Dicembre 2019: Robert Plant – FATE OF NATIONS (1993)

Fate of nations (Robert Plant)

 

Data di pubblicazione: 25 maggio 1993
Registrato a: RAK Studios (Londra), Sawmills Studio (Cornwall), Monmow Valley Studio (Monmouth)
Produttore: Chris Hughes & Robert Plant
Formazione: Robert Plant (voce, chitarre), Kevin Scott MacMichael (chitarre, cori), Oliver J. Wood (chitarra), Richard Thompson (chitarra), Francis Dunnery (chitarra), Doug Boyle (chitarra), Charlie Jones (basso), Phil Johnstone (harmonium, piano elettrico, organo), Philip Andrew (tastiere), Pete Thompson (batteria), Chris Hughes (batteria), Michael Lee (batteria), Chris Blackwell (batteria), Nigel Kennedy (violino), Nigel Eaton (hurdy-gurdy), Maartin Allcock (mandolino), Navazish Ali Khan (violino), Gurdev Singh (dilruba & sarod), Surge Singh (sarangi), Marie Brennan, Julian Taylor, Steve French, John Flynn (cori)

 

Tracklist

 

                        Calling to you
                        Down to the sea
                        Come into my life
                        I believe
                        29 palms
                        Memory song (Hello, hello)
                        If I were a carpertier
                        Colours of a shade
                        Promised land
                        The greatest gift
                        Great spirit
                        Network news

 

“L’essenza delle mie canzoni è il desiderio
di pace e di armonia”
(Robert Plant)

 

È difficile ripartire da zero considerando che hai fatto parte di una delle band più importanti ed imponenti del pianeta, eppure agli albori degli anni’90, l’ex Led Zeppelin, Robert Plant esce con questo disco Fate of nations, l’ottavo della sua produzione solista, e da molti considerato come il suo disco migliore (senza ovviamente considerare la produzione con la band madre).
Dopo un decennio di produzioni camaleontiche e più vicine alle varie mode presenti all’epoca ma con poco mordente e poca convinzione, questo album  segna indubbiamente un passo avanti nella lunga carriera post-Zeppelin di Plant. Il disco è tutt’altro che di facile assimilazione, ma nonostante questo troviamo degli ottimi spunti nella stesura delle canzoni, con ottimi ed interessanti arrangiamenti ed un’inconfondibile prestazione vocale. A livello di contenuti, troviamo un artista fortemente incentrato sul tema della difesa dell’ambiente e dell’amore, che viene visto come legame per la salvezza dell’anima.
Il disco si apre con Calling to you che volente o nolente ci fà tornare con la mente a episodi musicali della leggenda chiamata Led Zeppelin. Si prosegue come nel primo caso con un pezzo Down to the sea dall’arrangiamento arabeggiante e dal massiccio uso di percussioni che ben figurano nella struttura complessiva della canzone. Nella seguente Come into my life si colgono gli universali segni del tempo che passa, ma se ti chiami Robert Plant non ti scalfisce nemmeno. Pur lambendo sonorità tipiche del rock fm anni ’90, il pezzo si fa forte di un affascinante riff e un Plant in gran spolvero. I believe e la seguente “29 palms si assestano su livelli decisamente alti nonostante il tiro notevolmente radiofonico.
La grande atmosfera trasmessa dalla voce di Plant che sempre magnetica e sofferta danno ampio respiro a pezzi come Promised land e Great spirit, che si apre con un bel riff di chitarra molto chiaroscuro e un interessante connubio di blues e ambient. Il disco si chiude con Network news che è ben arricchita da un’accattivante coretto e da una chitarra che dipinge delle ottime melodie che però non graffiano abbastanza l’ascoltatore.
Rispetto alle prove solistiche sbiadite del comunque sempre grande Jimmy Page, Robert Plant dimostra di avere grande classe e padronanza dei suoi mezzi. Fate of nations sarà l’ultimo album che vedrà Robert Plant destreggiarsi da solo, poiché per i seguenti si farà seguire dalla sua band, gli Strange Sensation, con risultati sempre molto discreti

 

Dicembre 2019: Robert Plant – FATE OF NATIONS (1993)ultima modifica: 2019-12-30T11:02:49+01:00da pierrovox

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