Novembre 2019: Inxs – KICK (1987)
Data di pubblicazione: 19 ottobre 1987
Registrato a: Rhinoceros Recordings (Sydney), Studio De La Grand Armée (Parigi)
Produttore: Chris Thomas
Formazione: Michael Hutchence (voce), Andrew Farriss (chitarra, tastiere), Jon Farriss (batteria, percussioni), Tim Farriss (chitarra), Kirk Pengilly (chitarra, sassofono, cori), Garry Gary Beers (basso)
Lato A
Guns in the sky
New sensation
Devil inside
Need you tonight
Mediate
The loved one
Lato B
Wild life
Never tear us apart
Mystify
Kick
Calling all nations
Tiny daggers
“Erano così grandi! E poi quella voce baritonale!”
(Bono)
Bono e Michael Hutchence erano molto amici, e la band irlandese da sempre ha mantenuto ottimi rapporti con gli Inxs, pop-rock band australiana, nata nel fermento new wave di fine anni ’70, e cresciuta a suon di melodie sensuali e atteggiamento ammiccante. Tanto era grande la stima che Bono aveva per Michael Hutchence, che gli U2 gli dedicarono la canzone Stuck in a moment you can’t get out of, riflettendo proprio sul momento in cui il cantante degli Inxs aveva deciso di togliersi la vita.
Ma al di là della stima del gruppo irlandese, ciò che ha reso veramente grandi gli Inxs è stata quella particolare personalità, misteriosa, affascinante e sensuale, che ha portato una ventata di freschezza nel mainstream pop australiano degli anni ’80 soprattutto grazie al carisma oscuro del cantante Michael Hutchence, e la straordinaria formazione dettata dai fratelli Farriss. Aggiungiamoci poi anche dell’insano gossip a dettare la loro presenza sui rotocalchi e monnezza varia, soprattutto sulla relazione di Michael Hutchence con Kylie Minogue prima e Paula Yates poi, e ci rendiamo conto che gli Inxs negli anni ’80 erano alla stessa stregua di gente come Michael Jackson, Madonna, Prince…
In questa sede prendiamo in esame Kick, il loro album più venduto e più importante per poterne rappresentare il contributo offerto alla storia della musica leggera, e il loro stesso carisma. Il pop è funkeggiante, denso di umori di strada, ai bordi delle città, di amori metropolitani e storie ai margini.
Apre la pulsante e funkeggiante Guns in the sky, vicina per certi aspetti ad alcune cosette dei Beastie Boys. New sensation invece lega rapporti stretti con la dance wave di scuola New Order e Pet Shop Boys, mentre Devil inside lega tanto robustezze hard nei riff quanto sofisticatezze pop che fanno pensare ai Depeche Mode e ai Soft Cell. Need you tonight invece è il singolo spacca radio che li ha consegnati alla storia, costruito su un riff funky che tanto fa pensare a Kiss di Prince, e un canto sensuale e ammiccante che ci fa pensare a Dave Gahan. Mediate invece si arricchisce del suono del sax di Kirk Pengilly, mentre il lato A si chiude le dissonanze pop di The loved one.
Il lato B si apre con la spensieratezza pop di Wild life, un po’ Duran Duran, un po’ Simple Minds. Never tear us apart è l’altro gioiello del disco, costruito su una sezione di archi e una melodia soft pop straordinaria e una certa tensione blues, tanto che sarà oggetto di numerose cover, tra le quali ricordiamo quella di Joe Cocker. Mystify invece ci porta sulle sponde di Broadway e di certi Queen (quelli tra Crazy little thing called love o Killer queen per intenderci). La title-track è una canzone dettata da tensione e sax. Calling all angels è un altro pezzo pop funky in chiave Prince, e si chiude con i ritmi irresistibili di Tiny daggers.
Non sappiamo poi cosa sia passato per la testa di Michael Hutchence al momento del suo suicidio avvenuto il 22 novembre del 1997. Si diceva che soffrisse di depressione, alimentata dall’abuso di alcol e droghe. Sappiamo che anche Paula Yates avesse tentato il suicidio l’anno dopo, per poi essere stroncata da un’overdose di eroina nel 2000. Ma queste vicende tristissime non tolgono la grandezza di una band straordinaria!
