o la copertina del primo album registrato insieme, Unfinished music no. 1 – Two virgins, che li ritraeva entrambi completamente nudi (la copertina verrà censurata in America, dove diverse copie vennero sequestrate, per poi trovare il compromesso di vendere il disco dentro una busta che coprisse la foto). E non ultimo la riconsegna della stella di baronetto che ottenne con i Beatles, da molti considerato non solo un gesto anti-imperialista e anti-regalista, ma addirittura una sorta di abiura verso la band che lo aveva portato al successo. Anche nel celebre pezzo God, in cui da sfoggio di tutto il suo individualismo esasperato, scetticismo religioso, tra le varie divinità in cui dichiara di non credere infila proprio i Beatles.

Ma la carriera di John Lennon è stata segnata anche da un forte idealismo politico (mai troppo lontano però dall’industria che lo rendeva un abile miliardario), che lo ha portato a incidere pezzi notevoli, divenuti inni veri e propri per la pace mondiale, tra i quali Give peace a chance, Happy Xmas (War is over), e soprattutto Imagine, considerata dalla rivista Rolling Stone il pezzo più bello mai scritto.

Imagine fu concepita come un vero e proprio messaggio al mondo intero, che richiamasse alle coscienze il valore sommo della pace, vissuta da John come ideale importante di un sognatore che non si arrende di essere l’unico al mondo. Imagine prospetta un mondo senza guerre o divisioni, senza politica e religioni, senza alcune cosa che potesse insomma portare recriminazioni e violenza. Un messaggio tante volte magari enfatizzato da un sogno bellissimo, ma idealmente utopistico, anche perché la pace non si costruisce con l’annullamento delle differenze, ma con il dialogo tra di esse. Ad ogni modo la base pianistica del pezzo, il tono pacato, e la melodia dolcissima ne hanno fatto un inno, da oggi cantato da milioni di persone che vedono in queste note una preghiera laica per la pace. Celebre anche il bellissimo video, che ritrae John e Yoko in una tenuta di campagna, entrare in una stanza buia, col solo pianoforte, e man mano che le note proseguono, si aprono le finestre, e dentro la stanza arriva la luce. Metafora di ciò che la canzone vorrebbe rappresentare: la luce della speranza!

Ma Imagine fa parte di un album che ha consacrato la carriera di John, e che nelle stesse intenzioni dell’autore doveva parlare direttamente al cuore del suo pubblico, dopo le sperimentazioni dei primi album, e gli scenari asettici di Plastic Ono Band. Alcune di queste canzoni risalgono addirittura al periodo dei Beatles, come ad esempio la bellissima Jealous guy, scritta da John ai tempi del White album, e avente come titolo provvisorio Child of nature, e che qualche maligno ritiene che fosse una sorta di stoccata di polemica verso l’ex compagno amico/nemico Paul McCartney. Anche Crippled inside richiama alcune cose dei Beatles, soprattutto della produzione che va da Abbey Road a Let it be. Ma il disco contiene anche il robusto blues-rock di It’s so hard, che in qualche modo si allinea con l’avanguardia dei Roxy Music, e non solo per l’uso del sassofono, ma anche per il suono filtrato degli strumenti. La pacifista I don’t wanna be a soldier, oltre a ribadire il secco no alla logica militarista e alla guerra nel Vietnam, si staglia su un suond echeggiato e decisamente psichedelico, sulfureo.

L’album ripesca ancora dai cassetti che furono per i Beatles, ed ecco che viene fuori una bellissima Gimme some truth, che avrebbe dovuto trovare posto su Let it be, e le chitarre acide di George Harrison (che decise di prendere parte alle registrazioni del disco) per un attimo fanno pensare che i Fab Four sono ancora insieme. Poi giunge il momento dolcissimo di Oh my love, ballata romantica e stralunata che concede più di una carezza al cuore, e nei cori richiama i Beatles più lontani di Rubber soul, come a dire che i ponti col passato non si possono rompere del tutto. Invece però era proprio quella l’intenzione di John, che in How do you sleep? lancia una decisa stoccata (stavolta ben esplicita) a Paul McCartney, soprattutto in reazione ad alcune provocazioni lanciate dal Macca nel suo album Ram. Addirittura nelle foto di copertina John si far ritrarre nel gesto di tirare le orecchie ad un maiale, sarcastica risposta a Paul che invece si era fatto ritrarre nel tenere per le corna un montone. In questo pezzo John rompe decisamente col passato, e chiede al compagno se ancora stesse dormendo… How? invece è una ballata nel suo più canonico stile, elegante e struggente, e il disco si chiude con una briosa Oh Yoko, dedicata alla sua amante e musa.

La carriera di John proseguirà tra diversi alti (Mind games, Walls and bridges, Rock’n’roll e Double fantasy) e qualche basso (il fiacco Sometimes in New York City), e si chiuderà quella sera dell’8 dicembre 1980 quando fuori dal Dakota lo aspetta un certo Mark Chapman…

Così come ciascuno di noi ha il suo Beatle preferito, ha anche un suo John Lennon preferito: il romantico ferito, il profeta di utopie, il cinico mordace

(Paul Trynka)

Dicembre 2017: John Lennon – IMAGINE (1971)ultima modifica: 2017-12-07T14:15:54+01:00da pierrovox

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